M1n021
Utente Attivo
- Messaggi
- 279
- Reazioni
- 97
- Punteggio
- 43
Forse le mie non erano proprio parole campate in aria:
IlFoglio
I crediti d’imposta generati dal Superbonus sono considerati dalla Bce come una pericolosa forma di moneta fiscale. E ora anche il ministro dell'Economia e il presidente del Consiglio hanno capito che questa valuta virtuale è da condannare
Incalzato dagli irriducibili difensori del Superbonus e del relativo mercimonio di crediti d’imposta, Giancarlo Giorgetti ha sgranato gli occhi: “Stiamo attenti, evitiamo di dire che questi crediti d’imposta devono circolare liberamente. Non dobbiamo proprio dirla questa cosa. E’ meglio per tutti, per lo stato italiano in particolare”. Il tutto con un tono, a metà tra l’allusivo e il fosco, che faceva assumere al suggerimento del ministro dell’Economia i connotati di un avvertimento minaccioso.
In realtà, Giorgetti faceva riferimento a ciò che forse ha capito meglio dopo il suo debutto all’Ecofin: e cioè che quella mole abnorme di crediti d’imposta generati dal Superbonus viene considerata dalla Bce come una pericolosa forma di moneta fiscale. E anche qui risiedeva la radicale contrarietà di Mario Draghi alla misura tanto cara al M5s. Che Giorgetti abbia capito che queste forme di moneta virtuale sono da condannare è un buon segno, visto che anche lui, come Salvini, in passato s’era lasciato affascinare dalla tentazione dei minibot del guru dei no euro Claudio Borghi. Va detto però che Giorgetti non è il solo, nel governo, in preda a questo confortante ravvedimento.
Ultima modifica: