UFFICIALE MSI 680 LIGHTNING

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Da oggi se qualcuno di noi vorrà vendere la scheda, chi dovrà acquistarla dirà: eh ma l'hai occata...vale meno...almeno 50€ li devi togliere :-P
 
Da oggi se qualcuno di noi vorrà vendere la scheda, chi dovrà acquistarla dirà: eh ma l'hai occata...vale meno...almeno 50€ li devi togliere :-P
Bhe!!
ma la domanda cosi fatta, non è priva di logica, perchè di default sappiamo che una cosa che è stata stressata ha una longevità "minore"
 
Ormai è una scheda da buttare..
Te la compro per 250€ perchè sono buono:sisi:

siete tutti troooppo buoni....:)

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Bhe!!
ma la domanda cosi fatta, non è priva di logica, perchè di default sappiamo che una cosa che è stata stressata ha una longevità "minore"

si.. ma mi sà che mi stuferò prima di usarla di quanto non sopravviva lei....:asd:
 
ciao!!!
sono intenzionato ad acquistare questa scheda ma ho un dubbio: con un i7 2600 senza k quindi senza overclock sarei cpu limited??? credo proprio di no pero per sicurezza dato il prezzo:asd:
 
[h=3]Implicazioni pratiche dell'elettromigrazione[/h]
Immagine SEM di un guasto causato da elettromigrazione in una interconnessione di rame.


L'elettromigrazione diminuisce l'affidabilità dei circuiti integrati. Nel peggiore dei casi, essa porta alla perdita di una o più connessioni e a guasti intermittenti dell'intero circuito.
A causa della vita relativamente lunga delle interconnessioni e del breve ciclo di vita della maggior parte dei circuiti integrati di tipo consumer, non è pratico caratterizzare l'elettromigrazione in un prodotto nelle reali condizioni operative. Per predire la durata della vita delle interconnessioni nei circuiti integrati sotto stress, quali riscaldamento esterno o aumento della densità di corrente, è tipicamente usata un'equazione matematica, l'equazione di Black, dai cui risultati è possibile estrapolare il valore atteso della durata della vita di un dispositivo operante in normali condizioni operative. Questo tipo di test è noto come HTOL (High Temperature Operating Life).
Sebbene il risultato finale dell'elettromigrazione nei circuiti integrati consista nel loro guasto, i primi sintomi sono glitch intermittenti difficilmente diagnosticabili. Poiché alcune interconnessioni si guastano prima di altre, il circuito mostra apparentemente errori casuali, che possono essere indistinguibili da altri meccanismi di guasto (come il danno per scarica elettrostatica). In laboratorio, il guasto per elettromigrazione può essere visualizzato con un microscopio elettronico, in quanto l'erosione dell'interconnessione lascia dei segni visibili sui metal layer del circuito integrato.
Con l'aumento della miniaturizzazione, nei circuiti VLSI e ULSI aumenta la probabilità di guasto dovuta all'elettromigrazione in quanto aumentano la densità di potenza e la densità di corrente. Nei processi tecnologici avanzati, il rame ha sostituito l'alluminio come materiale per la realizzazione delle interconnessioni. Malgrado la sua elevata fragilità, il rame è preferibile grazie alla sua maggiore conducibilità. Inoltre è intrinsecamente meno suscettibile all'elettromigrazione, la quale resta comunque una sfida sempre presente nella fabbricazione dei dispositivi integrati, pertanto la ricerca sulle interconnessioni di rame in merito all'elettromigrazione è ancora in corso.
Uno scaling tecnologico di un fattore k aumenta la densità di potenza di un fattore k e la densità di corrente di un fattore k[SUP]2[/SUP], pertanto il fenomeno dell'elettromigrazione è chiaramente rafforzato.
Nei moderni dispositivi elettronici di livello consumer, raramente i circuiti integrati si guastano per elettromigrazione. Questo perché le attuali tecniche di progettazione progettazione tengono presenti gli effetti dell'elettromigrazione nel layout dei dispositivi. Quasi tutte le aziende di progettazione di circuiti integrati usano tool di progettazione automatica per controllare e correggere i problemi di elettromigrazione a livello di layout dei transistor. Un dispositivo integrato correttamente progettato e operante entro le condizioni operative specificate dal costruttore in termini di tensioni e temperatura, è soggetto a guasti prevalentemente dovuti ad altre cause (ambientali), come ad esempio danni cumulativi provocati dal bombardamento con raggi gamma.
Nonostante ciò, sono stati documentati casi di prodotti guastatisi a causa dell'elettromigrazione. Verso la fine degli anni 80, una linea di drive per desktop della Western Digital presentava tempi di guasto previsti di 12-18 mesi dopo l'uso sul campo. Analizzando le unità rese, gli ingegneri identificarono delle regole di design errate in un controller integrato di un fornitore. Sostituendo il componente con uno di un diverso fornitore, Western Digital fu in grado di correggere il difetto, ma senza evitate un danno significativo alla reputazione dell'azienda.
L'elettromigrazione può essere la causa del degrado in alcuni dispositivi a semiconduttore di potenza come MOSFET di potenza a bassa tensione dove il flusso di corrente laterale attraverso la metallizzazione di source (spesso in alluminio) può raggiungere la densità di corrente critica durante condizioni di sovraccarico. La degradazione dello strato di alluminio causa in incremento della resistenza del MOSFET in conduzione, e può portare, infine, al guasto del dispositivo.


Fine Ot.
 
Implicazioni pratiche dell'elettromigrazione


Immagine SEM di un guasto causato da elettromigrazione in una interconnessione di rame.


L'elettromigrazione diminuisce l'affidabilità dei circuiti integrati. Nel peggiore dei casi, essa porta alla perdita di una o più connessioni e a guasti intermittenti dell'intero circuito.
A causa della vita relativamente lunga delle interconnessioni e del breve ciclo di vita della maggior parte dei circuiti integrati di tipo consumer, non è pratico caratterizzare l'elettromigrazione in un prodotto nelle reali condizioni operative. Per predire la durata della vita delle interconnessioni nei circuiti integrati sotto stress, quali riscaldamento esterno o aumento della densità di corrente, è tipicamente usata un'equazione matematica, l'equazione di Black, dai cui risultati è possibile estrapolare il valore atteso della durata della vita di un dispositivo operante in normali condizioni operative. Questo tipo di test è noto come HTOL (High Temperature Operating Life).
Sebbene il risultato finale dell'elettromigrazione nei circuiti integrati consista nel loro guasto, i primi sintomi sono glitch intermittenti difficilmente diagnosticabili. Poiché alcune interconnessioni si guastano prima di altre, il circuito mostra apparentemente errori casuali, che possono essere indistinguibili da altri meccanismi di guasto (come il danno per scarica elettrostatica). In laboratorio, il guasto per elettromigrazione può essere visualizzato con un microscopio elettronico, in quanto l'erosione dell'interconnessione lascia dei segni visibili sui metal layer del circuito integrato.
Con l'aumento della miniaturizzazione, nei circuiti VLSI e ULSI aumenta la probabilità di guasto dovuta all'elettromigrazione in quanto aumentano la densità di potenza e la densità di corrente. Nei processi tecnologici avanzati, il rame ha sostituito l'alluminio come materiale per la realizzazione delle interconnessioni. Malgrado la sua elevata fragilità, il rame è preferibile grazie alla sua maggiore conducibilità. Inoltre è intrinsecamente meno suscettibile all'elettromigrazione, la quale resta comunque una sfida sempre presente nella fabbricazione dei dispositivi integrati, pertanto la ricerca sulle interconnessioni di rame in merito all'elettromigrazione è ancora in corso.
Uno scaling tecnologico di un fattore k aumenta la densità di potenza di un fattore k e la densità di corrente di un fattore k[SUP]2[/SUP], pertanto il fenomeno dell'elettromigrazione è chiaramente rafforzato.
Nei moderni dispositivi elettronici di livello consumer, raramente i circuiti integrati si guastano per elettromigrazione. Questo perché le attuali tecniche di progettazione progettazione tengono presenti gli effetti dell'elettromigrazione nel layout dei dispositivi. Quasi tutte le aziende di progettazione di circuiti integrati usano tool di progettazione automatica per controllare e correggere i problemi di elettromigrazione a livello di layout dei transistor. Un dispositivo integrato correttamente progettato e operante entro le condizioni operative specificate dal costruttore in termini di tensioni e temperatura, è soggetto a guasti prevalentemente dovuti ad altre cause (ambientali), come ad esempio danni cumulativi provocati dal bombardamento con raggi gamma.
Nonostante ciò, sono stati documentati casi di prodotti guastatisi a causa dell'elettromigrazione. Verso la fine degli anni 80, una linea di drive per desktop della Western Digital presentava tempi di guasto previsti di 12-18 mesi dopo l'uso sul campo. Analizzando le unità rese, gli ingegneri identificarono delle regole di design errate in un controller integrato di un fornitore. Sostituendo il componente con uno di un diverso fornitore, Western Digital fu in grado di correggere il difetto, ma senza evitate un danno significativo alla reputazione dell'azienda.
L'elettromigrazione può essere la causa del degrado in alcuni dispositivi a semiconduttore di potenza come MOSFET di potenza a bassa tensione dove il flusso di corrente laterale attraverso la metallizzazione di source (spesso in alluminio) può raggiungere la densità di corrente critica durante condizioni di sovraccarico. La degradazione dello strato di alluminio causa in incremento della resistenza del MOSFET in conduzione, e può portare, infine, al guasto del dispositivo.


Fine Ot.
Intanto ringrazio blume per la ottima preparazione e la chiarezza espositiva:)

Scusatemi se continuo l'OT ma avrei un paio di domande specifiche da fare sull'elettromigrazione:D

1) da quel che so ciò che conta in tale fenomeno è (come già hai sottolineato te) la densità oppure flusso (che ad un fisico piace di più:D) dei portatori, in questo caso gli elettroni. la mia domanda, è quindi per un dispositivo di qualsivoglia tipo, a parità di flusso, gli effetti del fenomeno dell'elettromigrazione sono più evidenti per un flusso grosso di portatori per un breve intervallo di tempo, oppure un flusso minore di portatori per un intervallo di temp più grande?
la domanda ha un'implicazione pratica nell'oc, chiaramente cioè è peggio benchare per poco tempo o un daily "spinto" per tanto tempo?:asd:

2) dato che un circuito integrato potrebbe essere composto anche da semiconduttori, il formalismo di tale fenomeno dell'elettromigrazione si può generalizzare pari pari ai portatori di carica positiva (le cosiddette lacune)?
dico questo perchè all'università ho studiato "bene" i semiconduttori nei corsi di fisica dello stato solido ma non ho mai applicato queste conoscenze all'elettronica.
 
Intanto ringrazio blume per la ottima preparazione e la chiarezza espositiva:)

Scusatemi se continuo l'OT ma avrei un paio di domande specifiche da fare sull'elettromigrazione:D

1) da quel che so ciò che conta in tale fenomeno è (come già hai sottolineato te) la densità oppure flusso (che ad un fisico piace di più:D) dei portatori, in questo caso gli elettroni. la mia domanda, è quindi per un dispositivo di qualsivoglia tipo, a parità di flusso, gli effetti del fenomeno dell'elettromigrazione sono più evidenti per un flusso grosso di portatori per un breve intervallo di tempo, oppure un flusso minore di portatori per un intervallo di temp più grande?
la domanda ha un'implicazione pratica nell'oc, chiaramente cioè è peggio benchare per poco tempo o un daily "spinto" per tanto tempo?:asd:

2) dato che un circuito integrato potrebbe essere composto anche da semiconduttori, il formalismo di tale fenomeno dell'elettromigrazione si può generalizzare pari pari ai portatori di carica positiva (le cosiddette lacune)?
dico questo perchè all'università ho studiato "bene" i semiconduttori nei corsi di fisica dello stato solido ma non ho mai applicato queste conoscenze all'elettronica.

Aspetta...:look: prendo una caramella...
prozac.jpg
...e ti rispondo, dopo l'attacco convulsivo che mi hai provocato...:asd:
 
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