LS1987
Utente Èlite
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Vedo che cominci a capire dove voglio arrivare.
Posssiamo assicurare che i cavalli non muoiono durante una corsa? Ovviamente no. Ne muoiono come pure i fantini, con la differenza che per il fantino è una scelta, per il cavallo no. Siamo noi che li mandiamo a correre.
E quindi, come le organizzazioni per la tutela degli animali protestano contro il loro uso nella ricerca (animali vengono uccisi, su questo non ci piove e non c'è discussione) così si lamentano anche per i loro maltrattamenti ed eventuali rischi di morte (come avviene nel Palio) quando gli animali vengono usati come sport o come spettacolo o come prodotto di alimentazione.
Per coerenza quindi, se proprio vogliamo abolire l'uso degli animali nella ricerca, dobbiamo abolire tutti gli usi che ne facciamo che non siano nel loro interesse, e quando vengono maltrattati o quando c'è la possibilità che ci lascino le penne.
Ma appena in Italia si critica il Palio o in Spagna la corrida, ecco che improvvisamente la gente fa dietro front. Palio e corrida (sono solo esempi) non si toccano. Questo io non lo accetto perché lo considero ipocrita e incoerente, è un modo di dire "protesto solo quando fa comodo a me".
Oppure, più logicamente (ma la logica sembra ormai morta) si dovrebbe mettere fine a ipocrisie e soluzioni draconiane. Raggiungiamo un compromesso. Cerchiamo di proteggere gli animali più che possiamo, pensiamo a volere loro bene, ma non mettiamoli prima di noi. Ogni specie ha nel suo l'istinto della propria sopravvivenza, questo è normale. Il leone non caccia la gazzella per divertirsi, lo fa per sfamarsi. Per l'uomo è lo stesso, sopravvivenza significa anche trovare rimedio per le malattie, e se la ricerca prevede l'utilizzo di cavie animali, beh, mi spiace per loro, veramente, ma come il leone anche io penso per prima alla sopravvivenza dei miei figli. Esistono già leggi che controllano l'uso degli animali per la ricerca, facciamole rispettare e in caso facciamole cambiare, e fermiamoci lì. Come il leone con la gazzella, anche il ricercatore non ammazza una rana per piacere criminale, se avesse avuto quegli istinti avrebbe potuto soddisfarli molto più facilmente invece di passare anni e anni di studio in una università.
Ritorniamo alla mia domanda: che differenza c'è tra il Palio di Siena e una corsa all'ippodromo, tolti i maltrattamenti del Palio (che non dovrebbero esserci, sono vietati dalla legge) e le scommesse all'ippodromo? Per me la risposta è una sola: il circuito è troppo stretto, soprattutto nella curva tremenda. Una soluzione potrebbe essere fare 4 gruppi da 3 cavalli e il vincitore di ciascuno va in finale, corsa con 4 cavalli, in questo modo i rischi diminuirebbero.