Video Urbex, Piccole Avventure Nei Luoghi Abbandonati

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Inizierò a postare qui in anteprima https://www.instagram.com/past_place/ le foto della penultima mia uscita che si è svolta in un ospedale in un paese in provincia di Verona, tali foto le userò nel post che scriverò tra qualche giorno / settimana raccontando dei particolari molto interessanti di questa uscita per i 2 (forse 1) utenti che mi leggono, questa volta infatti verso la fine c'è un bel colpo di scena, viverlo è stato piuttosto spiacevole, leggerlo spero crei solo un po' di sana tensione.
Le foto su Instagram saranno raggruppate in un hashtag così da vederle tutte assieme, penso di mettere la prima domani in serata.

PS.
Sto meditando di aprire una pagina Facebook, così tanto per portare il mio pubblico da 1 / 2 a ottimisticamente 10 / 20, non che Tom's hardware non mi piaccia ma forse non è il luogo più adatto per questo tipo di cose.
Anche se con il tema dark dell'applicazione...

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Ciao ho visto poco fa,le foto su instagram sei molto bravo sai dargli anche i giusti effetti di luce e ombre, io probabilmente sono uno dei due utenti da te citati la tua piccola disavventura mi interessa quando la pubblicherai la leggeró volentieri

Aprire una pagina Fb dove postare i tuoi scatti puo essere una buona idea,molto probabilmente ti da anche piu visibilita

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Come anticipato scrivo il solito piccolo racconto con foto.
Questa volta l’edificio in questione è un ex ospedale, di certo non è famoso e nemmeno frequentato dagli urbex come il precedente Consonno ma i giornali hanno scritto e tuttora scrivono a riguardo.
Abbandonato nel 2005 è rimasto chiuso per alcuni anni per poi seguire il destino della maggior parte dei luoghi come questo ovvero, i primi ladri e vandali hanno iniziato a sfondare le porte, rubare caloriferi, attrezzature rimaste e danneggiare ogni cosa, tuttora sembra frequentato da ladri di rame, estraggono i cavi dagli impianti elettrici e li sguainano sul posto, su un pianerottolo infatti troviamo un mucchio di guaine senza più i fili in rame all’interno.
Proviamo ad entrare dall’ingresso principale come descrittoci da altri urbex ma, oltre ad essere tutto troppo in vista, una volta aperta la porta e varcata la soglia abbiamo subito la sensazione di non essere soli, tanto che dopo qualche secondo decidiamo di uscire.
Aggiriamo l’enorme complesso formato da 3, forse 4 edifici collegati e nella parte posteriore entriamo da una porta secondaria con il vetro sfondato, senza nemmeno dover scavalcare nessuna recinzione, ci troviamo su una scala che collega tutti i piani, salita una rampa iniziamo a percorrere i lunghi corridoi e subito l’atmosfera tetra e disorientante si fa sentire, l’ambiente è enorme, corridoi infiniti, svolta dopo svolta, porta dopo porta già non sappiamo più esattamente dove ci troviamo, nello spoiler ecco una delle prime foto scattate.

Ecco, credo che questa foto renda l’idea di come sia l’ambiente che ci accoglie.
Qualcuno ha anche avuto la fantasia di appendere un camice da dottore al soffitto, tanto perché l’ambiente altrimenti non era abbastanza strano e inquietante…
Si possono vedere le impronte di chi è passato prima di noi sulla guaina in linoleum, notate come luccicano e risaltano, ci si rende conto del forte passaggio di vandali e ladri, tutto è spostato, rotto, (ricordate, un vero urbex non rompe ruba e quasi nemmeno tocca nulla).
Proseguendo, da alcune stanze nel buio si intravede una scia scura, come qualcosa di trascinato, forse un corpo? No, non esageriamo, guardando meglio si capisce che i caloriferi sono stati rimossi e trascinati fuori appoggiandoli su degli stracci umidi, probabilmente per non fare troppo rumore.

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Un altro corridoio degli infiniti già percorsi, il controsoffitto in fibra isolante è sfondato, i pannelli sono sbriciolati sul pavimento e l’atmosfera è tetra più che mai, nella maggior parte dell’edificio regna la quasi totale oscurità, ci spostiamo con delle torce.
Davanti la luce quasi accecante, probabilmente una stanza con una finestra che dà sull’esterno, a destra le porte di quelli che presumibilmente erano studi mentre a sinistra l’ennesima svolta che non sappiamo dove ci porterà.

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Ci mettiamo un po’ ma finiamo di visitare il piano dell’edificio in tutte le sue parti, vi ricordo che l’intero complesso è formato da 3 edifici come questo con 3 piani fuori terra più la soffitta e i sotterranei.
Siamo nuovamente sulla tromba scale da cui abbiamo iniziato e prima di proseguire su una mensola c’è qualcosa che ci ricorda cos’era questo edificio prima di tutto ciò, “attenzione bambino, zona libera dal fumo” già… guardandolo così questo sembra più un luogo di sofferenza, in realtà ha accolto anche tanta gioia delle madri e famigliari dei bambini e di coloro che sono stati curati e guariti.

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Altro piano e altri infiniti e interminabili corridoi, dentro e fuori da ogni porta, svolta dopo svolta gli ambienti sono tutti differenti ma accomunati dal freddo e dalla solitudine di un ospedale che ha perso la sua funzione dal lontano Marzo del 2005 (testimoniato da un calendario trovato appeso al muro).

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Nelle stanze per i malati restano poche cose, questo presumo sia la strumentazione per l’ossigeno, colpisce la presenza dell’acqua nei barattoli di vetro, quasi fosse tutto pronto per essere rimesso in funzione da un momento all’altro.
Mi sorge una domanda mentre scrivo (forse banale), quante persone avrà tenuto in vita e salvato questa strumentazione e questo edificio, con i medici, infermieri, chirurghi e personale che vi lavoravano prima di essere abbandonata?

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Finiamo di visitare i piani superiori, inclusa la soffitta in cui tra gli scaffali caduti e i mobili dismessi accumulati regna il caos.
Torniamo alla base dell’edificio, quella parzialmente seminterrata, troviamo subito la chiesa, nessun rispetto nemmeno per questa, sembra meno vandalizzata ma solo perché ci sono le vetrate che danno sui parcheggi condominiali delle case vicine, noi stessi per uscire dobbiamo camminare quasi a gattoni sotto le finestre per non essere visti e allarmare le persone che in passato hanno purtroppo assistito ad atti di vandalismo (come riportato dai giornali) e potrebbero pensare male.

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Usciamo dalla chiesa e proseguiamo, ci accorgiamo ben presto che questo piano, eccetto per la chiesa, era riservato ai soli dipendenti.
La vegetazione che avanza, spinge la porta e si addentra nei corridoi è per me molto significativa e simbolica, la sedia rivolta verso di essa sembra un invito alla riflessione ma non posso accettare, c’è altro da vedere…

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Già, proprio così, la sala autopsia, avete presente cosa si faceva qui giusto?
Sulla sinistra (vi sono appoggiato per scattare la foto) c’è la piccola cella frigorifera da 2 posti della quale evito di mettere la foto.
Entriamo nella sala autopsia, con rispetto, è quasi una seconda chiesa questa…

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Uno dei 3 componenti del gruppo preferisce aspettarci sulla soglia, entriamo in 2, è molto buia e piccola, illuminiamo con le torce, è anche la zona più fredda dell’ospedale, varcando la soglia si percepiscono 2 o 3 gradi in meno rispetto al resto del seminterrato e in questa zona i telefoni non prendono.
Il bancone dell’autopsia è lì in bella vista, che ci crediate o no è la parte più intatta dell’intero edificio, l’unica in cui il lavandino non sia rotto, i prodotti igienizzanti sono ancora al loro posto e il calorifero non è stato rubato!!
Sembra tutto come è stato lasciato.
Rispetto o paura da parte dei vandali e ladri, voi cosa ne dite?
C’è talmente buio che anche scattando con valori estremi non riesco a fare una foto decente, non sono provvisto di cavalletto e decido per la prima volta di usare il flash integrato (dimenticando di rimuovere il paraluce…)
Nella scatola di cartone c’è una confezione, forse non riuscirete a leggere con la risoluzione ridotta ma sulla foto originale si legge chiaramente la scritta che recita “SIRINGA MONOUSO PRECARICATA contenuto 500cc di formaldeide 24%”, con una breve ricerca in internet scopro che la formaldeide era usata per esempio per conservare gli animali impagliati o in questo caso tessuti in generale, l’ambiente non ispira quindi a maggior ragione non tocchiamo nulla.
Non sono proprio bei posti felici ragazzi, meglio uscire in fretta…

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Ci spostiamo in un luogo meno infelice, le cucine, o almeno quello che ne resta…
Tutto molto vandalizzato, solite impronte sul pavimento che testimoniano un certo passaggio, di quello che erano i piani cottura e le varie strumentazioni non resta praticamente nulla.
A sinistra degli strani oggetti in plastica, sono veramente tanti, forse coperchi di varie dimensioni ma di cosa?
Nella parte a estrema sinistra, fuori dall’inquadratura, c’è la porta per accedere al corridoio delle celle frigorifere, proseguiamo in questa direzione.

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Continua in un'altro post visto che tom's hardware non mi lascia mettere più di 10 immagini e il servizio di hosting che amo usare di solito è mezzo offline...
 
Ecco le grandi celle frigorifere in cui venivano conservati gli alimenti prima della preparazione, dentro sono completamente vuote, le scaffalature sono state distrutte o rubate, nella cella dei vegetali sembra quasi di sentire ancora odore di verdure.
Aprendo la cella noto che il portellone è comandabile solo dall’esterno pertanto nell’eventualità di essere chiusi all’interno non ci sarebbe modo di uscire.
Nel silenzio, mentre faccio le foto, un componente del gruppo dice di aver sentito dei passi al piano superiore, io e l’altra persona non abbiamo sentito nulla, pensiamo sia solo suggestione e ci dirigiamo verso i sotterranei in tutta tranquillità.

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Scendiamo dalla solita tromba scale da cui eravamo entrati, quindi una rampa sotto rispetto alla porta di entrata, il disimpegno tra i sotterranei e la scala è allagato da 20 centimetri di acqua melmosa, per fortuna c’è modo di attraversare senza bagnarsi i piedi e siamo nei sotterranei!
C’è il corridoio in foto, a sinistra ci sono alcuni piccoli tunnel ma sono stretti e allagati, decidiamo di non entrarci, a destra ci sono varie camere, in una di queste una grande bombola blu, come quella di un compressore da 500 litri, chissà cosa conteneva, da qualche parte ci dovrebbero essere anche i gruppi elettrogeni per l’alimentazione di emergenza o almeno quello che ne resta ma qui non li troviamo.

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Quest’ultima parte di racconto è senza immagine, leggendo ne capirete il motivo
Decidiamo di salire nuovamente nella parte “civile” dell’edificio per trovare il collegamento con l’altro stabile e proseguire nell’esplorazione.
Risaliamo quindi di 2 piani e iniziamo a cercare di capire dove dirigerci ma qualcosa di imprevisto succede…
Arriviamo verso la fine di un buio corridoio che piega a 90 gradi a sinistra, ci sembra di sentire dei passi dal corridoio dietro l’angolo, tutti e 3 ci immobilizziamo e spegniamo le luci, qualcuno sta camminando lungo il corridoio venendo verso di noi, si sente chiaramente un respiro ansimante, vediamo una porta proprio accanto a noi, ci fiondiamo dentro con la velocità della luce facendo anche qualche rumore per via dei vetri sul pavimento, è un piccolo bagno, largo come l’entrata, la porta è aperta e non possiamo chiuderla, faremmo troppo rumore con tutti i detriti sul pavimento, uno di noi tre riesce a mettersi dietro ma io e l’altro componente del gruppo non abbiamo dove nasconderci e rimaniamo immobili vicino al muro sperando nella protezione del buio, nel frattempo i passi hanno accelerato, ora questa persona sta correndo, ansima e respira affannosamente, rallenta per girare l’angolo poi avanza piano, si ferma davanti alla porta del bagno guardando lungo il corridoio, riusciamo a scorgere la sua sagoma nel buio ma null’altro, si rimette quasi subito in cammino e prosegue lungo il corridoio… non ci ha visto… dopo qualche secondo usciamo dal bagno e grazie ad uno dei componenti del gruppo, non so come ma in 2 svolte arriviamo sulla tromba scale, scesi 2 piani e usciti.
Questa esplorazione si ferma qui ma non prima di aver scoperto chi ci aveva inseguiti, segreto che però non rivelerò.

Spero che le foto e il racconto vi siano piaciuti, sappiate che mi sono divertito a scrivere e nel frattempo rivivere (emozioni positive e negative comprese) l’esplorazione fatta mesi fa, se avete il dubbio che il finale sia frutto della mia fantasia malata… è un dubbio legittimo e non sarò io a volervi convincere del contrario, in ogni caso se vi ha fatto piacere leggere mettete un mi piace, un commento o anche niente che tanto è uguale. :D
PS.
Scrivere tutto ciò è stata un'autentica sofferenza… per via del divano scomodissimo su cui ho scelto di sedermi.
PS 2
Chi volesse vedere altre foto ne ho postate e continuerò a postarne su instagram: https://www.instagram.com/past_place/?hl=it
 
Ultima modifica:
C e un.ospedale enorme abbandonato anche dalle mie parti se ti interessa ti scrivo in.pvt

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C e un.ospedale enorme abbandonato anche dalle mie parti se ti interessa ti scrivo in.pvt

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I posti abbandonati non finiranno mai, scoprirne di nuovi è sempre un piacere, il difficile poi è capire se siano accessibili.
I posti più belli sono quelli non vandalizzati ma sono anche quelli più difficili, a certi livelli sono necessarie le autorizzazioni (appunto perché se non sono vandalizzati ci sono ancora le porte ).
Scrivimi pure se vuoi

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