M1n021
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Probabilmente quasi tutti sapranno più o meno in cosa consiste questo bonus, e magari molti per lavoro, necessità o curiosità ne avranno anche approfondito alcuni aspetti tecnici, ma forse ben pochi hanno compreso fino in fondo la portata "rivoluzionaria" e "antisistema" di questo provvedimento e quindi le reali motivazioni per cui è stato affossato!
Prima di iniziare vorrei premettere che non sono assolutamente del "settore", quindi se ritenete che abbia scritto o riportato delle imprecisioni e/o veri e propri errori, fatemi sapere.
Il Superbonus 110%, contenuto nel Decreto Rilancio del Governo Conte 2, è un'agevolazione fiscale (ossia uno sconto sulle future tasse) che prevede una detrazione per il committente pari al 110% del costo dei lavori di ristrutturazione e riqualificazione energetica di case private e condomini. E fin qui nulla di nuovo, è da anni che lo Stato finanzia investimenti nelle ristrutturazioni edilizie attraverso il credito d’imposta, ma mentre in passato cittadini e imprese erano costretti ad anticipare i soldi necessari per i lavori (salvo poi aspettare di detrarli nelle dichiarazioni di reddito future, con il rischio di perderli nel caso di scarsa capienza fiscale), con il Superbonus 110% questo non avviene più, e ciò grazie ad un'importante novità introdotta con tale provvedimento, ossia la cedibilità del credito d’imposta.
Nella versione originale del Superbonus (durata circa un anno), la cedibilità del credito era libera da qualsiasi tipo di vincolo, questo infatti poteva essere ceduto a qualsiasi tipologia di soggetto senza alcun limite sul numero di passaggi; le banche inoltre, dal momento che qualcosina lo pagano pure loro in termini di tasse, erano disposte a cambiare questi crediti in euro, al netto di un modesto tasso d'interesse che tenesse conto del differimento nel tempo del loro utilizzo come riduzione fiscale. Non si direbbe, ma il quadro appena delineato è di portata rivoluzionaria, in quanto emettere crediti fiscali a circolazione libera equivale praticamente ad emettere moneta senza violare accordi e parametri europei e senza generare ulteriore debito pubblico, in pratica è come se lo Stato d'un tratto si fosse riappropriato della famosa (famigerata per alcuni) sovranità monetaria! La breve durata del provvedimento originale ha però impedito che questi crediti potessero imporsi come una sorta di moneta elettronica parallela, ma va specificato che gli estremi tecnici e giuridici per farlo c'erano tutti.
Qualcuno potrebbe obiettare dicendo che non trattandosi di una moneta a corso legale nessuno può essere obbligato ad accettare un pagamento in tale valuta, ma dal momento che le tasse le pagano tutti (o quasi), la vera domanda sarebbe perché mai una volta predisposti gli appositi canali per la circolazione di questa moneta parallela qualcuno dovrebbe rifiutarsi di accettarla?! A tal proposito, al netto delle mezze favolette secondo cui le tasse servono a finanziare i servizi, io sono della scuola di pensiero per cui gli scopi delle tasse sono fondamentalmente tre: ridistribuire la ricchezza, drenare eventualmente dall'economia la moneta in eccesso per evitare spinte inflattive, imporre l'utilizzo di una moneta su un territorio; quest'ultimo punto riassume bene il motivo per cui ritengo questa prima obiezione del tutto infondata.
Altra obiezione che viene fatta dai detrattori del Superbonus è che alla lunga esso produrrebbe dei buchi nel bilancio dello Stato, dovuti alla riscossione di quei crediti fiscali nel corso degli anni a venire. Si tratta però di un'obiezione alquanto tendenziosa, per non dire del tutto falsa, in quanto ignora tutto il gettito dovuto ad Iva e imposte varie che entra subito nelle tasche dello Stato in seguito ai lavori, senza contare poi che tale gettito sarà tanto maggiore quanto più questi crediti circoleranno prima di essere incassati dallo Stato sotto forma di sgravi fiscali. Inoltre molte analisi economiche dimostrano che il Superbonus produce un effetto moltiplicatore superiore a tre, ossia per ogni euro investito il ritorno economico è superiore a 3 euro; lo Stato quindi ci guadagna perché l’aumento del gettito fiscale prodotto dalla crescita economica è decisamente superiore alle detrazioni fiscali concesse. Secondo voi da dove deriva gran parte del tesoretto (inteso come extragettito fiscale del primo semestre 2022) di 14 miliardi di cui si parlava a fine luglio? Soltanto dall'inflazione?
Dal momento che la strada intrapresa col Superbonus avrebbe potuto potenzialmente emancipare l'Italia dai mercati finanziari e da vincoli e condizionalità europee, si può ipotizzare che forse uno dei principali motivi per cui Draghi prese il posto di Conte fu proprio quello di affondare tale misura, e non a caso, cavalcando lo spauracchio delle truffe e dell'insostenibilità economica, fu proprio uno dei primi provvedimenti presi dal suo governo. Ciò è stato fatto proprio andando a colpire quello che, per quanto sopra esposto, rappresenta il cuore del provvedimento, ossia la cedibilità del credito. Attraverso un primo "correttivo" è stata imposta la cedibilità soltanto alle banche e attraverso un unico passaggio (quindi le banche dopo aver comprato il credito non potevano cederlo più a nessuno), il che di fatto ha azzerato tutte le potenzialità del Superbonus, oltre ovviamente a favorire il sistema bancario, il quale, essendo l'unico soggetto autorizzato a ricevere questi crediti, ne ha approfittato portando i tassi d'interesse quasi all'8%; ed è proprio in questo momento che i cantieri iniziano a fermarsi a causa della mancanza di liquidità, dovuta al fatto che le banche, fungendo da terminale per questi crediti (ossia non potevano fare altro che metterli in un cassetto in attesa di pagarci le future tasse), non ne potevano comprare più di tanto per questioni legate alla capienza fiscale. Ciò provoca inevitabilmente la sollevazione di tutti gli attori coinvolti, partendo ovviamente da famiglie e imprese; il governo quindi mette nuovamente mano al Superbonus ampliando il numero di cessioni da 1 a 4: dopo la prima cessione a qualsiasi soggetto, sono poi consentiti altri due passaggi, ma solo verso banche, intermediari finanziari e assicurazioni, e infine si aggiunge la facoltà di un'ultima cessione dalla banca ad imprese e partite Iva. Con quest'ultima modifica, per quanto il Superbonus ne uscisse profondamente snaturato e depotenziato rispetto alla sua versione originale, si sarebbe potuto in qualche modo comunque tirare avanti, ma ecco che arriva l'ennesima stroncatura da parte del governo, il quale per disincentivare le cessioni del credito introduce la cosiddetta "responsabilità solidale", ossia il detentore attuale dei crediti diventa responsabile di eventuali frodi perpetrate dal committente dei lavori, che a mio modo di vedere costituisce un assurdo logico prima che un obbrobrio giuridico...
Vale poi la pena specificare che l'utilizzo di crediti d'imposta cedibili come "escamotage" per una sorta di riappropriazione della sovranità monetaria, è uno dei cavalli di battaglia dell'associazione MonetaPositiva, la quale ha collaborato con la senatrice a quota M5S Sabrina Ricciardi per un disegno di legge su tale tematica presentato al Senato il 25 marzo 2020, ossia appena 3 mesi prima dell'approvazione del Superbonus.
Come già detto in precedenza, la portata rivoluzionaria dell'utilizzo di crediti fiscali cedibili come una sorta di moneta parallela consiste appunto nella parziale emancipazione dell'Italia dai mercati finanziari e dai vincoli e le condizionalità europee, e forse è proprio in ciò che va ricercato l'accanimento nei confronti del Superbonus. D'altronde tutti quelli che hanno cercato di restituire la sovranità monetaria al popolo non hanno certo fatto una bella fine, a tal proposito basta ricordare Lincoln, Kennedy, Moro e in qualche modo anche Gheddafi...
Che ne pensate?
Prima di iniziare vorrei premettere che non sono assolutamente del "settore", quindi se ritenete che abbia scritto o riportato delle imprecisioni e/o veri e propri errori, fatemi sapere.
Il Superbonus 110%, contenuto nel Decreto Rilancio del Governo Conte 2, è un'agevolazione fiscale (ossia uno sconto sulle future tasse) che prevede una detrazione per il committente pari al 110% del costo dei lavori di ristrutturazione e riqualificazione energetica di case private e condomini. E fin qui nulla di nuovo, è da anni che lo Stato finanzia investimenti nelle ristrutturazioni edilizie attraverso il credito d’imposta, ma mentre in passato cittadini e imprese erano costretti ad anticipare i soldi necessari per i lavori (salvo poi aspettare di detrarli nelle dichiarazioni di reddito future, con il rischio di perderli nel caso di scarsa capienza fiscale), con il Superbonus 110% questo non avviene più, e ciò grazie ad un'importante novità introdotta con tale provvedimento, ossia la cedibilità del credito d’imposta.
Nella versione originale del Superbonus (durata circa un anno), la cedibilità del credito era libera da qualsiasi tipo di vincolo, questo infatti poteva essere ceduto a qualsiasi tipologia di soggetto senza alcun limite sul numero di passaggi; le banche inoltre, dal momento che qualcosina lo pagano pure loro in termini di tasse, erano disposte a cambiare questi crediti in euro, al netto di un modesto tasso d'interesse che tenesse conto del differimento nel tempo del loro utilizzo come riduzione fiscale. Non si direbbe, ma il quadro appena delineato è di portata rivoluzionaria, in quanto emettere crediti fiscali a circolazione libera equivale praticamente ad emettere moneta senza violare accordi e parametri europei e senza generare ulteriore debito pubblico, in pratica è come se lo Stato d'un tratto si fosse riappropriato della famosa (famigerata per alcuni) sovranità monetaria! La breve durata del provvedimento originale ha però impedito che questi crediti potessero imporsi come una sorta di moneta elettronica parallela, ma va specificato che gli estremi tecnici e giuridici per farlo c'erano tutti.
Qualcuno potrebbe obiettare dicendo che non trattandosi di una moneta a corso legale nessuno può essere obbligato ad accettare un pagamento in tale valuta, ma dal momento che le tasse le pagano tutti (o quasi), la vera domanda sarebbe perché mai una volta predisposti gli appositi canali per la circolazione di questa moneta parallela qualcuno dovrebbe rifiutarsi di accettarla?! A tal proposito, al netto delle mezze favolette secondo cui le tasse servono a finanziare i servizi, io sono della scuola di pensiero per cui gli scopi delle tasse sono fondamentalmente tre: ridistribuire la ricchezza, drenare eventualmente dall'economia la moneta in eccesso per evitare spinte inflattive, imporre l'utilizzo di una moneta su un territorio; quest'ultimo punto riassume bene il motivo per cui ritengo questa prima obiezione del tutto infondata.
Altra obiezione che viene fatta dai detrattori del Superbonus è che alla lunga esso produrrebbe dei buchi nel bilancio dello Stato, dovuti alla riscossione di quei crediti fiscali nel corso degli anni a venire. Si tratta però di un'obiezione alquanto tendenziosa, per non dire del tutto falsa, in quanto ignora tutto il gettito dovuto ad Iva e imposte varie che entra subito nelle tasche dello Stato in seguito ai lavori, senza contare poi che tale gettito sarà tanto maggiore quanto più questi crediti circoleranno prima di essere incassati dallo Stato sotto forma di sgravi fiscali. Inoltre molte analisi economiche dimostrano che il Superbonus produce un effetto moltiplicatore superiore a tre, ossia per ogni euro investito il ritorno economico è superiore a 3 euro; lo Stato quindi ci guadagna perché l’aumento del gettito fiscale prodotto dalla crescita economica è decisamente superiore alle detrazioni fiscali concesse. Secondo voi da dove deriva gran parte del tesoretto (inteso come extragettito fiscale del primo semestre 2022) di 14 miliardi di cui si parlava a fine luglio? Soltanto dall'inflazione?
Dal momento che la strada intrapresa col Superbonus avrebbe potuto potenzialmente emancipare l'Italia dai mercati finanziari e da vincoli e condizionalità europee, si può ipotizzare che forse uno dei principali motivi per cui Draghi prese il posto di Conte fu proprio quello di affondare tale misura, e non a caso, cavalcando lo spauracchio delle truffe e dell'insostenibilità economica, fu proprio uno dei primi provvedimenti presi dal suo governo. Ciò è stato fatto proprio andando a colpire quello che, per quanto sopra esposto, rappresenta il cuore del provvedimento, ossia la cedibilità del credito. Attraverso un primo "correttivo" è stata imposta la cedibilità soltanto alle banche e attraverso un unico passaggio (quindi le banche dopo aver comprato il credito non potevano cederlo più a nessuno), il che di fatto ha azzerato tutte le potenzialità del Superbonus, oltre ovviamente a favorire il sistema bancario, il quale, essendo l'unico soggetto autorizzato a ricevere questi crediti, ne ha approfittato portando i tassi d'interesse quasi all'8%; ed è proprio in questo momento che i cantieri iniziano a fermarsi a causa della mancanza di liquidità, dovuta al fatto che le banche, fungendo da terminale per questi crediti (ossia non potevano fare altro che metterli in un cassetto in attesa di pagarci le future tasse), non ne potevano comprare più di tanto per questioni legate alla capienza fiscale. Ciò provoca inevitabilmente la sollevazione di tutti gli attori coinvolti, partendo ovviamente da famiglie e imprese; il governo quindi mette nuovamente mano al Superbonus ampliando il numero di cessioni da 1 a 4: dopo la prima cessione a qualsiasi soggetto, sono poi consentiti altri due passaggi, ma solo verso banche, intermediari finanziari e assicurazioni, e infine si aggiunge la facoltà di un'ultima cessione dalla banca ad imprese e partite Iva. Con quest'ultima modifica, per quanto il Superbonus ne uscisse profondamente snaturato e depotenziato rispetto alla sua versione originale, si sarebbe potuto in qualche modo comunque tirare avanti, ma ecco che arriva l'ennesima stroncatura da parte del governo, il quale per disincentivare le cessioni del credito introduce la cosiddetta "responsabilità solidale", ossia il detentore attuale dei crediti diventa responsabile di eventuali frodi perpetrate dal committente dei lavori, che a mio modo di vedere costituisce un assurdo logico prima che un obbrobrio giuridico...
Vale poi la pena specificare che l'utilizzo di crediti d'imposta cedibili come "escamotage" per una sorta di riappropriazione della sovranità monetaria, è uno dei cavalli di battaglia dell'associazione MonetaPositiva, la quale ha collaborato con la senatrice a quota M5S Sabrina Ricciardi per un disegno di legge su tale tematica presentato al Senato il 25 marzo 2020, ossia appena 3 mesi prima dell'approvazione del Superbonus.
Come già detto in precedenza, la portata rivoluzionaria dell'utilizzo di crediti fiscali cedibili come una sorta di moneta parallela consiste appunto nella parziale emancipazione dell'Italia dai mercati finanziari e dai vincoli e le condizionalità europee, e forse è proprio in ciò che va ricercato l'accanimento nei confronti del Superbonus. D'altronde tutti quelli che hanno cercato di restituire la sovranità monetaria al popolo non hanno certo fatto una bella fine, a tal proposito basta ricordare Lincoln, Kennedy, Moro e in qualche modo anche Gheddafi...
Che ne pensate?