Essendo stato chiuso il thread, aperto da
@clessidra, sull'irrazionalità di pi prima che pubblicassi il mio intervento, riporto la mia risposta qui ;)
Si tratta di un problema di geometria razionale, conosciuto da molti secoli e ancora oggi studiato alle scuole medie e al primo anno di Liceo, che riguarda "l'incommensurabilità" tra grandezze geometriche (e, più in generale, il problema della misura) ;)
Ti faccio un esempio (già citato): non esiste "un'aliquota" comune tra il lato di un quadrato e la sua diagonale :sisi:
Ciò mostra che i soli numeri razionali sono insufficienti al fine di una esatta valutazione delle grandezze geometriche: dobbiamo procedere ad una estensione ai numeri irrazionali (e quindi ai numeri reali) ;)
Chiariamo subito una cosa: i numeri irrazionali trascendenti, come pi, non sono da considerare come delle eccezioni nell'insieme dei numeri :nono:
I numeri trascendenti, qualunque sia l'intervallo numerico scelto, sono "molto più numerosi" dei numeri non trascendenti appartenenti a quell'intervallo (tra l'altro, è bene ricordarlo, pi "salta fuori" da parecchi altri "sviluppi" matematici, non viene fuori solo dal rapporto tra la circonferenza e il diametro di un cerchio o dal rapporto tra l'area del cerchio e il quadrato del suo raggio) :)
Tornando indietro, circonferenza e diametro di un cerchio sono grandezze (omogenee) incommensurabili, non esiste una grandezza omogenea che sia sottomultipla comune ad esse ;)
Ora, in pratica, la misura di una grandezza comporta sempre una certa approssimazione: non riusciamo a determinare il valore esatto ma solo un valore approssimativo, di cui però sappiamo dire che l'errore assoluto, ossia lo scarto dal valore esatto, è minore di una certa quantità ;)
Facendo il rapporto tra l'errore assoluto e la grandezza in esame avremo l'errore relativo, utile per valutare la precisione di una misura :sisi:
Facendo un esempio, la misura di una lunghezza di 100 km con l'approssimazione di 10 m ha lo stesso grado di precisione della misura della lunghezza di 1 m con l'approssimazione di 0.1 mm :D
Nel caso di pi, essendo 3.14 il valore approssimato comunemente impiegato, l'errore assoluto è inferiore a 0.002 (errore relativo inferiore a 5 millesimi).
Un altro valore approssimato frequentemente utilizzato è 3.1416, con un errore relativo inferiore a 3 milionesimi.
Ci sono dei metodi matematici che, in teoria, portano ad un valore di pi approssimato di quanto si vuole (la difficoltà di calcolo, da un certo punto in poi, limita la portata di tali metodi).
Ti dirò di più: si potrebbe affermare che l'espansione decimale infinita di una certa quantità derivi dal sistema di numerazione adottato per fare la misura, cioè se si usa il sistema posizionale decimale la quantità non è misurabile esattamente mentre cambiando la base di numerazione (ad esempio ottale o esadecimale) si viene a ristabilire la sua "definibilità".
Anche in questo schema non si ravvede alcuna regolarità in quanto la razionalità o l'irrazionalità di una grandezza non dipendono dal sistema di numerazione utilizzato per effettuare la sua misurazione.
In taluni casi, come ad es. nella costruzione delle ruote dentate nel settore meccanico, è possibile "nascondere" l'irrazionalità di pi: nel caso delle ruote dentate viene adottato un proporzionamento dei parametri di tipo "modulare", ossia tutte le varie dimensioni vengono espresse in funzione di un "modulo m" (in mm), che altro non è che il rapporto tra il diametro del "cerchio primitivo" e il numero di denti della ruota :asd:
Il modulo m=d/z non include numeri irrazionali come invece accade nel caso del passo circolare (p=(pi*d)/z) e quindi si presta meglio al dimensionamento della ruota.
Le norme UNI 6586 impongono dei valori normalizzati per il modulo m, ciò serve ad agevolare la reperibilità commerciale degli utensili.
Ciao, a presto ;)
P.S.
@clessidra ;)