The Economist: l'Europa sta sgretolando le sovranità nazionali

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Andrea Guglielmo

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Arriva dall'Economist l'ennesima conferma del grave attentato alla democrazia da parte dell'Europa nei confronti degli Stati membri: Corea del Sud, Costa Rica, Uruguay e Isole Mauritius sono tutti Paesi con un indice democratico maggiore del nostro. Ed il Botswana sta peggio di noi per molto poco. Per la precisione siamo al trentunesimo posto, con un peggioramento di 3 posizioni rispetto al 2010 e con una tendenza negativa consolidata negli ultimi anni.

L'Economist Intelligent Unit è una costola del "The Economist" e fornisce periodicamente una guida alla comprensione degli affari a livello mondiale, con analisi e previsioni sugli orientamenti politici, economici e di mercato di circa duecento nazioni, ed alla cui realizzazione collaborano alcune centinaia di esperti. La quarta edizione del report misura il livello di democrazia di oltre 165 Stati alla data di Dicembre 2011, attraverso l'esame di 5 categorie: processo elettorale e pluralismo, libertà civili, funzionamento del governo politico, partecipazione e cultura politica.

Secondo l'analisi dall'EIU, la crisi economica ha contribuito a mettere in ginocchio i principi democratici sopratutto in Europa, attraverso il declino di alcuni comportamenti dei Governi, della partecipazione politica e della libertà dei media. Si pensi che nelle prime nove posizioni della classifica, solo la Finlandia risulta presente in qualità di Stato europeo. Tra il 2008 ed il 2010 Grecia, Italia e Francia sono usciti dalla zona della classifica dei Paesi ritenuti pienamente democratici.

La ragione principale del crollo degli indici democratici in Italia, Grecia, Portogallo, Spagna e Irlanda nel 2011 è dovuto alle erosioni della sovranità nazionale e della responsabilità democratica, associati con gli effetti e le risposte alla crisi della zona euro, come ad esempio l'insediamento di tecnocrati non eletti nei governi di Italia e Grecia.

In alcuni Paesi come l'Italia, denuncia l'EIU, le leggi non sono più stabilite dal legislatore nazionale e dai politici eletti, ma vengono impostate in modo efficace dai creditori ufficiali, dalla Banca Centrale Europea, dalla Commissione Europea e dal Fondo monetario internazionale. La gravità delle misure di austerità promulgate tende a indebolire la coesione sociale ed a diminuire ulteriormente la fiducia nelle istituzioni, che era già in declino con l'esplosione della crisi economica del 2008-09.

Ma chi c'è dietro l'Economist Intelligent Unit? L'EIU è una società controllata dalla The Economist Group che possiede l'omonimo settimanale, partecipato dalla potentissima famiglia Rotschild e notoriamente contrario alla Costituzione Europea. Questo potrebbe essere uno dei motivi (gli altri li vedremo più avanti) per cui il team dell'EIU ha potuto valutare con maggiore serenità l'indice democratico europeo. Si consideri, ad esempio, che la Freedom House, altra grande organizzazione che monitora costantemente le libertà degli stati di tutto il mondo e che risulta molto vicina alle lobby americane (leggi Fondo Monetario Internazionale), non segnala alcuna anomalia nel nostro Continente, ed in particolare in Italia.

Oltre agli attacchi esterni, fin qui denunciati dall'EIU, non si possono trascurare anche gli effetti deleteri della politica interna di questi ultimi anni. Ad esempio, il depotenziamento del reato di attentato alla costituzione voluto dal Governo Belusconi III (legge n° 85/2006) ha praticamente azzerato qualsiasi strumento giuridico atto a difendere l'identità nazionale. L'attuale legge prevede, infatti, che si possa essere condannati ad una reclusione di 5 anni solo se vengono commessi atti violenti finalizzati a mutare la Costituzione dello Stato o la forma di Governo.


Ad esempio, se un gruppo sovversivo o alcuni parlamentari decidessero da un giorno all'altro di attuare un colpo di Stato violando la costituzione, con mezzi non consentiti dall'ordinamento costituzionale dello Stato, ma senza l'impiego di violenza, allora nessun tribunale o forza di polizia potrebbe contrastarli. Le modifiche alla legge sul reato di attentato alla costituzione sono state, a suo tempo, pesantemente criticate nel dibattito politico, ponendo vigliaccamente l'accento sull'esigenza di sottrarre gli esponenti leghisti all'incriminazione, piuttosto che per aver reso inefficace qualsiasi tipo di tutela reale nei confronti della nostra democrazia.
In realtà, l'art.283 e tutti gli altri articoli correlati del codice penale sono stati modificati giusto in tempo per l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona del 2007 che crea le basi legali per la nascita di un unico grande Stato europeo con poteri sovranazionali e leggi comunitarie superiori a qualsiasi legge degli Stati membri.

Il Trattato di Lisbona è un impianto volutamente complicatissimo di regole europee raccolte in 2800 pagine di migliaia di emendamenti; fu redatto per sostituire in modo subdolo la Costituzione europea bocciata dal 'no' dei referendum francese e olandese del 2005. Giuliano amato nel 2007 ha dichiarato "Fu deciso che il documento fosse illeggibile, poiché così non sarebbe stato costituzionale...Fosse invece stato comprensibile, vi sarebbero state ragioni per sottoporlo a referendum, perché avrebbe significato che c’era qualcosa di nuovo"

Secondo il Trattato:

  • il potere legislativo della nuova Europa sarà demandato ad un organo non eletto direttamente dal Popolo, ovvero la Commissione Europea che proporrà leggi che verranno ratificate dal Consiglio dei Ministri (anch'esso non eletto direttamente). La Commisione Europea, inoltre, ha potere di legiferare per decreto e le sue decisioni saranno vincolanti sulle Costituzioni dei Paesi membri. Il Parlamento Europeo, l'unica istituzione europea ad essere eletta direttamente dai suoi cittadini, svolge solo una funzione di controllo e non avrà il potere di proporre o bocciare leggi, non potrà votare sul PIL dell'Unione, nè avrà diritti sulle decisioni in merito alle tasse. Qualora poi i parlamentari volessero contestare una legge proposta dalla Commissione dovrebbero ottenere una maggioranza qualificata nel Consiglio dei Ministri (il 55% degli Stati) o una maggioranza assoluta di tutti i deputati europei.

  • Il potere giuridico della nuova Europa, contrastando il principio universale di separazione, sarà visceralmente vincolato dalla nomina dei Governi degli Stati membri. Di conseguenza, le sentenze sui nostri diritti fondamentali e sulle leggi che ci governano saranno nelle mani di magistrati del tutto fuori dal nostro controllo e secondo leggi emanateda burocrati non eletti. Le sentenze della Corte Europea, ad esempio, hanno una validità giuridica superiore rispetto a quelle emesse dai nostri tribunali.

  • Il potere economico: l'Italia non è più uno stato a moneta sovrana, essendo costretta a chiedere prestiti agli speculatori finanziari per sostenere anche le spese essenziali di bilancio. L'Italia, con le sue stesse mani, ha predisposto l'intero apparato legislativo affinchè la Banca d'Italia diventasse un istituto privato autonomo ed indipendente. Conseguentemente, lo Stato non può più svalutare la moneta, non può alimentare il mercato interno e la produzione, non può stabilire quanto destinare alla spesa pubblica per il bene dei propri cittadini. L'Italia oggi è ostaggio dei mercati e della Banca Centrale Europea.

Ma se è vero come è vero che il drammatico epilogo a cui siamo giunti oggi non è frutto di interventi estemporanei di qualche folle presidente del Consiglio non eletto, ma il risultato di oltre un ventennio di politiche anticostituzionali di parlamentari corrotti e conniventi, come è possibile che non ce ne siamo accorti prima ? Perchè, invece, oggi certe informazioni vengono divulgate o quanto meno è possibile recuperarle ?



Il motivo è, purtroppo, che oramai non abbiamo più alcuno strumento legale per contrastare la perdita di sovranità a cui siamo e continueremo ad essere sottoposti. Riprendendo le parole di un importante giurista, esperto di diritto internazionale, Solange Manfredi "non siamo in una democrazia: le regole democratiche ci sono per fare credere che ci siano, ma quando cerchiamo di attivarle queste non ci sono più". La politica estera italiana, ed in particolare la poltiica monetaria, negli ultimi trent'anni è stata condotta omettendo e segretando scentemente al popolo gli accordi e le leggi ratificate, con il preciso intento impedire l'innesco di eventuali processi democratici nella costituzione della futura Europa unita.




Fonte: Democracy Index 2011 - A report from the Economist Intelligence Unit
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Articolo di Quinto Potere
 
Ultima modifica:
Mamma mia Andrea...questi tuoi thread di oggi sono uno più nero dell'altro. Sto pensando di fare armi e bagagli e andare a vivere in una grotta :asd:

Comunque concordo sul fatto che la breve parentesi delle democrazie occidentali (perchè il lasso di tempo tra il 1945 ad oggi non è che una minima frazione della storia) sia alla fine. O quantomeno sia in gravissimo pericolo. Imambolati da un consumismo che ci lascia perennemente insoddisfatti e che ci "obbliga" a concentrarci sulle nostre necessità (reali o indotte) abbiamo trascurato quelle che sono, secondo me, le fondamenta della democrazia: che solo socializzando, relazionandoci, solidarizzando e facendo sistema si possono affrontare le sfide del mondo.

Invece come in passato abbiamo preferito fregarcene e delegare a persone indegne e corrotte. L'Unione Europea, che doveva essere un'utopia che si realizza (stati che si erano ferocemente combattuti per secoli riuniti pacificamente sotto la stessa bandiera, non perchè costretti dal conquistatore di turno ma perchè lo si era scelto spontanemente) sta diventando un'incubo.

Dove stiamo andando a parare? E come vorremmo che cambiassero le cose? Siamo ancora in tempo? Cosa possiamo fare per invertire la rotta?
La vedo grigia...
 
errore fatale: andava fatta l'Europa politica con l'europa monetaria.....ma...c'è sempre un ma.- Vallo a dire agli anglosassoni (Inghilterra per essere chiari) che oltre ad essere monarchica-costituzionale è legata a doppio filo con l'America (U.S.) la quale, avendo parecchi crediti storici da vantare verso gli isolani,usa gli inglesi come piede di porco(e non solo vedi agenzie di rating) per scardinare tutto.- Perchè? Probailmente una Europa unita politicamente avrebbe un effetto deleterio sulla presunta egemonia mondiale dell'America.- Il discorso sarebbe + lungo ma quì mi fermo.-imho
 
Ne ho molti da pubblicare >_> meglio che mi fermi per oggi cosa ne pensi?

Era una battuta ;) i thread sono interessanti, solo che forse qualcuno potevi riunirlo (cosa che però mi rendo conto ti avrebbe costretto a tagliare gli interventi perdendo, forse, in profondità). Ho visto che qualcuno lo hai rimosso (quello sulle carceri...) ma se ne hai posta pure, poi ognuno leggerà quelli che gradisce di più. Forse quello che mancano un pò sono i commentatori...no?

Buon lavoro.

:)
 



La ragione principale del crollo degli indici democratici in Italia, Grecia, Portogallo, Spagna e Irlanda nel 2011 è dovuto alle erosioni della sovranità nazionale e della responsabilità democratica, associati con gli effetti e le risposte alla crisi della zona euro, come ad esempio l'insediamento di tecnocrati non eletti nei governi di Italia e Grecia.



Si sono insediati tecnici per colpa dei precedendi governi. Se i Berlusconi, i Prodi non avessero fatto quei disastri o peggio: il nulla, non saremmo ricorsi a tecnici con tanto di sacrifici dolorosi ma purtroppo necessari. I vari politici che si sono susseguiti non hanno avuto il coraggio di fare determinate scelte. Uno scaricabarile impressionante.
Anche se non comprendo come potrà ripartire l'economia soffocandone i consumi con rincari e tanto altro ancora.
 
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Si sono insediati tecnici per colpa dei precedendi governi. Se i Berlusconi, i Prodi non avessero fatto quei disastri o peggio: il nulla, non saremmo ricorsi a tecnici con tanto di sacrifici dolorosi ma purtroppo necessari. I vari politici che si sono susseguiti non hanno avuto il coraggio di fare determinate scelte. Uno scaricabarile impressionante.
Anche se non comprendo come potrà ripartire l'economia soffocandone i consumi con rincari e tanto altro ancora.

Il problema più grosso non è tanto quello economico (che è disastroso e che ognuno di noi tocca con mano ogni giorno), ma è il sordo tramonto delle democrazie. Se è vero che chi deve pensare a come metter su il pranzo non può spaccarsi la testa su come si debba tornare in carreggiata (per questo siamo in una repubblica rappresentativa: perchè ci sono persone elette e pagate per assolvere a questo compito...in teoria...), ma è anche vero che si continuano a fare le file davanti agli apple store o a cambiare 7-8 paia di scarpe l'anno o ad interessarsi alle vicende di calciatori più o meno corrotti etc mentre tutto il resto va in malora. Se ci fosse un'opinione pubblica sensibile a certi argomenti e in grado di far sentire la propria voce, molta della fogna che abbiamo visto in questi anni e che negli ultimi mesi ha solo messo giacca e cravatta ma è fatta sostazialmente della stessa pasta, non sarebbe mai arrivata alle stanze dei bottoni.

Invece hanno sfasciato le nostre economie e ci stanno piano piano levando le libertà (vedi, per esempio, altro thread di Andrea ). Siamo, imho, ad una svolta della storia: se le democrazie del 2° dopo guerra sopravviveranno o meno dipende solo da noi. Certo è che il tempo non gioca a favore di chi vuole che sopravvivano...
 
Mi permetto di intervenire in questo topic facendo alcune considerazioni sperando di non "incasinarmi" con i discorsi....
Credevo/Speravo che l'unione monetaria e quindi l'unione economica dell'Europa, sarebbe dovuta essere preceduta da una indispensabile unione sociale e politica, in grado di provvedere all'emanazione di fondamentali regole, norme e leggi proposte da un "governo eletto da un parlamento" e approvate dallo stesso parlamento "eletto dai cittadini europei" e che avrebbero dovuto riguardare innanzitutto lo stato sociale e le politiche di sviluppo comunitario. Questo significa che, sottointesa la sovranità nazionale di ognuno degli stati aderenti, il sistema sociale, fiscale, economico e giuridico, sarebbe dovuto essere regolato da basilari e fondamentali norme e leggi comuni a tutela dei cittadini e per tutti gli stati. Senza dilungarmi troppo, la mia impressione da semplice e medio cittadino (non certo addentrato in discorsi di geo - politica e magari poco informato) è che l'unione europea attuale sia solo un aggregato di regole economiche - finanziarie... dettate dai mercati interni ("molto diversi e volatili") alla stessa unione europea e molto distratti dai mercati esterni... l'unica cosa che accomuna i due mercati sono i grandi gruppi finanziari e industriali, le multinazionali ecc. ecc. che fanno il brutto e il cattivo tempo... purtroppo ciò mi porta a fare la seguente considerazione: la vita democratica e il benessere sociale di ogni singolo cittadino europeo viene "pressato", "scavalcato", "oppresso" da un economia dettata e fatta da pochi e potenti figure...forse è sempre stato cosi ... ma spero che un cambiamento "illuminato" delle coscienze di tutti noi porti ad un possibile futuro "sistema" che faccia divenire l'economia, il mercato e la politica strumenti a disposizione dei cittadini, anzi, dell'essere umano e non il contrario.
In definitiva la mia personale sensazione è che siamo tutti noi (a prescindere se siamo italiani, europei, americani, asiatici o africani) i soggetti di un nuovo sistema che si indirizza sempre più su un "relativo regime di schiavitù" regolato dal danaro e dai "mercati" e quindi con una ormai sempre meno incisività della democrazia.
Ricordo quando tanti anni fa il mio prof. di italiano e storia delle scuole superiori fece una lezione sui "corsi e ricorsi storici", disegnando una curva che si innalza (progresso) sino al suo culmine (massima azione) per poi inevitabilmente discendere (regressione), che immancabilmente poteva essere applicata sia a grandi sia a piccoli o insignificanti eventi storici, positivi o negativi che fossero per chi o per coloro che in quella curva temporale ci "viveva".
A tal riguardo mi piacerebbe poter leggere, se esistono, degli studi che confrontino l'attuale situazione sociale, politica ed economica (le nostre ed attuali curve) con lo sviluppo (curve storiche) di crisi di democrazia avute nel passato (anche lontano) sfociate purtroppo in rivolte, guerre civili e mondiali per poter capire "dove stiamo andando".
 
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