Vanna Marchi torna a vendere
Le due teleimbonitrici, Stefania Nobile e Vanna Marchi, madre e figlia, condannate in primo grado a dieci anni di reclusione per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e a due anni e sei mesi ciascuna per truffa, tornano a vendere. Il ritorno all'attività è stato annunciato attraverso il loro blog che sarà anche il mezzo con cui effettueranno le vendite di quadri ed effetti personali, tra cui un tapiro di sale.
La televisione non era possibile, anche perché le due sono inibite per cinque anni anche se la sentenza non è passata in giudicato, ed ecco allora che si affidano a internet e alla nuova tecnologia.
"Ho voglia di combattere e riavere tutti i miei clienti e molti di più" ha spiegato in una conferenza stampa a Milano la Marchi, capelli rossi e maglietta bianca mentre Stefania era completamente in bianco, in contrasto con i lunghi capelli neri, e con accanto il fidanzato e l'avvocato Cataliotti. Niente creme dimagranti o numeri della fortuna questa volta, in vendita Vanna Marchi e figlia metteranno i quadri dipinti dalla madre ("sono un'istintiva, sono un po' artista nell'animo. Di arte però non si vive, e io in fondo sono una venditrice") e alcuni effetti personali della figlia: "Tutti vogliono le mie scarpe, ma in vendita ci saranno anche gli occhiali da sole che ho usato durante tutto il processo - ha affermato - Troverete anche la mia bambola di quando avevo tre anni e naturalmente, anche un Tapiro di sale". Un tapiro decisamente caro visto che il prezzo sarà di 49.500 euro, il risultato dei giorni passati in carcere (330) "moltiplicato per i costi che si dice lo Stato abbia sostenuto per ogni giorno di detenzione, circa 150 euro".
Sul blog, stefanianobile.it, la Marchi venderà anche una linea di prodotti cosmetici firmata da lei, il tutto, ha assicurato la figlia "con le garanzie di legge sulla qualita' dei prodotti, a tutela dei consumatori". Ogni oggetto sara' accompagnato da 'televendite-web', alcune delle quali in diretta.
Entro il 10 agosto, ma forse potrebbero arrivare molto prima, i giudici della Decima sezione penale del Tribunale di Milano depositeranno le motivazioni della sentenza che le ha condannate a dieci anni: "Siamo vittime - ha attaccato la madre - aspettiamo di leggerle".
W l'Italia.... :luxhello: :nono: