RECENSIONE JDS ATOM - recensione, teardown e misurazioni

filoippo97

Utente Èlite
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CPU
Intel Core I7 4930K @4.5GHz
Dissipatore
EKWB supremacy nickel
Scheda Madre
ASUS Rampage IV Black Edition
HDD
OCZ vertex 4 512GB | WD RE4 Enterprise Storage 2TB
RAM
16GB Corsair Dominator Platinum 2133MHz cas9 OC @2400MHz 9-11-11-31-2 1.65V
GPU
2-way SLI GTX 780Ti DirectCUII OC
Audio
TEAC UD-503 MUSES + HiFiMan HE-560 V2 + Anaview AMS1000 + Tannoy Revolution XT8F
Monitor
ASUS VG278HR 144Hz 3D 1920x1080p
PSU
Corsair AX1200i Fully sleeved red
Case
Corsair Graphite 760T Arctic White
Periferiche
Corsair K95 | Steelseries Rival
OS
windows 10 Pro
JDS ATOM

DSC03449.jpg

Come al solito, prima di tutto un ringraziamento sentito a Jude di JDS Labs che ha gentilmente inviato l’Atom in questione da recensire, ricordo sempre che in ogni caso ció non ha influenzato il giudizio in alcun modo.

Quello di oggi è un prodotto davvero interessante, che ha fatto a lungo parlare di sé per via delle misurazioni condotte tramite analizzatore di spettro Audio Precision APX-555 dall’utente amirm di AudioScienceReview: https://www.audiosciencereview.com/...ents-of-new-jds-labs-atom-headphone-amp.5262/ in cui essenzialmente si rileva un tasso di distorsione a livelli talmente bassi da risultare superiore nelle performance anche ai circuiti basati su topologia THX AAA 789 e più in generale a qualunque altro amplificatore in circolazione, indipendentemente dal prezzo. L’amplificatore per cuffie di cui stiamo parlando è tuttavia venduto a 99$, un prezzo che, se mantiene ció che promette, potrebbe tranquillamente coronarlo come un flagship killer e un best buy assoluto. Lo scopo di questa recensione è appunto capire fino a dove questo piccoletto può spingersi e per fare ció lo confronteremo direttamente con quello che a tutti gli effetti è un flagship da dieci volte il suo costo, il TEAC UD-503 che, quando non verrá usato anche come amplificatore, si presterá comunque ad essere il dac per l’Atom in modo da avere una certa uniformitá di giudizio.

Le specifiche fornite dal produttore, di tutto rispetto, sono:

Frequency Response, 20Hz-20kHz +/- 0.01dB

THD+N, 1kHz, 32 Ω 0.0008%
THD+N, 20Hz-20kHz, 32 Ω 0.0012%
IMD CCIF 19/20kHz 32 Ω 0.0002%
IMD SMPTE 32Ω 0.0005%
Noise, A-Weighted -114 dBu
Crosstalk @ 150 Ω -87 dB
Output Impedance 0.1 Ω
Channel Balance < 0.6 dB

Max Output @ 600Ω 125mW (8.68 VRMS)
Max Output @ 150Ω 502 mW (8.66 VRMS)
Max Output @ 32Ω 1 Watt (5.66 VRMS)

Case Dimensions 5.0 x 5.5 x 1.4 in
Weight 9.3 oz

Headphone Output 6.35mm (1/4")
Analog Inputs RCA and 3.5mm
Preamp-Output RCA

Dual Gain 1.0x and 4.5x
Volume Potentiometer Taper Alps 15A

Essenzialmente se non fosse che sapessi quanto costa, potrei tranquillamente dire di trovarmi di fronte ad un amplificatore da 1000-2000 euro. Snocciolando i dati, confermati peraltro dalle misurazioni (ne parleremo più avanti), abbiamo un tasso di distorsione e di distorsione da intermodulazione bassissimo, un’impedenza di uscita estremamente bassa (che quindi garantisce un fattore di smorzamento alto e un’assenza di colorazione nelle cuffie a bassa impedenza), una grande potenza in uscita capace di pilotare praticamente qualunque cuffia e un’ottima connettivitá, a corto solo di ingressi ed uscite bilanciate che non si possono certo pretendere in questa fascia di prezzo, ci mancherebbe. Ottima la scelta del doppio guadagno e del potenziometro Alps che per i meno scafati, è una delle migliori aziende produttrici di potenziometri in circolazione, da decenni usati nell’audio high end.

PACKAGING E QUALITÁ COSTRUTTIVA



Una volta aperta la scatola di cartone della spedizione saltano fuori due scatolette più piccole e tutto sommato anche graficamente ben curate, nella prima, più piccola e rossa, è presente l’alimentatore a muro LINEARE da 16VAC e 1000mA: non si può aprire ma anche considerato l’ingente peso e la tipologia di uscita in alternata è ovvio supporre che all’interno ci sia soltanto un trasformatore, probabilmente di tipo EI, in quanto la rettificazione e il filtraggio della tensione vengono svolte dall’unitá stessa, con il vantaggio principale che essendo la tensione in AC, la generazione delle due rail di alimentazione positiva e negativa può essere svolta direttamente, evitando maggiori complicazioni con la negativa nel caso in cui si fosse optato per un sistema di alimentazione direttamente in DC fin dall’alimentatore a muro. Sarebbe stato carino qui sempre visti e considerati ingombri e peso un alimentatore con il cavo della 230V in stile alimentatore PC portatile, in modo da non occupare spazi nelle multiprese e per non forzare le prese a muro con il peso. È analogo a quello fornito da schiit con il modi multibit (il magni usa invece una tensione di 14VAC) solo con output raddoppiato in corrente (quello di schiit eroga 500mA, il che ha anche senso perché un dac consuma meno di un ampli).



Nella scatola più grande, nera, su cui capeggia la stilizzazione dell’atom con la scritta “sound as science”, c’è ovviamente l’amplificatore: quadrato, con un footprint simile a quello di una custodia per CD, e con un design che per certi versi ricorda l’EL AMP, da cui eredita anche parte della circuiteria dell’output buffer che viene migliorata ulteriormente, rendendolo di fatto il flagship dell’azienda. L’atom si presenta con una qualitá costruttiva accettabile per la fascia di prezzo in cui si trova, ma comunque inferiore ad esempio al magni o al topping A30 che utilizzano un telaio in alluminio. I controlli non hanno gioco, nemmeno il potenziometro che è pure retroilluminato in bianco, ma anche qui la plastica é tutto sommato un po’ sottile, specialmente quella presente sui due pulsanti per il controllo del gain e dell’input, e sebbene non trasmetta di certo un senso di fragilitá, si vede subito dove si è scelto di risparmiare per ottenere quelle prestazioni sulla parte elettronica. I connettori sono invece ok, sebbene forniscano meno grip sugli RCA di quanto non lo forniscano per esempio quelli montati sul teac (dove bisogna proprio fare forza per togliere e mettere il cavo), idem il socket del jack che pure lui è in plastica. L’unitá è decisamente più leggera del trasformatore e sebbene non abbia alcun problema anche con cavi particolarmente pesanti come quello che uso sulle mie modhouse, quest’ultimo rischia di tirarselo a dietro (cavo da 5mm + guaina e connettore Furutech in magnesio ricavato dal pieno… pesa oltremodo parecchio, più del doppio di un cavo hi end con connettori Neutrik e circa 6-7 volte un cavo tradizionale di quelli a corredo con le cuffie) con cavi normali non c’è assolutamente alcun problema. I piedini dell’unitá sono in gomma e sono molto larghi, evitando di mandare a spasso per il tavolo l’unitá, al contrario lo tengono bello fermo in posizione; è impossibile peró inserire il jack senza mettere una mano sull’atom, i quattro piedini non riescono a contrastare la forza dell’inserimento. Il “pulsante di spegnimento” è la rotella del volume stessa, quando posizionata sul minimo c’è un piccolo scatto che spegne l’unitá, comoda anche come promemoria per chi ha diverse cuffie per evitare di dimenticarsi di abbassare il volume quando si passa per esempio da una cuffia meno sensibile ad una più sensibile. Ultima nota: l’unitá non scalda praticamente niente anche dopo ore di accensione, quindi è sicuro nel caso in cui vogliate chiuderlo dentro un mobile (non vedo il perché si debba fare peró visto che deve uscire comunque il cavo cuffie)



SUONO

DSC03443.jpg

Decisamente la parte più interessante: per il test è stato usato come dac il Teac UD-503 collegato via RCA, ed è stato articolato in diverse sezioni, per coprire il più possibile un vasto range di utilizzi: la parte più sostanziosa della recensione è stata coperta usando come cuffie le HiFiman HE-560 e le Modhouse Argon MK III, entrambe due tra le cuffie più difficili da pilotare sotto i 1000 euro, data la sensibilitá molto bassa e di conseguenza l’elevatissima richiesta di corrente su basse impedenze (intorno ai 50 ohm), più avanti sono state usate delle cuffie sempre esigenti ma in termini di tensione, le RHA CL750 in ear che grazie al combo alta impedenza e relativamente bassa sensibilitá rappresentano anch’esse un tipico scenario di utilizzo riscontrato per esempio con gran parte del listino sennheiser e beyerdynamic, ed infine le RHA T20i, cuffie in ear facilmente pilotabili, per rilevare eventuali problemi con rumori di fondo ed analizzarne il comportamento con cuffie sensibili in particolar modo sul profilo del guadagno e della gestione del volume.



La prima sensazione che ho avuto sia con le HiFiman che con le Argon è quella di un’estrema chiarezza, nitidezza e risoluzione. Insomma, la recensione di Audiosciencereview aveva evidenziato giá strumentalmente quello che poi si sarebbe visto in pratica: siamo davanti ad un amplificatore che è assolutamente trasparente, ed in questo campo è imbattibile anche da moltissime soluzioni di fascia ultra alta, grazie al livello di distorsione infima. Qui quello che entra esce, ed è notevolissimo il controllo che questo amplificatorino ha sulle membrane delle cuffie, in particolare le planari hanno una risposta sulla gamma bassa fulminea, estremamente veloce e pulita, da riferimento assoluto nel settore, facendo meglio del Teac in questo ambito. Il Teac infatti appare più morbido come tono, più musicale, rilassante; devo ammettere che in qualche ascolto tendevo a preferire il teac specialmente con le 560 (e specialmente quando usato al pieno del suo potenziale in bilanciato) per via della minor fatica di ascolto data dall’estrema analiticitá e freddezza dell’Atom, di fatto l’UD-503 suona un pelo più naturale, ma anche il JDS in questo campo si fa apprezzare ugualmente. La resa spaziale è un’altra cosa in cui negli ascolti è emerso l’UD-503 come vincitore: gli strumenti sono meglio posizionati spazialmente e soprattutto la sensazione è quella di maggiore aria ed apertura scenica, cosa che con l’Atom se volessimo usare un aggettivo anglofono, lo descriverei come più “in-your-face”. Con le Argon invece è un’accoppiata eccellente: il teac tende ad ammorbidire troppo il tono giá musicale di queste cuffie, mentre l’Atom restituisce il giusto vigore alla musica, tenendo molto bene a freno i bassi che con il Teac si perdevano un po’ nella fase di decadimento, sovrapponendosi a volte anche sui medi. Con l’Atom non succede, i bassi sono più secchi e puliti, con meno sbavature, un’accoppiata perfetta a mio parere. A livello di potenza ne abbiamo largamente a sufficienza per entrambe le cuffie: difficilmente si passa la metá del potenziometro con il gain chiaramente impostato su high, ed entrambe diventano assordanti ai tre quarti del potenziometro, che essendo logaritmico vuol dire che ha comunque ancora da dare parecchio prima di arrivare a fondo corsa.

Per quanto riguarda le IEM ho iniziato con le CL750, che rappresenterebbero un carico di media difficoltá in quanto ad alta impedenza (simil HD660s, DT990 pro), non ho avuto alcun problema e son riuscito ad ascoltare a gain alto indicativamente verso le ore 11 del potenziometro, con un volume veramente molto alto giá verso le ore 12 (ricordo che copre un range che va dalle ore 7 il minimo alle ore 5 il massimo), e francamente non sono riuscito a notare alcuna differenza con il teac al di fuori di una davvero infinitesimale differenza per quanto riguarda nuovamente il dettaglio e la pulizia generale a favore dell’atom, che rendeva il suono un po’ più “olografico” e tendente ad esaltare la caratteristica sibilante di queste cuffie. Le cose si sono fatte interessanti passando sulle T20i, queste sono cuffie molto sensibili e di fatto le ho usate solo a gain basso perché con quello alto sono impossibili da usare per via del volume, ovviamente nessun minimo problema di pilotaggio e considerazioni sempre analoghe alle altre per quanto riguarda il suono, ma mi hanno permesso di valutare quantitativamente il rumore di fondo: scollegando il PC e anche l’atom dal teac per non avere influenze dal dac, ho iniziato ad aumentare il volume e anche con cuffie cosí sensibili portando il volume al massimo tenendo il gain basso non si sono riscontrati problemi (in questa situazione se ci fosse stato del segnale le cuffie probabilmente non sarebbero più qui). Commutando il gain su alto invece, ho riscontrato del rumore come una sorta di buzz elettronico dalle ore due, crescendo sempre più distintamente dalle ore 3 in poi. Per confronto il Teac, con una scala che va da -99dB a +24dB, è letteralmente dead silent a 0dB ed inizia a sentirsi qualcosa intorno ai +9dB, qui il rumore è più simile ad un fruscio, un sibilo, ma nessun buzz. Per confronto, con le HE-560 sul teac non mi risulta di essere andato oltre i -10dB, mentre sull’atom sempre con le 560 il volume è veramente molto alto giá ad ore 12-1 con gain alto. In ogni caso sia il teac che l’atom esibiscono questo rumore proprio per via dell’alta sensibilitá delle cuffie utilizzate per questo test, se collegherete una cuffia e vi troverete nella condizione di ascoltare a quei livelli con entrambi i dispositivi (per esempio se la cuffia è una HiFiman HE-6) la sensibilitá della cuffia stessa sará cosí bassa da risultare assolutamente silenziosa. Mi spiego meglio: ho ricollegato le Modhouse al termine della prova ripetendola con queste, e in qualsiasi posizione del potenziometro il rumore era inesistente, decisamente “pitch black”, per via della più bassa sensibilitá della cuffia, di conseguenza possiamo dire che ogni cuffia ha la sua regione di ascolto sul potenziometro, e che per qualsiasi cuffia non avrete minimamente problemi con il rumore. Le T20i lavoravano ben oltre il loro volume utilizzabile nel caso in cui ci fosse stato del segnale.

Passiamo all’uso con un DAP: in questo caso è stato usato un FiiO X3 MK III collegato tramite cavo jack-jack all’Atom, in modo da verificare che anche l’altro ingresso non presenti criticitá. Non è stato rilevato alcun problema e il miglioramento dall’uscita cuffie dell’X3 è stato significativo in tutti i sensi, come si ci poteva anche aspettare: dal dettaglio, al controllo, al volume massimo ottenibile, qui il miglioramento è stato veramente netto anche perché sia le 560 che le argon erano sottoalimentate dal povero FiiO. L’unico “problema” se cosí lo vogliamo chiamare, è dovuto al FiiO stesso: impostato come DAC non eroga i 2.1V pieni dello standard RCA, portandosi a dietro di conseguenza anche una fetta della potenza ottenibile con l’Atom, da qui si rileva l’importanza di controllare che il vostro DAC riesca a raggiungere almeno 2V in output, per sfruttare a pieno la potenza dell’Atom. SMSL M3, Xonar U7 e compagnia bella non erogano 2V, mentre tutti i dac stand alone da 100€ come D30, modi, 6th sanskrit e simili ma anche il D10 si, senza problemi, permettendovi di raggiungere il massimo della potenza dell’atom.



L’Atom fornisce anche una coppia RCA PRE OUT che purtroppo non sono stato in grado di testare, in quanto il finale di riferimento che ho ha solo ingressi XLR e non avrebbe avuto senso collegarlo ad altri amplificatori con ingressi RCA che non avrebbero retto il passo dovuto alla qualitá dell’Atom. Abilitati mediante lo scollegamento delle cuffie, vi consiglio di usarli in soli due frangenti: nel caso in cui dobbiate controllare il volume di diffusori attivi e nel caso in cui dobbiate controllare un finale di potenza. In tutti gli altri casi, quindi integrati, diffusori dotati giá di controllo volume e via dicendo, il consiglio rimane sempre quello di splittare l’uscita del dac dal momento che per quanto eccezionale possa essere un pre, indipendentemente dal prezzo di fatto è sempre meglio avere un cavo dritto piuttosto che qualcos’altro in mezzo. Senza contare due altri vantaggi dello splitter: il non dover scollegare le cuffie ogni volta e il poter ascoltare i diffusori senza dover per forza accendere tutta la catena.

INSIGHT TECNICO (aka skippate o voi mortali, se non volete un mal di testa :death:)

Molto è giá stato detto, in parte giá durante la recensione ed in parte durante i test condotti da audiosciencereview, pertanto mi limiteró ad analizzare i dati giá misurati, con in più un mio piccolo tentativo di misura mediante diversi spettrometri ed oscilloscopi che non sono di certo l’Audio Precision APX555 ma pur non essendo specializzati per questa applicazione in quanto più general purpose, forniscono un discreto riscontro con quanto misurato dall’utente Amirm di ASR. Purtroppo l’unitá non dispone di viti quindi non ho voluto aprirla, baseró eventuali commenti del teardown su foto reperibili in rete, cercando di non scendere troppo nel dettaglio per non far diventare una recensione un trattato tecnico. Nel caso sentitevi liberi di skippare questa parte.

(commento ai grafici di Audiosciencereview, trovate il link ad inizio recensione)
Per quanto riguarda il grafico della distorsione, c’è poco da dire, di fatto si ha un prodotto che non solo rivaleggia ma batte anche prodotti top di gamma, è presente solo ed esclusivamente una distorsione di seconda armonica a -120dB (totalmente inudibile anche dal 98% della strumentazione – tutti gli oscilloscopi di laboratorio che abbiamo e tutti gli spettrometri per quanto costosi, utilizzando finestrature temporali Hanning non risolvono più di -100dB. A questi livelli anche alitare sui cavi sonda compromette la misurazione per via del rumore termico, per rendere l’idea – e non è una esagerazione) e un leak della frequenza di rete a 60Hz (da noi sará a 50Hz) a -125dB, anche questa interi ordini di grandezza sotto a quanto un orecchio umano può mai sperare di riuscire a sentire. Il rumore di fondo è a -150dB, e francamente penso sia ancora più basso, quello che vedete nel grafico è probabilmente solo rumore di misura, e lo si nota anche dall’altissimo rapporto S/N postato successivamente, che raggiunge in high gain 124dB; molto importante per questo risultato è sicuramente la presenza di un alimentatore esterno: molti non ci pensano, e alle volte nemmeno i progettisti, ma portare la 230V dentro al dac o ampli che sia, vuol dire portare enormi campi EM dovuti in particolar modo ai trasformatori direttamente a contatto con la circuiteria: pensate che influenza può avere un campo generato da tensioni di oltre 650Vpp (la tensione di rete di 230V è il valore efficace RMS, essendo sinusoidale moltiplicando per radice due si ottiene il valore di picco, moltiplicando ancora per due si ottiene il valore picco-picco di 650V – ecco perché i multimetri utilizzabili con le tensioni casalinghe riportano la dicitura 650V max) su delle piccole tensioni da massimo 5V. L’impedenza in uscita è a 0.7Ω, sufficientemente bassa anche per CIEM professionali con impedenze che di solito si aggirano nel range 8-12Ω e la risposta in frequenza è sostanzialmente un righello che va ben oltre la banda udibile.
Discorso potenza: dai dati dichiarati dalla fabbrica posso giá dirvi che alle altissime impedenze (500-600Ω) la potenza è limitata dalla tensione, infatti si ferma a 125mW su 600 ohm con un livello di tensione che come potete vedere dai dati dichiarati dal produttore è sostanzialmente identico a quello erogato sui 150 ohm, 8.68V contro 8.66V (dato confermato anche dal massimo segnale amplificabile in input di 8.65V a gain unitario, ovvero con gain a 1x, su low). Questo vuol dire che probabilmente le linee interne sono a ±12V o ±15V, generate con un classico sistema a regolatori di tensione LDO. In ogni caso questo oggettino ha potenza da vendere, con una distorsione cosí bassa fino alla soglia di clipping, ed una erogazione che rasenta gli 1.1W @0.0009%, non credo esistano altri ampli in grado di produrre un tale livello cosí pulito. Idem sulle alte impedenze, a 300 ohm avete sostanzialmente 250mW di potenza per canale che vi permettono di pilotare un po’ quello che vi pare, senza manco preoccuparvi del clipping perché di fatto non c’è (altra evidenza di come sia limitato in tensione, non che necessariamente sia un male perché è sí limitato in tensione ma ad un livello che prima di arrivarci o spaccate le cuffie o diventate sordi, 250mW sono tantissimi su una cuffia ad alta impedenza). Infine il potenziometro è adeguatamente accurato anche per l’utilizzo con cuffie particolarmente sensibili in quanto porta a deviazioni tra i due canali inferiori allo 0.5dB, anche qui praticamente inudibili. Intelligente è stato l’uso di un relé per il controllo sull’uscita, per la soppressione di eventuali disturbi legati all’accensione del circuito, non ha invece una protezione contro eventuali correnti continue all’ingresso, ed essendo DC coupled nella remota ipotesi che il vostro dac dia problemi e per qualche stranissimo motivo aggiunga un offset all’uscita o emetta una tensione continua, l’Atom la amplificherá come se fosse un segnale qualunque, riscaldando e potenzialmente fondendo le cuffie. È importante notare che questo comportamento può essere attribuibile solo ad un grave malfunzionamento del dac, ed in ogni caso è quasi impossibile si verifichi. Il preamplificatore è di tipo attivo, quindi il segnale passa sempre attraverso l’ampli cuffie ma viene deviato sulle uscite RCA ed è pertanto richiesto lo scollegamento delle cuffie stesse per abilitare tale uscita. Inutile dire che anche qui le prestazioni sono analoghe a quanto riscontrato giá con le cuffie.

Veniamo alle mie misure, o quel che son riuscito a fare con quanto a disposizione: in laboratorio gli oscilloscopi più economici, dei Tektronix da circa 3000 euro, non sono riusciti a risolvere più di -60dB di segnale SFDR, quindi praticamente fornendo risultati inutili, ma ne ho comunque approfittato per verificare la risposta in frequenza, piatta da 0 a circa 140kHz (potete riciclarlo pure per utilizzi in RF se vi va :asd:) con una flessione a -3dB ed un aumento esponenziale della distorsione (per via del GBW) a partire dai 150kHz, con spurie che salgono a -50dB. Passando su un più serio oscilloscopio Agilent la soglia si è spostata a -80dB, purtroppo ancora inutile, ma spingersi ancora oltre risulta davvero problematico in quanto su tensioni dell’ordine del volt, -80dB significa giá andare a misurare con precisione il decimo di millivolt. Purtroppo abbiamo spettrometri di altissimo livello ma operanti solo in radiofrequenza, con l’eccezione di un vecchio ma davvero accurato spettrometro completamente analogico a tubo catodico da una quarantina di kg che copre la banda 0-300kHz. Qui siamo riusciti a spingerci a circa -100dB, rilevando peraltro un altro problema: i generatori di funzione in utilizzo generano giá di loro una distorsione intorno ai -85dB, al che non avendo a disposizione generatori di precisione ho tentato un po’ il tutto per tutto utilizzando il FiiO X3 MK III come generatore sinusoidale: i picchi di distorsione dovuti al generatore Agilent sono spariti, lasciando il solo picco ad 1kHz e di fatto confermando i dati ottenuti mediante la strumentazione più specializzata di Amirm, o almeno per quanto riguarda i primi 100dB posso confermarvi che non c’è alcun tipo di distorsione che raggiunge tali livelli.

Nella prima immagine allegata, l’FFT con 1kHz in ingresso sul Tektronix, massima potenza sull’amplificatore prima del clipping. Si può notare che nei primi 60dB non c’è niente di niente, e il rumore in fondo è solo dovuto all’oscilloscopio. Nella seconda il livello di tensione di uscita a vuoto a massima potenza, 1kHz, nel tempo. Si nota la conferma dell’8.58V RMS e dei 23V picco picco, che rinforzano la mia tesi sulle alimentazioni interne. Nella terza si nota l’estremo banda superiore a 150kHz, dove inizia ad emergere dal rumore di misura la spuria a -50dB, nel frattempo temporalmente l’onda inizia a diventare triangolare. Nella quarta per chi fosse interessato all’uscita del trasformatore, c’è l’uscita picco picco di 50V in cui si nota sulle creste tutto il rumore dovuto all’alta distorsione della frequenza di rete, ripulito magistralmente dall’ampli stesso, importante notare che tale rumore dipende solo dalla vostra rete di distribuzione elettrica e dal vostro impianto elettrico, nulla a che vedere con il povero trasformatore che non può aggiungere distorsione. Questo fa notare anche quanto inutili possono essere i cavi di alimentazione esoterici e i condizionatori di tensione: se un ampli da 100€ riesce a sparare tutto quel rumore a -125dB, pensate davvero che i progettisti di ampli anche più costosi siano cosí impreparati da non sapere filtrare una linea di alimentazione? Vi ho aggiunto nella quinta la FFT della tensione di rete cosí intanto sapete quel che vi arriva a casa... pensate che tutta quella roba l'atom la fa sparire a -125dB con soli due chip e qualche condensatore. Nella sesta il tentativo di misurazione eseguito con l’Agilent ad 1kHz mentre nell’ultima la misura con lo spettrometro HP, nel quale si rileva il problema dovuto ai generatori di funzione in uso.

Infine, il teardown guidato:
JDS Labs Atom Headphone Amplifier Teardown PCB.jpg
come si vede dall’immagine, la scelta per l’amplificazione è ricaduta sui classici LME49600, operazionali che hanno visto larghissimo impiego in audio per via delle loro molteplici funzionalitá (selezione della banda, alta corrente di uscita di 250mA, alto slew rate di 2000V/µS) ma soprattutto per via della loro ultra bassa distorsione. Come si vede dal grafico della potenza in uscita ricavato dal datasheet, con alimentazione duale a ±15V (quindi di fatto confermando finalmente quanto ipotizzato dalle misure) si ottengono le prestazioni dell’Atom stesso, e questo è notevole perché quando implementati nel circuito i chip si comportano molto peggio di quando testati singolarmente, facendo notare quanta cura è stata riposta nel design del PCB.

La scelta per l’amplificazione basata su integrati si dimostra come ho sempre sostenuto nuovamente vincente, in quanto è l’unico modo per avere transistor dello stadio di uscita esattamente uguali poiché lavorati in un unico processo produttivo, e questo specialmente per i BJT è importante. Dei discreti per quanto matchati non saranno mai uguali, lo si nota per esempio confrontando sia l'atom (basato su LME49600) che il Topping A30 (basato su un chip ampli integrato all in one TPA6120A2) rispetto ai famosi AudioGD, per esempio. La gestione dell’input invece è affidata ai doppi operazionali usati come buffer della NJR (ai più nota forse per i loro muses) 2068. Il resto lo trovate appuntato nelle immagini che vi ho commentato (nel caso ingranditela con lo zoom), di seguito vi lascio i link ai datasheet dei componenti usati:
atom-amp-pcb-v100.png

LME49600 LM337 LM317 EE212N NJR 2068

CONCLUSIONI

Con un oggetto del genere davanti, miglioramento del giá piú che ottimo O2, mi risulta estremamente difficile giustificare una spesa maggiore dei 99$ (146€ ss e IVA incluse per l’Italia) richiesti dall’Atom anche se i soldi li avete da buttare dalla finestra, detto chiaro e tondo. Investiteli in cuffie piuttosto, prendetevi delle cuffie migliori e ne guadagnerete indubbiamente di più dello spendere di più su un ampli, anzi, il 99% delle volte vi ritroverete anche con un amplificatore peggiore, e sembra incredibile ma è cosí, sono ben pochi gli ampli migliori di questo dal puro lato delle performance senza manco considerare il prezzo, solo il Neurochrome HP-1 da 1000€ riesce a tenergli testa (ora peraltro pure discontinued). Se siete riusciti a leggere fino a qui senza stracciarvi le vesti dopo questa affermazione o senza iniziare riti da esorcista nei confronti del sottoscritto, aggiungo anche che l’unico caso in cui può aver senso spendere qualcosa in più è quel caso in cui vogliate avere qualche feature in più come uscite ed ingressi bilanciati, allora il Massdrop THX AAA 789 può assumere significato in quanto ha prestazioni praticamente identiche a queste, con in più una costruzione migliore e una maggiore connettivitá. Dulcis in fundo, anche ammettendo che esista un amplificatore da 3000 euro in grado di offrire prestazioni superiori (hey Benchmark HPA-4, sto pensando a te), resta sempre il fatto che giá quelle dell’atom sono di prima categoria e migliori lo saranno forse solo per gli strumenti di misura, in quanto giá l’Atom è decisamente trasparente al molto molto più imperfetto udito umano. Peraltro tutta la trafila di problematiche emerse durante la mia rilevazione di segnali a livelli cosí infimi anche con strumentazioni di altissimo livello dovrebbe comunque farvi quantomeno riflettere su quanto alla fine potrebbe essere udibile un tasso di distorsione cosí basso… Anche spettrometri attualissimi da centinaia di migliaia di euro quali i Rohde&Schwarz FSW non risolvono più di un centoventi dB, le vostre orecchie invece? Non è forse che passato un certo livello negli ampli cuffie, ma anche per i dac, diciamo indicativamente oltre i 100 euro a prodotto, le differenze sono totalmente inudibili come anche rilevato dal confronto teac-JDS, e che apparecchiature da migliaia di euro siano alla fine tutta fuffa?

Ricapitolando a questo prezzo vi prendete un amplificatore che vi fa da pre out, ampli cuffie ad altissima potenza (e sono abbastanza sicuro che non avrete problemi nemmeno con cuffie del calibro della HE-6) il tutto con una distorsione dello 0.0009% ad 1.1W. Ora non so voi, magari è una mia deformazione professionale da ingegnere elettronico, ma per me l’alta fedeltá come concetto in sé vuol dire amplificatori e sorgenti che distorcano il meno possibile, che presentino quello che è sulla traccia esattamente come è stato inteso in studio, e per far ció serve proprio distorsione nulla e rumore di fondo basso, due cose che questo Atom è in grado di fornire perfettamente. Poi certo, si può parlare di suoni più eufonici, musicali e via dicendo, inserendo via via nel discorso le valvole e chi più ne ha più ne metta ma io preferisco gestirmi i gusti personali solamente cambiando cuffie e/o diffusori, avendo la certezza che le elettroniche a monte siano in grado di gestire equamente qualunque cosa gli venga collegato, senza preoccuparsi di accoppiamenti e altri discorsi. In quest’ottica, direi che l’Atom riesce perfettamente nell’intento e non esagero quando dico che lo considererei tranquillamente un punto di arrivo definitivo anche per l’audiofilo più esigente, di fatto preferendolo anche al Teac la maggior parte delle volte. Il Teac rimane solo un pelo più “naturale” con le 560, ma sicuramente non ho dubbi che il vero suono delle 560 per come sono state intese sia quello che esce dall’Atom. Un ultimo discorsino riguardante Topping A30 e Schiit Magni, visto che sono nella stessa fascia: se guardate anche all’estetica oltre alle prestazioni brute, sicuramente questi due offrono uno chassis in alluminio e un feeling migliore, in entrambi perderete un po’ di prestazioni ma guadagnerete un telaio in alluminio e dei controlli migliori al tatto, anche se devo comunque dire che esteticamente io preferisco l’Atom per il suo design pulito e minimale. In particolare l’A30 non si discosta poi cosí tanto dall’Atom, pertanto se siete in dubbio su quale prendere io direi di non fasciarvi troppo la testa e di prendere quello che vi piace di più o quello che vi costa meno, tenendo comunque in conto che se dovessimo stilare una classifica delle prestazioni, vedremmo l’atom in testa seguito a ruota dall’A30, che distaccano entrambi di un discreto margine il magni. Se avete giá un magni o un O2 il mio suggerimento é invece di rimanere come siete attualmente, un conto é dovere comprare qualcosa da zero ma cambiare solo per avere una distorsione che invece dei -100dB é a -125dB é molto questionabile in quanto a mio parere totalmente inudibile.

Ho mentito quando dicevo un ultimo discorsino, ho ancora un’ultima riga di consiglio: non date retta a chi dice che servono migliaia di euro in amplificatore se prendete delle cuffie importanti. Questo ampli va benissimo anche per delle focal utopia o delle HiFiman HE-1000, è che purtroppo nell’audio hifi si credono a troppe cose davvero troppo sbagliate, si ci fida di orecchie di 60enni che molto spesso non hanno una minima base di elettronica e fanno test chiaramente con bias dovuti al fatto di dover giustificare per forza un acquisto costoso, magari manco in doppio cieco. Per certi versi molti non hanno nulla da invidiare ai terrapiattisti in questo ambito, negli anni ne ho sentite fin troppe...
 
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stracciandomi le vesti ed esorcizzando sono riuscito a leggere tutto :luxhello::luxhello::luxhello:

Complimenti vivissimi per la recensione e per i confronti. Lettura interessantissima. Sono contento di aver acquistato l'Atom e di averlo abbinato al topping D10.

Alcune considerazioni:

1) Sembrerebbe emergere che la vera alternativa all'Atom sia il Topping A30. Se infatti non mi sono perso nella lettura, il primo è leggermente più potente (è udibile la differenza?) ma il secondo esternamente è in alluminio e in teoria per un cittadino UE costa di meno perchè venduto da Amazon (.DE sicuramente).

2) Ti chiedo, se possibile, inserire nel confronto tra gli AMP citati (nella fascia di prezzo dei 100 $) anche il Monolith Liquid Spark, un'amp per cuffie molto consigliato oltreoceano in vendita su amazon.com.

3) Puoi confermare che sia con le modhouse che con le Hifiman è impossibile , anche per qualche secondo, tenere il volume dell'Atom al massimo ?

Per quanto riguarda l'eventuale acquisto dell'Atom, considerando l'affidabilità, l'efficienza, la competenza e la velocità di risposta della Jds Labs consiglio di acquistare l'AMP direttamente da loro selezionando la spina UE. Nell'Europa continentale, che io sappia, lo vendono solo due shop: uno localizzato in UK ma vi arriverà con la spina inglese e uno in Germania a 160 euro + s.s.
Però ripeto il mio consiglio è acquistarlo direttamente presso la casa madre scegliendo come corriere FEDEX INTERNATIONAL PRIORITY. Dopo 48 ore dall'ordine vi ritroverete l'Atom davanti l'uscio di casa. Dovrete pagare al corriere Fedex l'iva al 22% del totale speso (costo atom + ss) + 12,50 euro di diritti di sdoganamento perchè Fedex anticipa per voi gli oneri doganali.
Unico accorgimento è di accertarvi che la Jds Labs indichi in fattura i costi di spedizione altrimenti la dogana vi calcolerà una spesa presunta perchè gli oneri doganali si pagano anche sulle spese di trasporto. La base imponibile per il calcolo degli oneri doganali è costo del prodotto più spese di spedizione. Sotto i 150 euro complessivi (è questo il caso) dovete solo pagare L'iva. I dazi sono in franchigia e si pagano solo quando il valore doganale complessivo è superiore ai 150 euro.

p.s. Info sul cambio euro dollaro della Dogana: la dogana effettua il cambio sulla basse del tasso ufficiale (che io sappia senza commissioni). Viene stabilito a inizio mese e per tutto il mese rimane sempre fisso. Non è soggetto quindi a oscillazioni giornaliere
 
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stracciandomi le vesti ed esorcizzando sono riuscito a leggere tutto :luxhello::luxhello::luxhello:

Complimenti vivissimi per la recensione e per i confronti. Lettura interessantissima. Sono contento di aver acquistato l'Atom e di averlo abbinato al topping D10.

Alcune considerazioni:

1) Sembrerebbe emergere che la vera alternativa all'Atom sia il Topping A30. Se infatti non mi sono perso nella lettura, il primo è leggermente più potente (è udibile la differenza?) ma il secondo esternamente è in alluminio e in teoria per un cittadino UE costa di meno perchè venduto da Amazon (.DE sicuramente).
si l'atom é leggerissimamente piú potente... roba che non credo sia apprezzabile alle basse impedenze, sicuramente di piú sulle alte visto che l'atom li praticamente lo doppia. Ecco magari questo andrebbe aggiunto, con cuffie ad alta impedenza l'atom a questo punto sarebbe decisamente preferibile. In ogni caso l'atom é il migliore dei trio se ci basiamo sui grafici, su quanto questo migliore sia udibile visto che comunque in ogni caso la distorsione é sotto i 100dB, non ne sono cosí sicuro, ma almeno sulla carta é cosí e bisogna dargliene credito.
2) Ti chiedo, se possibile, inserire nel confronto tra gli AMP citati (nella fascia di prezzo dei 100 $) anche il Monolith Liquid Spark, un'amp per cuffie molto consigliato oltreoceano in vendita su amazon.com.
ha un comportamento simile al magni, quindi in ogni caso ricade in fondo alla classifica, ha un po' piú di potenza dell'atom, circa mezzo watt in piú, ma un livello di distorsione superiore e in particolare piú rumore dovuto purtroppo a un filtraggio un po' piú approssimativo dell'alimentazione. Quando sul mercato ci sono A30 e Atom, non vedo perché prenderlo in considerazione francamente :sisi:
3) Puoi confermare che sia con le modhouse che con le Hifiman è impossibile , anche per qualche secondo, tenere il volume dell'Atom al massimo ?
diventano assordanti da non tenerle piú in testa ad ore 3 quindi si, direi assolutamente di si. Con questo ci piloti pure le HE-6.
Per quanto riguarda l'eventuale acquisto dell'Atom, considerando l'affidabilità, l'efficienza, la competenza e la velocità di risposta della Jds Labs consiglio di acquistare l'AMP direttamente da loro selezionando la spina UE. Nell'Europa continentale, che io sappia, lo vendono solo due shop: uno localizzato in UK ma vi arriverà con la spina inglese e uno in Germania a 160 euro + s.s.
Però ripeto il mio consiglio è acquistarlo direttamente presso la casa madre scegliendo come corriere FEDEX INTERNATIONAL PRIORITY. Dopo 48 ore dall'ordine vi ritroverete l'Atom davanti l'uscio di casa. Dovrete pagare al corriere Fedex l'iva al 22% del totale speso (costo atom + ss) + 12,50 euro di diritti di sdoganamento perchè Fedex anticipa per voi gli oneri doganali.
Unico accorgimento è di accertarvi che la Jds Labs indichi in fattura i costi di spedizione altrimenti la dogana vi calcolerà una spesa presunta perchè gli oneri doganali si pagano anche sulle spese di trasporto. La base imponibile per il calcolo degli oneri doganali è costo del prodotto più spese di spedizione. Sotto i 150 euro complessivi (è questo il caso) dovete solo pagare L'iva. I dazi sono in franchigia e si pagano solo quando il valore doganale complessivo è superiore ai 150 euro.

p.s. Info sul cambio euro dollaro della Dogana: la dogana effettua il cambio sulla basse del tasso ufficiale (che io sappia senza commissioni). Viene stabilito a inizio mese e per tutto il mese rimane sempre fisso. Non è soggetto quindi a oscillazioni giornaliere
informazioni sicuramente estremamente utili per chi lo acquisterá, ti ringrazio :ok:
 
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Grazie :ok: . Do per scontato che questo suono assordante si raggiunga solo con il gain dell'Atom impostato su high
sisi quello certo. Con il gain su low comunque con entrambe le cuffie e con il volume al massimo si arriva a un volume medio/medioalto.
 
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miguel

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come li ho martellati di email...
vendevano questi prodotti senza spina UE. Gli avevo scritto siete in Europa, vendete questi prodotti solo voi e un altro shop tedesco e che fate , fornite la spina Americana/Inglese?
E noi europei per avere la spina UE dobbiamo pagare dazi doganali e comprare l'oggetto in Usa dal produttore che ce lo invia con la nostra spina!! :luxhello:
 
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adesso fortunatamente hanno anche quella europea di spina ahah, comunque un po' ho rosicato anche io.
come li ho martellati di email...
vendevano questi prodotti senza spina UE. Gli avevo scritto siete in Europa, vendete questi prodotti solo voi e un altro shop tedesco e che fate , fornite la spina Americana/Inglese?
E noi europei per avere la spina UE dobbiamo pagare dazi doganali e comprare l'oggetto in Usa dal produttore che ce lo invia con la nostra spina!! :luxhello:
 
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Il mio Atom non dà segni di vita e se scuoto l'alimentatore si sente roba muoversi.

Posso comprare un generico alimentatore che abbia lo stesso output? Ad esempio
 

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Il mio Atom non dà segni di vita e se scuoto l'alimentatore si sente roba muoversi.

Posso comprare un generico alimentatore che abbia lo stesso output? Ad esempio
quello va benissimo, anche se é strano che un trasformatore possa rompersi in quel modo... non so fino a quanto possa essere colpa sua.
Prova comunque con quello, dovrebbe andare.
 

gian_gianni

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Prima di montarlo cosa dovrei verificare con il multimetro, per essere sicuro di non danneggiare l'amplificatore?
 

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Prima di montarlo cosa dovrei verificare con il multimetro, per essere sicuro di non danneggiare l'amplificatore?
se i dati di targa son corretti nulla, visto che corrispondono all'originale. La tensione é 16V come nello stock, alternata, quindi tutto in regola.
 

gian_gianni

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Certo, però su Amazon a volte si trovano anche cinesate, cioè sull'etichetta c'è scritto roba non vera; se non sbaglio c'era una serie di un utente proprio di questo forum che andava a bruciare le PSU cinesi per PC presi da Amazon.

Ho fatto lo scientifico e non ricordo nulla o quasi di elettrica, dovrebbe essere solo la tensione che può creare danni giusto?
 

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