:skept:
Scusa ma questa tua "prof" non capisce un attimino una ceppa. Passi per le "photoshoppate" (che comunque è una stronzata vietarle perchè se si utilizza photoshop o qualsiasi altro programma di editing per livellare e correggere esposizione, contrasto, saturazione ecc - dal momento che chi scatta seriamente lo fa in raw - è facile comprendere che sono dei tools utilissimi)... Ma il cavalletto e il flash - SOPRATTUTTO NELLA MACRO - sono praticamente l'ABC. Lasciando stare il soggetto dello scatto, ma da sempre quando si scattano macro vere si utilizzano lenti da 100 - 200mm in 1:1 (o magnifying maggiore), ring-flash con due o tre flash addizionali e cavalletto (monopiede compreso) visto che quando si fa macro si necessita per forza di un'illuminazione potente e di un'immagine cristallina - senza micromosso ecc.
Vedi, Marco, io non conosco una "ceppa" come dici tu di fotografia perché è qualcosa che ho iniziato a scoprire da forse un mese però in 33 anni una cosa l'ho imparata: mai fidarsi di chi ha certezze granitiche e spara giudizi peggio di Catone il Censore. E con questo mi riferisco soprattutto alla tua prima frase.
In qualsiasi tipo di espressione umana, sia essa fotografia, scultura, scrittura, o body art ma anche nello sport o nel lavoro, la tecnica perfetta non esiste, semplicemente perché non è un dato di fatto immutabile nel tempo e perché le conoscenze ed i mezzi a disposizione cambiano. Ci sono campioni di golf, Tiger Woods per dirne uno, il cui swing è tutto fuorché tecnicamente perfetto però ha vinto più di chiunque altro tecnicamente più bravo di lui, così come ci sono pittori o scultori le cui opere sono state tecnicamente criticate, ma potrei anche citare fotografi come Robert Capa i cui scatti furono definiti "micromossi"... eppure, oggi, di quei sentenziatori da poltrona non ricordiamo più nemmeno il nome, ma le fotografie di Robert Capa sono entrate direttamente nella storia.
A te piacciono le citazioni, io preferisco gli aneddoti. La foto che c'è nel mio profilo la scattò un fotografo molto famoso (magari riconosci lo stile) con cui nacque anche una bella amicizia. Una sera eravamo ad una cena in un posto molto particolare e lo immortalai con il mio cellulare mentre lui, con il suo, stava fotografando la sala. Allora, scherzando, gli dissi che se avessi pubblicato quella fotografia su facebook avrei potuto rovinargli la carriera mostrando un fotografo famoso come lui che usava il cellulare (e non parlo nemmeno di un recente smartphone con sensore da 10 Mpixel ma di un vecchio Samsung).
Lui si girò e ridendo mi rispose che, se avesse ascoltato tutte le critiche che gli furono mosse negl'anni a causa della sua tecnica imperfetta, avrebbe smesso di fotografare 40 anni prima invece che firmare centinaia di copertine di famose riviste.
Tu parli di macro vere, di ABC, di tecnica perfetta e, probabilmente, hai anche ragione... ma il fatto è che si può usare il Macro come dici tu, o meglio, come dicono i manuali, oppure si può usarlo senza ring-flash e flash aggiuntivi, senza cavalletto, senza stabilizzatore, senza MAF automatica, si può usarlo in modo estremo perché, visto che a te piacciono le citazioni, "Non è la mera fotografia che mi interessa. Quel che voglio è catturare quel minuto, parte della realtà."
Vedi, nel web ci sono tantissimi esempi di macro tecnicamente perfette di una ragnatela imperlata di gocce d'acqua, semplicemente perché chiunque conosce la tecnica può piazzare il cavalletto, regolare la messa a fuoco, provare due o tre flash e poi prendere lo spruzzatore, imperlare la ragnatela e fotografarla per mezzora regolando ogni minimo dettaglio fino ad ottenere la fotografia perfetta. Tutt'altra cosa è trovare una ragnatela nel fitto di un bosco, su una parete scoscesa, imperlata dalla rugiada della notte e fotografarla senza cavalletto prima che il raggio di sole che la illumina sparisca dietro il ramo di un pino. La prima sarà assolutamente perfetta ma trasmette sentimento? E quel sentimento è "vero" o artefatto?
Il fatto che una cosa sia sempre stata fatta in un certo modo, la cosiddetta "Best Practice", non significa che quello sia il modo giusto o corretto né l'unico modo giusto o corretto, e questo vale in tutti i campi della vita.
In Italia, valutando il merito creditizio di un'azienda in funzione di finanziare un investimento importante, gli analisti hanno sempre dato un peso preponderante ai dati dei bilanci degli anni passati, al cash flow, al free cashflow, alla posizione finanziaria netta ed a tanti altri indici, invece che ai Business Plan ed alle proiezioni, motivo per cui il cosiddetto "Project financing" da noi non è mai decollato veramente perché non si può fare un "Project Financing" sulla base di un passato che, semplicemente, non esiste.
Io mi sono sempre scontrato per anni con questa logica assurda perché per me non ha mai avuto senso valutare la capacità di rimborso di un finanziamento sulla base del passato perché quel prestito dovrà essere rimborsato negli anni a venire e, quindi, per me è sempre stato più importante capire i progetti futuri, gli sviluppi. Secondo loro, secondo gli analisti e la loro Best Practice, secondo il Direttore Generale di una grossa società finanziaria, io avevo torto e loro avevano ragione. Con la crisi la loro Best Practice gli è costata il posto di lavoro... eppure avevano sempre fatto così.
Avevo scritto "prof" fra virgolette ma, evidentemente, non sono state lette. Potrei postare alcune sue macro fatte in condizioni estreme e premiate anche proprio grazie al risultato ottenuto con quelle condizioni estreme che sono lo stile che la caratterizza ma mi fa specie leggere chi ancora ci sia chi si erge sul piedistallo bollando una persona che nemmeno conosce come incompetente o asserendo che non capisca una ceppa.
In ogni caso, grazie per i commenti istruttivi di cui ho fatto tesoro.
P.S.: stupenda foto, buba.