Il fenomeno dell'elettromigrazione è abbastanza semplice da spiegare se si ricorre ai termini mutuati dalla fisica. Molto brevemente: la materia è composta da atomi e questi formano, a loro volta, delle molecole (nel silicio dei cristalli).
Ogni atomo ha un nucleo e degli elettroni che vi orbitano attorno. La corrente elettrica non è altro che un flusso di elettroni da un polo (-) ad un altro (+). Gli
elettroni, spinti da un campo elettrico generato dalla differenza di potenziale tra polo positivo e negativo, si muovono saltando di
atomo in atomo (non è proprio così, ci sono delle bande di conduzione, ecc. ma è per semplificare). Ogni volta che arrivano ad un altro
atomo, ci "sbattono contro" (è solo un'immagine esplicativa) e trasferiscono quella che si chiama quantità di moto da loro all'atomo.
Gli elettroni però sono infinitamente più leggeri dell'atomo stesso e così lo spostano solamente di un poco.
Tuttavia quando c'è una corrente elettrica si muovono circa (tanto per dare l'idea) 10E19 (un 10 con diciannove zeri) elettroni per volta.
Siamo così arrivati all'elettromigrazione: le piste che portano la corrente elettrica all'interno di una CPU hanno una certa larghezza.
Se gli elettroni tendono a spostare gli atomi (e quindi i cristalli) la pista si restringerà sempre più, fino a rompersi e impedire il passaggio della corrente. La CPU diverrà così inutilizzabile.
L'elettromigrazione è un fenomeno a cui sono sottoposti tutti i circuiti elettrici.
Le CPU sono particolarmente sensibili a causa delle dimensioni delle piste. L'elettromigrazione può divenire pericolosa solamente nel caso si alzi eccessivamente il voltaggio di una cpu.