Ad oggi (fine 2023) I prezzi tra SSD SATA e NVMe sono sostanzialmente allineati, con tendenza a favorire la nuova tecnologia.
Mi chiedo quindi se ha ancora senso acquistare un SSD SATA, per sostituire un disco meccanico o aumentare lo spazio interno.
In presenza di uno slot M2 idoneo ovviamente la scelta a favore del drive NVMe è scontata.
Anche se è disponibile uno slot PCIe x16, x8, x4 basta un adattatore da pochi euro e il supporto SATA risulta perdente in termini di prestazioni, oltre che di semplicità e pulizia di installazione.
In presenza di uno slot x1 le cose si complicano: con PCIe 3.0 la velocità è sempre a favore del NVMe, mentre uno slot x1 di seconda generazione è leggermente più lento come velocità massima di trasmissione dati rispetto a SATA3 (15% circa).
Il caso degli slot PCIe x1 Gen.2 è interessante perché riguarda un gran numero di chipset:
Nel caso di Intel va dai primi modelli di motherboard in grado di offrire il boot da PCIe (indicativamente dal chipset Ivy Bridge) fino a piattaforme Coffee Lake (H310).
A questo punto la domanda che mi (vi) pongo è la seguente:
A fronte di uno svantaggio di circa 100 MB/s in lettura e scrittura sequenziale rispetto a un SSD SATA, vale la pena di scegliere un nuovo NVMe che garantisce tecnologie più avanzate e prestazioni più elevate in termini di carichi misti e accessi casuali?
Mi chiedo quindi se ha ancora senso acquistare un SSD SATA, per sostituire un disco meccanico o aumentare lo spazio interno.
In presenza di uno slot M2 idoneo ovviamente la scelta a favore del drive NVMe è scontata.
Anche se è disponibile uno slot PCIe x16, x8, x4 basta un adattatore da pochi euro e il supporto SATA risulta perdente in termini di prestazioni, oltre che di semplicità e pulizia di installazione.
In presenza di uno slot x1 le cose si complicano: con PCIe 3.0 la velocità è sempre a favore del NVMe, mentre uno slot x1 di seconda generazione è leggermente più lento come velocità massima di trasmissione dati rispetto a SATA3 (15% circa).
Il caso degli slot PCIe x1 Gen.2 è interessante perché riguarda un gran numero di chipset:
Nel caso di Intel va dai primi modelli di motherboard in grado di offrire il boot da PCIe (indicativamente dal chipset Ivy Bridge) fino a piattaforme Coffee Lake (H310).
A questo punto la domanda che mi (vi) pongo è la seguente:
A fronte di uno svantaggio di circa 100 MB/s in lettura e scrittura sequenziale rispetto a un SSD SATA, vale la pena di scegliere un nuovo NVMe che garantisce tecnologie più avanzate e prestazioni più elevate in termini di carichi misti e accessi casuali?
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