Svarioni (e altro) nei libri di testo scientifici !

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E quella frase fa rivoltare nella tomba millenni di studio di fisica.
La conservazione dell’energia è una delle pietre miliari della fisica, che rimane valida anche nella fisica moderna, sia nella relatività che nella fisica quantistica.
 
Gronag, secondo me stai un po' esagerando.
Stai facendo le pulci su scelte lessicali e semplificazioni nei libri delle superiori... Ma lì lo scopo è dare un'infarinatura più o meno a tutto campo, un rigore eccessivo appesantirebbe il discorso fino a renderlo incomprensibile.

Detto questo, non concordo su alcune obiezioni:

"Le forze d'attrito si oppongono al moto"



A quale moto ?
Frase quantomeno ambigua poiché nella realtà l'attrito è ciò che consente il moto di un corpo; se non ci fosse l'attrito, non potremmo neanche camminare né andare in bicicletta, non potremmo scrivere, viti e chiodi non servirebbero a nulla, ruote e assi sarebbero bloccati e così via.
Eviterei frasi così "equivoche" ?
Le forze di attrito si oppongono a qualunque moto. Questo libro non sarà esaustivo nè perfetto, ma la frase in sè è corretta. L'attrito si oppone al moto, sempre e comunque.
Poi possiamo espandere il discorso e dire che senza attrito non esisterebbero tant5i tipi di moto, ma rimarrebbero ad esempio il moto a reazione, quello vincolato (e.g. su una cremagliera), o banalmente quello gravitazione, ma questo non inficia la validità della prima affermazione.
--- i due messaggi sono stati uniti ---
"L'attrito è una forza sempre diretta in direzione opposta al moto che si manifesta ogni qualvolta due corpi sono a contatto" ?



Tralasciando lo strafalcione della forza sempre diretta nella direzione opposta al moto, l'attrito si manifesta anche nel caso di un libro in quiete su un tavolo ? ?

P.S. Inoltre l'equazione della forza d'attrito, riportata più in basso, fornisce il valore massimo dell'attrito statico che corrisponde ad una data "forza premente" e a dati materiali ?
Quale strafalcione scusa? Nell'ambito delle semplificazioni che si fanno alle superiori, dove è diretta secondo te la forza di attrito?
Inoltre, è corretto dire che l'attrito si manifesta ad ogni contatto. Nel caso del libro sul tavolo, ovviamente sì, c'è attrito anche per un libro in quiete. Prova a spostare il libro e te ne accorgerai...
--- i due messaggi sono stati uniti ---


Sullo stesso manuale, più giù, la formula relativa al moto volvente (senza slittamento) è errata, al primo membro dell'equazione deve comparire il momento di una coppia (di dimensione [N][m]) che contrasta il moto di rotolamento, la formula corretta è:
Mv=mi*m*g (mi è il coeff. di attrito volvente e il modulo della forza peso P=m*g coincide con quello della reazione del piano d'appoggio).
In questo caso il coeff. d'attrito volvente non è un numero puro (adimensionale) ma ha la dimensione di una lunghezza (rappresenta lo spostamento in avanti della reazione normale rispetto all'asse centrale nel senso del rotolamento).
Visualizza allegato 416837
Alle prossime fregnacce ! ?

P.S. Rigore concettuale zero ?
Dipende come sono definite le quantità nelle formule sopra mostrate. Nulla vieta, per quanto non sia il massimo dell'eleganza, di indicare con una stessa lettera ma pedice diverso delle quantità dimensionalmente diverse, non c'è davvero nessun errore in avere "mi con d" per attrito dinamico che è adimensionale e "mi con v" che è una lunghezza e "f con v" che è una coppia.

Incidentalmente, l'attrito volvente nasce e deve rimanere una forza perchè è un attrito (ti sfido a creare un momento con due superfici a contatto), in più questa forza deve avere un punto di applicazione diverso dal punto di contatto. Ragiona un attimo, cosa succederebbe se l'attrito volvente fosse modellizzato con un momento puro?
 
Venite tutti alla "Sagra delle Fregnacce" !!! ☺️
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"... se andate in bicicletta su una strada liscia fate meno fatica a raggiungere una certa velocità che su una strada sconnessa. Questo perché l'attrito tra le gomme della bicicletta e la strada è minore sulla strada liscia che sulla strada dissestata"



Considerando il moto di puro rotolamento (senza strisciamento), quindi senza moto relativo tra la parte del corpo (la ruota, in questo caso) che tocca la superficie e la superficie stessa, all'attrito statico non interessa nulla se le due superfici a contatto sono più o meno lisce in quanto esso, fino al massimo valore limite, assume esattamente quel valore sufficiente ad impedire lo slittamento delle ruote.



Non si perde nessuna energia per attrito in quanto la velocità di trascinamento del punto di contatto tra la ruota e il piano di appoggio è nulla, l'attrito non compie lavoro (il punto d'applicazione della forza non si sposta).

P.S. Partecipate numerosi, fregnacce per tutti !!!!! ?
 
Concordo che questo è un esempio pensato male e scritto peggio, però il concetto che vuole trasmettere è "l'attrito aumenta l'energia necessaria a raggiungere una certa velocità", che è vero.

Nell'esempio della strada sconnessa il colpevole principale magari non è l'attrito, ma ti faccio un esempio più calzante: se sei mai andato sui pattini in vita tua, ti sarai ben accorto della differenza di sforzo che devi fare tra asfalto sconnesso, asfalto buono, e pista di pattinaggio.

PS
Se ben ricordo, da un punto di vista formale non è correttissimo dire che l'attrito compia un lavoro, e fin qua ci siamo.
Però dissipa energia e, nei limiti di come è formulato ed impostato un problema di fisica in un testo delle scuole superiori, se uno fa i conti sul bilancio energetico, viene fuori che ciò che manca affinchè l'energia si conservi durante il moto è proprio il "lavoro delle forze d'attrito".
 
"Per innalzare di 1 grado (di quale scala ?) 1 litro (una volta si scriveva 1L) d'acqua occorre 1 kcal" ?



P.S. E se voglio aumentare di mezzo chilo una banana di quanti newton ho bisogno ? ?

E visto che ci sono, vediamo la descrizione fisica della "legge di Stevino" riportata su Wikipedia:

"Un esempio è la forza gravitazionale a cui sono soggette tutte le porzioni di liquido in una colonna d'acqua, la forza peso della porzione d'acqua sovrastante un certo livello ad una fissata altezza della colonna d'acqua spinge verso il basso ma il fondo del recipiente blocca con una forza di reazione altrettanto intensa la porzione sottostante al livello considerato, la quale quindi a quell'altezza esercita una forza uguale ma contraria (verso l'alto). Inoltre data la natura corpuscolare del fluido le particelle che lo compongono non riescono a rimanere tutte incolonnate in verticale una sopra l'altra in modo ordinato, per cui una particella ad una certa altezza risente parzialmente della forza peso dell'intera porzione sovrastante non solo per le particelle sopra ad essa verticalmente, ma anche sopra ad essa in direzioni oblique che contribuiscono a generare forze dirette praticamente in tutte le direzioni che puntano sotto al livello considerato, come nel caso di un secchio cilindrico pieno di biglie a cui si applica un foro a lato dal quale non è da escludere possa sgusciare fuori qualche biglia, e invece la porzione sottostante trasmette le forze di reazione in tutte le direzioni che puntano sopra al livello considerato e che sono dovute alle pareti rigide del recipiente, sia quella di fondo che quelle laterali. La particella perciò è soggetta lungo una qualsiasi direzione e qualsiasi verso a una di queste forze, risultanti tutte di uguale intensità, tanto da rimanere ferma. La pressione è generata perciò in tutte le direzioni e aumenta in proporzione alla profondità, ma le uniche conseguenze visibili di cui è responsabile sono dovute all'interazione del liquido con sistemi a pressione diversa, come l'apparato cardiocircolatorio di un sommozzatore con una certa pressione sanguigna o come l'aria a pressione atmosferica nel caso venisse forato il recipiente lateralmente. La legge di Stevin venne enunciata su base sperimentale da Simon Stevin (1548-1620) nel caso dell'accelerazione di gravità nel suo trattato del 1586 De Beghinselen des Waterwichts dedicato all'idrostatica, e poi generalizzato dapprima da Eulero, e poi da Navier. Degli esempi scorretti e fuorvianti di applicazione della legge di Stevin possono essere quello di un fluido in un ambiente vuoto e privo di gravità e quello di una colonna di fluido in caduta. Nel primo caso il fluido potrebbe esibire una certa pressione, sempre presente ma generalmente trascurabile in confronto a quella tradizionale derivante da un'accelerazione uniforme, tipica dei gas e dovuta ai moti casuali delle particelle che lo compongono che comunque restano legate tra loro, ma sebbene il fluido possa apparire stazionario la pressione non varia con l'altezza." ?

P.S. Se qualcuno ha capito come funziona 'sta legge di Stevino me lo faccia sapere perché, leggendo le prime 2-3 righe di questa schifezza (strafalcioni a parte), mi si è atrofizzato il cervello ?
--- i due messaggi sono stati uniti ---
Concordo che questo è un esempio pensato male e scritto peggio, però il concetto che vuole trasmettere è "l'attrito aumenta l'energia necessaria a raggiungere una certa velocità", che è vero.

Nell'esempio della strada sconnessa il colpevole principale magari non è l'attrito, ma ti faccio un esempio più calzante: se sei mai andato sui pattini in vita tua, ti sarai ben accorto della differenza di sforzo che devi fare tra asfalto sconnesso, asfalto buono, e pista di pattinaggio.

PS
Se ben ricordo, da un punto di vista formale non è correttissimo dire che l'attrito compia un lavoro, e fin qua ci siamo.
Però dissipa energia e, nei limiti di come è formulato ed impostato un problema di fisica in un testo delle scuole superiori, se uno fa i conti sul bilancio energetico, viene fuori che ciò che manca affinchè l'energia si conservi durante il moto è proprio il "lavoro delle forze d'attrito".
Guarda, il ragionamento è completamente errato concettualmente e si presta ad interpretazioni totalmente fuorvianti.
Dai un'occhiata all'istantanea del rotolamento di una ruota (senza strisciamento):
1633246710440.png
Vedi che il punto P di contatto con la superficie di appoggio non si sposta (mentre il punto più alto ha la massima velocità tangenziale) ?
L'attrito statico (che contrasta il distacco, non lo strisciamento) non compie alcun lavoro e quindi non c'è nessuna perdita di energia per attrito.
Nel caso specifico (riportato nel manuale), entra in azione il momento di attrito volvente, insieme ad altri tipi di resistenza, ma è un discorso diverso, qui stiamo parlando di slittamento e non c'è nessuno slittamento (niente attrito dinamico).
A presto ?
 
Ultima modifica da un moderatore:
Non capisco dove sia l’errore.
Una caloria è la quantità di calore necessaria per innalzare la temperatura di un grammo di acqua di un grado (ovviamente centigrado visto che il testo è italiano, ma essendo una differenza funziona anche con i Kelvin, di certo non parliamo della misura in gradi di un angolo). Potremmo poi specificare meglio che la differenza deve essere tra due temperature ben precise, alla pressione ambiente di una atmosfera, che l’acqua deve essere pura eccetera eccetera, ma come definizione “base” direi sia adeguata (visto anche che questo mi pare un testo dedicato a scuole medie). Anche la critica di usare il simbolo L invece che il nome “litro” mi pare eccessivo, si può benissimo usare entrambi a seconda della circostanza, non c’è nulla di sbagliato nel dire “un metro di stoffa”.
 
Gronag, secondo me stai un po' esagerando.
Stai facendo le pulci su scelte lessicali e semplificazioni nei libri delle superiori... Ma lì lo scopo è dare un'infarinatura più o meno a tutto campo, un rigore eccessivo appesantirebbe il discorso fino a renderlo incomprensibile.

Detto questo, non concordo su alcune obiezioni:


Le forze di attrito si oppongono a qualunque moto. Questo libro non sarà esaustivo nè perfetto, ma la frase in sè è corretta. L'attrito si oppone al moto, sempre e comunque.
Poi possiamo espandere il discorso e dire che senza attrito non esisterebbero tant5i tipi di moto, ma rimarrebbero ad esempio il moto a reazione, quello vincolato (e.g. su una cremagliera), o banalmente quello gravitazione, ma questo non inficia la validità della prima affermazione.
--- i due messaggi sono stati uniti ---

Quale strafalcione scusa? Nell'ambito delle semplificazioni che si fanno alle superiori, dove è diretta secondo te la forza di attrito?
Inoltre, è corretto dire che l'attrito si manifesta ad ogni contatto. Nel caso del libro sul tavolo, ovviamente sì, c'è attrito anche per un libro in quiete. Prova a spostare il libro e te ne accorgerai...
--- i due messaggi sono stati uniti ---

Dipende come sono definite le quantità nelle formule sopra mostrate. Nulla vieta, per quanto non sia il massimo dell'eleganza, di indicare con una stessa lettera ma pedice diverso delle quantità dimensionalmente diverse, non c'è davvero nessun errore in avere "mi con d" per attrito dinamico che è adimensionale e "mi con v" che è una lunghezza e "f con v" che è una coppia.

Incidentalmente, l'attrito volvente nasce e deve rimanere una forza perchè è un attrito (ti sfido a creare un momento con due superfici a contatto), in più questa forza deve avere un punto di applicazione diverso dal punto di contatto. Ragiona un attimo, cosa succederebbe se l'attrito volvente fosse modellizzato con un momento puro?
1) Neanche per sogno, per l'ennesima volta: l'attrito dinamico "contrasta" (quello statico contrasta il distacco) sempre il moto di strisciamento relativo tra le due superfici a contatto ed è proprio per questo motivo che può compiere anche lavoro positivo (immagino che non avrai visto l'esempio di lavoro positivo svolto da una forza d'attrito dinamico al mio post #26 a pag. 2). Ti propongo altri due semplici esempi: quando cammini, l'attrito è diretto "in avanti", cioè nello stesso verso della deambulazione, si tratta di lavoro "motore", positivo; quando sollevi una bottiglia verso l'alto da un tavolo, prendendola per il collo con una mano, l'attrito è rivolto verso l'alto, cioè nel senso del sollevamento della bottiglia, è lavoro positivo. E gli esempi potrebbero moltiplicarsi.

2) Ovviamente nel caso di un libro in quiete appoggiato su un tavolo non si manifesta alcun attrito, "in quiete" significa che il libro si trova in uno stato di equilibrio tra forze attive e forze reattive, in assenza di forza motrice non è presente alcun attrito (l'attrito statico può variare da 0 N fino al suo valore "limite" massimo, in dipendenza della forza premente e della natura delle superfici a contatto).

3) Neanche per idea, nel caso del moto volvente senza slittamento si parla di "momento di attrito volvente", come esattamente riportato anche dal manuale di Meccanica (il Caligaris), non di "attrito volvente", in quanto la distribuzione delle pressioni di contatto tra le due superfici, essendo i corpi più o meno deformabili elasticamente, non è simmetrica rispetto alla direzione della forza premente.
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Le pressioni sono maggiori dalla parte del verso del moto e quindi la loro risultante è spostata nel senso del moto di una distanza pari al coefficiente di attrito volvente (in mm).
La conseguenza è che si manifesterà una coppia di forze, e quindi un momento resistente, che agisce sul corpo rotante.
Ora veniamo alla formula errata del manuale: volendo "annullare" l'effetto del momento di attrito volvente, e rendere il rotolamento uniforme (costante), dovrò applicare, all'asse della ruota motrice, una coppia che fornisce lo stesso momento (in modulo ma di verso contrario): Fv*r = mi*N (in cui r è il raggio di curvatura e mi è il parametro dell'attrito volvente in mm).
Dall'equazione su riportata, mi posso ricavare la forza d'attrito volvente: Fv = (mi*N)/r.
Il raggio di curvatura r della ruota (o della sfera o del rullo cilindrico), che non compare nella formula sbagliata del manuale, è fondamentale: più è piccola la ruota (cioè ha raggio minore) e più elevato è l'attrito volvente (a parità di N e di mi) e viceversa.
Il parametro mi dell'attrito volvente non dipende dal raggio di curvatura della ruota ma soltanto dal tipo di interazione tra le due superfici a contatto a livello microscopico.
In ogni caso nell'equazione del moto volvente deve comparire un momento di una coppia di forze (rispetto ad un polo) al primo membro e un momento di una coppia di forze (sempre rispetto ad un polo) al secondo membro.
 
1) Neanche per sogno, per l'ennesima volta: l'attrito dinamico "contrasta" (quello statico contrasta il distacco) sempre il moto di strisciamento relativo tra le due superfici a contatto ed è proprio per questo motivo che può compiere anche lavoro positivo (immagino che non avrai visto l'esempio di lavoro positivo svolto da una forza d'attrito dinamico al mio post #26 a pag. 2). Ti propongo altri due semplici esempi: quando cammini, l'attrito è diretto "in avanti", cioè nello stesso verso della deambulazione, si tratta di lavoro "motore", positivo; quando sollevi una bottiglia verso l'alto da un tavolo, prendendola per il collo con una mano, l'attrito è rivolto verso l'alto, cioè nel senso del sollevamento della bottiglia, è lavoro positivo. E gli esempi potrebbero moltiplicarsi.

2) Ovviamente nel caso di un libro in quiete appoggiato su un tavolo non si manifesta alcun attrito, "in quiete" significa che il libro si trova in uno stato di equilibrio tra forze attive e forze reattive, in assenza di forza motrice non è presente alcun attrito (l'attrito statico può variare da 0 N fino al suo valore "limite" massimo, in dipendenza della forza premente e della natura delle superfici a contatto).

3) Neanche per idea, nel caso del moto volvente senza slittamento si parla di "momento di attrito volvente", come esattamente riportato anche dal manuale di Meccanica (il Caligaris), non di "attrito volvente", in quanto la distribuzione delle pressioni di contatto tra le due superfici, essendo i corpi più o meno deformabili elasticamente, non è simmetrica rispetto alla direzione della forza premente.

Le pressioni sono maggiori dalla parte del verso del moto e quindi la loro risultante è spostata nel senso del moto di una distanza pari al coefficiente di attrito volvente (in mm).
La conseguenza è che si manifesterà una coppia di forze, e quindi un momento resistente, che agisce sul corpo rotante.
Ora veniamo alla formula errata del manuale: volendo "annullare" l'effetto del momento di attrito volvente, e rendere il rotolamento uniforme (costante), dovrò applicare, all'asse della ruota motrice, una coppia che fornisce lo stesso momento (in modulo ma di verso contrario): Fv*r = mi*N (in cui r è il raggio di curvatura e mi è il parametro dell'attrito volvente in mm).
Dall'equazione su riportata, mi posso ricavare la forza d'attrito volvente: Fv = (mi*N)/r.
Il raggio di curvatura r della ruota (o della sfera o del rullo cilindrico), che non compare nella formula sbagliata del manuale, è fondamentale: più è piccola la ruota (cioè ha raggio minore) e più elevato è l'attrito volvente (a parità di N e di mi) e viceversa.
Il parametro mi dell'attrito volvente non dipende dal raggio di curvatura della ruota ma soltanto dal tipo di interazione tra le due superfici a contatto a livello microscopico.
In ogni caso nell'equazione del moto volvente deve comparire un momento di una coppia di forze (rispetto ad un polo) al primo membro e un momento di una coppia di forze (sempre rispetto ad un polo) al secondo membro.
1) sì, ma che c'entra? Quando mai ho fatto l'esempio della deambulazione? Fermo restando che, a rigore, finchè il piede è in appoggio e non slitta il punto di applicazione non si sta muovendo.

2) mi spiego meglio: a questo livello di semplificazione l'attrito radente è dato dalle condizioni tra due superfici, condizioni che sono indipendenti dallo stato di moto. In questo senso "c'è attrito" se poi uno provasse a misurarlo, come dici tu un dinamometro misurerebbe fino ad un certo valore (massimo di attrito statico), per poi scendere vistosamente non appena il libro iniziasse a muoversi.
Se invece il tavolo non è orizzontale, bensì è inclinato (magari con inclinazione regolabile), sapendo la massa del libro e l'angolo puoi ricavare direttamente il coefficiente di attrito statico, quindi a tutti gli effetti sì, stai facendo una misura di attrito statico su un oggetto in quiete.

3) Scrivi al Caligaris chiedendo cosa succede quando ad un corpo che sta rotolando viene applicato un momento che si opponga a tale moto. Fatti spiegare come è possibile, nei limiti delle semplificazioni di questo discorso, far frenare una ruota con un momento puro. Soluzione dell'inghippo: se applichi solo un momento puro la tua ruota perde aderenza e slitta. Questo non succede se applichi una forza con un braccio.

Detto questo, negli screenshot che hai mostrato non si vedono errori, magari sono dopo nel testo?

Non capisco cosa c'entri la distribuzione di pressioni di contatto con il resto del discorso (nostro) e con il livello del discorso in un libro delle superiori.
--- i due messaggi sono stati uniti ---
"Per innalzare di 1 grado (di quale scala ?) 1 litro (una volta si scriveva 1L) d'acqua occorre 1 kcal" ?



P.S. E se voglio aumentare di mezzo chilo una banana di quanti newton ho bisogno ? ?

E visto che ci sono, vediamo la descrizione fisica della "legge di Stevino" riportata su Wikipedia:

"Un esempio è la forza gravitazionale a cui sono soggette tutte le porzioni di liquido in una colonna d'acqua, la forza peso della porzione d'acqua sovrastante un certo livello ad una fissata altezza della colonna d'acqua spinge verso il basso ma il fondo del recipiente blocca con una forza di reazione altrettanto intensa la porzione sottostante al livello considerato, la quale quindi a quell'altezza esercita una forza uguale ma contraria (verso l'alto). Inoltre data la natura corpuscolare del fluido le particelle che lo compongono non riescono a rimanere tutte incolonnate in verticale una sopra l'altra in modo ordinato, per cui una particella ad una certa altezza risente parzialmente della forza peso dell'intera porzione sovrastante non solo per le particelle sopra ad essa verticalmente, ma anche sopra ad essa in direzioni oblique che contribuiscono a generare forze dirette praticamente in tutte le direzioni che puntano sotto al livello considerato, come nel caso di un secchio cilindrico pieno di biglie a cui si applica un foro a lato dal quale non è da escludere possa sgusciare fuori qualche biglia, e invece la porzione sottostante trasmette le forze di reazione in tutte le direzioni che puntano sopra al livello considerato e che sono dovute alle pareti rigide del recipiente, sia quella di fondo che quelle laterali. La particella perciò è soggetta lungo una qualsiasi direzione e qualsiasi verso a una di queste forze, risultanti tutte di uguale intensità, tanto da rimanere ferma. La pressione è generata perciò in tutte le direzioni e aumenta in proporzione alla profondità, ma le uniche conseguenze visibili di cui è responsabile sono dovute all'interazione del liquido con sistemi a pressione diversa, come l'apparato cardiocircolatorio di un sommozzatore con una certa pressione sanguigna o come l'aria a pressione atmosferica nel caso venisse forato il recipiente lateralmente. La legge di Stevin venne enunciata su base sperimentale da Simon Stevin (1548-1620) nel caso dell'accelerazione di gravità nel suo trattato del 1586 De Beghinselen des Waterwichts dedicato all'idrostatica, e poi generalizzato dapprima da Eulero, e poi da Navier. Degli esempi scorretti e fuorvianti di applicazione della legge di Stevin possono essere quello di un fluido in un ambiente vuoto e privo di gravità e quello di una colonna di fluido in caduta. Nel primo caso il fluido potrebbe esibire una certa pressione, sempre presente ma generalmente trascurabile in confronto a quella tradizionale derivante da un'accelerazione uniforme, tipica dei gas e dovuta ai moti casuali delle particelle che lo compongono che comunque restano legate tra loro, ma sebbene il fluido possa apparire stazionario la pressione non varia con l'altezza." ?

P.S. Se qualcuno ha capito come funziona 'sta legge di Stevino me lo faccia sapere perché, leggendo le prime 2-3 righe di questa schifezza (strafalcioni a parte), mi si è atrofizzato il cervello ?
--- i due messaggi sono stati uniti ---

Guarda, il ragionamento è completamente errato concettualmente e si presta ad interpretazioni totalmente fuorvianti.
Dai un'occhiata all'istantanea del rotolamento di una ruota (senza strisciamento):
Visualizza allegato 417406
Vedi che il punto P di contatto con la superficie di appoggio non si sposta (mentre il punto più alto ha la massima velocità tangenziale) ?
L'attrito statico (che contrasta il distacco, non lo strisciamento) non compie alcun lavoro e quindi non c'è nessuna perdita di energia per attrito.
Nel caso specifico (riportato nel manuale), entra in azione il momento di attrito volvente, insieme ad altri tipi di resistenza, ma è un discorso diverso, qui stiamo parlando di slittamento e non c'è nessuno slittamento (niente attrito dinamico).
A presto ?
Guarda che la definizione di cal è un pelo semplificata, ma in linea di massima è corretta.

Stevino e wiki: sono d'accordo con te che quella voce è molto, molto verbosa e francamente sembra perdersi un po' in chiacchiere. Incidentalmente, la versione inglese è molto più asciutta.

Sull'ultimo punto e l'attrito, non sono dáccordo perchè il tuo mi sembra un po' uno straw man argument: il libro non parla di attrito statico, è una specificazione che hai aggiunto tu nei tuoi commenti. Se togli questa specificazione il discorso del libro, per quanto semplificato, rimane corretto.
 
Voglio sperare in un refuso e nella semplice mancanza del termine "meccanica"
Se per "conservazione" s'intende il fatto che la somma di K e di U rimane costante, possiamo dire che l'energia meccanica, in presenza di forze non conservative, non si conserva ma neanche scompare, se teniamo conto dell'incremento dell'energia interna del sistema (occorre ricordare che c'è differenza tra energia interna, energia termica e calore, spesso tali termini vengono usati erroneamente come sinonimi, lo vedremo semmai capiterà) l'energia totale si conserva, ossia rimane costante, in un sistema isolato anche in presenza di forze dissipative.
Il punto fondamentale, però, che i docenti talvolta omettono di dire e i libri di testo non contemplano, è un altro e cioè che la conservazione dell'energia totale in un sistema isolato è conseguenza del fatto che, su scala atomica, tutte le forze sono conservative.
Anche le forze d'attrito sostanzialmente "scaturiscono" da forze conservative a livello particellare.
Se si parla di energia, questi concetti non possono essere trascurati.
A presto ?

P.S. Più ne leggo e più ne trovo, non se ne salva una !!!!! ☺️
Fregnacciate sulla termodinamica, fregnacciate sui campi elettromagnetici, fregnacciate sulla relatività, fregnacciate sulla MQ, non esiste una pagina dove non ne trovo una !!!!!
L'elenco si allunga ma l'indisponibilità di tempo non mi consente di apportare ulteriori contributi al topic, le mie "energie" verranno "dirottate" altrove ?
Auguro a tutti buon proseguimento ?
 
Ultima modifica da un moderatore:
Avanti, avanti, non spingete ... ce n'è per tutti !!!!! ☺️

"Il baricentro è un punto di un corpo" ?

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No, non sempre i corpi che hanno un centro di simmetria hanno un centro di gravità: nel caso di un corpo omogeneo e simmetrico (ad es., per l'intersezione delle diagonali di un cubo) il baricentro coincide col centro di simmetria ma nel caso, per fare un esempio, di un pallone o di un pneumatico (nel linguaggio "colloquiale" si può dire "un pneumatico") il centro di simmetria non appartiene al corpo stesso.

P.S. E' un errore concettuale abbastanza grave e, a quanto pare, piuttosto diffuso ma è ancora più grave sostenere che "il baricentro di un corpo esteso è il punto di applicazione della forza peso" !
Dire una cosa del genere è una follia ! ?

 
Per la prossima ricerca di fregnacce vai a cercare qualche libro per bambini in cui si dice che i neonati vengono portati dalla cicogna o concetti simili: sai quante risate ti fai lì?

Per quanto io possa apprezzare la pedante ricerca dell'esattezza e del rigore di definizione credo sia importante l'importanza della divulgazione, non in contrapposizione ma in ausilio alla scienza.
Si comincia per gradi, con le dovute approssimazioni (a volte forzate, per carità) e piano piano si va in cerca della definizione più generale: metti in mano un tomo universitario anche solo di fisica 1 ad un liceale e quello molto probabilmente scapperà a lettere..

Come ti hanno già detto la maggior parte degli esempi che ho visto sono di libri per la scuola (l'ultimo esempio della bicicletta secondo me anche per un pubblico più giovane), non puoi pretendere di trovarci il rigore degli ultimi testi da cui hai studiato.

Discorso analogo per wikipedia: è un progetto fantastico e utilissimo. Prima o poi nella vita è tornato utile a tutti, ma con utilità ancora una volta divulgativa.
Citeresti wikipedia in bibliografia di tesi o di una qualunque pubblicazione?
 
Questo è un problema di definizione. Il baricentro è un concetto astronomico e rappresenta il centro di massa di due o più corpi che orbitano attorno. Il fisica, per un corpo solo si parla di centro di gravità (o centro di massa), ma che a volte viene anche informalmente chiamato baricentro (il contesto chiarisce l’ambiguità)

C’è una bella differenza tra centroide e centro di gravità. Il centroide è un concetto geometrico e si può applicare anche a forme senza massa, solo se il corpo ha densità di massa omogenea i due punti coincidono. Quindi è vero: il centro di gravità è il punto di applicazione della forza peso, per definizione.
Il testo quindi è corretto, avrebbero solo dovuto chiarire il concetto di “baricentro in fisica” come ho spiegato nel primo paragrafo.
 
"In ogni trasformazione non dissipativa (ossia "reversibile"), la somma del lavoro prodotto e della variazione di energia interna del sistema è equivalente all'energia fornita" ?

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No, non "in ogni trasformazione" reversibile ... ?

P.S. Studiate bene la fisica ma senza fornire "libere interpretazioni" e soprattutto evitate di scrivere cose di cui mostrate di non avere la piena comprensione o non sapete nulla ?
 
Nuove fregnacce di Natale in arrivo !!!!! ☺️



"Si distinguono tre diversi meccanismi di trasmissione del calore: conduzione, convezione e irraggiamento" ?

No, la convezione non è una modalità di trasmissione del calore, i processi di scambio termico sono dovuti esclusivamente ad una differenza di temperatura (quindi solo la conduzione e l'irraggiamento sono compatibili con la presenza di un gradiente di temperatura), nel caso della convezione (cioè nei "moti convettivi" interni del fluido) si ha semplice "scambio" di massa fluida calda (che "sale" per effetto della minore massa volumica) con massa fluida meno calda (che "scende" per effetto della gravità e della maggiore massa volumica) senza "spostamento" di calore.
Ricordiamo che, essendo il calore "energia in transito" (individuabile solo nel momento in cui esso attraversa il contorno del sistema), non si può parlare di "contenuto di calore" in un corpo ?

P.S. Aggiungo anche che il calore non è una "forma di energia", è energia cinetica scambiata a livello di agitazione termica degli atomi e delle molecole che costituiscono un corpo ?
 
Ultima modifica da un moderatore:
Domanda... ma il termosifone che ti scalda la casa (sia gli oggetti contentuti che l'aria stessa), non agisce per convezione?
Conduzione sarebbe se io mi scaldo appoggiandomi direttamente al termosifone, irraggiamento se non sbaglio sono i raggi che mi riscaldano e che arriverebbero anche in mancanza d'aria. Ma se il fluido che trasmette il caldo dal termosifone a me è l'aria stessa, in quel caso non si parla di riscaldamento per convezione?
 
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