ho trovato questa notizia..... la tecnologia va avanti........
Il nuovo modello messo a punto a Los Angeles, nei laboratori dell'Ucla
Eliminando il silicio sarà possibile abbattere il prezzo di circa l'80%
Pannelli fotovoltaici in plastica
catturare il sole costerà meno
Il debutto sul mercato previsto fra un paio d'anni
di VALERIO GUALERZI(la Repubblica)
ROMA - La folle corsa del prezzo del petrolio la sta già rendendo sempre più conveniente, ma l'energia solare in un futuro non troppo lontano potrebbe essere ancora più vantaggiosa. A compiere il primo passo in questa direzione è stato un gruppo di scienziati della University of California di Los Angeles. Il professor Yang Yang, e due suoi collaboratori, Gang Li e Vishal Shrotriya, hanno messo a punto infatti un nuovo tipo di pannello solare in plastica in grado di sostituire quelli in silicio.
Se il materiale creato nei laboratori dell'Ucla confermasse anche su scala industriale le caratteristiche mostrate nella fase sperimentale, il vantaggio sarebbe enorme. La plastica abbatterebbe infatti i costi di un pannello, che rappresentano il 50 per cento della spesa per chi vuole passare all'energia solare, di oltre l'80%. I primi dati sono molto incoraggianti. Il lavoro del professor Yang è stato pubblicato su Nature materials, una pubblicazione parallela della celebre rivista scientifica britannica e le prestazioni dei prototipi sono state certificate dalla National Renewable Energy Laboratory, l'equivalente statunitense dell'Enea.
La cella solare realizzata alla Ucla è composta da un singolo strato di un polimero facilmente reperibile sul mercato a prezzi contenuti rivestito da due elettrodi. Il minore costo di produzione non incide però nella qualità, in quanto il grado di efficienza energetica del pannello rimarrebbe comunque soddisfacente. I primi modelli hanno garantito infatti un 4,4%, ma il professor Yang è convinto di poter raddoppiare questo risultato con dei miglioramenti realizzabili nel volgere di poco tempo. A parità di durata nel tempo (15-20 anni) non troppo distante quindi dal 14-18% di efficienza ottenuto con gli attuali pannelli in silicio di dimensioni medio grandi.
Gli scienziati dell'Ucla sono convinti che il loro prodotto potrà essere immesso sul mercato nel giro di pochi anni. "La speranza - ha spiegato il professor Yang - è che l'energia solare possa presto essere usata in maniera estensiva, nel settore commerciale come in quello privato. Le possibili applicazioni dei pannelli solari sono davvero moltissime".
Edit:
Questo è quello che fanno in Germania dal 1991 e la Germania non ha il nostro stesso irraggiamento solare, ma molto meno......
FOTOVOLTAICO IN GERMANIA
I SEGRETI DI UN MODELLO
NORMATIVO VINCENTE
Il modello "a tariffa" tedesco rappresenta l'esempio da imitare sotto ogni punto di vista. Potremmo banalizzare decantando le lodi alla cultura o alla tecnologia tedesca ma in realtà quello che ci colpisce di più è l'aspetto normativo tedesco e la reale volontà politica di realizzare uno sviluppo delle energie sostenibili. La legge tedesca sulle fonti rinnovabili nasce nel lontano 1991, oggi conta un settore con oltre 130.000 lavoratori occupati. Le normative tedesche hanno sostenuto lo sviluppo del nuovo mercato soprattutto mediante il riconoscimento di tariffe incentivanti ai produttori di energia. Grazie a questa lungimiranza politica oggi la Germania è il paese leader mondiale nell'esportazione delle tecnologie ad energia rinnovabile.
Dal 2000 la normativa tedesca ha ulteriormente perfezionato il suo modello normativo vincente introducendo un sistema tariffario differenziato per incentivare in particolar modo lo sviluppo delle energie solari. Le tariffe differenziate sono una leva importante per orientare lo sviluppo dei mercati senza alcun intervento diretto dello Stato, periodicamente riviste dal Parlamento tedesco per premiare le scelte private sostenibili. Gli incentivi applicati sulle tariffe ai produttori di energia sono coperti dal prelievo in bolletta senza pesare sui conti dello Stato. L'approccio normativo della Germania ha favorito la nascita di nuove imprese e la diffusione della cultura imprenditoriale anche tra gli utenti privati, i quali da consumatori di energia sono diventati anche produttori. Nel 2004 l'energia elettrica prodotta dai pannelli fotovoltaici delle utenze è stata regolarmente acquistata dalle società elettriche tedesche alla tariffa di 0,457 euro per kWh per venti anni (0,574 euro per pannelli al di sotto dei 30 kW posti su edifici). Inoltre, al proprietario dei pannelli solari FV viene garantita questa entrata economica in "conto energia" per ben venti anni sulla base della tariffa prevista dalla normativa al momento della messa in servizio dell'impianto. Un rapporto duraturo fondamentale per abbattere qualsiasi rischio dell'investimento e favorire la concessione di finanziamenti privati con rapidi piani di ammortamento.
Il beneficio sociale netto è del tutto positivo. Rassicurando gli investimenti privati nel settore delle energie rinnovabili con accordi di lungo periodo la normativa ha fatto scaturire quella scintilla fatta di acquisti-produzione-occupazione. Il nascente mercato ha generato importanti risvolti occupazionali ed un crescente giro di affari in Germania proveniente dal settore delle rinnovabili, pari nel 2004 a 10.000 milioni di euro. Considerando soltanto questo aspetto, le entrate fiscali generate dall'imposta sul valore aggiunto tramite l'incremento del giro d'affari hanno compensato qualsiasi costo per lo Stato. Se poi volessimo aggiungere anche il risparmio nella spesa pubblica per effetto della maggiore occupazione nel settore delle rinnovabili l'analisi costi benefici migliorerebbe ulteriormente.
La normativa italiana si dimostra, purtroppo, del tutto arretrata rispetto all'esperienza tedesca. Un punto critico molto importante in Italia è soprattutto la cessione di energia per un valore pari a quello consumato dall'utente. In pratica, l'utente italiano possessore di pannelli FV che produce 10 ma consuma 8, vedrà portarsi avanti in bolletta un credito di 2 sul proprio "conto energia". Rispetto agli altri paesi questo limite penalizza fortemente la logica dell'investimento privato nel settore del FV. L'esperienza tedesca dimostra come un sistema normativo ben ideato possa sostituirsi a qualsiasi intervento pubblico di sostegno.