Cos'è Un Amplificatore?

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luigir

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@maurilio86
Ciao, grazie per la guida, mi hai convinto ad acquistare questa cuffia (sono tra quelli che hanno budget molto limitato :lol:).

Ora, dato che da poco mi sto interessando del reparto audio (non ho ancora scheda audio dedicata e possengo le sades sa-708) leggendo ovunque leggo due termini strettamente correlati, ma di cui ancora capisco il significato.

L'impedenza delle cuffie sarebbe l'energia che serve per farle suonare (?)
Da questo ho capito che per dispositivi mobili che non possono erogare molta elettricità serve una impedenza bassa, mentre per un pc va bene anche alta.
Ma alla fine, bassa o alta che sia (si arriva addirittura sui 600ohm se non sbaglio), cosa cambia?
Queste cuffie qualitativamente se dici che sono paragonabili a cuffie di 200 od oltre euro e hanno "solo" 32ohm, quelle da 600ohm aono il top del top?

Mentre per quanto riguarda l'amplificatore non ho capito veramente nulla. A cosa serve?
Leggendo ho capito che amplifica le frequenze... E allora :hihi:? Significa che il suono si sente più forte? In pratica a cosa servono?

La soundblasterZ che ho intenzione di abbinare a queste cuffie ha un buon amplificatore o necessito di uno da te consigliato?
Grazie in anticipo :luxhello:!!

Riporto esattamente il messaggio inoltrato nella discussione delle cuffie superlux hd681EVO.

A causa dell'inattività del creatore della discussione ho deciso di aprirne una nuova.
Sono un neofita, però mi piacerebbe molto imparare a comprendere il mondo dell'audio.
Aggiungo una piccola correzione alla citazione: ho visto a pochi euro di differenza dalla Sound Blaster Z la Asus Soar Strix, cosa consigliate? Grazie!
 
L'amplificatore

L'amplificazione è un elemento imprenscindibile della catena audio, in qualsiasi situazione e applicazione. Infatti, se è ovvio che l'amplificazione sia importantissima nella riproduzione dell'audio casalinga e dal vivo, bisogna anche ricordare che ogni segnale sul quale si sta lavorando in studio va monitorato nel modo adeguato, e non bisogna mai sottovalutare l'importanza dei componenti che utilizziamo per l'ascolto.
Sebbene l'amplificazione sia considerata una delle componenti più semplici dell'audio - e non senza una parte di ragione - è anche vero che troppo spesso viene sottovalutata, affidando ad una attrezzatura scadente o inadeguata il monitoraggio, soprattutto in studio, dove invece per il tecnico è fondamentale non solo utilizzare apparecchiature idonee, ma anche conoscerle a fondo e saper discernere le loro reazioni ad ogni tipo di segnale, sia dal punto di vista dei livelli sia da quello delle frequenze.
Capita spesso ai neofiti di avere a disposizione materiale ben registrato e ben interpretato, e poi di rovinare il risultato finale con un missaggio "sballato", realizzato magari con casse hi-fi del tutto inadeguate.
In questo tutorial spiegheremo cos'è un amplificatore, come funziona, e quali sono i tipi di amplificatori e le loro caratteristiche. Vedremo inoltre cos'è un preamplificatore e a cosa serve.A che serve l'amplificatore?


Se trovate banale questa domanda, allora probabilmente è inutile che continuiate a leggere!
L'amplificatore è una di quelle apparecchiature che contengono nel nome la loro principale funzione, ma anche i germi di qualche equivoco.
Diciamo che in generale un amplificatore è un dispositivo che serve ad incrementare un segnale, come indica il nome, ma è anche un'apparecchiatura che introduce un controllo sui valori caratteristici del segnale, in grado di linearizzarlo e di controllarne ed eventualmente modificarne l'impedenza.
Inoltre è importante sottolineare che un amplificatore non agisce necessariamente o solamente sul livello di un segnale, ma anche, se necessario, su altri valori.
Un amplificatore può essere utilizzato, ad esempio, dal vivo, per consentire al pubblico di un concerto di udire l'uscita del mixer nel quale confluiscono i segnali dei vari strumenti; può essere utilizzato in studio o sul palco per consentire al segnale (molto basso) di un microfono di raggiungere il livello correttamente interpretabile dal mixer (in questo caso si parla di preamplificatore); può essere utilizzato come convertitore di impedenza per adattare il segnale di un microfono (spesso con altissime impedenze) o di uno strumento elettrico (D.I. Box); può essere utilizzato in funzione della frequenza, nel qual caso prende il nome di equalizzatore.
La parola "amplificatore" insomma va presa un po' con le pinze: tenete conto che se parlate di amplificatori con un amante dell'hi-fi, quest'ultimo visualizzerà probabilmente questa immagine dell'amplificatore:

ampli1.jpg


mentre un chitarrista penserà probabilmente a questa immagine:

ampli2.jpg


e un tecnico di palco immaginerà forse qualcosa di simile a questo:

ampli3.jpg


eccetera eccetera.


Come funziona un amplificatore


Una immagine classica per comprendere l'uso dell'amplificatore è quello della valvola, intesa in senso idraulico (la valvola elettronica, anche detta - più propriamente - tubo a vuoto, prende il nome proprio dalla valvola idraulica).

valvolaidraulica.jpg


Tramite la valvola idraulica, è possibile controllare grandi pressioni d'acqua con un minimo dispendio di energia.
Analogamente, un tubo a vuoto controlla l'entità del flusso di segnale.

tubiavuoto.jpg


Non è semplice dare una spiegazione del funzionamento dei tubi a vuoto senza prima fornire una infarinatura di elettronica.
Possiamo però dire con una certa semplicità che, in presenza di una corrente continua, nel tubo a vuoto si presenta una differenza di potenziale tra il catodo e l'anodo (quest'ultimo detto placca nel tubo a vuoto).
Fra i due elementi, catodo e placca, si trova una rete a griglia di materiale metallico, la quale svolge una funzione analoga a quella della valvola idraulica, regolando il flusso di elettroni che si spostano dalla placca al catodo.
Lo schema che vediamo è quello di un particolare tubo a vuoto, il triodo.

triodo.jpg


Quando il livello del segnale sulla griglia subisce variazioni anche minime, corrispondentemente ci sono variazioni analoghe ma molto maggiori tra il catodo e la placca.
Questo si traduce, come si vede nello schema esemplificativo, in una amplificazione del segnale.

amplificazionetubo.jpg


La maggior parte degli amplificatori attualmente sul mercato non utilizzano più i tubi a vuoto, eccezion fatta per apparecchiature particolarmente costose.
Sono invece molto diffuse le apparecchiature a transistor.
Il transistor (trans-resistor, ossia resistenza variabile) si basa su un principio elettrico del tutto differente, ma nella sostanza simile, nel senso che l'azione svolta dal transistor è identicamente assimilabile a quella della valvola che abbiamo visto all'inizio.
Con una tensione di controllo alla base del transistor, è possibile creare una variazione nella resistenza tra collettore ed emettitore, proporzionale alla tensione di controllo ma molto maggiore. Questo si traduce in una amplificazione all'uscita del dispositivo.
Lo schema di base di un amplificatore a transistor non è molto dissimile da quello di un amplificatore "a valvola" (ossia a tubi a vuoto).

amplificazionetransistor.jpg


Nella pratica il transistor non opera in modo lineare, il che costringe ad operare una correzione mediante un segnale di bias applicato alla base del transistor: questo segnale costringe il transistor ad operare in una zona di linearità.


Possibili problemi di un amplificatore


Sono due le principali difficoltà incontrate da un amplificatore: la prima è il rumore, la seconda è la saturazione.
Il rumore è dovuto alla circuiteria stessa, e può essere più o meno presente nel segnale in uscita a seconda di come è progettata e costruita la circuiteria stessa. Questo è un parametro molto importante in un amplificatore, e dipende in genere dall' accuratezza del fabbricante.
E' ovvio che, nella maggioranza dei casi, amplificatori di fascia di prezzo più alta e fabbricati da grandi produttori saranno i meno rumorosi, sebbene siano sempre presenti eccezioni.
La saturazione è invece un fenomeno che non dipende dalla qualità del dispositivo, ma unicamente da tre valori: l'alimentazione, il rapporto di guadagno e il valore del segnale in ingresso.
Facciamo un esempio: Se l'amplificatore ha un'alimentazione di 24 volt, ciò vuol dire che la massima tensione in uscita possibile sarà di 24 volt. Tensioni maggiori produrranno necessariamente una alterazione del segnale, essendo fisicamente impossibile per l'apparecchiatura una uscita maggiore.
Ora, immaginiamo che un segnale in ingresso abbia un valore di 0,5 volt e che l'amplificatore stia operando con un rapporto di guadagno di 30:1.
E' evidente con un semplicissimo calcolo che il valore di 0,5 volt moltiplicato per 30 darà un'uscita di 15 volt: ciò è compatibile con l'alimentazione e il segnale verrà inviato in uscita regolarmente.
Immaginiamo invece un segnale in ingresso di 1 volt, con lo stesso rapporto di guadagno di 30:1.
In questo caso il valore di 1 volt moltiplicato per 30 darò un valore in uscita di 30 volt.
Questo è incompatibile con il massimo valore di tensione in uscita.
Ciò produrrà un taglio delle onde in uscita, e una corrispondente distorsione del segnale.
Il diagramma che segue rappresenta il taglio delle onde in uscita.

distorsione.jpg


Va detto che il fenomeno della distorsione viene percepito molto più distintamente con i transistor che con i tubi a vuoto, in quanto i transistor in caso di distorsione producono una grande quantità di armonici dispari, particolarmente udibili e fastidiosi.


L'amplificatore operazionale


Tutti gli amplificatori che trovano applicazione nella produzione audio sono amplificatori operazionali (abbreviato in op amp).
Un amplificatore operazionale è un amplificatore a larga banda ed elevato guadagno, con alta impedenza in ingresso e bassa impedenza in uscita.
Vi sono numerosi tipi di amplificatore operazionale:
  • Il preamplificatore
  • L'equalizzatore
  • L'amplificatore sommatorio
  • L'amplificatore distributore
  • L'amplificatore da isolamento
  • L'amplificatore convertitore di impedenza
  • L'amplificatore di potenza
  • Il VCA (amplificatore controllato in tensione)
  • Il DCA (amplificatore a controllo digitale)
Nel seguito ci occuperemo solo di alcuni di questi: l'amplificatore di potenza, il preamplificatore, il VCA.


Il preamplificatore


Il preamplificatore è uno strumento fondamentale in studio e dal vivo, e si può presentare sia come outboard che come sezione di una consolle.
Il preamplificatore (o pre, come viene spesso abbreviato) è necessario non solo per incrementare il livello microfonico a quello di linea, ma anche per dare la possibilità di un controllo del guadagno del segnale e consentire di conferire determinate caratteristiche al segnale stesso.
Il preamlificatore è infatti uno strumento "che suona", capace di dare un colore ed uno spessore caratteristici al suono, all'incirca allo stesso modo di un microfono.
La qualità del preamplificatore in un lavoro in studio è fondamentale per la riuscita finale del lavoro, per cui è molto importante verificare che il proprio pre non produca un eccessivo rumore e sia in grado di rendere una buona gamma dinamica.
Come per molte altre apparecchiature (vedi soprattutto i compressori), un preamplificatore valvolare, ben progettato e realizzato in modo rigoroso, può dare degli eccellenti risultati, ma anche molti modelli a transistor sono ormai di livello eccellente.
Negli ultimi anni si è affermato sempre più l'uso dei cosiddetti channel strip: apparecchiature che racchiudono in una o due unità rack un gran numero di funzioni assieme al preamplificatore.
Quello raffigurato qui di seguito, ad esempio, dispone di: preamplificatore, alimentazione phantom, compressore, expander, de-esser, equalizzatore, peak limiter, oltre al controllo del guadagno in uscita.

vxp.jpg


L'altro apparecchio che vediamo qui sotto raffigurato, invece, è un preamplificatore a 4 canali; o meglio, potremmo dire 4 preamplificatori gemelli in un unico blocco. Molto comodo per microfonare in diretta piccoli cori o, ad esempio, una batteria.

isa428.jpg



L'amplificatore di potenza


L'amplificatore di potenza viene detto anche finale di potenza (o semplicemente finale) o anche, abbreviando dall'inglese, power amp.
Il power amp ha la funzione di alzare la potenza di un segnale alla potenza alla quale i diffusori possano raggiungere un certo livello desiderato.
Questa definizione, all'apparenza un po' fumosa, ha una precisa ragione d'essere nel fatto che è il livello desiderato - e insieme quello consentito dai diffusori, o monitor - a definire la potenza necessaria dell'amplificatore, e non ovviamente il contrario.

crownxls.jpg
Sono molti i fattori che entrano in gioco in un amplificatore di potenza, sia per quanto riguarda la scelta, sia per quanto riguarda la manutenzione.
Innanzi tutto diciamo che nell'uso di un amplificatore di potenza va tenuto conto della produzione di calore di quest'ultimo, in particolare per le apparecchiature a transistor. Un amplificatore di potenza deve disporre di varie protezioni per evitare rotture della circuiteria in caso di sovraccarico termico.
Un altro parametro estremamente importante è l'impedenza.
L'impedenza in uscita della maggior parte degli amplificatori di potenza in commercio è compresa tra i 4 ohm e i 16 ohm, con una certa preponderanza per il valore nominale di 8 ohm.
E' estremamente importante, per evitare danni al sistema, accertarsi che l'impedenza in uscita richiesta dall'amplificatore sia compatibile con l'impedenza richiesta dai monitor.
Bisogna sapere infatti che un amplificatore di potenza che si trovi ad alimentare un sistema di diffusori dalla sensibilità troppo bassa, rischia di andare in sovraccarico, con la tendenza quindi a produrre distorsione; questa distorsione (fatta di onde "tagliate", se ben ricordate) contiene per sua natura segmenti di corrente continua ad alto livello, capaci di bruciare le bobine dei diffusori, compromettendo il funzionamento del sistema stesso (oltre al danno economico, avremo anche rovinato la serata!).
Fate attenzione perchè un fraintendimento è molto diffuso: non si tratta di quanto siano grandi o "potenti" o "resistenti" i monitor: l'amplificatore arriva a bruciare le bobine degli stessi quando la sensibilità complessiva del sistema sia troppo bassa, ovvero proprio quando - maccheronicamente parlando, spero che gli esperti mi perdoneranno l'imprecisione di linguaggio - i diffusori forniscono apparentemente maggiore "resistenza" (non in senso elettrico ma in quello intuitivo), perchè è l'amplificatore in questo caso ad andare in sovraccarico, non essendo in grado di gestire l'alto livello che il segnale prende in uscita.
La sensibilità del sistema si misura in dB SPL/W/m2.

Stabilire la potenza necessaria dell'amplificatore di potenza perchè sia possibile fornire energia adeguata ai diffusori, ad esempio nel caso di un concerto all'aperto, non è cosa facile e richiede un certo numero di calcoli.
Per chi volesse seguire un po' di formule, proviamo ad esporre il calcolo necessario, soprattutto per dare l'idea di quali siano le difficoltà che si incontrano nel maneggiare grossi impianti di amplificazione.
Introduciamo innanzi tutto le grandezze di cui abbiamo bisogno.
  • Chiameremo LAmp il guadagno richiesto all’amplificatore in dBW
  • Lp sarà il ivello di pressione sonora desiderato
  • Dx sarà la distanza tra i diffusori e gli ascoltatori (in genere si considera la distanza tra i diffusori e lo spettatore più lontano che si voglia raggiungere)
  • DDx sarà pari a 20 log Dx (differenza di livello SPL con la distanza)
  • LTM è il margine per i transitori, ossia il cosiddetto Headroom o fattore di cresta
  • MOffAxis è il valore di correzione per il fuori asse
  • LSENSI sarà il valore di sensibilità dei diffusori (espresso in dBSPL ad 1W/1m)
Il margine per i transitori o Headroom LTM è il margine di livello massimo transitorio sopportabile dai monitor, e si misura in dB.
Il valore di correzione per il fuori asse MOffAxis è la variazione della pressione sonora SPL su tutta l’area d’ascolto, anch'esso naturalmente misurato in dB.

Una volta noti tutti questi parametri, sarà possibile applicare la formula

LAmp = (Lp + DDx + LTM + MOffAxis) - LSENSI

grazie alla quale possiamo stabilire il guadagno richiesto all'amplificatore in dBW.
Per convertire questo valore in potenza elettrica (o meglio in EPR, “Electrical Power Required” - potenza elettrica necessaria per ottenere le prestazioni predeterminate, ossia la Max SPL alla distanza desiderata per una data dispersione e con un dato Transient Margin) applichiamo la formula di conversione:

EPR= PSENSI x10 (LAmp/10)

ossia, essendo PSENSI la potenza di riferimento utilizzata per determinare la sensibilità dei diffusori, potenza fissata in 1 Watt:

EPR (misurata in W) = 10 elevato a (LAmp/10) dove LAmp è espressa in dBW

Mi rendo conto della difficoltà di queste formule ma spero che le scorrerete - come suol dirsi - con beneficio d'inventario, passando invece ad un eventuale approfondimento in caso di necessità.


Il VCA (amplificatore controllato in tensione)


Un ultimo paragrafo per un breve chiarimento su un oggetto "strano" nel quale ci si imbatte spesso parlando di apparecchiature per l'audio professionale: il VCA (Voltage Controlled Amplifier).
Il VCA non ha (come gli amplificatori visti finora) livello in output proporzionale al livello di input; il livello è invece funzione di una tensione continua, tra 0 e 5 volt, applicata all'input di controllo del VCA. Il segnale quindi viene attenuato proporzionalmente all'aumento della tensione di controllo, il che vuol dire che viene applicato un segnale esterno per controllare l'incremento del segnale in uscita.
Il VCA ha molte applicazioni (ad esempio all'interno dei campionatori e degli equalizzatori), in particolare laddove sia utile una automazione del controllo sul livello del segnale.


P.S.
Fonte esterna.
 
Si, avevo letto anch'io questa fonte... Ho fatto questa domanda per avere una definizione più semplice e comprensibile.
L'ampli è un dispositivo elettronico che, applicato un segnale al suo ingresso di una certa ampiezza, ne aumenta la stessa in uscita.
Se in ingresso applichiamo un segnale di 100 millivolt in base alle caratteristiche progettuali del circuito elettronico, si potrà ottenere in uscita, un segnale maggiore di "n" volte

220px-Electronic_Amplifier_Push-pull.svg.png
 
L'ampli è un dispositivo elettronico che, applicato un segnale al suo ingresso di una certa ampiezza, ne aumenta la stessa in uscita.
Se in ingresso applichiamo un segnale di 100 millivolt in base alle caratteristiche progettuali del circuito elettronico, si potrà ottenere in uscita, un segnale maggiore di "n" volte

220px-Electronic_Amplifier_Push-pull.svg.png

Ma la sua necessità qual è? Mi spiego meglio... la scheda audio non può da sola alimentare le cuffie senza l'aiuto dell'amplificatore? Perchè spesso si consigliano amplificatori da centinaia di euro se il loro compito è alimentare le uscite? Grazie.
 
Ma la sua necessità qual è? Mi spiego meglio... la scheda audio non può da sola alimentare le cuffie senza l'aiuto dell'amplificatore? Perchè spesso si consigliano amplificatori da centinaia di euro se il loro compito è alimentare le uscite? Grazie.
Il termine "alimentare" non credo sia appropriato, io userei più il termine pilotare, che indica che l'ampli è colui che rende possibile muovere i padiglioni delle cuffia e di riprodurre cosi l'audio.
L'ampli applica alle cuffie oppure ai diffusori un segnale che se non amplificato non potrebbe pilotare gli altoparlanti perchè non sufficientemente "forte"
 
Piu' alta e' l'impedenza delle cuffie piu' potenza di amplificazione richiedono. Per alimentare le Sennheiser HD 800 per esempio, che hanno impedenza a 300-600 ohms quest'ultima in gamma medio bassa, devi avere amplificatore molto potente e le schede audio non sono capaci di pilotarle al meglio.

Le cuffie a impedenza molto bassa invece non hanno bisogno dell'amplificazione poiche' sono create per dispositivi portatili (smartphone, lettori mp3 ecc)
 
Piu' alta e' l'impedenza delle cuffie piu' potenza di amplificazione richiedono. Per alimentare le Sennheiser HD 800 per esempio, che hanno impedenza a 300-600 ohms, devi avere amplificatore molto potente e le schede audio non sono capaci di pilotarle al meglio.

Le cuffie a impedenza molto bassa invece non hanno bisogno dell'amplificazione poiche' sono create per dispositivi portatili (smartphone, lettori mp3 ecc)
Ma la sua necessità qual è? Mi spiego meglio... la scheda audio non può da sola alimentare le cuffie senza l'aiuto dell'amplificatore? Perchè spesso si consigliano amplificatori da centinaia di euro se il loro compito è alimentare le uscite? Grazie.
La sola scheda audio ha il compito di processare il segnale audio derivante dalla fonte, da sola non basta per poter riprodurre il suono lavorato.
 
Ma la sua necessità qual è? Mi spiego meglio... la scheda audio non può da sola alimentare le cuffie senza l'aiuto dell'amplificatore? Perchè spesso si consigliano amplificatori da centinaia di euro se il loro compito è alimentare le uscite? Grazie.
Ci provo, spero si capisca tutto bene.
Per rispondere a questa domanda bisogna introdurre un altro componente di elettronica che poi é fondamentale per l'audio, il DAC, o D/A.
Detto molto semplicisticamente, il dac é un chip che riceve un flusso di dati digitale seriale all'ingresso e emette in uscita un segnale analogico.
Cos'é il segnale digitale? Gli zeri e gli uni della musica presente sul tuo hard disk. Ha solo due valori possibili in un dato istante di tempo, lo 0 e l'1.
cos'é il segnale analogico? Un segnale che spazia tra due valori limite modulati in voltaggio. Ha INFINITI valori possibili in un dato istante di tempo. Perché é necessaria questa conversione? Semplice, perché gli speaker, le cuffie e qualsiasi altra cosa non si muovono a colpi di zero e uno, ma solo con la corrente.
Il problema é che un dac, come gran parte dell'elettronica digitale, lavora su voltaggi standard che di norma sono 3.3V e 5V, maggiormente 5V, e con intensitá molto molto basse. Per muovere la membrana da 8 pollici di un woofer per esempio da 250W, potrai facilmente notare che non é sufficiente la corrente in uscita dal DAC, e qui entra in gioco l'amplificatore, che eleva sia tensione che intensitá per far muovere la membrana. Il voltaggio come detto prima modula la frequenza mentre l'amperaggio sarebbe il "volume". Stessa cosa con le cuffie, con la differenza che queste ultime a differenza degli speaker che hanno basse impedenze ma necessitano di molti W, necessitano di pochi W, solitamente massimo 1, ma hanno spesso grosse impedenze, per cui un amplificatore di tipo diverso é necessario per vincere la resistenza delle cuffie e permettergli di muoversi.

Prima abbiamo detto che il voltaggio é quello che consente alle membrane di muoversi. Non é del tutto vero. É la DIFFERENZA di voltaggio tra due istanti che la fa muovere, ma prima introduciamo come é fatto uno speaker: Abbiamo una membrana, un cavo avvolto a "solenoide" e incollato su di essa, e un magnete permanente sul retro.
Sappiamo dalla fisica che la variazione di corrente induce una variazione di campo magnetico nel solenoide (quarta equazione di Maxwell). Avendo generato un campo magnetico, il solenoide si avvicina al magnete permanente nel caso di corrente positiva, e si allontana sull'altra semicresta di onda negativa (ecco anche spiegato il perché il suono ha un andamento sinusoidale). Il periodo della sinusoide é quindi strettamente correlato alla velocitá dell'avanti e indietro della membrana, la quale genera il suono tramite il movimento (essendo il suono un'onda meccanica).

Ok ho fatto uscire l'ingegnere che c'é in me :P Dimmi se si é capito

@Blume quando ho letto tutta quella roba la prima cosa che ho pensato é stata "mizzega, se ne intende proprio di tutto, pure di elettronica valvolare, correnti anodiche e mosfet!". Poi il PS in fondo peró ha rovinato tutto :asd: Comunque alla tua giá perfetta spiegazione vorrei aggiungere che non tutte le valvole dentro a un amp in realtá funzionano cosí... quelle sono solo quelle chiamate "finali" o "finali di potenza", ovvero quelle che alimentano gli speaker (e abbassano la tensione, non la alzano, le correnti anodiche ricordo che sono dell'ordine di 300 fino ad anche 800V, che non sono propriamente adatti ad uno speaker :asd:). In realtá all'interno ci sono anche valvole rettificatrici, che prelevano la corrente alternata dal muro e la rettificano (appunto la corrente anodica), le quali agiscono come un raddrizzatore a diodi lavorando su semionde di alternata, le sfasatrici, che pilotano le finali, e le preamplificatrici, che elevano il segnale in ingresso alla tensione anodica di funzionamento. Carico qualche foto di valvole di una vecchia radio che ho messo a posto:
DSC_0592.webp Valvola pentodo preamplificatrice philips.
DSC_0588.webp Valvola doppio triodo finale philips.
 
Ma la sua necessità qual è? Mi spiego meglio... la scheda audio non può da sola alimentare le cuffie senza l'aiuto dell'amplificatore? Perchè spesso si consigliano amplificatori da centinaia di euro se il loro compito è alimentare le uscite? Grazie.
Cerchero' di essere il più succinto possibile.

La scheda audio ha una uscita per cuffie, ma in genere non ha abbastanza potenza, va bene per cuffie a bassa impedenza ma si ferma li', ed e' assolutamente non adeguata a pilotare casse acustiche. Come per esempio l'uscita audio di un portatile, lettore CD o smartphone. Per questo occorre un amplificatore esterno separato. Lo stesso avviene per ogni altro dispositivo audio, le sorgenti hanno una tensione e corrente di uscita molto molto basse (tipo il laser di un lettore CD, o il sintonizzatore della radio), mentre cuffie e casse richiedono parecchi Watt di potenza. Il prezzo dell'amplificatore dipende poi dalla sua qualità', ossia quanta potenza e' in grado di produrre senza distorcere, si va da poche decine di euro per piccoli amplificatori (cuffie e piccoli diffusori con pochi Watt per ambienti piccoli) a centinaia e migliaia di euro per grossi diffusori e ambienti grandi. Non parliamo poi di diffusori per discoteche, grandi auditorium per concerti e per concerti dal vivo in ambienti esterni (ma qui si entra nel settore professionale, che nomino solo per darti una idea di quanto vario sia il mercato).
 
Chiarito COSA sia un amplificatore (ti prego fai tutte le domande che vuoi) c'e' poi da definire QUALI siano i vari tipi di amplificatori, e quindi COME sceglierli in base alle proprie esigenze. Terreno per una altra discussione, se ne sei interessato :)
 
Ora è tutto chiaro. @filoippo97 , complimenti per la spiegazione, è molto difficile trattare argomenti di fisica (seppur in maniera semplificata) in modo così semplice. Veramente chiarissimo in tutto. @Andretti60 sono indeciso tra una Sound Blaster Z e una Asus Soar Strix come scheda audio (che ovviamente hanno un amplificatore incluso). Amplificatori esterni non ho intenzione di acquistarli, non rientrerebbe nel mio budget. La scheda audio verrà abbinata alle SuperLux HD681EVO.
 
Ora è tutto chiaro. @filoippo97 , complimenti per la spiegazione, è molto difficile trattare argomenti di fisica (seppur in maniera semplificata) in modo così semplice. Veramente chiarissimo in tutto. @Andretti60 sono indeciso tra una Sound Blaster Z e una Asus Soar Strix come scheda audio (che ovviamente hanno un amplificatore incluso). Amplificatori esterni non ho intenzione di acquistarli, non rientrerebbe nel mio budget. La scheda audio verrà abbinata alle SuperLux HD681EVO.
Ti ringrazio :)
quanto alla scheda audio, sono entrambe molto simili in termini di performance, l'unica differenza si ha nei canali disponibili, 7.1 per la asus contro 5.1 per la creative. Pur non possedendole, ho letto diverse volte qui sul foro di gente a cui la soar ha creato problemi con le interferenze, quindi sarei piú propenso per la creative.
Altra cosa, la creative monta come dac il cirrus logic CS4398, mentre la soar il classico sabre ESS9006. Dal momento che il sabre é un dac estremamente suscettibile alla progettazione del pcb sul quale viene installato (si é visto in dac esterni da piú di 500€ suonare peggio di controparti con chip come il cirrus o l'AKM di prezzo inferiore), pur essendo un grande dac, eviterei schede con l'ESS nella fascia di prezzo dei 100€ dove c'é una circuiteria di supporto non proprio da primato. L'implementazione del dac é fondamentale per una riuscita musicale, non conta solo la qualitá del dac stesso.

Finale: vai di creative. :sisi:
 
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