Si può dire che fondamentalmente ci sono tre casi che possono spingere ad aggiornare il bios: uno obbligatorio, uno altamente raccomandato, un terzo consigliabile.
L'aggiornamento è obbligatorio quando si intende installare un processore compatibile con la scheda madre ma riconosciuto solamente a partire da una revisione specifica del bios. Esempio: una scheda madre ha una revisione di bios, poniamo, "0001"; dopo qualche tempo esce una nuova serie di processori che però richiedono la versione "0002" per essere riconosciuti. Se un utente desidera installarne uno, l'aggiornamento alla versione "0002" è obbligatorio, in quanto altrimenti il processore non sarebbe correttamente riconosciuto e non funzionerebbe bene.
L'aggiornamento è altamente raccomandato quando una nuova revisione del bios risolve problemi di incompatibilità con la ram o con specifici componenti; si potrebbe anche definire un aggiornamento praticamente obbligatorio, ma non tutti gli utenti magari riscontrano problemi, dunque in questo caso si dovrebbe aggiornare solo in caso di necessità.
Infine l'aggiornamento è consigliabile quando la scheda madre è un nuovo modello appena uscito sul mercato. Le prime revisioni del bios, infatti, potrebbero non essere "mature", e la scheda madre potrebbe esprimere prestazioni non ancora ottimali o soffrire di qualche instabilità; in questo caso, le revisioni successive alle prime due o tre sono quelle che mettono a punto la scheda madre, permettendole di funzionare al meglio.
In tutti gli altri casi, specialmente se il sistema funziona correttamente, non è necessario aggiornare il bios.