M1n021
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@Unreal6777 ma lo leggi quello che scrivo? A me non sembra, visto che continui con il solito qualunquismo senza alcun fondamento... a questo punto non so se lo fai solo per buttarla in caciara perché non hai alcuna voglia di approfondire certi argomenti, oppure è solo un modo per autoconvincersi relativamente alla propria visione delle cose...
Comunque te lo ripeto, relativamente alla sostenibilità economica del Superbonus 110% ho elencato una serie di motivazioni ben precise, se qualcuna non ti convince dovresti entrare nel merito della questione e dimostrarne l'infondatezza, altrimenti non ha senso continuare con la discussione (se così si può chiamare)...
Come già detto, nella versione originale del Superbonus 110%, durata circa un anno, la cedibilità del credito d'imposta era libera da qualsiasi tipo di vincolo, questo infatti poteva essere ceduto a qualsiasi tipologia di soggetto senza alcun limite sul numero di passaggi. Dunque chiedo: visto che le tasse le pagano più o meno tutti, nel momento in cui fossero stati predisposti dei canali elettronici per la circolazione di questi crediti, cosa avrebbe impedito che essi potessero trasformarsi in una sorta di moneta parallela? Il committente, che non ha la possibilità di anticipare i soldi per gli interventi, utilizza i crediti per pagare la ditta che si occupa dei lavori; questa a sua volta può pagarci i rivenditori, i progettisti e gli operai, i quali in tale contesto possono anche utilizzarli per fare la spesa al supermercato, per pagarci un albergo o una visita medica. A questo punto molti potranno obiettare che una persona non può essere costretta ad accettare un pagamento in tale "valuta", ma la vera domanda sarebbe perché non farlo nel momento in cui lo scambio del credito d'imposta diventasse una convenzione diffusa? (per maggiori approfondimenti circa l'obiezione che tali crediti fiscali non costituiscono una moneta a corso legale si veda il post iniziale). Poi ovviamente si potrà sempre andare in banca per cambiarli in euro, ma giustamente questa, anche per questioni legate alla capienza fiscale, imporrà un certo tasso d'interesse, che sarà tanto più basso quanto più sarà elevata la circolazione di questi crediti nella società (non a caso, infatti, i tassi d'interesse messi dalle banche sono schizzati alle stelle, fin quasi all'8%, proprio quando Draghi ha limitato la cedibilità del credito solo alle banche e agli intermediari finanziari). In un contesto del genere le persone quindi sarebbero anche disincentivate ad andare in banca per scambiare un importo in crediti con uno in euro inferiore, con la conseguenza che la circolazione dei crediti nell'economia reale ne uscirebbe ulteriormente rafforzata; ciò comporta inoltre due importanti conseguenze:
1) più i crediti girano, più essi generano ricchezza e quindi entrate fiscali per lo Stato che andrebbero abbondantemente a compensare il credito d'imposta emesso inizialmente;
2) più i crediti girano, più essi si spalmano nella società facendo quindi venir meno i problemi legati alla capienza fiscale.
Ovviamente la breve durata e la scarsa (per non dire nulla) volontà politica hanno impedito che questo credito potesse imporsi come una sorta di moneta parallela, ma ripeto che per me le premesse c'erano tutte.
Infine non mi sembra poi del tutto campato in aria il paragone tra emissione di credito d'imposta cedibile come surrogato della sovranità monetaria: per esempio chi può vietare allo Stato di utilizzare la leva fiscale per emettere credito d'imposta per finanziare la ricostruzione di Amatrice o dei paesi delle Marche recentemente colpiti dall'alluvione?
Per quanto riguarda invece tutta la questione delle truffe, c'è da dire che da quanto mi risulta, relativamente al Superbonus 110% e non al Bonus Facciate, la percentuale di frodi in termini complessivi rappresenta solo l'1% dei crediti fiscali emessi dallo Stato.
Inoltre sarebbe bene fare chiarezza su cosa si intenda con "truffe" in questi contesti: è vero che qualcuno utilizza i bonus per tipologie di interventi non contemplati dal provvedimento, ma, al di là della questione "etica", va detto che a livello macroeconomico i benefici (vedasi concetto di effetto moltiplicatore) sono gli stessi.
Comunque te lo ripeto, relativamente alla sostenibilità economica del Superbonus 110% ho elencato una serie di motivazioni ben precise, se qualcuna non ti convince dovresti entrare nel merito della questione e dimostrarne l'infondatezza, altrimenti non ha senso continuare con la discussione (se così si può chiamare)...
Mi fa davvero piacere che qualcuno sia finalmente entrato nel merito della questione, ma mi sa che non hai capito fino in fondo il senso di quanto riportato nel post iniziale.Comunque la cessione del credito nasce (per tutti i bonus a partire dal 2020) principalmente per consentire anche a chi non ha capienza fiscale di accedere agli incentivi
Non c'entra nulla con la sovranità monetaria per il semplice fatto che ad un certo punto un'entità (che sia persona fisica, banca, ente o partita IVA) riceverà questa detrazione sulla base della propria capienza fiscale il che porta inesorabilmente alla medesima situazione fiscale ottenuta prima di questa riforma
Da far notare inoltre che nessuno compra i crediti al loro valore effettivo, proprio perché chi acquista deve farci guadagno altrimenti il gioco non vale la candela (se compro 10000€ di crediti a 10000€ non ci ho guadagnato niente), quindi nella tua ipotesi di "moneta alternativa" sarebbe una valuta che perde di valore ad ogni passaggio di mano, non mi sembra che possa essere una valida alternativa alle altre
Come già detto, nella versione originale del Superbonus 110%, durata circa un anno, la cedibilità del credito d'imposta era libera da qualsiasi tipo di vincolo, questo infatti poteva essere ceduto a qualsiasi tipologia di soggetto senza alcun limite sul numero di passaggi. Dunque chiedo: visto che le tasse le pagano più o meno tutti, nel momento in cui fossero stati predisposti dei canali elettronici per la circolazione di questi crediti, cosa avrebbe impedito che essi potessero trasformarsi in una sorta di moneta parallela? Il committente, che non ha la possibilità di anticipare i soldi per gli interventi, utilizza i crediti per pagare la ditta che si occupa dei lavori; questa a sua volta può pagarci i rivenditori, i progettisti e gli operai, i quali in tale contesto possono anche utilizzarli per fare la spesa al supermercato, per pagarci un albergo o una visita medica. A questo punto molti potranno obiettare che una persona non può essere costretta ad accettare un pagamento in tale "valuta", ma la vera domanda sarebbe perché non farlo nel momento in cui lo scambio del credito d'imposta diventasse una convenzione diffusa? (per maggiori approfondimenti circa l'obiezione che tali crediti fiscali non costituiscono una moneta a corso legale si veda il post iniziale). Poi ovviamente si potrà sempre andare in banca per cambiarli in euro, ma giustamente questa, anche per questioni legate alla capienza fiscale, imporrà un certo tasso d'interesse, che sarà tanto più basso quanto più sarà elevata la circolazione di questi crediti nella società (non a caso, infatti, i tassi d'interesse messi dalle banche sono schizzati alle stelle, fin quasi all'8%, proprio quando Draghi ha limitato la cedibilità del credito solo alle banche e agli intermediari finanziari). In un contesto del genere le persone quindi sarebbero anche disincentivate ad andare in banca per scambiare un importo in crediti con uno in euro inferiore, con la conseguenza che la circolazione dei crediti nell'economia reale ne uscirebbe ulteriormente rafforzata; ciò comporta inoltre due importanti conseguenze:
1) più i crediti girano, più essi generano ricchezza e quindi entrate fiscali per lo Stato che andrebbero abbondantemente a compensare il credito d'imposta emesso inizialmente;
2) più i crediti girano, più essi si spalmano nella società facendo quindi venir meno i problemi legati alla capienza fiscale.
Ovviamente la breve durata e la scarsa (per non dire nulla) volontà politica hanno impedito che questo credito potesse imporsi come una sorta di moneta parallela, ma ripeto che per me le premesse c'erano tutte.
Infine non mi sembra poi del tutto campato in aria il paragone tra emissione di credito d'imposta cedibile come surrogato della sovranità monetaria: per esempio chi può vietare allo Stato di utilizzare la leva fiscale per emettere credito d'imposta per finanziare la ricostruzione di Amatrice o dei paesi delle Marche recentemente colpiti dall'alluvione?
Per quanto riguarda invece tutta la questione delle truffe, c'è da dire che da quanto mi risulta, relativamente al Superbonus 110% e non al Bonus Facciate, la percentuale di frodi in termini complessivi rappresenta solo l'1% dei crediti fiscali emessi dallo Stato.
Inoltre sarebbe bene fare chiarezza su cosa si intenda con "truffe" in questi contesti: è vero che qualcuno utilizza i bonus per tipologie di interventi non contemplati dal provvedimento, ma, al di là della questione "etica", va detto che a livello macroeconomico i benefici (vedasi concetto di effetto moltiplicatore) sono gli stessi.