Non mi piace fare previsioni in ambito IT, comunque posso esprimere qualche idea personale.
Innanzitutto: chi è che attualmente usa GNU/Linux (perché è di questo che se non sbaglio parliamo, non tanto del kernel)? Io direi
- smanettoni in generale
- chi coglie l'aspetto "filosofico" delle libertà garantite dal software libero in generale
- utenti che cercano alternative a Windows per attività "semplici": mail, navigazione, visione filmati, ascolto di musica
- persone scrupolose riguardo alla sicurezza
Sulla prima, beh, la vedo dura che il mondo si converta in un esercito di geek :lol:. Sulla seconda, è una questione di cultura (boh, non so se all'estero la questione è diversa, ma qua in Italia c'è da piangere), quindi i numeri non possono crescere tanto nel futuro. Rimane il terzo settore sul quale si può spingere, però per numeri grossi IMHO c'è bisogno di un'azienda (facciamo Canonical che rispetto a Novell e Red Hat AFAIR si getta molto sul desktop non aziendale) che stringa accordi con i produttori hardware per avere ubuntu preinstallato.
Perché in effetti c'è il bug fondamentale di Ubuntu: "Microsoft has a majority market share in the new desktop PC marketplace."
L'utenza generale vede il PC come un elettrodomestico (vedi punto 2 di cui sopra) e, se trova sempre e solo Windows, succedono due cose:
- si abitua a Windows
- non gli sfiora nemmeno l'idea che ci siano alternative
Basti pensare al fatto che per sapere di poter installare un S.O bisogna almeno sapere cosa sia una partizione. Poi parliamo di quando windows viene formattato, reinstallato e l'MBR sovrascritto? Un disastro :asd: :doh: A quel punto uno può mollare e cestinare la partizione di ubuntu.
Personalmente non vedo altra utenza in arrivo per la mancanza di applicazioni, o per la mancanza di alcune funzionalità, o ancora perché in alcuni casi il workflow è un po' "incasinato".
Sarebbe inoltre tutto più facile se per elaborare le informazioni si usassero solo standard, invece ci sono soluzioni proprietarie su soluzioni proprietarie, incompatibili fra loro. Per il software libero, è un bel problema, oltre che dal punto di vista tecnico (il reverse-engineering non può certo essere perfetto) anche da uno giuridico: ci può andare di mezzo il programmatore, se nell'EULA del software è dichiarato che non si può analizzare e "scomporre" il software, cosa valente praticamente sempre.
E aggiungerei in parte una caratteristica essenziale del software libero: la struttura a bazar anziché piramidale.