Origine ed evoluzione dei viventi

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Ospite
Ciò che di un organismo vivente colpisce maggiormente è che esso è un aggregato di atomi e molecole complesse che, al contrario di tutti i sistemi inanimati che tendono naturalmente ad evolvere verso stati di completo disordine, crea stati di maggiore ordine a partire da materia inanimata e da quest'ultima riproduce le sue cellule. Non c'è alcun contrasto con la seconda legge della termodinamica se si pensa che la legge dell'entropia è applicabile solo ai sistemi isolati, a condizioni lontane da quelle reali di un organismo vivente.
La capacità delle cellule di riprodursi dal materiale di cui esse sono fatte non è rara, qualcosa di simile accade anche nei cristalli di ghiaccio o di sale che crescono da un liquido o da un gas, formando strutture organizzate che riproducono esattamente lo stesso schema.
La differenza tra le cellule viventi e i cristalli consiste nel fatto che le cellule si riproducono prendendo il "materiale" che necessita loro da un gran numero di molecole, organiche ed inorganiche, diverse, mentre i cristalli possono utilizzare, nel loro accrescimento, un solo tipo di atomo o di molecola.
Ci sono dei precisi "meccanismi" biologici che differenziano la crescita delle cellule da quella dei cristalli.
Nel caso delle cellule non possiamo parlare di semplice organizzazione, bensì dobbiamo parlare di combinazione di fasi che cooperano al fine di compiere tutte le operazioni, fisico-chimiche e biologiche, vitali, mentre i geni si comportano da "traccianti" per tutti i processi di riproduzione in ciascuna cellula.
Ciò che stupisce è il fatto che la materia vivente è governata dalle stesse leggi naturali che governano la materia inanimata: due stati differenti che obbediscono alle stesse leggi.
Occorre però ricordare che il comportamento della materia dipende dal suo stato di organizzazione ed è chiaro che ci si deve aspettare che compaiano nuovi comportamenti quando le molecole all'interno della struttura vengano "rimaneggiate" secondo schemi diversi.
Ad esempio, un atomo di carbonio obbedisce alle stesse leggi fisiche sia che si stia muovendo nello spazio interstellare, sia che vibri all'interno di un diamante, sia che si trovi in una stella o nel cervello umano.
Eppure la struttura del diamante è diversa da quella di un semplice pezzo di carbone e ciò avviene perché i rispettivi stati di aggregazione degli atomi di carbonio sono differenti.
Così come la brillantezza e la durezza sono proprietà del carbonio che dipendono da una opportuna disposizione dei suoi atomi, anche la vita è una proprietà di atomi e di molecole opportunamente disposti.
Le proprietà del diamante non possono essere "viste" nei singoli atomi di carbonio così come le proprietà di un organismo vivente non traspaiono dagli atomi che lo costituiscono. Propongo un'analogia: se non conoscessi il fenomeno del magnetismo, come potrei spiegare la differenza di comportamento tra una barretta di ferro magnetizzata ed una che non è magnetizzata ?
Gli atomi di ferro nelle due barrette non rivelerebbero alcuna differenza.
Ecco, la vita si manifesta quando le molecole sono "allineate", analogamente alla barretta di ferro magnetizzata in cui gli atomi di ferro sono allineati in modo che i campi magnetici si rafforzano a vicenda, in strutture tali che le proprietà delle molecole organiche, atte al mantenimento della vita, si rinforzano a vicenda. La soglia che separa il mondo vivente da quello non vivente appare molto chiaramente se si studia il comportamento dei virus, i quali in alcune circostanze si comportano come cristalli inanimati, mentre in altre circostanze, favorevoli alla vita, come organismi viventi.
I virus non possono essere considerati organismi viventi come siamo noi ma piuttosto sono "frammenti" di materiale genetico in grado di "attivarsi" all'interno di una cellula "ospite" e di sfruttare alcune "apparecchiature" biologiche di tale cellula infettata.
Può, ad esempio, replicare i suoi acidi nucleici, riprodurre il suo capside (l'involucro proteico) e auto-assemblarsi, il tutto a danno della cellula ospite.
Il metabolismo dell'ospite sarà irrimediabilmente alterato.
Grazie dell'attenzione e buona lettura :ciaociao:


P.S. Riporto alcuni miei interventi sull'evoluzionismo presi da altri thread affinché gli utenti possano contribuire alla discussione:


"Innanzitutto è da dire che la teoria dell'evoluzione è una teoria scientifica che, secondo i dettami "popperiani", è falsificabile e "predittiva" e quindi controllabile.
Il meccanismo tramite il quale l'evoluzione "procede" non implica alcun finalismo, alcuna teleologia, alcuna causa. L'esempio "classico" è quello del collo delle giraffe: a differenza di ciò che sosteneva Lamarck (il famoso principio dell'uso e del non uso degli organi), Darwin mostrò che solo per CASO alcuni individui nascono con caratteri che li rendono più adatti all'ambiente in cui vivono e quindi più favoriti dalla selezione naturale.
In sostanza le giraffe non allungano il collo perché vogliono raggiungere i rami più alti delle acacie.
Avere il collo lungo è scomodo in talune circostanze: ad es. le giraffe, per abbeverarsi, sono costrette a divaricare le zampe anteriori.
Il fatto stesso, però, che proprio tale carattere (il collo lungo) si sia "affermato" implica che i vantaggi superano gli svantaggi, ai fini di un migliore adattamento ambientale.
Quindi gli elementi fondamentali dell'evoluzionismo sono due: le mutazioni (casuali) e la selezione naturale dell'ambiente, conseguenza NECESSARIA dell'interazione tra ambiente e organismi.
Caso e necessità, dunque, per parafrasare il libro di Monod.
Da questa visione rimarrà ovviamente esclusa qualsiasi concezione teleologica: neanche la specie umana potrà essere considerata come "finalità" dell'evoluzione.
L'evoluzione dell'uomo, in particolare, non è stata lineare e progressiva, ci sono ancora parecchi "vicoli ciechi": attualmente si conoscono una decina di specie del genere Homo ma molte altre potrebbero essersi estinte senza lasciare discendenti.
E' vero che siamo gli unici uomini sul pianeta ma è accaduto solo per caso, perché abbiamo vinto, con la nostra forza "evolutiva", sui neandertaliani in Europa e forse sugli Erectus in Asia.
Per quanto riguarda le lacune nel darwinismo, esse hanno a che fare con alcuni meccanismi che sono alla base della VARIABILITA' dei caratteri (fenotipi) e della loro trasmissione ereditaria.
Tali lacune sono state colmate grazie allo sviluppo della genetica mendeliana e della teoria dei cromosomi, il che ha permesso di inglobare la teoria darwiniana e la nascente genetica in un unico "corpus", denominato neodarwinismo.
Attualmente la genetica delle popolazioni permette di comprendere meglio come il patrimonio genetico di una determinata popolazione si trasmette da una generazione ad un'altra."


"Ti risponderò in modo sintetico e poi aggiungerò qualcosa per rimanere in tema con l'argomento del thread (visto che l'argomento è di interesse generale, è mia intenzione aprire un apposito topic, di cui ho già in mente il relativo inquadramento teorico, sull'origine, l'evoluzione e la stabilità della vita).
Il concetto di "teoria" non va confuso con quello di "ipotesi" e di "congettura".
Esaminiamo ciò che dice l'Enciclopedia alla voce "teoria": 1) ipotesi confermata o stabilita dall'osservazione o dagli esperimenti e che è stata accettata come spiegazione di fenomeni noti; 2) enunciazione delle leggi, dei principi o delle cause generali di qualcosa che è noto o osservato; 3) formulazione o sistemazione di idee o enunciati atta a spiegare o descrivere una serie di fatti o di fenomeni.
Ebbene, la teoria "darwiniana" rientra pienamente nel significato di TUTTE le tre definizioni su riportate ma non solo: l'evoluzione è un FATTO SCIENTIFICO INCONTROVERTIBILE, così come è un fatto che in questo momento io stia scrivendo su questo Forum
Passiamo ora brevemente ai cosiddetti "anelli mancanti" di cui mi hai chiesto, termine molto caro ai "negazionisti" (creazionisti in particolare e anti-evoluzionisti in genere) della teoria evolutiva, che tentano in tutti i modi di "confutare" l'evoluzione, ovviamente senza riuscirci.
Il concetto di "anello mancante" o "anello di congiunzione" è un concetto ottocentesco, che risale ai "primordi" della formulazione della teoria (si pensava che l'evoluzione fosse un processo continuo, graduale, senza "salti"), oggi non ha più senso scientifico (si preferisce parlare di "forme di transizione" e di "fossili di transizione") in quanto l'anatomia comparata e lo studio sulla distribuzione geografica delle varie specie moderne, oltre alla classificazione filogenetica (i cosiddetti "alberi filogenetici"), hanno fornito "prove" più che sufficienti a dimostrare la "realtà" evolutiva.
Anello mancante - Wikipedia
In realtà i fossili costituiscono una prova in più, una specie di bonus, ma l'evoluzione sarebbe "certa" anche senza alcun fossile (e di documentazione fossile ce n'è a bizzeffe).
La teoria sull'evoluzionismo potrebbe essere "smentita" SOLO nel caso di ritrovamenti di fossili "anacronistici", cioè non appartenenti al giusto "ordine" cronologico, cosa che finora non è mai accaduta (e mai accadrà).
Infine hai chiesto delle prove: oltre a quelle, di cui ho accennato, basate sugli studi di anatomia comparata sulle strutture anatomiche (le cosiddette "strutture omologhe" e le "strutture analoghe"), ce ne sono molte altre (dall'uniformità del codice genetico di tutte le specie viventi alle differenze nelle proteine di specie con gradi di parentela diversi, alle tracce "lasciate" dallo sviluppo embrionale e così via), c'è solo l'imbarazzo della scelta.
Qui, a titolo esemplificativo, ne vorrei citare una: quella basata sul DNA mitocondriale, lo stesso che viene usato nelle indagini investigative.
Il DNA mitocondriale è un piccolo anello che contiene 37 geni. Questi geni provengono dai mitocondri della cellula uovo, il che vuol dire che ci vengono trasmessi solo da nostra madre.
In genere le mutazioni del DNA mitocondriale sono "neutre", non alterano le funzioni degli organuli.
Tali mutazioni, per così dire, si "accumulano" alla velocità di 115 per ogni milione di anni, in pratica è come se funzionassero da "orologio molecolare".
Se contiamo il numero di mutazioni del DNA mitocondriale di due individui e ne calcoliamo la differenza, possiamo risalire al numero di anni necessari per poter arrivare alla loro antenata comune.
Con questo metodo siamo risaliti ad una femmina di Homo Sapiens (o meglio al gruppo cui apparteneva), vissuta in Africa tra 100000 e 200000 anni fa, che sarebbe la "capostipite" della specie umana.
Attraverso lo studio del DNA mitocondriale abbiamo anche sfatato il mito dell'uomo di Neanderthal inteso come nostro antenato: i neandertaliani non hanno alcun legame col genere umano.
Per concludere e per non essere troppo fuori tema, vorrei dire che la visione teleologica e la fiducia nella creazione divina sono definitivamente "crollate" nel 1859, anno della pubblicazione de "L'origine della specie" di Darwin. La selezione naturale è talmente potente da spiegare tutto.
L'ipotesi di Dio non è più necessaria, anzi è la cosa più superflua che possa esserci" :sisilui:


"La risposta alla tua domanda ("Chi è venuto prima, l'uovo o la gallina ?") è stata fornita da Crick (scopritore della struttura del DNA insieme a Watson nel 1953) nel 1957 quando formulò il suo famoso "dogma centrale della biologia molecolare", che non ha nulla a che fare con la fede.
Come saprai, normalmente la molecola del DNA presiede alla sintesi delle proteine, essa non funge direttamente da "stampo" per l'assemblaggio delle molecole proteiche ma crea un'altra molecola, l'RNA, che provvede a trasmettere le informazioni contenute nel DNA stesso alle proteine.
In altre parole il messaggio del DNA viene TRASCRITTO nell'RNA, viene trasferito dal nucleo dell'RNA al citoplasma e infine viene TRADOTTO, con l'aiuto dei ribosomi, in una sequenza di amminoacidi.
Quindi il "dogma centrale" di Crick specifica che questa "espressione genica" si può riassumere così: DNA --> trascrizione --> RNA --> traduzione --> proteine.
Si va dunque dalle informazioni degli acidi nucleici (DNA e RNA) alla sintesi proteica, non viceversa.
L'uovo è venuto prima della gallina.
Nel 1976, Dawkins, il famoso biologo evoluzionista inglese, diede una riformulazione di questi concetti in termini di "gene egoista": secondo lui gli organismi non sono altro che mezzi per riprodurre i geni, cioè i geni non solo vengono prima degli organismi, come il "dogma centrale" impone, ma sono anche le "vere" unità della selezione naturale".

P.S. Razza e specie sono due termini diversi, la razza è una SOTTOSPECIE di una specie vivente.
Chi ha messo la specie umana sulla terra ? L'evoluzione :asd:
 
Ultima modifica da un moderatore:
[...]

"Innanzitutto è da dire che la teoria dell'evoluzione è una teoria scientifica che, secondo i dettami "popperiani", è falsificabile e "predittiva" e quindi controllabile.
Il meccanismo tramite il quale l'evoluzione "procede" non implica alcun finalismo, alcuna teleologia, alcuna causa. L'esempio "classico" è quello del collo delle giraffe: a differenza di ciò che sosteneva Lamarck (il famoso principio dell'uso e del non uso degli organi), Darwin mostrò che solo per CASO alcuni individui nascono con caratteri che li rendono più adatti all'ambiente in cui vivono e quindi più favoriti dalla selezione naturale.
In sostanza le giraffe non allungano il collo perché vogliono raggiungere i rami più alti delle acacie.
Avere il collo lungo è scomodo in talune circostanze: ad es. le giraffe, per abbeverarsi, sono costrette a divaricare le zampe anteriori.
Il fatto stesso, però, che proprio tale carattere (il collo lungo) si sia "affermato" implica che i vantaggi superano gli svantaggi, ai fini di un migliore adattamento ambientale.
Quindi gli elementi fondamentali dell'evoluzionismo sono due: le mutazioni (casuali) e la selezione naturale dell'ambiente, conseguenza NECESSARIA dell'interazione tra ambiente e organismi.
Caso e necessità, dunque, per parafrasare il libro di Monod.
[...]
Per la questione Lamarck vs Darwin bisogna tenere conto che, sull'arco di milioni di anni, alcune parti che l'organismo non utilizzava si sono atrofizzate o non vi sono più (es: la coda dell'uomo di cui rimane solo un residuo nel coccige, che però non sporge da dietro) e altre si sono invece sviluppate (es: cervello), è vero che ci sono state delle mutazioni che attualmente riteniamo "casuali", ma potrebbero esserci degli altri meccanismi che non conosciamo che fanno sì che le mutazioni riguardino nella maggior parte dei casi parti che usiamo meno, per ridurle, o parti che usiamo di più per ingrandirle o potenziarle, quindi un eventuale meccanismo "nascosto" potrebbe causare mutazioni genetiche di tipo "Lamarckiano". Possono anche esistere mutazioni che vanno nella direzione opposta, ma questo può dipendere dall'interazione con l'ambiente.
Attualmente non abbiamo elementi per dire nulla, quindi le mutazioni ci sembrano casuali, magari in futuro potremo comprendere quali sono le cause e le leggi che provocano alcune mutazioni.
 
Le osservazioni sperimentali indicano che non c'è alcuna correlazione tra le varie mutazioni, la loro distribuzione è del tutto casuale, esse sono semplici errori occasionali di "ricopiatura" nella duplicazione del DNA che introducono cambiamenti "random" :asd:
Inoltre non c'è correlazione tra "mutanti" e ambiente, il che indica che le mutazioni non sono soggette a selezione ambientale, mentre il tasso di mutazione di una certa proteina, inteso come percentuale di sostituzione degli amminoacidi, è più o meno lo stesso in diverse specie viventi :sisilui:
Nei mammiferi, ad esempio, si ha un tasso di mutazioni abbastanza elevato: una base viene sostituita ogni due anni.
Queste mutazioni non hanno alcun effetto sul fenotipo e quindi non sono soggette a selezione naturale, esse sono casuali.
Altre osservazioni compiute sui moscerini Drosophila e su animali marini mostrano che le mutazioni appaiono e si "fissano" a caso :sisi:
Ma il caso non interviene solo a livello delle mutazioni, ha un "peso" importante anche nel fenomeno che, nella genetica delle popolazioni, viene denominato "deriva genetica" (drift).
Partiamo dal presupposto che la maggior parte delle mutazioni è "neutra", per cui la selezione non ha alcuna incidenza sul successo o sull'insuccesso di una certa tipologia di geni.
Di conseguenza le frequenze di alleli, presenti all'interno di una determinata popolazione, variano casualmente di generazione in generazione.
La deriva genetica è dunque la fluttuazione casuale nelle frequenze degli alleli, di generazione in generazione, di individui appartenenti ad una certa popolazione (un esempio emblematico è quello relativo al difetto genetico chiamato "acromatopsia", in cui l'occhio vede in bianco e nero, della popolazione dell'atollo di Pingelap, in Micronesia).
Il biologo giapponese Kimura, nello sviluppo della sua teoria "neutralista", qui spiegata sommariamente, sostiene che l'evoluzione molecolare (cioè del DNA e delle proteine in diverse specie di viventi) è dovuta in larga misura alla deriva genetica casuale, per cui la velocità dell'evoluzione molecolare è esattamente uguale alla frequenza delle mutazioni in diverse specie.
Teoria neutrale dell'evoluzione - Wikipedia
Si tratta di un fenomeno "stocastico" e quindi prevedibile statisticamente proprio perché stiamo parlando di una "forza" casuale ! :asd:
http://www.google.it/url?sa=t&rct=j...goDADw&usg=AFQjCNGLggDxgt20skD0-EeqOLQsNY2ZrA
Nessun meccanismo "nascosto", né tantomeno di tipo lamarckiano, il caso interviene a più livelli, ricoprendo un ruolo importantissimo nella storia evolutiva di tutti gli esseri viventi :sisilui:
Grazie dell'attenzione e a presto :ciaociao:
 
@gronag è vero che sembrano casuali, però ci sono tante cose che non sono chiare, sono per davvero casuali? Chiaramente il figlio di un palestrato può anche non sviluppare una muscolatura accettabile, torniamo al tempo dell'homo habilis o del suo successore erectus, visto che avevano bisogno di sviluppare l'ingegno e meno la forza fisica, e non solo per 10-20 generazioni, ma per diverse migliaia di anni, è possibile che le mutazioni abbiano riguardato di più l'accrescimento del cervello e la riduzione della forza fisica? Anche perché mi sembra poco probabile che la minore forza fisica sia un fattore importante per l'adattamento, tempi moderni a parte, per lo meno fino all'era preindustriale era molto utile, anche perché così ti affatichi meno. Se zappare non ti stanca, ti ammali anche meno e sei più contento, così riesci anche a fare altre cose :)
 
Se hai ereditato un carattere dal tuo papà e un altro dalla tua mamma, piuttosto che viceversa, da cosa è dipeso ?
Perché, secondo te, gli individui della stessa specie non nascono tutti perfettamente uguali ?
Quanto all'aumento della capacità cranica e alla riduzione della forza fisica, essi non sono altro che il risultato dell'adattamento alla pressione selettiva di un determinato ambiente, le mutazioni in sé non "spingono" verso alcuna direzione, seguendo le stesse leggi probabilistiche che valgono per i lanci dei dadi e delle monete.
La legge della stabilità genetica di Hardy-Weinberg del 1908 indica le condizioni che devono sussistere CONTEMPORANEAMENTE affinché si verifichi il cosiddetto "equilibrio genico" (in tal caso, l'evoluzione si "blocca"):
1) non devono verificarsi mutazioni geniche;
2) non deve esserci "flusso genico" in una popolazione, cioè né immigrazione né emigrazione di individui;
3) non deve esserci alcuna "deriva genetica", cosa che si verifica se la popolazione è sufficientemente ampia da consentire di utilizzare la legge dei "grandi numeri" in modo attendibile;
4) gli accoppiamenti devono essere casuali, cioè senza alcuna preferenza nella scelta del partner;
5) tutti gli individui devono avere lo stesso "successo riproduttivo", cioè la stessa probabilità di riprodursi (ciò dipende dalla selezione naturale).
L'evoluzione "procede" proprio perché è impossibile che possano verificarsi contemporaneamente le 5 condizioni di Hardy e di Weinberg sulla stabilità genetica.
Equilibrio di Hardy-Weinberg - Wikipedia
Qualcuno ha azzardato l'ipotesi che l'uomo sia destinato a perdere peli e capelli sempre più e ad avere un corpo gracile (a cui corrisponde una minore forza fisica) e una testa più grande (conseguenza dell'ulteriore aumento del volume cranico) ma in realtà è impossibile sapere con certezza quali saranno le pressioni selettive future in quanto, come sappiamo, l'evoluzione non procede con logiche lamarckiane e neppure con modificazioni graduali.
L'umanità attuale, di più di 7 miliardi di individui, si trova in un periodo di "stasi" dal punto di vista evolutivo, le popolazioni mondiali si stanno "fondendo" sempre di più nel cosiddetto "villaggio globale".
Non esistono più le razze, esistono le etnie, le quali si stanno "diluendo" nel grande "brodo multi-etnico".
Sotto tale condizione, è impossibile che nuove mutazioni riescano a "fissarsi" in piccole popolazioni isolate, dando speciali vantaggi riproduttivi.
Ciò implica l'impossibilità di formare una specie "nuova" di Homo, diversa dalla nostra (Homo Sapiens).
E' vero che la specie umana è ancora giovane (abbiamo circa 150-200 mila anni) ma è altrettanto vero che, come tutti i vertebrati, andremo incontro all'estinzione entro pochi milioni di anni al massimo, se escludiamo "spinte" esterne (guerre, cataclismi, epidemie, ecc.).
La prospettiva di estinguersi senza lasciare discendenti (una nuova specie di Homo, intendo) non è di certo piacevole ma la possibilità esiste.
Nessuno, però, può sapere cosa ci riserverà il futuro: chi vivrà, vedrà :asd:
A presto ;)
 
@gronag però secondo me la minor forza fisica non è un vantaggio. Al giorno d'oggi non ci interessa, ma anche fino all'età preindustriale (dalla fine del medioevo al 1750 circa) la forza fisica era molto utile, anche se bene o male per alcuni lavori si utilizzava la forza animale. D'altronde, almeno fino alla fine del medioevo, i combattimenti effettuati nelle guerre richiedevano in gran parte forza fisica, perché non esistevano armi da fuoco (o per lo meno negli ultimi anni c'erano, ma non erano molto sfruttabili e le poche realmente funzionanti pesavano diversi kg), anche se esistevano però archi e balestre che permettevano di lanciare lontano le "munizioni" dell'epoca, senza dimenticare le catapulte. Diciamo le cose come stanno: solo nell'epoca dello sviluppo dei servizi la forza fisica serve realmente meno rispetto al passato, i nostri bisnonni secondo me erano più forti di noi, e probabilmente anche i nostri nonni.
 
@ ... i nostri bisnonni secondo me erano più forti di noi, e probabilmente anche i nostri nonni.
@
Dipende dal bisnonno.
Certo che se era un contadino schiavo della gleba che iniziò a lavorare a sei anni e per tutta la sua vita ha lavorato per sei giorni la settimana, alba al tramonto, con tutto quel esercizio fisico mi stupirei affatto non fosse diventato forte. E non parlo di secoli fa, ma di prima della seconda guerra mondiale.
 
i nostri bisnonni secondo me erano più forti di noi, e probabilmente anche i nostri nonni.
io non credo che sia una regole generale, una volta l' alimentazione era più povera per le classi sociali non altolocate e dunque lo sviluppo fisico poteva risultare un pò compromesso
infatti l' aumento del altezza media nel novecento e l' abbassamento di essa nella seconda metà del medioevo mica sono casuali sai...
certamente era quasi impossibile che un uomo che faceva lavori pesanti fosse grasso, su questo non ci sono dubbi
andremo incontro all'estinzione entro pochi milioni di anni al massimo
no problema mio tra qualche milione di anni:asd:
gronag té che sei esperto, qual' è la specie di mammiferi più antica?
anche se esistevano però archi e balestre che permettevano di lanciare lontano le "munizioni" dell'epoca
la balestra in parte è diverso perché veniva caricata in modo diverso, ma usare i potenti archi lunghi "inglesi" nel medioevo richiedevano uno sforzo di trazione di 40kg e anche più, solo la classe sociale inglese degli yeoman (contadini benstanti, quindi abitauti al lavoro duro ma senza problemi di quantità e qualità alimentare) forniva gli arcieri, proprio perché erano forti e robusti, infatti la forza d' impatto della freccia è direttamente derivata dallo sforzo di trazione della corda, poi però nel XVI secolo anche i soldati di basso rango potevano permettersi una corazza in acciaio impenetrabile dagli archi e quindi l' arco è scomparso dai campi di battaglia nonostante fosse più preciso e molto + veloce delle primitive armi da fuoco.
mentre con la polvere da sparo il problema è venuto meno dato che l' energia che muoveva il proiettile era data dal energia chimica della combustione della polvere e non dai muscoli del tiratore

non sei l' unico acculuturato qui è gronag:asd: ?
 
Ultima modifica:
L'evoluzione dei mammiferi è relativamente recente, i fossili più antichi risalgono al Jurassico, ma in quella era il pianeta era praticamente dominato dai dinosauri, è solo dopo la loro estinzione che i mammiferi hanno cominciato la loro vera evoluzione. Che stiamo ancora studiando, sia dal punto di vista archeologico (studio dei fossili) che biologico.
Interessante il fatto che il gatto comune abbia dimostrato che ben poco abbia cambiato, probabilmente perché è venuto bene fin dall'inizio :-) bravi mici! Un'altra specie che ha cambiato poco sono gli squali, sempre secondo lo studio dei fossili. Ce ne sono molte altre, queste sono quelle che ricordo a memoria perché mi hanno sempre interessato e ho letto molto su di loro. Le balene sono tra i più antichi mammiferi non ancora estinti.
Lessi tempo fa un bel articolo sul National Geographic riguardo i mammiferi (purtroppo in inglese)
Rise of Mammals Article, Mammal Evolution Information, Facts -- National Geographic
 
Un'altra specie che ha cambiato poco sono gli squali, sempre secondo lo studio dei fossili. Ce ne sono molte altre, queste sono quelle che ricordo a memoria perché mi hanno sempre interessato e ho letto molto su di loro. Le balene sono tra i più antichi mammiferi non ancora estinti.
beh l' ambienta marino è + stabile di quello terrestre:sisi:
probabilmente perché è venuto bene fin dall'inizio :-) bravi mici!
ecco il gattaro che cè in tè:asd:
i fossili più antichi risalgono al Jurassico
lo sò:sisi:
 
Lessi, non ricordo dove, che gli Eutheria (ricci, armadilli) esistenti sono tra i mammiferi meno evuluti, assieme ad alcuni marsupiali. Non so se sono anche i più antichi.

I più antichi dovrebbero essere i marsupiali, anche se in teoria il canguro attuale potrebbe essere relativamente recente, molto più di intere classi di mammiferi nate di recente. Macropodidae - Wikipedia canguro indica 60 specie circa in realtà, io nella mia ignoranza credevo che ve ne fosse una sola, non mi intendo di marsupiali. Sapevo che c'erano canguri rossi e grigi, ma pensavo che fosse solo una variante del colore, un po' come esistono gatti di colori diversi :) Anche se sono marsupiali, i canguri attuali secondo wikipedia sono comparsi da 15 milioni di anni, un tempo lungo, ma non più di tanto, visto che la disposizione dei continenti 15 milioni di anni fa era pressoché simile a quella attuale, a parte l'Australia, che era più a sud ed era attaccata alla Nuova Guinea e forse a qualche altra isola nei dintorni (l'unica zona davvero diversa era l'Italia, in pratica non esisteva).
 
@gronag però secondo me la minor forza fisica non è un vantaggio. Al giorno d'oggi non ci interessa, ma anche fino all'età preindustriale (dalla fine del medioevo al 1750 circa) la forza fisica era molto utile, anche se bene o male per alcuni lavori si utilizzava la forza animale. D'altronde, almeno fino alla fine del medioevo, i combattimenti effettuati nelle guerre richiedevano in gran parte forza fisica, perché non esistevano armi da fuoco (o per lo meno negli ultimi anni c'erano, ma non erano molto sfruttabili e le poche realmente funzionanti pesavano diversi kg), anche se esistevano però archi e balestre che permettevano di lanciare lontano le "munizioni" dell'epoca, senza dimenticare le catapulte. Diciamo le cose come stanno: solo nell'epoca dello sviluppo dei servizi la forza fisica serve realmente meno rispetto al passato, i nostri bisnonni secondo me erano più forti di noi, e probabilmente anche i nostri nonni.

Non hai considerato che la "forza" intellettiva della specie umana è di gran lunga superiore a quella "muscolare" ?
L'evoluzione non si basa sul concetto di forza fisica ma su quello di adattamento all'ambiente e di "successo" riproduttivo.
L'intelligenza "astratta" è in grado di sopperire benissimo alla debolezza fisica, essa è quindi "funzionale" alla sopravvivenza e alla riproduzione, in definitiva alle capacità umane di adattarsi ai cambiamenti ambientali.
Le capacità "raziocinanti" dell'uomo, che tra l'altro sono al servizio del linguaggio, hanno prodotto non solo grandi scoperte scientifiche, cosa che la "semplice" forza fisica non avrebbe potuto fare, ma anche princìpi morali che, non tenendo conto delle dovute eccezioni, sono di "supporto" alla sopravvivenza della specie.
Qualora tali capacità di raziocinio dovessero indebolirsi, la razza umana si estinguerebbe inesorabilmente.
La sopravvivenza dell'uomo non dipende dalla sua forza fisica ma dalla conoscenza della realtà che lo circonda e anche, direi, dalla sua auto-coscienza :ciaociao:

- - - Updated - - -

@gronag sei un pozzo di scienze! Molto interessante, soprattutto per chi come me non ha basi. Un grandissimo grazie! :)

Grazie Pino90, sono contento che tu abbia trovato interessanti i miei "articoletti" :asd:

- - - Updated - - -

no problema mio tra qualche milione di anni:asd:
gronag té che sei esperto, qual' è la specie di mammiferi più antica?

Beh, anche il tuo patrimonio genetico sarà tramandato e sottoposto a selezione da parte dell'ambiente oppure hai deciso di non lasciare discendenti ? :asd:
Passiamo alla questione sui mammiferi: dal clade (dal greco klados = ramo) degli Amnioti, gruppo formato da tetrapodi vertebrati, si differenziarono due "percorsi" evolutivi, i Sauropsidi (da cui sono discesi rettili e uccelli) e i Sinapsidi (progenitori dei mammiferi).
Sauropsida - Wikipedia
Synapsida - Wikipedia
Da alcuni Sinapsidi, come ad esempio l'Archaeothyris, si svilupparono, nel Triassico, i Terapsidi (in particolare i Cinodonti sono i Terapsidi più evoluti e i diretti antenati dei mammiferi), rettili simili a mammiferi.
Archaeothyris florensis - Wikipedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Terapsidi
http://it.wikipedia.org/wiki/Cynodontia
In genere la classificazione dei mammiferi si fa in base all'articolazione mandibolare e alla dentatura :sisilui:
Tra le varie specie di primi mammiferi vengono annoverati i Megazostrodonti, considerati i più antichi, i Sinoconodonti, i Docodonti e altri ordini.
http://it.wikipedia.org/wiki/Megazostrodon
http://it.wikipedia.org/wiki/Sinoconodon
http://it.wikipedia.org/wiki/Docodonta
La maggior parte di questi mammiferi primitivi aveva, tranne qualche eccezione, dimensioni simili agli attuali piccoli toporagni (non sono roditori) dal muso appuntito :asd:
http://it.wikipedia.org/wiki/Soricidae
A presto :ciaociao:
 
hai deciso di non lasciare discendenti ?
asd.gif
no lol:asd:

comunque quando qualcuno parlava che qualche milione di anni fà l' italia manco esisteva devo ricordare che non lontano da dove vivo sono state trovate delle orme fossili risalenti a 235-240 milioni di anni fà:sisi:, nello specifico una lastra di roccia con impronte di piccoli rettili
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