Non per giustificare gli imprenditori farabutti ma sta roba mi sa tanto dell'assalto ai forni dei Promessi Sposi.
Comunque: immagino che la situazione sia difficile (ho vissuto e vivo tutt'ora, in misura minore, turni da cameriere di 16 ore).
Ma non commettiamo l'errore che all'estero sia meglio, tutto bello e tutto regolare. Perchè il farabutto non conosce nazionalità.
E vi porto un esempio: un amico è partito per l'Irlanda in cerca di fortuna. Per 6 mesi ha fatto il lavapiatti. Dalle condizioni lavorative che mi raccontava (e chissà quelle retributive) è arrivato a far la fame perdendo BEN 20 KG (lui era anche grossetto di corporatura). Poi è andato in Vietnam e Nuova Zelanda a raccogliere lamponi (vorrei proprio vedere il contratto di lavoro, con ferie, permessi e se venivano versati regolari contributi.... Personalmente ho qualche dubbio). Magari poi trova qualcosa d'interessante e gratificante. Ma solo dopo il duro lavoro, sacrifico, arrivando persino a far la fame.
Il tutto IMHO.
Ovviamente dipende da dove vai e da che competenze hai.
Io ho vissuto più di un anno a Londra zona 1.
Facevo il pizzaiolo che e comunque un lavoro duro, ma quala da noi è più duro, meno pagato e si fanno molte più ore di lavoro.
Il sistema lavorativo inglese è diverso, nettamente migliore, il sistema di tassazione è diverso, in confronto all' italia è quasi la notte ed il giorno.
Sono tornato per forza maggiore, perché altrimenti sarei ancora lì.
Certo ci sono anche i contro, all' estero non hai certo il confort che hai a casa tua e devi ambientarti, ma come sistema lavorativo non c'è storia.
Inviato dal mio P01Y utilizzando Tapatalk