Volevo spendere due parole sull'atteggiamento degli italiani colpiti
dalle diffide legali ricevute per raccomandata dalla casa discografica
Peppermin Jam Records (con richiesta di 330 euro per aver violato la
legge sul copyright scaricando e condividendo da internet brani
musicali)
Secondo me il problema è sempre lo stesso: in Italia, la quantità di
parole spese su un problema è inversamente proporzionale alle azioni
che si attuano per risolverlo. Si tende a parlare ed ipotizzare,
temporeggiare, rimandare, ingannare l'attesa, aspettando che sia
qualcun'altro a rompere il ghiaccio. Io personalmente penso che mai
come adesso sia sbagliatissimo attendere che siano altri a prendere
l'iniziativa, o soprattutto aspettare che il Garante o qualcun'altro
si pronunci. Il problema è nostro e dobbiamo risolverlo noi, non
aspettare che lo facciano altri.
Il primo attacco lo ha fatto la Peppermint: ora tocca a noi. Oppure
preferiamo aspettare la batosta in silenzio? Le strategie vanno tirate
fuori adesso, non dopo, quando i giochi saranno quasi fatti. Poi una
volta provata la strategia si può sempre perfezionarla nel tempo,
tempo che non va sprecato aspettando chissà cosa: va sfruttato per
agire uniti e ora. La situazione sta aggredendo tutta l'Europa ed
anche in Italia, è chiaro; chi si è informato sa che saranno inviate
ulteriori diffide simili, per musica, film o videogames, se non
addiritture procedure legali più radicali e pesanti.
Sul nostro sito oltre a riportare info sulla questione, stiamo
cercando di agire, inviando e-mail di protesta, intervistando l'avv.
Otto Malknecht (che ha promosso l'iniziativa legale), e soprattutto
c'è a disposizione un avvocato, che non sta lì a riportare l'ennesimo
parere, ma a rispondere SENZA IMPEGNO agli interrogativi che ci
inviate, e se volete, essendo esperto nel settore, è disposto ad
organizzare una strategia legale mirata. Ma anche se state rispondendo
a questa iniziativa, dovreste essere molti di più a farlo: siete o non
siete CENTINAIA coinvolti nella questione, siete o non siete MIGLIAIA
ad essere comunque interessati, anche se non colpiti direttamente?
Cosa aspettate a darvi da fare? Abbaieremo tutto il tempo
o cominceremo a mordere?
E se anche io e il nostro gruppo stiamo sbagliando strada, ci farebbe
piacere che qualcuno, oltre a dircelo, si unisse a noi (o noi a loro)
per proporci nuove soluzioni CONCRETE: ma questo non accade!
Scusate lo sfogo, che non vuole essere offensivo, bensì provocatorio.
Ci stiamo dando da fare, è vero,ma ci vorrebbe molta più
partecipazione e coesione. In tanti ci dicono "bravi, continuate così,
siete forti, tuteliamoci, difendiamoci", ma a volte non sappiamo più
cosa inventarci: in sostanza abbiamo bisogno di aiuto! Perché pensiamo
che il ferro non sia stato battuto finché caldo, anzi, oramai si stia
intiepidendo.
Continuando così io credo che stiamo rischiando di fare "tanto rumore
per nulla".