Si Può Arrivare Alla Pensione Come Informatico?

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Spero davvero che sia così, lo spero x tutti a dire la verità. Non trovo giusto che l'età diventi una discriminante. L'esperienza dovrebbe avvantaggiare, non il contrario. Adesso sono molto giovane ma questa cosa dell'età che avanza l'avverto già da ora, io penso a lungo termine. Entrare in una multinazionale x avere qualche certezza in più è difficile. È molto più facile che io possa entrare e restare in una srl che mi sbatterà fuori alla prima occasione utile. Oppure potrei pensare realmente al pubblico, ma per i concorsi sono avvantaggiati quelli con le lauree umanistiche o giuridiche (x informatici non esce mai niente). Non è facile, insomma...
 
Credo che farò il test a medicina, a questo punto, grazie :)
forse non hai le idee molto chiare se passi da informatica a medicina :D
Due campi completamente diversi tra loro. Se sei bravo in matematica prova informatica, se vai bene in biologia, chimica e scienze naturali fai medicina. :)
Oppure potresti fare chimica. E diventare il futuro Heisenberg ( parlo di Walter White non il fisico:fumato: ) :D
Dovresti chiarirti e capire quale deve essere il giusto indirizzo. Vuol dire che se non riesci in niente puoi fare sempre l'insegnante
 
Mah, non possono piacermi entrambe le cose? Non è che a uno gli debba piacere una cosa e basta. Questo non significa essere confusi. Anche se riuscissi ad entrare a medicina o da un'altra parte, sono sicuro che l'informatica continuerebbe a piacermi, è sempre stato così. Continuerei sempre a smanettare, tempo permettendo. Il problema è capire se potrei farne il lavoro della mia vita o meno, considerando che x me il "posto fisso" ha cmq un grosso valore...
 
Mah, non possono piacermi entrambe le cose? Non è che a uno gli debba piacere una cosa e basta. Questo non significa essere confusi. Anche se riuscissi ad entrare a medicina o da un'altra parte, sono sicuro che l'informatica continuerebbe a piacermi, è sempre stato così.
Ma che c'entra? Parliamo di professione, non di hobby.
 
Perché cosa c'entra? Adesso è solo un hobby, ma un domani potrebbe essere anche altro se decido di proseguire su questa strada.
 
Mah, non possono piacermi entrambe le cose? Non è che a uno gli debba piacere una cosa e basta. Questo non significa essere confusi. Anche se riuscissi ad entrare a medicina o da un'altra parte, sono sicuro che l'informatica continuerebbe a piacermi, è sempre stato così. Continuerei sempre a smanettare, tempo permettendo. Il problema è capire se potrei farne il lavoro della mia vita o meno, considerando che x me il "posto fisso" ha cmq un grosso valore...

Mi sono registrato solo per risponderti. :-)

Non vedi programmatori di 50-60 anni perché mediamente a quell'età sono già passati a ruoli gestionali o dirigenziali.

Un programmatore (declinabile come analista, sviluppatore o altro), se preparato (= ingegnere) e inizia all'età giusta (20-30 anni), giunto ai cinquanta ha maturato un'esperienza e un saper fare che lo portano naturalmente a dirigere gli altri. Il software è una materia specialistica ed è molto difficile dirigere progetti complessi e gruppi di lavoro, se non lo hai fatto tu stesso.

Un'altra evoluzione molto normale della carriera, verso i 45-50, è "sposare" un progetto ed entrarci come socio. Non deve essere per forza una roba da flippati della Silicon Valley, può essere anche la vendita di mobili o una spa, nella quale però il "nostro" programmatore cinquantenne continuerà a occuparsi di software, cioè di quello che gli altri trovano difficile e noioso. :-)

Quello che tu devi guardare nel tuo percorso di studi, è la possibilità di trovare lavoro. Il punto è che tutti i settori hanno bisogno dell'informatica, mentre non è necessariamente vero il contrario. Quindi, studiare informatica è un buon percorso se vuoi "solo" trovare un lavoro.

Io però ti suggerisco di scegliere innanzi tutto il corso di studi che più ti stimola e ti piace. L'università, se la fai seriamente, è difficile. Se farai lo studente-lavoratore, cosa che ti consiglio caldamente, sarà pesantissima, molto più che lavorare. La tua ricompensa sarà una maggiore esperienza e consapevolezza rispetto a chi si limita a studiare, e potrai già venderti a un livello superiore al minimo. Per reggere la fatica, però, devi studiare qualcosa che ti piace. Così avrai la spinta dell'entusiasmo e della curiosità, non ti peserà fare lavoretti mal pagati perché approfondisci quello che ami, e tutti i tasselli andranno a posto quando ti cercherai "veramente" un'occupazione, con una qualifica e già un certo livello di esperienza.

A vent'anni cerca di ragionare così, e lascia perdere discorsi come "studio medicina perché è più facile il posto fisso".

Buona fortuna! :-)
 
... considerando che x me il "posto fisso" ha cmq un grosso valore...

Consiglio spassionato e magari non necessariamente vero, ma io non mi fisserei sull' idea di avere un lavoro che duri tutta la vita, non ora, come già non lo era per me appena uscito di scuola.
Aldilà delle pieghe che a volte prende la vita (si può finire dopo 20 anni a fare tutt' altro lavoro per mille ragioni, e non è assolutamente detto che sia in peggio), è proprio l' idea di legarsi ad un' azienda che secondo me è sbagliata..
Come dicevo, se diventi un professionista l' età conta relativamente perchè in certi campi e ruoli il neodiplomato/laureato non è comunque in grado di fornire gli stessi risultati.
Tra l' altro penso che per i programmatori sia anche più facile perchè tecnicamente possono lavorare dovunque e per chiunque, e magari creare un proprio software da rivendere.
Io non lo so se farò il sistemista per sempre, nel frattempo coltivo anche altri interessi che possano avere un potenziale sbocco, come dovrebbe fare chiunque a prescindere dal lavoro.
Se un Informatico si pone questi problemi sul proprio futuro, cosa dovrebbe fare uno che non ha nè laurea nè diplomi particolarmente spendibili?
 
tra l'altro parlare di pensione tra 40 anni quando non ci sono i soldi per pagare le attuali... :lol:
 
sarà che io ho un certo tipo di mentalità ma personalmente spero di non fare lo stesso identico lavoro per tutta la vita :)

per il programmatore fine a se stesso credo sia solamente l'inizio lavorativo, riuscendo a far carriera aumentano le responsabilità e cambiano i compiti, se sei bravo ovviamente altrimenti continuerai a romperti le balle trascrivendo algoritmi.
ora come ora in italia la situazione non è un granchè, però se devi ragionare in termini futuri secondo me conviene ragionare sul fatto che possa migliorare. per stare sul sicuro in questo campo conviene se mai cominciare a lavorare per una multinazionale estera (anche qui in italia) e aspettare tempi migliori. se comunque devi ancora cominciare gli studi 5 anni sono abbastanza perchè possa cambiare qualcosa (o almeno per avere la speranza che possa succedere :))
 
Ringrazio Als per la risposta sincera e articolata e anche gli altri. Sì, programmare mi piace tantissimo, va da sé che lavorare come programmatore sarebbe il coronamento professionale di questa mia passione. Non posso però non considerare i vantaggi dell'avere un posto fisso oggigiorno. Non capisco perché susciti tanto scandalo una cosa del genere. Sembra quasi che a noi giovani debba per forza piacerci la precarietà, saltellare da un posto all'altro e prediligere il lavoro a tempo e a cottimo. Dov'è il vantaggio nell'avere una carriera discontinua e precaria? Non capisco perché quando qualcuno dice che vuole stabilità viene visto come lavativo e incompetente, quando il lavoro fisso ha solo vantaggi. Puoi progettare il tuo futuro senza preoccuparti di restare in mezzo alla strada da un momento all'altro , e non è poco. Anche nel lavoro sarei più motivato a crescere, impegnarmi e imparare cose nuove. Se sapessi di dovermene andare fra 6 mesi farei giusto il minimo sindacale x non fare brutte figure, non mi sentirei coinvolto più di tanto in quello che faccio e in più sarei continuamente distratto dal pensiero di dover inviare cv e fare altri colloqui. Che poi quando si è giovani si può anche fare, ma a 40-50 so già che non ce la farei più a girare con il cv in mano e con il pensiero di provvedere alla mia famiglia. Inoltre vengo da una famiglia dove la precarietà è di casa, e un posto fisso avrebbe risolto un mucchio di problemi. Non sono poi così bravo da pensare di diventare il prossimo Zuckerberg, quindi...
 
Stai attento a quel che desideri perché alla fine potresti ottenerlo ;-).
Secondo me devi dividere quella che é il tuo interesse in: passione junior(aka "cotta" temporanea/hobby da 2-3 orette a settimana), e passione senior(attività in cui metti e, in caso, metterai tutto te stesso pur di fare un buon lavoro per cui alla fine, per forza di cose, ti dovrai sentire realizzato).
Ti sto scrivendo questo perché, essendo in una situazione simile alla tua, ho dovuto fare la divisione di cui ti ho parlato prima per capire se l'informatica fosse la strada adatta a me, e, dal risultato della suddetta, ho deciso che sia meglio che resti relegata allo stato di hobby. Basta solo fare un po' di seria introspezione e porsi delle domande ;).
 
Ultima modifica da un moderatore:
No aspetta @Stepdunk , stai confondendo le cose:

Primo, non è questione di volere o non volere il posto fisso, è questione che nel mercato attuale (leggi una ventina d' anni...) il posto fisso non lo trovi.
I nostri genitori magari, entravano in un' azienda a 18 anni e ci finivano la carriera lavorativa. Noi no, e non certo perchè sia divertente cambiare lavoro, semplicemente oggi un pò per i contratti assurdi, un pò per il mercato che cambia, un pò per ricollocamenti, scissioni, assorbimenti, etc. le aziende non sono più così affidabili.

Secondo: si cambia lavoro anche per migliorare le condizioni, guadagnare meglio, e non ultimo essere più stimolati.
Questa cosa ti può sembrare assurda ma quando fai anno dopo anno la stessa identica cosa tipo scimmia addestrata, potresti trovare interessante la possibilità di cambiare.

Terzo: cambiare lavoro non significa automaticamente essere precari, si sta parlando di un' altra cosa.
Un conto è fare lavori che durino n mesi o anni per contratto; Un' altra cosa è avere un contratto fisso e negoziare un trasferimento altrove, ovviamente con la garanzia di avere un contratto a tempo indeterminato (altrimenti ovvio che il rischio sia maggiore).
Non è affatto una cosa assurda... se sei un professionista.
Perchè l' unico comune denominatore è l' essere capace di fare il proprio lavoro, al che le aziende sono ben felici di assumerti con tanto di benefit, e non solo le multinazionali.
Se sei un bravo professionista sei tu che negozi i termini per accettare un altro lavoro, ci mancherebbe altro.

Quarto: nota personale, io di lavori ne ho cambiati a bizzeffe e per le ragioni più diverse, e anche a me sarebbe piaciuto avere un posto "fisso".
Però mi accorgo che oggi non avrei l' esperienza e le competenze che ho, anche perchè quando avevo il culo al caldo e sapevo di poter tirare giornata senza fare niente di speciale, finivo per accontentarmi delle mie competenze perchè in fondo erano sufficienti per il lavoro che ero chiamato a fare... e quando poi mi hanno dato il ben servito da un giorno all' altro mi sono accorto di quanto indietro fossi.
Non è così scontato imparare nuove cose se non ci hai a che fare sul serio e non sei tenuto a farlo.
 
@AES: credo sia come dici tu, anche se personalmente è da più di qualche anno che passo molto tempo a smanettare con l'hw e a cimentarmi nella programmazione. Considerando però quelle che sono le difficoltà nel trovare una posizione più o meno stabile nel settore, e considerando la mia attrazione fatale per un posto nella p.a., forse la mia è una passione destinata a restare un hobby.

@Petaloudes: hai pienamente ragione ma non saprò mai fin da ora se e quando diventerò così bravo da dettare le mie condizioni alle imprese e rendermi così appetibile. In più sono il tipo che ha bisogno di orizzonti temporali lunghi per esprimersi al meglio, cioè, sarò strano io, ma non riesco a sentirmi stimolato a far bene se so che rimarrò per poco in un posto. È vero poi che restando sempre nella stessa azienda o ufficio pubblico si finisce per fare le stesse cose per tanto tempo, ma c'è maggiore tranquillità e magari anche più tempo libero x fare altro (questo compensa la routine). Lavorare sempre col fiato sul collo e a tempo determinato credo che invece mi farebbe impazzire x come sono fatto io...e io non mi ritengo certo uno lavativo o che si risparmia. Ho poca esperienza ma nel mio piccolo l'ho già provato con uno stage durante la scuola: entusiasmo nei primi giorni, ma quando poi ho realizzato che dopo poche settimane sarebbe tutto finito e avanti un altro, ho iniziato a "fare finta" di lavorare, non avendo nemmeno l'incentivo economico. Era diventata solo una scocciatura, mi sentivo sfruttato e volevo solo che finisse il prima possibile. Se mi avessero offerto o prospettato un apprendistato mi sarei comportato diversamente.
 
Ultima modifica:
@AES: credo sia come dici tu, anche se personalmente è da più di qualche anno che passo molto tempo a smanettare con l'hw e a cimentarmi nella programmazione. Considerando però quelle che sono le difficoltà nel trovare una posizione più o meno stabile nel settore, e considerando la mia attrazione fatale per un posto nella p.a., forse la mia è una passione destinata a restare un hobby.

@Petaloudes: hai pienamente ragione ma non saprò mai fin da ora se e quando diventerò così bravo da dettare le mie condizioni alle imprese e rendermi vosì appetibile. In più sono il tipo che ha bisogno di orizzonti temporali lunghi per esprimermi al meglio, cioè, sarò strano io, ma non riesco a sentirmi stimolato a far bene se so che rimarrò per poco in un posto.
Per la P.A devi avere un bel calcio nel sedere.........
Perché invece non guardi altre facoltà come ad esempio quella di meccanica e meccatronica?
 
Mah...non mi sono mai appassionato alla meccanica, credo che non mi piacerebbe x niente. I settori che mi interessano sono quello medico e quello dell'informatica.
 
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