Vedo che continui a capirci poco e a parlare a vanvera... la proprietà matematica riscontrata sperimentalmente dall'autore (con intervalli e chiavi trovati attraverso un procedimento a tentativi) è solo un caso particolare del caso generale mostrato nella mia dimostrazione (la cui prima versione è quella che trovate sotto spoiler nel post iniziale,
qui invece potete vederne una versione aggiornata in cui ho separato la dimostrazione vera e propria dai "corollari").
L'utilizzo pratico della mia dimostrazione per individuare intervalli e chiave è molto semplice ed è il seguente: si scelgono due generici numeri
a
e
b
(con
a>b
) che andranno a costituire l'origine dei due intervalli; la chiave
c
sarà uguale ad
a-1
o ad un suo divisore maggiore di
b
; l'estensione
m
dei due intervalli sarà calcolata con la formula
8) (o la
12) nella versione più recente), da cui si evince che più grande sarà il valore di
c
adottato, più grande sarà
m
. A tal proposito va detto che l'estensione
m
degli intervalli si attesta più o meno su
10^d
, dove
d
è la differenza tra il numero di cifre di
a
e
b
.
A questo punto, volendo limitarci al caso di nostro interesse, avremo che per ogni coppia di numeri primi
A
e
B
prelevati rispettivamente dagli intervalli
[a;a+m]
e
[b;b+m]
sarà
MCD(A*B , A*B mod c) = B
.
Per esempio scegliamo
a=15835
e
b=627
; il massimo valore della chiave sarà
c=a-1=15834
(altri possibili valori di
c
sono costituiti dai divisori di
15834
maggiori di
627
, ossia
754
,
1131
,
1218
,
2262
,
2639
,
5278
e
7917
). La massima estensione degli intervalli sarà quella associata a
c=15834
, da cui si ricava
m=23
.
A questo punto avremo che la formula
MCD(A*B , A*B mod 15834) = B
sarà valida per ogni coppia di numeri primi
A
e
B
prelevati rispettivamente dagli intervalli
[15835;15858]
e
[627;650]
.