2007-08-10 10:54 ANSA
SCATTA LA DENUNCIA PENALE PER ROSSI, 112 MILIONI PER SANARE
ROMA - I guai fiscali sembrano appena cominciati per Valentino Rossi: ieri la notizia dell'accertamento per 60 milioni di euro da parte dell'Agenzia delle Entrate, quella della denuncia alla Procura della Repubblica di Pesaro - un atto dovuto - per omessa dichiarazione dei redditi e dichiarazione infedele. Per sanare tutto, all'agenzia delle Entrate "basterebbero" 112 milioni di euro.
L'indagine sulla notizia di reato è stata affidata, nella procura pesarese, al sostituto procuratore Valeria Cigliola, in assenza (per ferie) del procuratore capo Massimo Di Patria. Secondo il calcolo delle scadenze, Valentino Rossi avrà tempo fino all'autunno per decidere, insieme con avvocati e fiscalisti, come regolarsi. Sembra che le strade per uscire dal vicolo cieco fiscale in cui è andato a cacciarsi il pluricampione iridato siano ancora da studiare nel dettaglio. Resta il fatto che l'Agenzia delle Entrate chiede il pagamento di 112 milioni di euro: 60 milioni di redditi evasi (cioé non dichiarati) per il periodo 2000-2004, che avrebbero provocato un'evasione di 43,7 milioni tra Irpef, Irap e Iva. Il resto è composto da multe, sanzioni e interessi, sempre partendo dal presupposto accusatorio che Valentino avrebbe dovuto dichiarare i suoi redditi in Italia e non in Gran Bretagna, dove il campione risiede.
Da quanto trapela, il rapporto dell'Agenzia è tentacolare: vi compaiono presunte richieste di Rossi a Telecom Italia, di cui era testimonial, per una copertura web a banda larga del paese natale di Tavullia, i compensi per la pubblicità della Birra Peroni, le otto autovetture, lo yacht e così via. Un intreccio di beni e interessi nel quale è difficile districarsi: "roba da far venire un gran mal di testa", come ha sintetizzato il quotidiano spagnolo El Pais.
A confermare quanto scottante e pesante sia la vicenda è arrivato oggi il comunicato del manager di Valentino, Luigino Badioli, che ha preso subito le distanze dai guai fiscali del suo assistito: "le attività della GWL, società di management sportivo di Londra che si occupa della gestione dell'immagine e della negoziazione dei relativi contratti di Valentino Rossi e di altri piloti, prescinde da sempre e completamente dalla gestione fiscale e dalla gestione degli investimenti dei propri assistiti, mestieri completamente differenti dalle attività svolte da GWL".
Molte restano, quindi, le zone d'ombra nella vicenda, mentre prosegue il silenzio di Valentino, interrotto soltanto ieri da un comunicato ufficiale che trasudava amarezza. Sembra che negli anni finiti nel mirino del fisco, Rossi abbia denunciato in Italia soltanto redditi da fabbricati e per importi irrisori, presentando condono fiscale, rivelatosi inutile, per cento euro. Un indizio forse di ingenuità, che sembra giustificare - paradossalmente - quel volantino infilato oggi fra il tergicristallo e il parabrezza dell'auto di Valentino parcheggiata sotto casa: la pubblicità di una scuola privata di Pesaro che tiene corsi di contabilità generale.
Ah dottò...
Che fà concilia..??