Argomento molto interessante, da quanti anni si parlano di queste cose? Migliaia? Eppure siamo ancora qua senza risposte.
Il cervello è un qualcosa di straordinario, a tal punto che i segreti da noi svelati possono essere visti come la punta di un iceberg.
Il cervello può essere considerato un organo a se stante, è sempre in funzione, non sempre lo controlliamo noi ma si autogestisce in alcuni compiti, tant'è che come ben sapete sogniamo, il nostro cuore funziona senza il nostro controllo, ecc.
Secondo il mio inutile e ignorante parere l'esperienze pre-morte e tutto il resto non sono altro che elaborazioni del cervello.
Sempre secondo il mio umile parere l'anima non esiste, siamo noi che ci portiamo a credere che essa possa esistere in quanto ci sembra che non abbia senso nascere, vivere, morire, e finita lì (detto in parole povere). Insomma, come tutti gli animali, noi abbiamo un istinto di sopravvivenza e penso che il fatto di guardare ad una vita dopo la morte sia una sorta di istinto di sopravvivenza "raffinato", proprio degli uomini, che ci porti a pensare all'esistenza dell'anima come ultima ancora di salvezza dopo la morte.
Ma passiamo all'argomento saliente. Come ben sapete ogni cultura ha il proprio Dio o le proprie divinità. Il fatto che ognuna di esse abbiamo sviluppato un proprio sistema religioso mi porta a pensare che sia propria dell'uomo la ricerca di un qualcosa al di fuori di esso, un qualcosa che stia al di sopra di esso, una figura che si riflette nell'uomo, ma che fa proprie di se quelle caratteristiche e virtù che l'uomo ritiene migliori e che solitamente non riconosce in se stesso (bontà assoluta, giustizia, onnipotenza, onnisapienza, ecc.), in parole povere l'uomo vede in questo dio/divinità la copia di sè stesso (e infatti dio e le divinità sono spesso rappresentati con sembianze umane) con qualità però eccezzionali. Dunque seguendo il filo logico di questo discorso Dio, o qualcunque enitità a cui ci riferiamo attribuendogli quel nome, non esiste, ma è un'invenzione dell'uomo, collegata all'invenzione dell'anima. Invenzione che oltre ad assicurarci una vita dopo la morte serve anche a riempire quei buchi nella nostra conoscenza, ovvero quelle lacune date dalla nostra inesperienza e dalle capacità limitate del nostro ragionamento, che non ci consentono di comprendere a pieno ciò che si sta intorno, che non ci consentono di rispondere a domande ancestrali quali: "chi siamo? da dove veniamo? qual è il nostro scopo?". Ecco Dio riempie tali lacune e risponde a tali domande tramite un unica risposta: "Dio è il creatore, ha creato noi e l'universo, il nostro scopo è riconoscerlo come tale, e congiungerci a lui dopo la morte".
Dio è la soluzione ai nostri problemi, ed è una soluzione apparentemente perfetta e ragionevole, ma che non si rivela altro che un mero frutto dell'egoismo umano, in quanto all'uomo non sta bene vivere con delle lacune, non sta bene vivere con l'incertezza, e non gli sta bene che la morte sia la tappa conclusiva della vita: l'uomo vuole quello che non può avere, quello che non può (per ora) raggiungere, vuole risposte alle sue domande e le vuole subito, vuole vivere per sempre e quindi crede di poter sopravvivere in qualche modo alla morte. Per questo ha creato Dio, per comodità.
Queste secondo me sono le risposte più sensate (badate bene ho scritto "sensate", non che ritengo vere in assoluto) ad alcune delle domande fondamentali. Io non mi ritengo laico, bensì agnostico, quindi non escludo che un Dio possa esistere, ma ritengo che non sia possibile dimostrarne l'esistenza quanto l'inesistenza.
Detto questo spero che qualcuno possa commentare/controbattere/supportare i concetti da me esposti, sono sempre aperto a considerazioni altrui, anche perchè il dibattito si fonda su questo. Come si può cercare di poter raggiungere la verità, se non attraverso il dialogo?
Il cervello è un qualcosa di straordinario, a tal punto che i segreti da noi svelati possono essere visti come la punta di un iceberg.
Il cervello può essere considerato un organo a se stante, è sempre in funzione, non sempre lo controlliamo noi ma si autogestisce in alcuni compiti, tant'è che come ben sapete sogniamo, il nostro cuore funziona senza il nostro controllo, ecc.
Secondo il mio inutile e ignorante parere l'esperienze pre-morte e tutto il resto non sono altro che elaborazioni del cervello.
Sempre secondo il mio umile parere l'anima non esiste, siamo noi che ci portiamo a credere che essa possa esistere in quanto ci sembra che non abbia senso nascere, vivere, morire, e finita lì (detto in parole povere). Insomma, come tutti gli animali, noi abbiamo un istinto di sopravvivenza e penso che il fatto di guardare ad una vita dopo la morte sia una sorta di istinto di sopravvivenza "raffinato", proprio degli uomini, che ci porti a pensare all'esistenza dell'anima come ultima ancora di salvezza dopo la morte.
Ma passiamo all'argomento saliente. Come ben sapete ogni cultura ha il proprio Dio o le proprie divinità. Il fatto che ognuna di esse abbiamo sviluppato un proprio sistema religioso mi porta a pensare che sia propria dell'uomo la ricerca di un qualcosa al di fuori di esso, un qualcosa che stia al di sopra di esso, una figura che si riflette nell'uomo, ma che fa proprie di se quelle caratteristiche e virtù che l'uomo ritiene migliori e che solitamente non riconosce in se stesso (bontà assoluta, giustizia, onnipotenza, onnisapienza, ecc.), in parole povere l'uomo vede in questo dio/divinità la copia di sè stesso (e infatti dio e le divinità sono spesso rappresentati con sembianze umane) con qualità però eccezzionali. Dunque seguendo il filo logico di questo discorso Dio, o qualcunque enitità a cui ci riferiamo attribuendogli quel nome, non esiste, ma è un'invenzione dell'uomo, collegata all'invenzione dell'anima. Invenzione che oltre ad assicurarci una vita dopo la morte serve anche a riempire quei buchi nella nostra conoscenza, ovvero quelle lacune date dalla nostra inesperienza e dalle capacità limitate del nostro ragionamento, che non ci consentono di comprendere a pieno ciò che si sta intorno, che non ci consentono di rispondere a domande ancestrali quali: "chi siamo? da dove veniamo? qual è il nostro scopo?". Ecco Dio riempie tali lacune e risponde a tali domande tramite un unica risposta: "Dio è il creatore, ha creato noi e l'universo, il nostro scopo è riconoscerlo come tale, e congiungerci a lui dopo la morte".
Dio è la soluzione ai nostri problemi, ed è una soluzione apparentemente perfetta e ragionevole, ma che non si rivela altro che un mero frutto dell'egoismo umano, in quanto all'uomo non sta bene vivere con delle lacune, non sta bene vivere con l'incertezza, e non gli sta bene che la morte sia la tappa conclusiva della vita: l'uomo vuole quello che non può avere, quello che non può (per ora) raggiungere, vuole risposte alle sue domande e le vuole subito, vuole vivere per sempre e quindi crede di poter sopravvivere in qualche modo alla morte. Per questo ha creato Dio, per comodità.
Queste secondo me sono le risposte più sensate (badate bene ho scritto "sensate", non che ritengo vere in assoluto) ad alcune delle domande fondamentali. Io non mi ritengo laico, bensì agnostico, quindi non escludo che un Dio possa esistere, ma ritengo che non sia possibile dimostrarne l'esistenza quanto l'inesistenza.
Detto questo spero che qualcuno possa commentare/controbattere/supportare i concetti da me esposti, sono sempre aperto a considerazioni altrui, anche perchè il dibattito si fonda su questo. Come si può cercare di poter raggiungere la verità, se non attraverso il dialogo?
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