News varie dal rutilante mondo del retrogaming

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Il canale YouTube dell'Intellivision in occasione del quarantesimo anniversario della macchina originale ha tirato fuori dai cassetti questo inedito filmato promozionale risalente all'anno prima dell'uscita della console. Con gli occhi di allora era qualcosa di strabiliante, visto quello che poteva offrire la concorrenza in quel momento (il mercato era dominato dal VCS).

 

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Sempre restando in tema Intellivision, fa progressi il porting di "Castelvania" (il progetto viene chiamato "Intellivania"). Qui vengono mostrati squarci del quinto livello. Ovviamente è una sfida affascinante in quanto va considerata la difficoltà di convertire per una piattaforma che vide la luce nel 1979 un titolo pensato per Famicom Disk System e pubblicato nell'87.

 

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Nel 1981 la BBC tentò un esperimento che però non riuscì (almeno in studio): trasmettere un programma per computer via radio. Per intenderci, se prova(va)te a inserire una vecchia cassettina per home computer in un normale registratore audio e premete play, sentirete qualcosa di non proprio gradevole all'udito. Successivamente ci riprovarono, questa volta riuscendoci.
 

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Sul noto sito Atari Age è disponibile la conversione del classico "Bosconian" per Atari 5200. Un po' deludente, forse, per la lentezza e per via dell'inevitabile paragone con la brillante versione MSX, restando sui sistemi casalinghi.

 

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Videorecensione dell'Arbenic RG350, l'ennesima consolina portatile dal prezzo contenuto pensata per giocare a MAME & C.

 

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Per la serie "le grandi esclusive dell'Intellivision Amico" – la retroconsole in preparazione con cinque giochi precaricati e altri quaranta che, millantano, dovrebbero essere disponibili al momento del lancio – vi presentiamo (rullo di tamburi) "Breakout". Se non mi sfugge nulla, dovrete attendere solo altri dieci mesi per giocarci.

 

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FREEZE64 (https://freeze64.com/) si è sicuramente andata affermando nel tempo come una delle più professionali fanzine dedicate al retrogaming in circolazione. Ogni numero (disponibile anche nella lussureggiante edizione cartacea, in omaggio ai vecchi tempi, quando ancora la gente si recava nelle edicole a comprare le riviste, e quelle del settore ovviamente sono indimenticabili per tutti gli appassionati) contiene news, recensioni, anche dei minigame, quelli che partecipano alle varie gare della scena, interviste esclusive, ecc. Gli abbonati alla versione cartacea che avranno deciso anche di farsi spammare via email la newsletter riceveranno un paio di omaggi per Natale, tra i quali spicca un videogioco di Mike Richmond, l'autore dei due "Vegetables".
 

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Il podcast relativo al retrogaming e alla storia dei videogiochi che preferisco e ascolto nettamente più spesso è indubitabilmente "The Retro Hour", arrivato alla duecentoduesima puntata. Oltre alla grande professionalità con la quale è realizzato, un aspetto notevole è costituito dagli "agganci" che questi hanno, e che gli permettono di intervistare vari pezzi grossi della scena, e addirittura qualche celebrità internazionale (nel numero duecento c'è nientepopodimeno che Charlie Brooker, quello di "The Black Mirror", la serie TV, che ovviamente è un appassionato di videogiochi di lungo corso, vedi la storia di "Bandersnatch", ispirato a uno dei famosi "megagiochi" che avrebbero dovuto spingere oltre i loro limiti i vecchi home computer, ma che poi, dopo parecchio hype e pagine pubblicitarie acquistate sulle riviste, rimasero a livello di vaporware, con la loro software house che sbaraccò). Naturalmente è in inglese, ma non potrebbe essere altrimenti. Su audioboom dovreste trovare tutti gli episodi, ma esistono varie altre maniere per ascoltarlo (YouTube, sito, ecc.). https://audioboom.com/channel/theretrohour
 

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Visto che, con le elezioni in UK, siamo in tema... Sul web sta circolando questa immagine, risalente al lontano 1976, della regina Elisabetta (ci seppellirà tutti, e poi convolerà a nuove nozze con l'ultimo esemplare maschile umano rimasto, ovviamente Keith Richards) intenta a usare ARPANET su un minicomputer – erano chiamati così, da una definizione data dal New York Times, per differenziarli dai ben più ingombranti e costosi mainframe – dell'epoca. Peraltro "economici" per modo di dire, visto che rientravano nella categoria dei mini i computer che costavano fino a 25mila dollari dell'epoca, circa 160mila attuali, tenendo conto dell'inflazione.

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Un video che mostra efficacemente l'incredibile maestria di Oliver Frey, il disegnatore tra le altre cose dietro varie riviste di videogiochi inglesi di successo come Zzap!64, Crash e Amtix. Il video è stato condiviso nel gruppo Facebook dedicato al numero annuale speciale della rivista per ZX Spectrum Crash (finanziato con le donazioni degli appassionati) da parte di Roger Kean, uno dei tre cofondatori della Newsfield Publications, storica casa editrice con sede a Ludlow, splendida cittadina dello Shropshire dotata di un bellissimo castello, Kean peraltro unito civilmente con lo stesso Oliver Frey.
 

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Parlando di vecchie riviste di videogiochi (che sono tutt'ora un punto di riferimento indispensabile per chiunque voglia informarsi sul passato, dato che all'epoca i mezzi di comunicazione non erano certo quelli di ora, pertanto il punto di vista di certe pubblicazioni era un po' "la Bibbia") mi rendo conto che è importante segnalare quella che è a mio avviso la realtà italiana più significativa in questo campo. Sto parlando naturalmente di Retroedicola Videoludica. Dal sito: "L'associazione Culturale no profit RetroEdicola Videoludica promuove la cultura del Videogioco, focalizzata alla salvaguardia delle riviste videoludiche attraverso la conservazione fisica e tramite scansioni in alta risoluzione con un editig accurato. La nostra emeroteca è consultabile nella nostra sede di Bergamo". Aggiungo che le scansioni di certe riviste (come TGM e quelle della Xenia) sono "ufficiali", nel senso che hanno ottenuto dalle case editrici il permesso a effettuare la scansione delle pagine, appunto a fini storici, "culturali" e di preservazione. Chiaramente è necessario registrarsi e ci sono dei limiti giornalieri alla possibilità di scaricare (mentre su archive.org o dai siti "parassiti" che si limitano a prendere il materiale da loro, no).
 

ince

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Nel 1981 la BBC tentò un esperimento... Per intenderci, se prova(va)te a inserire una vecchia cassettina per home computer in un normale registratore audio e premete play, sentirete qualcosa di non proprio gradevole all'udito. Successivamente ci riprovarono, questa volta riuscendoci.
adoravo ascoltare le cassette del vic20 nello stereo di casa :lol: ahahahahah nonostante non avesse un bel suono era qualcosa di magico per me(completamente ignorante)pensavo che registrando qualche suono in una cassetta potesse uscire un nuovo gioco :cav:
 

trivella

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pensavo che registrando qualche suono in una cassetta potesse uscire un nuovo gioco :cav:
Le ho sentite e provate personalmente quasi tutte, relativamente a quel periodo, ma questa devo ammettere mi è nuova :asd:

Intanto Bas Sheijde sta per completare una conversione di un certo peso, quella di Puzzle Bobble per C64, della quale si era parlato spesso nella scena (relativamente alla sua fattibilità), senza che nulla di concreto balzasse fuori. Tra le note positive, il campionamento "Ready, go", e in generale un po' tutto (se amate il gioco, io lo detesto :hihi:). Tra quelle negative, la palette del C64 un po' spenta (anche se ci sono varie teorie in proposito, ma sarebbe troppo lungo soffermarsi su questo), la mancanza, alla quale forse verrà posto rimedio prima dell'uscita, della vibrazione della pressa superiore, che è utile per giocarlo in maniera appropriata.

 
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trivella

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Su GOG, ancora per non molto, credo, danno via gratis i primi due Postal.

Impressionante routine per un gioco di guida in sviluppo per C64. Certo, per il gioco completo ancora ce ne passa, con tutta la roba che dovrà muovere, se mai uscirà, ma come sfruttamento di un processore da latte alle ginocchia come il 6502/6510 non è male. Qualcuno addirittura ha fatto un paragone con "Vroom", il più fluido titolo di guida per Atari ST, e considerando che quello è un 16-bit... Sempre restando in tema, segnalo l'interessante storia dietro la conversione di "Out-Run" per lo stesso C64, soprattutto perché offre uno spaccato della società e della scena dell'epoca, con i ragazzini prodigio che programmavano nelle stanzette (e in questo caso risalta il rapporto dell'autore con il padre, che "spremeva" il talento del figlio per far campare la famiglia). Dal punto di vista del risultato, nonostante il titolo, uscì fuori una conversione nei fatti mediocre, ma appunto bisogna tenere presente le difficoltà nel convertire "bestie" del genere all'epoca (poco tempo, mancanza di supporto, mancanza dei tool che ci sono adesso e delle possibilità di scambiare e reperire informazioni con facilità che offre ora il web, ecc.), oltre ai limiti oggettivi della macchina sopra citati https://www.eurogamer.net/articles/...ind-the-biggest-coin-op-conversion-of-the-80s

 

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