Ho trovato questo articolo che, anche se forse un po' esagerato nelle connotazioni, condivido quasi nella sua totalità, secondo me riassume bene lo stato d'animo di molti interisti attualmente
Fonte: FCINTER1908.IT
Mi sento defraudato di un sogno. Di una emozione che è durata a lungo. Ero a Torino, la sera di un anno fa, quando l’Inter perse 2 a 0 contro la Juventus, e ricordo la sensazione di fine corsa, e la convinzione che sarebbe iniziata una storia nuova, del tutto diversa. Arrivò la notizia dell’incarico ad Andrea Stramaccioni, che aveva appena conquistato la Next Generation Cup, nella medesima giornata. Fu un momento simbolico di grande forza. Una decisione coraggiosa del presidente, al termine di un ciclo: una scelta non banale, anzi per certi versi clamorosamente rivoluzionaria. Il seme gettato quel giorno andava coltivato con cura, la piantina avrebbe dovuto essere protetta e sorretta giorno dopo giorno. Oggi arriva l’epilogo mai così annunciato, mai così imbarazzante per tutti.
Andrea Stramaccioni non è più l’allenatore dell’Inter. Desidero innanzitutto ringraziarlo con tutto il cuore per l’entusiasmo, l’orgoglio, la passione, la capacità, l’originalità del suo tratto. Ho provato in questi mesi emozioni e sensazioni forti che mancavano dai tempi di Mourinho. Non è questa la sede per valutare tecnicamente la storia complessa e triste di questo lungo e mitridatico addio. E’ però evidente a tutti (almeno spero) che questo epilogo non va bene, nelle modalità, ma anche nella sostanza. Stramaccioni ha rappresentato in modo plastico la possibilità di una nuova stagione dell’Inter, di un rinnovamento dei giocatori, ma anche della società, dei suoi quadri dirigenti, del rapporto con i tifosi.
Noi “non siamo quella roba là”? Oggi sembriamo davvero “quella roba là”. Poche e confuse informazioni. L’annuncio del ritiro a Pinzolo affidato a Cambiasso e Alvarez: aria dimessa, frasi di circostanza. Atmosfera mesta, coda fra le gambe. C’è una questione morale, diciamolo francamente. Non si fa così. Fino all’ultimo il presidente Moratti, sia pure usando – con la consueta maestria da prestigiatore – parole ambivalenti e non definitive, aveva avallato la sensazione che Stramaccioni sarebbe rimasto alla guida dell’Inter anche per il prossimo anno. L’impressione che ne ho ricavato è di un imbarazzo quasi insostenibile: Moratti, pur convinto da un potente schieramento interno che era necessario procedere rapidamente alla sostituzione dell’allenatore, ha tergiversato in modo estenuante. E’ il segno del suo disagio morale, che condivido e che vorrei solo venisse reso esplicito e trasparente.
Attenzione: il problema non è Stramaccioni, giovane professionista che mi auguro ci costringa presto a rimpiangerlo, vedendone da lontano i successi con un’altra squadra (è uno sport al quale siamo abituati, soprattutto per i giocatori venduti, prestati, abbandonati anzitempo). Il problema siamo noi. I tifosi, gli appassionati di Inter. Ci hanno rubato un sogno, e sarà difficile convincerci che è tutto a posto, che l’Inter è sempre lì, che nulla è cambiato. Il nuovo allenatore sarà Walter Mazzarri, le cui caratteristiche tecniche e umane sono a noi ben note. Non me la sento di accoglierlo con una standing ovation. Dovrà impegnarsi molto per conquistare i nostri cuori, e prima ancora le nostre menti. Ci sono valori immateriali che costituiscono il patrimonio fondante di una passione calcistica. E oggi io mi sento più povero. Ricordo Pinzolo un anno fa. Non so se troverò dentro di me il desiderio per trascorrere una giornata assieme ai nostri, nel raduno estivo. Al momento penso di no. Vorrei capire con quale spirito si lancerà la campagna abbonamenti per il prossimo anno. Quando si spegne un sogno, quando si uccide una speranza condivisa, bisogna essere consapevoli delle conseguenze. Stramaccioni sicuramente ha commesso errori di inesperienza, ma forse sono state sottovalutate le conseguenze di una decisione dolorosa e priva di sentimento. Sarò estremamente esigente. Pronto a ricredermi, ma non solo di fronte ai risultati, che pure sono importanti. No, quello che vorrei capire è in che modo potrò continuare a pensare legittimamente che l’Inter è speciale ed è unica. Spero che il presidente Moratti se ne renda conto, e si comporti di conseguenza. Adesso. Subito. Ce lo deve.
Franco Bomprezzi @bomprezzi