Cassandra
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Sei stato chiarissimo... ;)MAI! Al passaggio del carro funebre mi tocco sempre! Mi oh!
(Scusate la battuta, ma a volte non resisto:blush:)
Tornando a cose serie... la religione cattolica prevede il segno della croce al passaggio del corteo funebre, in segno di rispetto e di preghiera per il defunto. Il mero tornaconto personale invece richiede la sterzata nella prima perpendicolare disponibile, per evitare l'attesa. Quest'ultima è quella che preferisco di gran lunga, perchè trovo ipocrita mostrare "rispetto e preghiera" per una persona che non conosco e di cui non mi interessa la sorte.
Il fatto che non mi interessi il fato delle persone che non conosco non è crudeltà, è semplicemente naturale. Tutti noi siamo il Primo Attore della nostra vita, il fulcro. Semplicemente perchè la vita per noi è filtrata da noi stessi. Gli altri sono comprimari, tutti. Quelli che più abbiamo cari divengono coprotagonisti, ma quelli che non conosciamo rimangono comparse. In nessun film ci preoccupiamo del fato delle comparse, così nella vita reale. E' quindi ovvio che nel nostro film (nella nostra vita) l'importanza e la magnitudo di un fatto è enormemente maggiore quando capita a noi. Ciò di per se non è un male, è frutto del nostro vivere la vita in prima persona e non in terza. Come nei film, la disgrazia è quella che capita al protagonista, non alla comparsa... e le domande esistenziali arrivano proprio nel momento della disgrazia, ma da cosa sono causate? Dal ribaltamento di concetti che ci eravamo precedentemente autostabiliti... il regista improvvisamente si rivela essere diverso da come lo immaginavamo. Molti credono che esistano due tipologie di regista: quello che ti ferma a mezzascena per modificare la posizione del tuo sopracciglio e quello che non ti spega neanche la scena, semplicemente ti piazza nella situazione e ti tocca improvvisare a seconda di come vedi il tuo personaggio. Il problema è che tutti ci aspettiamo, per tradizione cristiana e per grazia di Manzoni, che Dio sia del primo tipo. Ma nel momento della disgrazia ci ritroviamo a farci domande esistenziali... e forse scopriamo che è del secondo tipo, e lo è sempre stato. Se poi ci fermiamo ancora a guardare il set e scopriamo che nel film dell'universo non c'è una sola storia, ma un intreccio di mille episodi differenti... beh, siamo arrivati ben distanti da ciò che di primo acchito la nostra vita in prima persona ci suggerisce... ciò nondimeno continueremo a soffrire come protagonisti della nostro episodio e non come personaggi del quadro generale....
Uhhh, spero di essermi spiegato. Son concetti difficili da esporre... poi di venerdì mattina...
Cmq penso che ai funerali ci sia molta ipocrisia... io vedevo la mia amica, ha organizzato quasi tutto lei, anche perchè sua sorella ha solo 16 anni ed era sconvolta, e c'era sempre qualche parente intorno che le faceva il discorsetto, credendo di avere le giuste parole da dire... parenti che magari non si sono mai sognati di cagarti prima... io personalmente quando l'ho vista l'ho abbracciata e bon... le ho detto "mi dispiace, ma nn so cosa dirti..." e lei "grazie x essere venuta"... io penso che nei suoi panni nn avrei voglia di sentirmi dire cose tipo "gioiamo per la nostra sorella che si è ricongiunta con Dio, perchè è il destino di tutti", oppure "la tua mamma ti sarà sempre vicino, perchè ora è con Dio"... penserei solo "ma proprio a lei? non poteva toccare a qualcun altro?" :(