Manhunt 2 proibito anche in Italia...

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kiriranshelo ha detto:
Ma mi spiegate in cosa consiste sto gioco, che se n'è parlato tanto, ma non ho capito che genere sia, cosa si fa, che diavolo di storia c'è dietro...Boh. :boh:

Praticamente sei un uomo che si ritrova in una specie di reality show nel quale il tuo scopo è sopravvivere, infatti l ideatore del reality ti fa chiudere in delle mappe in cui sei filmato e ti manda contro delle gang che ha pagato per massacrarti e tu devi riuscire ad evitarli o ad ucciderli muovendoti alla splinter cell..
col proseguire della storia lo scopo del tuo protagonista diventa quello di arrivare da questo ideatore e ucciderlo per vendetta.
 
Manhunt 2 un gioco da manicomio!! A quasi circa quattro anni di distanza dal primo capitolo, torna Munhunt e i programmatori di Rockstar sembrano intenzionati, con il secondo capitolo, a ristrutturare il gameplay del primo episodio. Il titolo fu indubbiamente un buon prodotto e portò su PS2 un clima di morte, sangue e violenza risultava essere eccessivo, alla lunga monotono e talvolta fastidioso.
Finalmente ora possiamo dare una piccola sbirciata a ciò che potrebbe essere il risultato finale del nuovo episodio, usiamo il condizionale, perché Rockstar ha fornito solo una demo dei contenuti in via di sviluppo.
Prima di entrare nei dettagli possiamo subito dirvi che la prima novità sta nell’aver assegnato lo sviluppo di Manhunt 2 alla Rockstar London. Quest’ultima sarà comunque affiancata dalla Rockstar North, team di sviluppo del primo capitolo, il quale non poteva occuparsi del progetto perché impegnata con la realizzazione di un titolo che verrà svelato nel corso del 2007.

Una storia che manda ai matti!
La trama ci vedrà calati nei panni di un giovane dottore, Daniel Lam. Il ragazzo è parecchio ambizioso e desidera ardentemente poter realizzare il suo stile di vita ideale, con due figli, una moglie amorevole e una carriera che va a gonfie vele. Questo suo sogno comincia dalla ricerca di un buon lavoro, di lì a poco il giovane dottore viene assunto per seguire un progetto sullo sviluppo di armi neurologiche, nome in codice Progetto Pickman e, come spesso capita, il nome in codice deriva direttamente dal dottore che ha ideato l’esperimento. La sorte sembra essere avversa al nostro eroe, visto che, dopo qualche tempo, il progetto si ritrova privo dei sostegni economici. Il dr. Pickman non si da per vinto e decide comunque di chiudere ufficialmente gli esperimenti, per continuare in clandestinità tenendo un velo di mistero sul suo lavoro. L’ingenuo Lam decide di seguire il dottore nei suo folli studi, offrendosi come assistente fedele. Questa è una di quelle classiche situazioni definibili come l’inizio della fine, la punta dell’iceberg o il preludio di una tragedia, beh, tutte queste definizioni calzano alla perfezione per gli avvenimenti che di lì a poco porteranno Daniel a ritrovarsi a DIxmore Asylum, un istituto per la riabilitazione mentale di soggetti criminali, per dirlo alla buona, un manicomio per schizoidi affamati di sangue. In tutto questo possiamo trovare sicuramente un lato positivo, Daniel è sicuramente un buon assistente e una buona cavia. La brutta notizia riguarda inevitabilmente la sua sanità mentale, che lo vede ormai immergersi nel suo lato folle. Nella struttura di ricovero Daniel si rende conto di come l’intero edificio sia ben equipaggiato per vedersela con quelli come lui, fino a capire che molti ospiti sono vittime del suo stesso destino e che il manicomio non è niente altro che una discarica di cavie usate per gli esperimenti del dr. Pickman.
Gli anni passano, e ritroviamo Daniel ben sei anni dopo dal suo ricovero, ancora “ospite” della struttura. I lunghi anni di reclusione hanno portato il ragazzo a porsi un sacco di domande sulla vita che avrebbe potuto avere e talvolta anche ad immaginarla. Una notte durante un temporale viene a mancare la corrente e Daniel affiancato da un amico, Leo, riesce a fuggire da Dixmore. La mente del ragazzo è malata e confusa, tanto che gli anni passati ad immaginare la sua vita lo hanno portato a pensare che questa famiglia possa esistere realmente, perciò incomincerà una lunga ricerca per riuscire a capire se queste sue convinzioni sono frutto della sua mente malata o se prima di impazzire sia riuscito realmente a trovarsi moglie e ad avere un figlio.
Il nostro scopo sarà quello di riuscire a sbrogliare la matassa di follia creatasi nella testa di Daniel e soprattutto di capire cosa è accaduto al progetto Pickman, per comprendere come sia stato possibile riempire un'intera struttura per il ricovero mentale, di cavie e assistenti.
 
Uccidere…Nascondersi…salutare…
Mentre la parte riguardante la storia è cambiata, il gameplay sembra essere rimasto identico al prequel, anche se gli sviluppatori hanno deciso di espanderlo, arricchendolo con altre opzioni, visibili nella demo da noi visionata. Come dicevamo poco sopra, la struttura del gioco resta pressoché identica, quindi visuale in terza persona, azioni stealth che fanno leva sul nostro genio criminale per riuscire ad impiegare oggetti e quant’altro per compiere le nostre scellerate azioni.
I livelli inseriti nella demo sono solo due, The Awakening e The Honey Pot, giusto l’indispensabile per farci comprendere le meccaniche di gioco. Rispetto al primo capitolo avremo modo di muoverci in location più estese ed esaltanti dando più spazio e varietà alle nostre azioni.
The Awakening è un comunissimo livello d’introduzione, pensato per farci prendere confidenza con i comandi e con la nostra situazioni, in poche parole un livello tutorial. Incominceremo a muoverci nei primi istanti successivi al black out e alla conseguente fuga, quindi saremo intenti a seguire il nostro amico Leo fuori dal manicomio. Il vostro amico dalla mente malata sarà la voce guida del tutorial, quindi fin da subito comincerete ad avere a che fare con un folle scatenato tanto quanto voi. La prima lezione sarà incentrata sul muovervi nell’ombra e con cautela per evitare di far rumore e attirare l’attenzione, oltretutto, come nel prequel, il radar su schermo vi avvertirà dei nemici e in particolare vi richiamerà nel caso in cui stiate facendo troppo baccano nel muovervi.
Rimanendo in tema di vecchi capitoli e di rumore, la versione PS2 del gioco sarà compatibile con dispositivi USB e microfoni utili per far rumore e distrarre vittime o eventuali assassini in cerca delle vostre budella o viceversa.
Adesso possiamo finalmente passare all’azione e al nostro passatempo preferito, uccidere. In Manhunt 2 quando vi troverete alle spalle di un nemico sarete in grado di sfogare i vostri istinti, nel momento in cui la vittima sarà agganciata dal cursore. Il suddetto indicatore si illuminerà di tre differenti colori, bianco, giallo e rosso se avrete la pazienza di restare fermi più a lungo. L’animazione che vedrete cambierà a seconda del colore. Le tre uccisioni si differenziano per crudeltà e pazienza, se sarete frettolosi o avrete bisogno di eliminare subito un bersaglio potrete fare tutto subito con il cursore bianco, aspettando qualche secondo otterrete una morte violenta con il cursore giallo e pazientando per sei o più secondi avrete come risultato un uccisione diabolica e sanguinosa da vero maniaco omicida. Infine notiamo un cambiamento in quanto potrete usare oggetti circostanti per eliminare le vostre vittime, difatti il radar vi segnalerà gli oggetti che potrete utilizzare nei dintorni per far agonizzare meglio il malcapitato di turno.
Le armi o gli attrezzi di fortuna che userete per uccidere saranno anche questi identificabili con dei colori. Gialli se oggetti a portata di mano o di fortuna, verdi se utilizzabili solo una volta, blu gli oggetti a portata di cintura e neri gli oggetti situati dietro di voi, come mazze da baseball o qualcosa di più potente come un fucile. Ebbene anche le armi da fuoco non mancano all’appello, ma potrete portarne con voi solo in numero limitato; anche se abbiamo parlato di oggetti di fortuna, come un pezzo di vetro o una penna che potranno essere utilizzati per infliggere qualche pena in più al poveraccio, ovviamente non saranno indistruttibili e il loro utilizzo sarà limitato in base alla loro resistenza.
Come dicevamo qualche riga fa, il titolo offrirà anche numerose fasi stealth che sono stata migliorate. Nel secondo livello della demo, abbiamo appreso che nascondere la nostra ombra è una tattica fondamentale, quindi siamo stati costretti ad eliminare le fonti di luce vicine per celarci meglio nell’oscurità. A onor del vero, dopo aver fatto ciò, abbiamo quasi pensato di essere degli assassini e fuggiaschi da oscar, ma la verità era ben diversa. Nascondersi nelle tenebre non sarà facile e oltretutto non è una nostra esclusiva, visto che con grande sorpresa abbiamo scoperto che anche i nostri avversari erano in grado di fare altrettanto. Oltretutto un sistema random cambierà la loro posizione, nel caso in cui dovessimo rigiocare la partita e soprattutto non saranno avventati come noi, ma si prenderanno cura di dare una sbirciata nei vicoli oscuri per evitare le nostre trappole omicide o per scovarci e farci a fette. I programmatori non hanno voluto essere crudeli fino in fondo quindi hanno ci hanno dato una chance per poterci salvare. Nel caso in cui i nostri nemici si dovessero mettere a scrutare nell’ombra un minigame che metterà alla prova la prontezza dei nostri riflessi nel premere i tasti, ci darà modo di rimanere nascosti in caso di successo o di vederci impegnati a scappare a gambe levate nel caso in cui dovessimo fallire. Infine abbiamo parlato di nuovi modi di esplorazione, ad esempio Daniel potrà introdursi in condotti d’aria dentro i quali sarà in grado di gattonare con visuale in prima persona.

Che brutta cera
L’aspetto con cui si presenta Manhunt 2 sembra essere in conflitto con le console di nuova generazione. Nella versione in via di sviluppo sembrano essere stati implementati alcuni effetti luce non male, anche se sono assenti alcuni settaggi riguardanti l’ambiente circostante dei livelli. Inoltre i personaggi se pur sullo squadrato andante danno qualche segno di cura, in particolare Daniel. I colori e i toni usati nel gioco risultano adatti al clima del gioco e complessivamente sembrano esserci effetti visivi abbastanza ambiziosi nonostante il titolo venga dalla Ps2. Segnaliamo inoltre dei momenti in cui Daniel rivive dei flashback, che a dire la verità non sembrano molto ben realizzati e di cinematografico hanno ben poco.
Analizzando il comparto audio non possiamo che essere soddisfatti, visto che come nel primo capitolo il sonoro resta la parte fondamentale per creare le giuste atmosfere, il tocco di classe indispensabile per cercare di creare tensione e angoscia nei momenti giusti.
 
xrock, non è corretto fare uno "spudorato" copia incolla da altri forum/siti, senza neanche citarne la fonte.

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