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Fini all'attacco di Berlusconi: cade il Governo?
Fini ha appena concluso il suo discorso alla prima convention di Futuro e Libertà. Parole chiare e nette: è possibile un nuovo patto di legislatura ma solo con una nuova agenda politica. Ma prima il premier deve dimettersi e aprire la crisi. Se non si dimetterà Fli è pronta ad uscire dal governo.
Poco prima Ronchi, Urso, Bonfiglio e Menia hanno rimesso il mandato nelle mani di Fini.
Il leader di Fli ha tirato una stoccata a Pdl e Lega cominciando dai temi di immigrazione e famiglia. "Non c'è in nessuna parte dell'Europa, e lo dico a ragion veduta - dice Fini dal palco della convention di Fli - un movimento politico come il Pdl che sui diritti civili è così arretrato culturalmente a rimorchio, anche qui, della peggior cultura leghista" ha sottolineato Fini. "Nel nostro manifesto dei valori - ha spiegato Fini - c'è il rispetto per la persona umana con la tutela dei diritti civili di ogni persona umana: senza alcuna distinzione e senza alcuna discriminazione. Rispettare la persona non vuol dire distinguere tra bianchi e neri, tra cristiani, musulmani ed ebrei, tra eterosessuali ed omosessuali, tra cittadini italiani e stranieri. La persona è al centro di qualsiasi cultura politica che voglia creare i presupposti per l'armonia. E la legalità è la condizione essenziale per la libertà", si legge su Corriere.it.
"Noi non siamo contro Berlusconi, ma siamo oltre il Pdl e oltre Berlusconi, il nostro progetto va oltre. Il Pdl e Berlusconi sono una pagina chiusa. Quella pagina si è chiusa o si sta chiudendo perché non è stata capace di incarnare desideri e progetti. La grande rivoluzione liberale non si è mai realizzata se non in minima parte" ha detto ancora Fini. "L'Italia non è il Paese dei balocchi che dipinge Berluscon" ha chiosato Fini. «Questo governo - ha aggiunto il leder di Fli - non ha il polso del Paese. Non sa quali sono le ansie e i timori degli italiani. Il governo sta galleggiando: tampona le emergenze, ma non ha la rotta. Non ha un progetto per costruire l'Italia di domani. È un governo che vive alla giornata. Il governo non ha preso coscienza che ci sono 4-5 questioni da affrontare, priorità nell’agenda degli italiani, altro che il ddl intercettazioni. Si devono mettere in campo politiche di ripresa. Non si può liquidare tutto parlando di assurde congiure o che c'è il governo del fare. Mi sembra che a volte questo governo del fare sia il governo del fare finta che tutto vada bene senza tenere conto dei problemi della società".
E tra tante altre cose dette, ecco il succo: "Berlusconi deve rassegnare le dimissioni e aprire la crisi di governo. Se non si dimette noi andremo fuori dal governo" ha quindi chiarito Fini. "Se non ci sarà un colpo d'ala da parte di Berlusconi e darà ascolto ai cattivi consiglieri, è evidente che Ronchi, Urso, Menia e Bonfiglio non rimarranno un minuto in più nel governo. Il problema per noi non è il gioco del cerino o chi stacca la spina, percheé è chiaro che se continuiamo con le furbizie e i tatticismi la spina la staccheranno gli italiani che sono stanchi di un governo che non governa".
Il suo intervento è per certi versi condivisibile, alla fine il governo attuale, pur con alcuni Ministri di buon livello, ha un grave problema e si chiama Berlusconi, il padre-padrone. Il punto è che Fini non si è dimesso da Presidente della Camera come promesso dopo il caso Tulliani e ora sta con il piede in due scarpe, anche se penso solo formalmente.
Fini ha appena concluso il suo discorso alla prima convention di Futuro e Libertà. Parole chiare e nette: è possibile un nuovo patto di legislatura ma solo con una nuova agenda politica. Ma prima il premier deve dimettersi e aprire la crisi. Se non si dimetterà Fli è pronta ad uscire dal governo.
Poco prima Ronchi, Urso, Bonfiglio e Menia hanno rimesso il mandato nelle mani di Fini.
Il leader di Fli ha tirato una stoccata a Pdl e Lega cominciando dai temi di immigrazione e famiglia. "Non c'è in nessuna parte dell'Europa, e lo dico a ragion veduta - dice Fini dal palco della convention di Fli - un movimento politico come il Pdl che sui diritti civili è così arretrato culturalmente a rimorchio, anche qui, della peggior cultura leghista" ha sottolineato Fini. "Nel nostro manifesto dei valori - ha spiegato Fini - c'è il rispetto per la persona umana con la tutela dei diritti civili di ogni persona umana: senza alcuna distinzione e senza alcuna discriminazione. Rispettare la persona non vuol dire distinguere tra bianchi e neri, tra cristiani, musulmani ed ebrei, tra eterosessuali ed omosessuali, tra cittadini italiani e stranieri. La persona è al centro di qualsiasi cultura politica che voglia creare i presupposti per l'armonia. E la legalità è la condizione essenziale per la libertà", si legge su Corriere.it.
"Noi non siamo contro Berlusconi, ma siamo oltre il Pdl e oltre Berlusconi, il nostro progetto va oltre. Il Pdl e Berlusconi sono una pagina chiusa. Quella pagina si è chiusa o si sta chiudendo perché non è stata capace di incarnare desideri e progetti. La grande rivoluzione liberale non si è mai realizzata se non in minima parte" ha detto ancora Fini. "L'Italia non è il Paese dei balocchi che dipinge Berluscon" ha chiosato Fini. «Questo governo - ha aggiunto il leder di Fli - non ha il polso del Paese. Non sa quali sono le ansie e i timori degli italiani. Il governo sta galleggiando: tampona le emergenze, ma non ha la rotta. Non ha un progetto per costruire l'Italia di domani. È un governo che vive alla giornata. Il governo non ha preso coscienza che ci sono 4-5 questioni da affrontare, priorità nell’agenda degli italiani, altro che il ddl intercettazioni. Si devono mettere in campo politiche di ripresa. Non si può liquidare tutto parlando di assurde congiure o che c'è il governo del fare. Mi sembra che a volte questo governo del fare sia il governo del fare finta che tutto vada bene senza tenere conto dei problemi della società".
E tra tante altre cose dette, ecco il succo: "Berlusconi deve rassegnare le dimissioni e aprire la crisi di governo. Se non si dimette noi andremo fuori dal governo" ha quindi chiarito Fini. "Se non ci sarà un colpo d'ala da parte di Berlusconi e darà ascolto ai cattivi consiglieri, è evidente che Ronchi, Urso, Menia e Bonfiglio non rimarranno un minuto in più nel governo. Il problema per noi non è il gioco del cerino o chi stacca la spina, percheé è chiaro che se continuiamo con le furbizie e i tatticismi la spina la staccheranno gli italiani che sono stanchi di un governo che non governa".
Il suo intervento è per certi versi condivisibile, alla fine il governo attuale, pur con alcuni Ministri di buon livello, ha un grave problema e si chiama Berlusconi, il padre-padrone. Il punto è che Fini non si è dimesso da Presidente della Camera come promesso dopo il caso Tulliani e ora sta con il piede in due scarpe, anche se penso solo formalmente.