- 14,067
- 7,617
- CPU
- Intel Core I7 4930K @4.5GHz
- Dissipatore
- EKWB supremacy nickel
- Scheda Madre
- ASUS Rampage IV Black Edition
- HDD
- OCZ vertex 4 512GB | WD RE4 Enterprise Storage 2TB
- RAM
- 16GB Corsair Dominator Platinum 2133MHz cas9 OC @2400MHz 9-11-11-31-2 1.65V
- GPU
- 2-way SLI GTX 780Ti DirectCUII OC
- Audio
- TEAC UD-503 MUSES + HiFiMan HE-560 V2 + Anaview AMS1000 + Tannoy Revolution XT8F
- Monitor
- ASUS VG278HR 144Hz 3D 1920x1080p
- PSU
- Corsair AX1200i Fully sleeved red
- Case
- Corsair Graphite 760T Arctic White
- Periferiche
- Corsair K95 | Steelseries Rival
- OS
- windows 10 Pro
ANAVIEW AMS 1000, IL VALIDO "PICCOLINO"
INDICE
************
INDICE
************
- INTRODUZIONE AI MODULI, AL DIY E WORKLOG + RECENSIONE AMS-1000: (QUESTO POST)
- AMS0100, BY @Mattuz >>CLIC QUI<<
- AUTOCOSTRUZIONE VU METER E CALIBRAZIONE, CONSIGLI E CIRCUITI VALIDI IN GENERALE >>CLIC QUI<<
************
Introduzione ai moduli OEM e occorrente per la costruzione
Un po’ su consiglio di qualcuno, un po’ leggendo le (pochissime) impressioni che girano su internet a proposito di questi moduli amplificatori OEM, un po’ datasheet alla mano, ho deciso di comprare uno di questi moduli e costruirmi un finale di potenza stereo da usare con i miei (futuri) diffusori, assieme all’ottimo Teac UD503 funzionante come dac e preamplificatore digitale. Cosa ho letto a riguardo? Beh di tutto, ma vedo che va di moda definirli i finali definitivi. Lo ammetto, non sono scettico, di più, sentendo certi paragoni, e la cosa mi ha incuriosito maggiormente, tanto che ho scelto di comprare il loro amp più piccolo della serie di riferimento Anaview, l’AMS0100. Iniziano i problemi: mi contatta il distributore dicendomi di non avere il fondamentale set di cavi con il quale dev’essere accompagnato l’amp, né sa quando ritornerá disponibile, supponendo un’attesa di svariate settimane. Cosí mi arrendo, pago la differenza e acquisto il modello di punta di Anaview, l’AMS1000, un mostro da 700+700 watt su due canali @2 ohm, che garantirebbe di pilotare praticamente qualunque diffusore sulla faccia della terra (fortunatamente il box in alluminio satinato l’avevo preso più grosso in vista di un dual mono). Un poco sovradimensionato rispetto al mio impiego in un salotto, ma non c’era purtroppo una via di mezzo normale, e anche per evitare i pericolosissimi rischi legati al clipping che si corre nel sottoalimentare un diffusore (poveri tweeter!) ho deciso di acquistarlo, certo, avrei preferito un amp “via di mezzo” ma anche questo va bene, sicuramente è future-proof. La lista della spesa è la seguente:Introduzione ai moduli OEM e occorrente per la costruzione
Presa IEC da pannello + portafusibile | 6.96€ | ||
Pushbutton SPDT E-switch ULV4F2BSS544 illuminato | 12.77€ | ||
Anaview AMS1000 | 378.80€ | ||
Box Alluminio Galaxy GX283 230x230x80mm | 38.44€ | ||
Axiomedia BP11 morsetti di Potenza placcati oro | 2x 7.80€ | ||
Neutrik NC3FD-L-B-1 | 2x 4.90€ | ||
Stagno eutettico hifi Cardas Quad Eutectic (al metro) | 2x 1.20€ | ||
cavi vari | N/A | viteria | 1€ |
IMPORTANTE: L’anaview AMS1000 non necessita di standoff in quanto il dissipatore è presente anche sotto e fa da “semiscatola” di fissaggio, ma per l’AMS0100 è obbligatorio procurarsi degli standoff M3 per fissarlo al box che altrimenti, essendo conduttivo, farebbe finire il divertimento in tempo zero. Per il 1000 potete scegliere di metterli come no, io ho preferito non metterli poiché cosí facendo aumenta la superficie di dissipazione estendendosi anche al box esterno.
Parliamo un attimo di quello che ho acquistato: L’IEC, beh qui una vale l’altra, ho scelto una dotata di fusibile solo per il fatto che avevo giá acquistato l’AMS0100 che ha un fastidioso fusibile SMD della littelfuse, piuttosto rognoso da sostituire, quindi preferivo partisse un fusibile standard prima di quello surface mounted. Sul 1000 non ci sono di questi problemi, c’è uno slow fuse classico giá sulle linee in ingresso da 10A 250V, e c’è un fusibile da 3.15A 250V littelfuse fast acting montato su socket e quindi facilmente rimpiazzabile, a guardia dell’alimentazione AUX ausiliaria. Insomma ben protetto, il terzo fusibile esterno è praticamente inutile, nel dubbio ho usato quindi un fusibile identico a quello sulla linea, da 10A 250V ritardato.
Ho optato per un pushbutton della E-switch, con protezione anti vandalo anche se in realtá serve a ben poco (mi sono limitato semplicemente a prendere quel che c’era), retroilluminato blu, con il simbolo power. Anche se l’interruttore è dato per operare a 250VAC 5A, la luce della retroilluminazione va alimentata a 12VDC, quindi occhio mi raccomando. La risoluzione al problema è facile, si usa la tanto comoda alimentazione ausiliaria dell’Anaview, la quale peró è a 18VDC. Calcoliamo quindi la resistenza da mettere in serie al positivo cosí: abbiamo 18V, ma il led va a 12V, significa che ci sono 6V di differenza da eliminare. L’amperaggio assorbito dal led è specificato nel datasheet ed é di 20mA. 6V/20mA= 300 ohm. Calcoliamoci ora la potenza necessaria per la resistenza: P = 0.02A x 0.02A x 300 ohm = 0.12W. Una resistenza da 300 ohm 0.5W è più che adatta quindi per lo scopo.
Il box in alluminio è della ditta italiana Modushop, volendo se gli inviate i disegni cad possono anche farvelo avere bello pronto tagliato con la CNC e inciso con quel che volete, ho preferito puntare sull’autocostruzione dal momento che la lavorazione + ossidazione post incisione veniva a costare quattro volte la scatola stessa. Frontali e retro da 3mm, coperchi superiore e inferiore da 1mm, laterali da 10mm, tutto alluminio satinato. Sicuramente un bel case, volendo c’è anche la versione con frontale da 10mm ma secondo me è troppo spesso.
Morsetti di potenza, beh ho preso quel che c’era che non fossero i Furutech da 140€, qualitativamente sembrano validi, il prezzo è onesto e sono giá dotati di oring isolante, perfetti. Accettano ovviamente anche le banane, per cui ho provveduto a prendere le ottime Nakamichi. Supportano pannelli da massimo 10mm, quindi da questo lato siamo ok.
Per i connettori per il segnale mi sono affidato a Neutrik visto che ho avuto ottime esperienze con i loro prodotti e so che producono roba estremamente valida, volevo prendere quelli con i contatti in argento ma ce n’era più uno, cosí ho optato per quelli d’oro (nel caso ve lo domandiate si, l’argento conduce meglio dell’oro ma si deteriora molto più in fretta, nessun problema per me visto che comunque sarebbe rimasto sempre connesso). Sono XLR perché ho voluto sfruttare il mio dac dual mono con uscita bilanciata fino in fondo.
Lo stagno, beh niente di speciale, è uno stagno per applicazioni hifi, una lega eutettica di stagno/rame/argento/piombo, 2 metri sono il minimo se dovete fare tutte le saldature, contate che solo per i morsetti ne partono 1 metro come niente. Volendo ci sarebbe anche il WBT o il Mundorf M-solder supreme, ma oltre a costare una certa cifra in più, rimane più difficile da saldare perché non fa molta presa se non a temperature alte, ed è estremamente difficile da rimuovere una volta stagnato.
E ora, il pezzo forte, l’amplificatore. Vi consiglio fortemente di acquistarlo con il relativo set di cavi giá pronti, per semplificarvi la vita. Costano 12€, non fate i tirchi, senza i connettori proprietari non andate da nessuna parte. I cavi in bundle sono discreti, quelli di segnale sono sottili quasi al ridicolo, ma il loro lavoro lo fanno, ci devono viaggiare dopotutto potenze molto basse e negli amplificatori che comprate ce li trovate uguali in alcuni casi (negli altri i connettori sono saldati direttamente sul PCB quindi il problema non si pone nemmeno). I cavi di potenza sono giusti per quel che devono portare, sono degli AWG14 (quindi cavi da 2.08mm2) prestagnati. I cavi di alimentazione che ho usato li ho trovati in cantina, sono dei banali cavi da impianto elettrico da 2.3mm di diametro, niente di esoterico anche se comunque belli grossi. Inizio subito con quello che non mi è piaciuto: la sezione di alimentazione. Ragazzi ditemi quel che volete, ma qui di qualitá non c’è nulla. E mi fa anche rabbia la cosa, perché magari suonano anche molto bene, quindi immagino solo come potrebbero suonare con un qualcosa di qualitativamente migliore. L’input sulla linea è piuttosto spartano, abbiamo quattro condensatori in serie a due a due da 200V 1000uF (tot. 400V 500uF x2) di una marca che non si può certo definire hifi, tal “jianghai”, il classico ponte di Graetz rettificatore a 4 terminali, due relé “massuse” che probabilmente gestiscono l’auto doubler per lavorare sia con la 110V che con la 220V, un filtro capacitivo di livellamento delle tensioni di ripple residue fatto con condensatori MKP “Carli”, che non c’entrano nulla con l’Olio extra vergine d’oliva Carli, almeno penso; sarei curioso di misurare ESR e ESL di tali condensatori ma non ho voglia di invalidare la garanzia smontando tutto. Insomma, mi pare di capire che gli svedesi non vadano d’accordo con Wima, Puritycaps, Mundorf, Nichicon e compagnia bella visto che qui non ce n’è nemmeno l’ombra. Almeno si sono degnati di usare due trasformatori separati per mantenere un certo dual mono, quello lo apprezzo, anche se non sono trasformatori toroidali, ma dopotutto chissenefrega, quelli a laminati li usano anche per lo schiit Yggdrasil, non sará certo quello a creare problemi. È presente inoltre un ICL a protezione del sistema, un certo SL22 10008. Abbiamo appurato che non sanno fare le sezioni di alimentazione, avessero lasciato la scelta a me sarebbe stato certamente più gradito, Hypex con gli NC400 ci aveva visto più lungo in questo senso. Passiamo oltre e vediamo quello che c’è da sapere per fare un progetto con questo modulo, apriamo il datasheet pertanto, e leggiamo la potenza massima erogabile, che vi riporto per informazione personale, dai grafici si risale a un 700+700 W su 2 ohm, 380+380 W su 4 ohm, e quelli che probabilmente sono 190+190 W su 8 ohm, non è presente un grafico ma è comunque una mia ipotesi basata sul dato che danno ufficiale, 170+170 W (anche qui apprezzo che dichiarino di meno rispetto a quanto poi effettivamente l’amp eroghi). Quel che si nota è che hanno comunque un’eccellente linearitá di fase, nonché un’ottimo mantenimento del THD lungo tutto lo spettro audio. Questi amp possono anche lavorare come dei monoblock in BTL, in tal caso la potenza raggiungibile sul singolo canale viaggia sui 1000 + 1000W su 4 ohm, e 600+600 W su 8 ohm. Qui verrá visto il collegamento in stereo ma per metterlo in BTL non servono particolari riti magici quindi posate la gallina del vicino, che non è necessario sacrificarla: basta collegare il terminale positivo su OUT L+, e quello negativo su OUT R-, anche se mi domando che ve ne fate di 2000 watt di potenza in uscita sui due canali, contando pure che i carichi difficili (sotto i 4 ohm) vengono gestiti molto meglio in stereo che in BTL. Passiamo al connettore di segnale o CON1, ha 17 pin, vediamo a cosa servono: I primi tre sono IN R+, IN R- e GND, l’input bilanciato destro, i successivi 3 sono IN L+, IN L- e GND, o bilanciato sinistro (per segnali sbilanciati si usa solo + e -, senza il connettore GND, con il positivo sul pin centrale), il settimo pin è il TEMP OUT, che misura logaritmicamente la temperatura con un’uscita variabile da 1V a 2.86V (corrispondente al shut down threshold), l’ottavo è l’over temperature shut down signal, il nono il power supply failure shut down signal, il 10 e l’11 il segnale di clipping per i due canali, o avvenuto raggiungimento di THD 0.1% e pertanto della potenza massima consigliata, il 12 è il cavo su cui inviare 2V per mutare l’amp, il 13 è quello su cui inviare 2V per metterlo in stand by, il 14, 15 e 16 sono rispettivamente VA-, GND e VA+, ovvero le alimentazioni ausiliarie con cui alimentare eventuali altre board (ci alimenteremo il led del pulsante, utilizzando VA+ e GND che forniscono 18V e max 600mA), ed infine il 17 è l’alimentazione di stand by da 5VDC, con il quale alimentare eventualmente un led che segnala che l’amp è ancora sotto tensione. Le dimensioni del modulo sono, coerentemente con quanto riportato, 180mmx166mmx63.5mm, e i fori di montaggio sono 4 e sono tutti M4. Ottimo il fatto che abbia un’impedenza in uscita molto molto bassa, 13mohm nel caso di 20kHz e 6mohm nel caso di 100Hz, il che dovrebbe garantire un damping factor elevato e ottime performance di tenuta e controllo sui bassi. Per chi si fosse perso qualcosa o non sa cosa sia il damping factor, qui c’è un altro bello sbrodolone tecnico firmato da me che lo spiega: https://www.tomshw.it/forum/threads/fiio-x3-e-dac.651026/#post-6285061
Giusto un piccolo abbozzo di quel che è l’AMS0100: l’AMS0100 è sensibilmente più piccolo ma accomunato dalle stesse features e qualitá del fratellone 1000, eroga appena 30+30 W su 8 ohm e 50+50 W su 4 ohm, che rimangono comunque ampiamente più che sufficienti per un setup da scrivania, e l’alimentazione rimane sempre a 230VAC. I connettori sono praticamente uguali pertanto vale quanto detto in precedenza per il 1000, non mi dilungheró nuovamente su questo aspetto.
Finito la parte tecnica, passiamo all’opera!
WORKLOG
Cosa ci serve per il montaggio? Beh intanto un buon set di punte da trapano, io ho usato le eccellenti Vuemme Speedmaster professionali con punta in acciaio HSS. Per fare i fori ho utilizzato un avvitatore Würth, ebbene si ecco il primo consiglio che mi sento di dare: Lasciate perdere il trapano elettrico, un avvitatore è di gran lunga più maneggevole, vi offre tutta la potenza che necessitate, ha la velocità più facilmente controllabile (che fidatevi è tanta manna dal cielo) e non avete il cavo in mezzo ai piedi ad intralciarvi. Ovvio, l’avvitatore dev’essere buono e deve lavorare bene, quindi nemmeno i cinesoni da 40€ che trovate al supermercato sono indicati, altrimenti se avete un trapano a colonna ancora meglio, per lavori come questi è il top. Dopodiché ho rimediato in giro tutte le frese a tazza che ho trovato, maledizione non c’era quella da 23mm quindi ho avuto bisogno anche di uno svasatore che ricoprisse tale diametro. Lima e morsa, saldatore, calibro, seghetto, cutter e tanta, tanta pazienza.
Inizio con il frontale, c’è solo un buco da fare che è quello per il pulsante di accensione. Secondo consiglio: iniziate SEMPRE con una punta piccola, anche se il foro che dovete fare è da 500mm. Io ho iniziato qualsiasi foro con la punta da 2mm, cosí facendo 1. Si fa meno fatica per forare, 2. Se fate un errore avrete sempre tempo per correggere il foro (inclinando dalla parte verso cui spostare il foro la punta al prossimo allargamento) 3. Rimane un lavoro più pulito 4. Rischiate molto meno che vi parta la punta sulla superficie, lavorare con una punta da 10 senza aver prima fatto un foro guida è pericoloso perché rischiate di rovinare tutta la superficie se vi parte. Il foro da fare per l’interruttore è da 19mm, quindi individuo il centro preciso con il calibro, foro con la punta da 2, poi 3, poi 4, poi 5 e poi 6, il diametro della punta centratrice della fresa che giá ho. Freso quindi via i 19 mm necessari, e fisso giá l’interruttore. Una passata con della schiuma attiva per pulire la superficie ed eccola bella pronta splendente.
Passo al retro, c’è da divertirsi qui. Inizio dai terminali di potenza, sono i fori più facili, sono quattro buchi da 10mm. Lascio una distanza dai lati di 3 cm, e tra i due di 4 cm (=2 cm di distanza tra morsetto e lato sopra/sotto). Anche qui stessa storia di prima, inizio tutti i fori con la punta da 2, poi 3, 4, 6, 8, 9, 10. Passo alla presa IEC, che è quella che per la forma ha richiesto più tempo. Applico dello scotch di carta per facilitare il lavoro di ritaglio, quindi individuo il centro preciso della piastra (basta unire i quattro angoli a due a due e si trova il centro) e li disegno i contorni, che ripasso con il cutter per lasciare un segno sul metallo. Fatevi furbi: dentro alla IEC ci sta perfettamente (e dico perfettamente) una tazza da 26 mm, quindi dopo aver individuato nuovamente il centro della IEC inizio a forare come prima fino ad arrivare ai 6mm richiesti dal centratore della tazza, freso via di netto un bel buco, e, con la punta da 2mm, inizio a ripassare i contorni dell’eccedenza sopra e sotto. Dopodiché con un seghetto alternativo ad aria compressa (stavo lavorando in un’officina, li hanno tutto ad aria) e una lama di precisione per lamiera ritaglio come se niente fosse seguendo il contorno (ecco il perché della fresa, cosí ho potuto inserire dentro il buco il seghetto e semplificarmi enormemente la vita). È venuto perfetto, ma una rapida ripassata con la lima lo rende ancora più perfetto. Faccio i fori necessari per il fissaggio della IEC, sono M3 ma mi fermo a 2mm, qui (cosí come per gli input) chiunque con un briciolo di intuito userebbe giustamente delle viti parker autofilettanti da 3mm testa piatta, e cosí faró anche io (chi me lo fa fare di star li con dadi e bulloni). Ultimi due fori, centrati rispettivamente alle metá che intercorrono tra IEC e morsetti, sono quelli per gli ingressi XLR. Il copione si ripete uguale, punta da 2 fino alla 6 e poi via con la fresa da 22. Visto che i fori devono essere da 23mm, uso uno svasatore per guadagnare l’ultimo millimetro, e nel frattempo una volta che è passato lo uso anche per togliere la bava intorno al foro facendolo girare sul diametro maggiore per altri due secondi. Anche qui i fori di fissaggio per gli XLR saranno da 2mm. Prendo le misure e passo al pannello inferiore, ci sono da fare i soli quattro fori per fissare l’amplificatore che sono M4. Tutto quello che c’era da fare è stato fatto, passata con schiuma attiva per ripulire tutto e via. Terzo consiglio: OCCHIO al banco di lavoro che sia SEMPRE pulito. Non me ne ero accorto ma lavorando dei trucioli di alluminio mi hanno leggermente graffiato (nulla di visibile se non controluce) il pannello sul lato interno, per fortuna.
Passiamo alle saldature, inizio con l’interruttore, saldo direttamente sul positivo del led la resistenza (trovata da 330 ohm che è lo standard) e la collego al cavo 16 rosso che è il VA+ AUX supply voltage da +18V, dopodiché saldo il negativo sul pin inferiore. Passiamo al cavo della fase, questo interruttore come potete vedere ha tre terminazioni perché può funzionare in due modi, normalmente aperto (NO) e normalmente chiuso (NC). Normalmente aperto è come serve a noi, significa che quando premerete il pulsante chiuderete il circuito e questo fará passare corrente accendendo l’amp, normalmente chiuso è esattamente l’opposto, ovvero a riposo fa passare corrente. L’ingresso della linea va su C (common o comune). Saldo quindi il cavo proveniente dalla IEC su C, e su NO quello in direzione dell’amplificatore. Passo ai connettori XLR: facile, si usano i primi 3+3 cavi del connettore (che ho intrecciato), cavo 1-4 (-) su pin 3, cavo 2-5 (+) su pin 2, cavo 3-6 (GND) su pin 1. Lo chassis ground potete lasciarlo scollegato, non è necessario, il connettore xlr è comunque in metallo ed è giá a contatto con il telaio. Passo a saldare i morsetti di potenza, questi per certi versi sono i più difficili da fare e richiedono un saldatore bello potente impostato alla massima potenza di 450 gradi, pertanto ne ho usato uno industriale da 100 watt (Würth semper fidelis). Consiglio quattro per un buon assemblaggio, rimuovete tutti i pezzi di plastica del morsetto per evitare che si deformino e non saldate pertanto a connettore montato. Ricordatevi ovviamente di mettere dado, isolante e plastica nel giusto ordine sul filo perché una volta saldato non avrete modo di farli passare (quindi il cavo dovrá passare anche attraverso il pannello posteriore, ovviamente). Riscaldate quindi il connettore (tenendolo con una pinza a becco obv) per ALMENO 30-40 secondi lasciando la punta del saldatore all’interno, e nel frattempo aggiungete stagno. Stagnate anche i cavi prima, e inseriteli nel connettore aggiungendo parecchio stagno fino a coprirli, prestando attenzione a non saldare sul filetto, il connettore giá caldo fará un’ottima presa sullo stagno. Il mio suggerimento per il montaggio è quello di lasciare il foro passante orientato verso l’esterno e non verso l’alto per facilitare l’uscita dei cavi dei diffusori ai lati, orientando di conseguenza il pozzetto accogli stagno/cavo (e non di lasciare quest’ultimo orientato verso l’alto, motivo per cui a maggior ragione è impossibile saldare a morsetto montato). Per finire, l’IEC, saldo il cavo dell’interruttore, il neutro e la terra e applico tre faston con apposita pinza e relativa copertura in plastica. Fisso l’amplificatore con delle viti da sotto, e utilizzo una brugola piccola come guida per far cadere il dado esattamente sulla vite nei punti in cui non riesco a lavorare con le dita, la utilizzo anche per abboccarlo e tenerlo fermo mentre da sotto stringo la vite. Qui c’è il mio ultimo consiglio riguardante l’AMS 0100: per questo come detto dovrete usare gli standoff, ma anziché usarli come fanno tutti e come sarebbe lecito fare con il maschio rivolto verso lo chassis, usateli al contrario: Mettete la parte che dovrebbe rimanere a contatto con il PCB rivolta verso il telaio e fissatelo con una vite a testa piatta, mentre usate il filetto maschio e un bullone per fermare l’amplificatore. A cosa serve? Beh ovvio, secondo voi è meglio una vite a testa piatta o un dado da vedersi? Connetto quindi tutto, metto un po' di ordine con qualche fascetta ed ho finito, finalmente! (Faccio notare che i cavi non necessari non li ho tagliati ma mi sono limitato ad isolarli e a raggrupparli nel caso in cui volessi aggiungere features in futuro).
Recensione e conclusioni
Inizio con il dire a cosa è stato collegato: come dac e preamplificatore è stato usato il mio dac di riferimento, il teac UD-503 in modalitá bilanciata con selezione del polo positivo sul 2 (tra l’altro non avendolo mai usato come pre ad uscita variabile ho scoperto una cosa interessantissima, ha il doppio volume cuffia/uscita XLR cosí se per errore scollegassi le cuffie senza abbassare il volume non sparo dentro ai diffusori -10dB equivalente sul volume, che sarebbero comunque un bel po’ di watt. Siano lodati i potenziometri digitali!). Non disponendo attualmente di diffusori decenti (ma a breve verrá affiancato a quelli che probabilmente saranno Focal Aria 906) sono andato a stressare un po’ un mio vecchio amico NON audiofilo incuriosito pure lui dal progetto, al quale avevo fatto prendere qualche mese fa un Onkyo A9010 + Boston Acoustics A26. Per ragioni ovvie, anche l’Onkyo è stato collegato al Teac via RCA per uniformare il più possibile il metro di giudizio. I cavi di segnale li ho portati io: per gli XLR ho usato degli ottimi G&BL 486 twin symmetry OCC da 60cm con contatti placcati argento, per gli RCA dei Focal Elite 2 a tripla schermatura. Per i fanatici del burn in ho lasciato andare i due amplificatori per 30 minuti circa, anche se almeno per l’anaview non ho notato alcun cambiamento in questo lasso di tempo. Inizio con l’Onkyo in source direct, gli A26 sembrano suonare molto molto bene e il dac dedicato alza l’asticella della qualitá non di poco, passati ben più di 30 minuti ad ascoltare le mie solite tracce di test (Pink Floyd da The Wall: The Thin Ice-Another Brick in The Wall pt.I-happiest days of our lives-II-goodbye blue sky-empty spaces-III, Pink Floyd da The Division Bell: Marooned-High Hopes, Dire Straits da Brothers in Arms: Money for Nothing-Walk of Life, Pink Floyd da The Dark Side of the Moon (SACD DSD): Time, Hans Zimmer da Inception: Time-Mombasa, Hans Zimmer da Interstellar: Cornfield Chase-stay e una canzone che ha scelto il mio amico, Marco Mengoni – L’essenziale (sempre in flac)) passo a collegare l’anaview al teac, collego i diffusori tramite cavo spellato (senza banane), accendo e il bel led blu fa capolino dal pannello frontale. Rimetto nuovamente tutte le tracce riprodotte in precedenza. [pausa respiro]. Si apre il pavimento sotto ai piedi. Ragazzi, io ero scettico su quest’amp, ok lo eravamo un po’ tutti, ma diavolo, suona dannatamente bene. BENE. Eclissa manco a dirlo l’Onkyo su tutti i fronti, e non sono solo io ad accorgermene ma anche l’altro mio amico, la differenza è ABISSALE (tenete presente che il mio amico sapeva solo che sarei venuto a provare un amplificatore costruito da me, non sapeva né se fosse migliore o peggiore, anzi io credo che si immaginasse fosse peggiore avendogli detto che l’avevo costruito io, ma senza fornire altre specifiche). La prima cosa che si nota è il dettaglio, non sembrano nemmeno più gli stessi diffusori, è come aver tolto uno spessore di fonoassorbente da davanti ai driver. Il dettaglio esce in tonnellate, in maniera molto naturale e per niente affaticante. La seconda cosa che si nota è la correttezza timbrica, è un amp che rimane più freddo dell’Onkyo, probabilmente ha un carattere che si avvicina di più ai Yamaha, ed ha una presentazione più analitica della scena sonora. Anche l’imaging pare leggermente più ampio dell’onkyo, ma a differenza di quest’ultimo è più preciso. Parliamo dei bassi. Non so, probabilmente questo è dovuto all’impedenza in uscita come avevo giá immaginato in precedenza, fatto sta che ha un eccellente controllo sui bassi, che non sono più sfocati ma appaiono come condotti con grande rigore e autoritá. In “Mombasa” di Hans Zimmer (traccia eccezionale per testare i bassi) questi colpiscono secchi e sono “razor-sharp” per usare un termine anglofono. La cosa che è molto buona è come il suono non sia assolutamente impastato, come avevo letto anche su DIYaudio posso riconfermare l’impressione che è molto semplice isolare ogni singolo suono anche in contrasto tra di loro, come ad esempio una voce su uno sfondo ricco di bassi oppure un’orchestra che suona sopra un’organo nell’ottava più bassa, ed è notevole come ogni strumento sia facilmente individuabile nello spazio, quando l’Onkyo tendeva ad impastare i bassi sopra l’orchestra (mi riferisco in particolare alle tracce di Hans Zimmer stay e cornfield chase). Stiamo parlando di un finale da 6000€ quindi? A mio parere no, il McIntosh MC302 e i finali Technics (anche i grand class) e Moon W7M rimangono comunque superiori per quanto ho avuto modo di provare nelle salette del mio negozio di fiducia, ma ad ogni modo questo finale, per quel che costa, se la batte più che bene e non mi viene difficile metterlo nella fascia 1500/2000€, con performance simili al rega elicit R. Esagerato? Le mie orecchie non credono, certo, oltre si trovano proposte decisamente più interessanti, ma entro questa fascia, e CONSIDERATO QUANTO È COSTATO, la vedo estremamente difficile trovargli un concorrente (almeno sotto i 1000€, dove è impossibile). Ovvio poi, ci sono amplificatori che possono fare eccezione, come gli Hypex dual mono NC400 che rimarranno superiori ad ogni modo a questi moduli per 1200€, ma anche loro sono da costruire, di pronto all’uso è raro trovare prodotti migliori (ricordo in tal senso che anche ICEPower con la loro serie top di gamma ASX produce amp dal design e costo simile, e sono quelli che vengono usati anche per i diffusori attivi B&O da svariate migliaia di euro). Per fortuna le mie aspettative sono state più che lautamente ricompensate, mi sarei accontentato anche di un amp equivalente a uno da 800€, non vedo l’ora di provarlo con diffusori di gamma più alta, d’altronde i moduli addirittura di fascia inferiore (gli ALC) sono impiegati sulla serie di riferimento Teac da 1000€, quindi un certo margine di miglioramento con gli AMS c’era da aspettarselo. Per la potenza, dunque con l’AMS1000 non avrete alcun problema di sorta, scende bene anche con carichi difficili vista l’erogazione massima di ben 30 ampére, l’AMS0100 mi limito a consigliarlo per un setup da scrivania, o con diffusori dalla sensibilitá elevata (es. Klipsch, ZU audio…). In un salotto è sottodimensionato.
Mi rimane infine un po’ l’amaro in bocca per via della sezione di alimentazione, dubbi sollevati giá da @Falco75 e poi confermati con una buona ispezione alla board… se suonano cosí bene, chissá come suonerebbero se fosse stata progettata meglio, con componenti migliori e con una maggior cura…Magari con qualche wima… con qualche Mundorf…Oppure aver lasciato la scelta dell’alimentazione all’utente. Un vero peccato, ma per meno di 500€ non mi lamento lo stesso, e per chi ha voglia di dedicarsi al fai da te, non posso far altro che consigliarlo.
Qualche foto del lavoro finito:
Dopo circa tre mesi di cose ne sono cambiate parecchie, sono riuscito a fare una stanza delegata unicamente all'ascolto e quindi sono arrivati contestualmente diffusori piú importanti... Nello specifico mi riferisco al mio nuovo riferimento, i Tannoy Revolution XT8F, con woofer da 8” e tweeter concentrico caricato a tromba. Sono stati collegati all’Anaview mediante cavi da 4mm^2 in rame OFC, terminati con banane Nakamichi, l’anaview è sempre connesso via XLR (by G&BL, connettori neutrik argentati) al Teac UD-503.
Ho avuto modo di provarle prima in negozio, nello specifico affiancate a un integrato McIntosh MC300 e devo dire che mi avevano immediatamente colpito per l’ESTREMO realismo con cui rendono il brano – tutte le frequenze sono al loro posto, sono perfettamente bilanciate – nonché il dettaglio e il soundstage che hanno. Un’altra peculiaritá sono i bassi, belli presenti, potenti e rifiniti, nei quali il minimo di impedenza si attesta a 2.6 ohm, pochini per molti amp. L’anaview non si è piegato di fronte a un carico mediamente difficile da pilotare, la cosa che mi ha colpito più di tutte è stata sicuramente la risposta al transitorio sui bassi, se vogliamo quasi una delta perfetta. Uno dei più grandi problemi che affliggono questi diffusori è infatti la resa del basso: se abbinati con l’amp sbagliato risulta incontrollato, ma non è questo il caso, l’anaview trasmette una grande sensazione di potenza che viene controllata in maniera oserei dire maniacalmente precisa, cosí il basso risulta potente, pulito e incredibilmente nitido, direi assolutamente in pari con il McIntosh qui. Muovendosi più in alto lungo lo spettro si ottiene una definizione davvero di alto livello, sia su medi che su alti, non siamo probabilmente ai livelli del McIntosh, ma non siamo nemmeno troppo distanti, una via di mezzo, direi all'incirca al pari di un NAD M22 che era lí in vendita (forse un pelo meno, ma comunque molto simile): il dettaglio è reso in maniera convincente, con grande precisione e chiarezza, il nero infrastrumentale è di ottima qualitá. Ultimo punto a favore è la spazialitá e l’imaging, molto convincenti anche loro, seppur un gradino inferiori all’MC300. Tirando le somme e considerando soprattutto il prezzo, confermo quanto giá detto e ribadisco che per cosí poco è impossibile fare di meglio, stiamo parlando di un amp che si dovrebbe andare a confrontare con un Onkyo A-9050 ma è diversi ordini di grandezza superiore, stiamo parlando di un amp da 500€ che performa come amp da 5-6 volte il prezzo. Il paragone precedente con l’Elicit R rende ancora discretamente bene seppur secondo me superiore in termini di bilanciamento e decisamente superiore nel controllo sul basso. Insomma, un amp capace di battere McIntosh, Mark Levinson, Jeff Rowland, Krell, Burmester e compagnia bella? No, assolutamente no, siamo indubbiamente a livelli inferiori, ma ció non toglie che per quel che costa, è un pilastro dell’hi-end a basso costo (e permettetemi l'ossimoro che per alcuni puó essere forte, lo riconosco)
Di seguito alcune foto dell'impianto e i dettagli (ritrovabili anche in firma):
CUFFIE: HiFiman HE-560 V2 DIFFUSORI: Tannoy Revolution XT8F DAC, PRE, AMP CUFFIE: TEAC UD-503 dual mono AMP DIFFUSORI: Anaview AMS1000 power amp (380W+380W @4Ω, 190W+190W @8Ω) CAVI: Lindy Chromo 24K USB, G&BL 486 XLR Hi-End balanced Twin-Symmetry OCC, 25m DCSk OFC 4mm^2 speaker cable, OCC silver plated headphone cable + Neutrik NP3X-B connectors SORGENTE: DELL XPS 15 + foobar2000 + Teac HR audio player
[/tr]
Ultima modifica: