U
Utente 16812
Ospite
In generale un sistema di comunicazione è composto di 3 parti: c'è il trasmettitore che converte le informazioni in segnale, il mezzo di trasmissione (che può essere un doppino telefonico ma anche l'etere o una fibra ottica) che trasporta il segnale, e il ricevitore che riconverte il segnale in informazione "fisica".
Per quanto riguarda i dispositivi interni che compongono un ricetrasmettitore, possiamo trovare l'alimentazione elettrica, l'oscillatore, il blocco modulatore/demodulatore e altri dispositivi come filtri e amplificatori.
I sistemi riceventi e trasmittenti si differenziano in base al tipo di modulazione (AM, FM, analogica o digitale) e al segnale utilizzato (video, audio, ecc.) ma, in particolare, ciò che differisce è il blocco modulatore.
Dobbiamo inoltre distinguere le due sezioni, quella in bassa frequenza e quella in alta frequenza, che sono ben distinte.
La parte in bassa frequenza agisce sul segnale in banda base, cioè senza modulazione, quindi amplificatori e filtri sono posti prima della modulazione (o dopo la demodulazione).
Questi componenti non pongono particolari problemi, essendo realizzati con componenti discreti (amplificatori di potenza, di solito in classe B, filtri passivi, ecc.) o integrati (con operazionali).
L'attenzione maggiore va invece posta su quei dispositivi, per così dire, a "contatto" del segnale modulato ad alta frequenza: di solito gli amplificatori e i modulatori lavorano in classe C e sono SEMPRE di tipo selettivo, ossia hanno un circuito risonante e, possibilmente, un quarzo.
Il modulatore FM in genere sfrutta un diodo varactor (in cui la capacità varia con la frequenza ma, essendo piccole le variazioni, è necessario l'uso di "moltiplicatori" inseriti dopo il modulatore) per effettuare la modulazione.
Si può utilizzare anche la modulazione "indiretta", a volte più efficace di quella diretta, con cui il segnale FM viene ottenuto da una modulazione di fase PM, integrando preventivamente il segnale modulante.
Infine i demodulatori sfruttano dei diodi raddrizzatori ed un condensatore per ricostruire il segnale originario.
Quando volete mi trovate qui e, tempo permettendo (molto poco, in verità), cercherò di rispondere alle vostre domande.
A presto e grazie ;)
- - - Updated - - -
Un'onda elettromagnetica, contenente l'informazione da trasmettere, si propaga nello spazio ad una velocità pari a quella della luce: c=3*10^8 m/s.
Essa è caratterizzata da una periodicità temporale, ossia dalla sua frequenza f=1/T Hz (T è il periodo in s), e da una periodicità spaziale, cioè dalla sua lunghezza d'onda (distanza tra due "creste" successive dell'onda, misurata in m).
Tra queste due grandezze, la frequenza e la lunghezza d'onda, esiste una relazione importantissima: il loro prodotto corrisponde alla velocità dell'onda (v=lambda*f).
Essendo v=c, si ha che lambda=c/f=(3*10^8)/f, cioè tra la lunghezza d'onda e la frequenza c'è una relazione di proporzionalità inversa.
Ora, i segnali BF, in bassa frequenza, hanno una grandissima lunghezza d'onda (ad es. la tensione dell'ENEL f=50Hz ha lunghezza d'onda lambda=6000 km), mentre i segnali AF (detti anche segnali RF, a radiofrequenza), in alta frequenza, hanno lunghezza d'onda molto piccola (ad es. un ponte radio a frequenza f=1GHz ha lunghezza d'onda lambda=30 cm).
Come sappiamo (vedi il mio articolo di Elettronica Industriale sui parametri concentrati e distribuiti), se le dimensioni fisiche del sistema sollecitato da onde elettromagnetiche sono molto più piccole della lunghezza d'onda del segnale, potremo utilizzare il modello a parametri concentrati, semplificando l'analisi del sistema stesso in quanto verrà utilizzata soltanto la variabile tempo.
A frequenze al di sopra di un certo valore limite, che possiamo stabilire a f=300MHz a cui corrisponde una lunghezza d'onda lambda=1 m, dovremo utilizzare il modello a parametri distribuiti.
Facendo un esempio, a frequenze alte una bread-board (la famosa basetta per effettuare esperimenti) non è più utilizzabile poiché si verificheranno fenomeni nuovi (ai capi di un tratto di circuito si crea una differenza di potenziale a fase variabile, in pratica la linea diventa un circuito L-C) relativi alla propagazione di onde ad altissima frequenza.
La basetta dovrà essere studiata come una linea elettrica e non più come semplici piste di rame.
In conclusione vorrei ricordare che il campo delle frequenze viene suddiviso in "bande", a cui corrispondono determinati limiti per le lunghezze d'onda, secondo la seguente tabella:
CLASSIFICAZIONI DELLE ONDE ELETTROMAGNETICHE
Buona lettura e a presto :ciaociao:
Per quanto riguarda i dispositivi interni che compongono un ricetrasmettitore, possiamo trovare l'alimentazione elettrica, l'oscillatore, il blocco modulatore/demodulatore e altri dispositivi come filtri e amplificatori.
I sistemi riceventi e trasmittenti si differenziano in base al tipo di modulazione (AM, FM, analogica o digitale) e al segnale utilizzato (video, audio, ecc.) ma, in particolare, ciò che differisce è il blocco modulatore.
Dobbiamo inoltre distinguere le due sezioni, quella in bassa frequenza e quella in alta frequenza, che sono ben distinte.
La parte in bassa frequenza agisce sul segnale in banda base, cioè senza modulazione, quindi amplificatori e filtri sono posti prima della modulazione (o dopo la demodulazione).
Questi componenti non pongono particolari problemi, essendo realizzati con componenti discreti (amplificatori di potenza, di solito in classe B, filtri passivi, ecc.) o integrati (con operazionali).
L'attenzione maggiore va invece posta su quei dispositivi, per così dire, a "contatto" del segnale modulato ad alta frequenza: di solito gli amplificatori e i modulatori lavorano in classe C e sono SEMPRE di tipo selettivo, ossia hanno un circuito risonante e, possibilmente, un quarzo.
Il modulatore FM in genere sfrutta un diodo varactor (in cui la capacità varia con la frequenza ma, essendo piccole le variazioni, è necessario l'uso di "moltiplicatori" inseriti dopo il modulatore) per effettuare la modulazione.
Si può utilizzare anche la modulazione "indiretta", a volte più efficace di quella diretta, con cui il segnale FM viene ottenuto da una modulazione di fase PM, integrando preventivamente il segnale modulante.
Infine i demodulatori sfruttano dei diodi raddrizzatori ed un condensatore per ricostruire il segnale originario.
Quando volete mi trovate qui e, tempo permettendo (molto poco, in verità), cercherò di rispondere alle vostre domande.
A presto e grazie ;)
- - - Updated - - -
Un'onda elettromagnetica, contenente l'informazione da trasmettere, si propaga nello spazio ad una velocità pari a quella della luce: c=3*10^8 m/s.
Essa è caratterizzata da una periodicità temporale, ossia dalla sua frequenza f=1/T Hz (T è il periodo in s), e da una periodicità spaziale, cioè dalla sua lunghezza d'onda (distanza tra due "creste" successive dell'onda, misurata in m).
Tra queste due grandezze, la frequenza e la lunghezza d'onda, esiste una relazione importantissima: il loro prodotto corrisponde alla velocità dell'onda (v=lambda*f).
Essendo v=c, si ha che lambda=c/f=(3*10^8)/f, cioè tra la lunghezza d'onda e la frequenza c'è una relazione di proporzionalità inversa.
Ora, i segnali BF, in bassa frequenza, hanno una grandissima lunghezza d'onda (ad es. la tensione dell'ENEL f=50Hz ha lunghezza d'onda lambda=6000 km), mentre i segnali AF (detti anche segnali RF, a radiofrequenza), in alta frequenza, hanno lunghezza d'onda molto piccola (ad es. un ponte radio a frequenza f=1GHz ha lunghezza d'onda lambda=30 cm).
Come sappiamo (vedi il mio articolo di Elettronica Industriale sui parametri concentrati e distribuiti), se le dimensioni fisiche del sistema sollecitato da onde elettromagnetiche sono molto più piccole della lunghezza d'onda del segnale, potremo utilizzare il modello a parametri concentrati, semplificando l'analisi del sistema stesso in quanto verrà utilizzata soltanto la variabile tempo.
A frequenze al di sopra di un certo valore limite, che possiamo stabilire a f=300MHz a cui corrisponde una lunghezza d'onda lambda=1 m, dovremo utilizzare il modello a parametri distribuiti.
Facendo un esempio, a frequenze alte una bread-board (la famosa basetta per effettuare esperimenti) non è più utilizzabile poiché si verificheranno fenomeni nuovi (ai capi di un tratto di circuito si crea una differenza di potenziale a fase variabile, in pratica la linea diventa un circuito L-C) relativi alla propagazione di onde ad altissima frequenza.
La basetta dovrà essere studiata come una linea elettrica e non più come semplici piste di rame.
In conclusione vorrei ricordare che il campo delle frequenze viene suddiviso in "bande", a cui corrispondono determinati limiti per le lunghezze d'onda, secondo la seguente tabella:
CLASSIFICAZIONI DELLE ONDE ELETTROMAGNETICHE
Buona lettura e a presto :ciaociao: