Come sei sopravvissuto alla morte dei tuoi genitori?

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PECman

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Intendo emotivamente, non economicamente.

Intendo in particolare se non sono morti “di vecchiaia”, ma precocemente, di malattie o incidenti
 
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Intendo emotivamente, non economicamente.

Intendo in particolare se non sono morti “di vecchiaia”, ma precocemente, di malattie o incidenti
La morte di un genitore è sempre un evento drammatico, che io ho metabolizzato in breve tempo, l'ho fatto perché in quel periodo mi nasceva mia figlia e la mia priorità era rivolta a lei.
Non è menefreghismo, ma è cosi che per me è dovuta andare, si mi è dispiaciuto, ovvio ma un'altra vita, quella di mia figlia aveva bisogno di me e io non mi sono tirato indietro ad una legge non scritta ma che ti parte da dentro ed è di una forza inimmaginabile.
Ora mia figlia ha 11 anni mio padre morì due mesi prima che lei nascesse.
Una coincidenza che ho in mente e che rimane, è questa, il peso di mia figlia alla nascita...coincide con la data di morte di mio padre, mia figlia pesava 2 chili 810 grammi (quattro numeri che ho messo in coppia 28-10) era piccolina ma in salute, mio padre è deceduto in ospedale al Bassini di Cinisello Balsamo, il 28/10/2011 Chloe nasce il 10/12/2011
 
Non mi è ancora capitato ma purtroppo sono nella fase, molto dolorosa, interiormente, nell'iniziare a rendermi conto che inevitabilmente ciò accadrà in un futuro ormai non molto lontano ed è una cosa a cui io non posso fuggire, in quanto ormai vecchietti e malandati. Cerco di non pensarci troppo, di non avere il pallino fisso, tuttavia in certi momenti mi sale un terrore cieco, perchè questo sarà, oltre al dolore, ma dolore anche solo di vederli soffrire e vederli perdere la speranza, anche la consapevolezza che la mia vita cambierà, mia madre poi è un usignolo, vitale, allegra, curiosa, simpatica, l'idea che possa perdere la speranza davanti a un esito certo di essere al capolinea mi strugge. Quando si è giovanissimi non ci si pensa, si guardano da lontano certe situazioni, andando avanti purtroppo, soprattutto quando loro iniziano ad entrare nelle ultime decadi del ciclo vitale di noi esseri umani, inizia a insinuarsi dentro di una amara, amarissima consapevolezza che purtroppo ciò accadrà e il tempo ormai non è molto, si prova a non pensarci, ad accantonare il pensiero ma ogni tanto è inevitabile che si crei, ci si prova a prepararsi ma non si è mai veramente preparati davanti a cose del genere.

Tuttavia ciò mi ha anche migliorato su degli aspetti, ho iniziato, man mano, step dopo step, a valutare che ci sono delle cose della vita di cui mi importa profondamente, tra queste ci sono loro, per questo ha cominciato a scivolarmi via tutto il superfluo, ciò mi ha reso più sereno nell'approcciarmi alla vita e alle situazioni sgradevoli, ci sono cose veramente importanti, tutto il resto non val la pena di farcisi il sangue amaro.

Topic che mette a nudo l'interiorità dell'utenza, paure e fragilità, che abbiamo noi tutti, nessuno escluso, anche se forse sono un pò OT, perchè non sto parlando di come ho reagito alla scomparsa di un genitore ma della consapevolezza dolorosa che ciò in un futuro ormai non lontano accadrà. Lo gradisco, mi fa piacere parlarne, è come liberarsi di un peso che mantengo dentro di me.
 
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credo che la cosa più importante non sia portarsi dentro per troppo tempo il dolore della perdita, ma la consapevolezza di aver fatto capire ai propri genitori di aver appreso ogni loro sacrificio per noi
 
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Sicuramente è dura la cosa nella fase iniziale. Poi se pensi alle cose positive, se inizi a ricordare i bei momenti e cosa hanno fatto per te ti ritorna il sorriso. In realtà basta ricordare la persona, ricordare anche i momenti meno belli.

Se guardi una foto per esempio hai due opzioni
- piangere e andare in depressione non accettando la cosa.
- accettare la cosa ora o più avanti però iniziare a pensare a quella persona, a cosa ricordi. Siano essi ricordi super positivi oppure anche solo un tipico litigio. Qualsiasi cosa di quella persona che ricordi ti porterà un sorriso.

Quando è successo a me non ero neanche autonomo, andavo a scuola e ho dovuto improvvisamente cambiare e fare qualcosa. La seconda scelta mi ha aiutato molto.

Chiaramente non è tutto immediato, serve tempo.
 
Intendo emotivamente, non economicamente.

Intendo in particolare se non sono morti “di vecchiaia”, ma precocemente, di malattie o incidenti
Ciao. Ero un po' restio a rispondere, e infatti evito anche l'altro thread dove posti spesso, questo perché mi tornano in mente brutti ricordi, e quindi ti capisco benissimo, so che cosa stai passando.

Infatti io ho perso entrambi i genitori, mio padre per un brutto male 17 anni fa, e mia madre che era piena di acciacchi e malattie 8 anni fa. Io penso che ognuno di noi elabori il lutto a modo suo, è personale, quello che ti posso dire è che certamente il tempo aiuta, te ne fai una ragione, devi andare avanti, il dolore si attenua ma non scompare, ed è giusto così, cavolo sono i tuoi genitori, è un pezzo della tua vita che se ne va.
Io sono credente e ho fede, e quindi so che ora sono in un posto migliore, e se me lo sarò meritato di andarci anche io, so che un giorno li rivedrò.

Non so se tu sei credente o meno, ma indipendentemente da questo, quando purtroppo non avrai più i tuoi genitori, quando puoi fagli fare una messa, noi figli fino all'avvento del covid gli facevamo fare una messa una volta l'anno. I defunti hanno bisogno di messe, non di fiori.
 
Non te lo so spiegare, ognuno credo la viva a modo proprio.
Se non stanno bene e soffrono da giorni senza poter chiudere un occhio, se li vedi sfiniti quando anche la terapia del dolore non aiuta più a dare una pausa dal dolore costante che sentono, ogni attimo che stanno lì è regalato nella sofferenza e l'arrivo del silenzio rimbomba tanto fuori quanto dentro di te. Ma ho sempre pensato fosse la loro liberazione, che vadano a stare meglio di come li stai vedendo, e lo dico convinto che in determinate condizioni il solo sperare che durino il più possibile sia molto egoistico.
Fa male, tanto, ma bisogna consolarsi sapendo che smetteranno di soffrire. E per un bel pezzo sarà faticoso anche nelle banalità, quando non si potrà chiedere un consiglio che servirebbe, quando ti trovi a dover fare qualcosa senza sapere come iniziare mentre per chi è mancato sarebbe stata una sciocchezza, se non trovi un oggetto o anche solo perchè non ricordi chi era quello che avete incontrato o se nella pasta metteva una spezia piuttosto che l'altra.
Ti chiederai se hai fatto abbastanza o se potevi fare di più quando serviva e molto probabilmente non troverai una risposta concreta, solo il tempo ti alleggerirà i pensieri.
 
Grazie delle testimonianze.

Sicuramente io in vita non tengo a forza nessuno.

Ma ci tengo che sia solo il paziente a decidere, consapevolmente e coinvolto nella scelta.
Non terzi, nemmeno chi li ha in cura.
 
Io ho ancora entrambi vivi ed in buona salute, mio papà ha passato i 70 e mia mamma i 60 .

Lo ho gia scritto qua sul forum, mio padre è sopravvissuto ad una brutta forma di epatocarcinoma derivato da quasi 25 anni di epatite C , è sopravvissuto grazie ad un trapianto di fegato e ad un intervento successivo che si chiama Duodenocefalopancreasectomia.

Papà oggi vive col fegato trapiantato, non ha più pancreas, milza, un pezzo di stomaco , un pezzo di intestino e la tiroide, vive più che bene: va in moto, mangia e beve quello che vuole e non ha ancora smesso di fumare i suoi sigari.

Però mi sono trovato a fare 2 conti con una faccenda: quando fece il secondo intervento , la Duodenocefalopancreasectomia , ci arrivava bello malandato, col trapianto ha avuto vari infarti in sala operatoria e quell'intervento lì è il più impegnativo che si fa su essere umano vivente e i rischi solo altissimi, è stato fatto solo perchè c'era la certezza di metastasi a brevissimo giro agli organi che sono stati rimossi.

Insomma mi sono preparato al peggio e ti dirò, la cosa peggiore da gestire quando aspettavamo la chiamata per portarlo ad operarsi era il sapere che avrei saputo quale sarebbe stato il mio ultimo saluto a mio papà.

Sia chiaro, quando saluti una persona esiste sempre una certa possibilità che quella sia l'ultima volta che lo farai, ma la percentuale è così bassa che neanche ci fai caso e vai avanti come se nulla fosse, io invece mi trovavo a salutare mio papà sapendo che le probabilità erano a sfavore suo, però morire di cancro è brutto, morire sotto i ferri è veloce ed indolore, per quello valeva la pena rischiare.

Quindi eccomi là a Padova a salutare mio padre prima che lasciasse una ordinaria sala d'attesa con i suoi vestiti addosso, lasciandoci documenti, poerafoglio , telefono e i suoi sigari, lo chiamarono per passare una porta che introduceva al reparto speciale di chirurgia .

Col dopo avevo gia fatto i conti, è uno strappo doloroso mai poi passa, mi proeccupavo più che altro per mia madre, cosa avrebbe fatto da sola ? e mi proeccupavo per gli averi " simbolo" di papà tipo le sue motociclette, quale avrei tenuto ? tutte sono troppe e quindi cosa tenevo ? la più vecchia che è quella con cui mi ha passato la passione ? il cbr1100 xx con cui ha vinto 2 volte di fila il trofeo turistico nazionale e un rally FMI internazionale come team ? o la nuova ZZR 1400 con cui ha vinto come singolo il rally internazionale ?

Tutta roba a cui pensavo fitto, ma nessuna di queste era un problema come il congedarsi.
cosa avrei dovuto dirgli per farlo andare sereno ? cosa avrei dovuto dirgli per non aver rimpianti io ? e se mi dimentico qualcosa ?

TL;DR: quando muore qualcuno è sempre brutta ma passa alla svelta, è un ciclo naturale, sapere quando sarà l'ultima volta che portai parlarci è terribile, considerati fortunato a non avere questo problema.
 
Io ho ancora entrambi vivi ed in buona salute, mio papà ha passato i 70 e mia mamma i 60 .

Lo ho gia scritto qua sul forum, mio padre è sopravvissuto ad una brutta forma di epatocarcinoma derivato da quasi 25 anni di epatite C , è sopravvissuto grazie ad un trapianto di fegato e ad un intervento successivo che si chiama Duodenocefalopancreasectomia.

Papà oggi vive col fegato trapiantato, non ha più pancreas, milza, un pezzo di stomaco , un pezzo di intestino e la tiroide, vive più che bene: va in moto, mangia e beve quello che vuole e non ha ancora smesso di fumare i suoi sigari.

Però mi sono trovato a fare 2 conti con una faccenda: quando fece il secondo intervento , la Duodenocefalopancreasectomia , ci arrivava bello malandato, col trapianto ha avuto vari infarti in sala operatoria e quell'intervento lì è il più impegnativo che si fa su essere umano vivente e i rischi solo altissimi, è stato fatto solo perchè c'era la certezza di metastasi a brevissimo giro agli organi che sono stati rimossi.

Insomma mi sono preparato al peggio e ti dirò, la cosa peggiore da gestire quando aspettavamo la chiamata per portarlo ad operarsi era il sapere che avrei saputo quale sarebbe stato il mio ultimo saluto a mio papà.

Sia chiaro, quando saluti una persona esiste sempre una certa possibilità che quella sia l'ultima volta che lo farai, ma la percentuale è così bassa che neanche ci fai caso e vai avanti come se nulla fosse, io invece mi trovavo a salutare mio papà sapendo che le probabilità erano a sfavore suo, però morire di cancro è brutto, morire sotto i ferri è veloce ed indolore, per quello valeva la pena rischiare.

Quindi eccomi là a Padova a salutare mio padre prima che lasciasse una ordinaria sala d'attesa con i suoi vestiti addosso, lasciandoci documenti, poerafoglio , telefono e i suoi sigari, lo chiamarono per passare una porta che introduceva al reparto speciale di chirurgia .

Col dopo avevo gia fatto i conti, è uno strappo doloroso mai poi passa, mi proeccupavo più che altro per mia madre, cosa avrebbe fatto da sola ? e mi proeccupavo per gli averi " simbolo" di papà tipo le sue motociclette, quale avrei tenuto ? tutte sono troppe e quindi cosa tenevo ? la più vecchia che è quella con cui mi ha passato la passione ? il cbr1100 xx con cui ha vinto 2 volte di fila il trofeo turistico nazionale e un rally FMI internazionale come team ? o la nuova ZZR 1400 con cui ha vinto come singolo il rally internazionale ?

Tutta roba a cui pensavo fitto, ma nessuna di queste era un problema come il congedarsi.
cosa avrei dovuto dirgli per farlo andare sereno ? cosa avrei dovuto dirgli per non aver rimpianti io ? e se mi dimentico qualcosa ?

TL;DR: quando muore qualcuno è sempre brutta ma passa alla svelta, è un ciclo naturale, sapere quando sarà l'ultima volta che portai parlarci è terribile, considerati fortunato a non avere questo problema.

In che senso?

Beh si che lo ho il problema.

Ora è in hospice dormiente per le benzodiazepine, perché stamattina si era svegliata agitata.

Probabilmente si risveglierà ma non so in che stato e non so per quanto.. finché si arriverà alla sedazione profonda

Comunque grazie, un abbraccio!
 
In che senso?

Beh si che lo ho il problema.

Ora è in hospice dormiente per le benzodiazepine, perché stamattina si era svegliata agitata.

Probabilmente si risveglierà ma non so in che stato e non so per quanto.. finché si arriverà alla sedazione profonda

Comunque grazie, un abbraccio!

Non ha più dato chiari segni di coscienza da quel giorno.
Pace.
 
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