1) Neanche per sogno, per l'ennesima volta: l'attrito dinamico "contrasta" (quello statico contrasta il distacco) sempre il moto di strisciamento relativo tra le due superfici a contatto ed è proprio per questo motivo che può compiere anche lavoro positivo (immagino che non avrai visto l'esempio di lavoro positivo svolto da una forza d'attrito dinamico al mio post #26 a pag. 2). Ti propongo altri due semplici esempi: quando cammini, l'attrito è diretto "in avanti", cioè nello stesso verso della deambulazione, si tratta di lavoro "motore", positivo; quando sollevi una bottiglia verso l'alto da un tavolo, prendendola per il collo con una mano, l'attrito è rivolto verso l'alto, cioè nel senso del sollevamento della bottiglia, è lavoro positivo. E gli esempi potrebbero moltiplicarsi.
2) Ovviamente nel caso di un libro in quiete appoggiato su un tavolo non si manifesta alcun attrito, "in quiete" significa che il libro si trova in uno stato di equilibrio tra forze attive e forze reattive, in assenza di forza motrice non è presente alcun attrito (l'attrito statico può variare da 0 N fino al suo valore "limite" massimo, in dipendenza della forza premente e della natura delle superfici a contatto).
3) Neanche per idea, nel caso del moto volvente senza slittamento si parla di "momento di attrito volvente", come esattamente riportato anche dal manuale di Meccanica (il Caligaris), non di "attrito volvente", in quanto la distribuzione delle pressioni di contatto tra le due superfici, essendo i corpi più o meno deformabili elasticamente, non è simmetrica rispetto alla direzione della forza premente.
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Le pressioni sono maggiori dalla parte del verso del moto e quindi la loro risultante è spostata nel senso del moto di una distanza pari al coefficiente di attrito volvente (in mm).
La conseguenza è che si manifesterà una coppia di forze, e quindi un momento resistente, che agisce sul corpo rotante.
Ora veniamo alla formula errata del manuale: volendo "annullare" l'effetto del momento di attrito volvente, e rendere il rotolamento uniforme (costante), dovrò applicare, all'asse della ruota motrice, una coppia che fornisce lo stesso momento (in modulo ma di verso contrario): Fv*r = mi*N (in cui r è il raggio di curvatura e mi è il parametro dell'attrito volvente in mm).
Dall'equazione su riportata, mi posso ricavare la forza d'attrito volvente: Fv = (mi*N)/r.
Il raggio di curvatura r della ruota (o della sfera o del rullo cilindrico), che non compare nella formula sbagliata del manuale, è fondamentale: più è piccola la ruota (cioè ha raggio minore) e più elevato è l'attrito volvente (a parità di N e di mi) e viceversa.
Il parametro mi dell'attrito volvente non dipende dal raggio di curvatura della ruota ma soltanto dal tipo di interazione tra le due superfici a contatto a livello microscopico.
In ogni caso nell'equazione del moto volvente deve comparire un momento di una coppia di forze (rispetto ad un polo) al primo membro e un momento di una coppia di forze (sempre rispetto ad un polo) al secondo membro.