Scrivo volentieri in questo thread, così vi racconto la mia esperienza alla quale tengo molto. Sono passati quasi 35 anni, ma ricordi e sensazioni non hanno minimamente perso la loro freschezza. Ho scritto un botto, perdonatemi.
Classe 1982, gioco, tra alti e bassi, “ai videogiochi” probabilmente da sempre. Quand'ero piccolo mia madre lavorava nella bottega di frutta e verdura di mia zia, il classico negozio di quartiere di una volta, e ricordo sempre con affetto che mio nonno mi dava 200 lire e un “nocchino” ed io andavo al bar all’angolo a giocare al cabinato di turno.
Come la maggior parte dei miei coetanei, nelle sale giochi ci vivevamo. Per me, avevano la doppia funzione, sia per giocare che come punto di ritrovo di amici. Andavi lì e qualcuno che conoscevi c’era sempre. Fatto sta che in sala giochi vi ho trascorso tutta la mia adolescenza. Finché non è stata chiusa nel 2000, non c’era giorno che non ci andassi e che non pronunciassi la famosa frase “mi dai un gettone!”.
Per quanto riguarda i videogiochi da casa, il primo a cui ho giocato è stato Burger Time su Intellivision, ce l’aveva un mio cugino che ha 8 anni più di me. Poi venne, alla fine degli anni ‘90 il, che ve lo dico a fare, Nintendo e l’epoca di Super Mario. Ma non solo: Tetris, Zelda, Castlevania, Donkey Kong, Punch-Out!! e compagnia bella. Con un fratello più piccolo di tre anni, ci passavamo i pomeriggi interi, a Tetris ci giocava pure mia madre. Avevo anche un amico che aveva il Sega e, abitando vicini, spesso si giocava l’uno alla piattaforma dell’altro. Poi venne il Gameboy, rigorosamente in bianco e nero, e non so mai quante pile abbia cambiato.
Nel 1996, per seguire il trend, chiesi a mio madre se “per Natale” mi avrebbero potuto regale la Play Station 1. Lui, che al tempo non sapeva nemmeno la differenza tra un mouse ed una tastiera, mi disse di no e volle comprarci, a me e a mio fratello, un PC. Nessuno in famiglia mia sapeva niente in materia di personal computer, io non avevo avuto mai esperienze su Commodore o Amiga ed ancora oggi, ignoro il motivo per cui mio padre volle fare quella scelta. Forse seguì una sorta di sesto senso e per la bellezza di 3 milioni e 600 mila lire del vecchio conio in 36 comode rate, portammo a casa un Intel486 DX4 100MHz, 4MB di Ram, lettore 4x, Scheda Soundblaster, monitor e stampante Epson.
Alla fine fu una scelta decisiva, perché pur non avendone fatto un lavoro (ho studiato altro), l’interesse per i computer vi è sempre stato ed anche se oggi ci sono mezzi alternativi come smartphone e tablet il “mi metto al computer” e sempre uno dei miei passatempi preferiti.
Questo preciso ricordo può essere racchiuso in una frase: “EA Sports, it's in the game". Scoprì Fifa96 e la Elettronics Arts divenne la Disney della mia adolescenza. Con un fratello più piccolo, le partite 1vs1 non si contavano nemmeno! Dopo un infelice FIFA97, del quale ricordo solo il campo indoor, venne il titolo alla quale sono più legato in assoluto: FIFA98. Dovetti ipotecare le paghette di anno per fare un upgrade del PC, passando dal 486 al glorioso Pentium. Song2 scandiva i miei pomeriggi dopo scuola insieme alla Francia con la sua rosa multietnica e la rocciosa Croazia a fare da outsider. Mi prestarono anche Championship Manager (credo fosse la stagione 99/00), distribuito in Italia con il nome “Scudetto” ma fu con PC Calcio 7 ed il mitico Newcastle, che trovai la vera realizzazione sotto il profilo “tecnico - tattico”. Oltre a Fifa però c’erano anche altri giochi che ricordo con piacere: Theme Park, Mist, Duke Nukem 3D, Alone In The Dark, Age Of Empires II, Half Life.
Arrivati nell’estate del 1999 trovai una ragazza e insomma, il resto scrivetelo voi; io ci metto che mi sostanzialmente mi vietava qualsiasi forma di tempo libero. Con un colpo di reni in extremis, nell’inverno del 2000 decisi di comprarmi un nuovo pc ma mi rifilarono un assoluto bidone! Non ricordo nemmeno le caratteristiche, ricordo solo che aveva un Athlon come processore. Ebbe un sacco di problemi sin da subito, al tempo avevo la testa su altro e piano piano divenne solo un computer casalingo. Per la cronaca, di AMD ho sempre avuto una pessima opinione ma abbiamo fatto pace solo qualche anno fa quando ho comprato il 3700X per lavoro.
Credo fosse il 2003, inaspettatamente mio fratello si presentò a casa con una Play Station 2 (ancora non è dato da sapere come riuscì a procurarsela) e finalmente tornano i fasti degli anni ‘90. Solo che questa volta non ci fu più Fifa bensì Pro Evolution Soccer 3! Anche qua, stessa storia; ci facevamo la nostra squadra personale, con tanto di giocatori storici e via di partite da 30 minuti. Comprammo anche Pro Evolution Soccer 4, ma lui si fidanzò con una ragazza che studiava fuori città e anche lì, non era più tempo di giocare. La mia seconda carriera videoludica finisce qui.
Nel frattempo, oltre che essere fisso in giro e godermi un po’ di gioventù, iniziano a germogliare due passioni che tuttora coltivo e che non accennano a svanire. La prima è la musica, la seconda è la lettura. Ma il pc di cui sopra cede e ad inizio 2009 sono costretto a cambiarlo. Metto mano al portafogli e prendo un bel E8400 con una Sapphire 4850. Stavolta il pc è quello giusto, va che è una bellezza ma io, salvo giusto un Batman Arkham Asylum, mi infilo nei soliti titoli sportivi, ovvero Football Manager, dal 2009 al 2012. Mi diverto, concludo diversi campionati, di tempo libero ne avevo tanto, nel frattempo conosco quella che è al momento mia moglie, ed avrei potuto svariare anche su altri titoli, ovvero la base che mi manca adesso. Ma niente, calcio e giochi di guida. Alla lunga il discorso “gaming” cade nel dimenticatoio, un po’ per decadenza hardware un po’ perché non voglio togliere spazio sia alla musica che alla lettura. Anche quando cambio sia casa che pc, quest’ultimo è in configurazione “di base”. Nata la prima figlia (2018) vengo anche sfrattato dalla mia piccola stanza, lockdown ed altra figlia (2020) fanno il resto.
Invecchiando, anche con una riunione condominiale nelle orecchie, finivo spesso per addormentarmi e il caso volle che una sera un mio amico a cena mi fece vedere Call Of Duty Mobile. Guardandomi un po’ intorno trovai un simpatico gioco di carte: Hearthstone. Boom! Fu amore e pacchetti comprati a prima vista. Ci giocavo su tutto quello che era capace di farlo girare, dal tablet, al cellulare, al pc da lavoro. Deck, tornei, espansioni, classifiche, seguivo tutto quello riguardava il gioco. La sera, nane a letto, cuffie e vai di Classificata standard!
Il sacro fuoco era stato acceso. Era il periodo dello shortage di tutto ciò che era elettrico, ma un giorno faccio il passo decisivo e dopo aver letto la recensione di
@crimescene trovo una Series S a poco meno di 300 euro da Euronics, (Pasqua 2022). Non sapevo niente di Games Pass (che mantengo tutt’ora), store digitali e quant'altro, ero indietro di dieci anni, oltre a non aver mai avuto una consolle verde crociata. Nelle prime battute ho fatto un po’ di fatica perché dovevo capire bene cosa giocare e cosa no, sono un Senza Mani pauroso e poco reattivo. Ho provato diversi giochi anche senza finirli, ma piano piano sono riuscito a finire la trilogia di Mass Effect, The Witcher 3, Diablo 2 e Diablo 3, Batman Arkham Night.
Alla fine del 2024, posso dire che “il mio addestramento è completo” e, grazie anche ai vostri consigli sono riuscito a piazzare in casa una 4070 Super e un 27” in QHD. Devo solo stare attento a non essere prigioniero dell’hardware, cercando di aggiornare il pc con criterio, anche un pezzo alla volta. E se proprio non ci si fa, ci può pur sempre rifugiarsi nel mondo console.
So i miei limiti (i due Hellblade sono stati una tortura), cerco di non accumulare troppi prodotti e di comprare i giochi solo quando so che voglio giocare quel titolo; seguo le nuove uscite ma non mi faccio prendere dalla frenesia di giocare tutto e subito. E’ un sistema che applico anche ai libri (la musica è diversa, in un oretta un disco te lo ascolti) anche perché controvoglia metto in pausa il gioco che sto giocando. Al momento in cui sto scrivendo ho finito Phantom Liberty e, con quasi 100 ore di gioco, mi appresto a finire la storia principale. L’avevo messo “in pausa” perché volevo giocare il DLC di Starfield e Black Ops 6 alla sua uscita. Ma è un'eccezione. Hearthstone alla fine a malincuore è stato abbandonato, perché alle fine tra missioni giornaliere, settimanali, espansioni, buff e nerf diventa un lavoro. Lo stesso vale per i GAS o i giochi stagionali: voglio essere libero di giocare cosa e quando voglio, avere un appuntamento “perchè inizia la stagione” non mi va. Idem per i giochi troppo ripetitivi: ho apprezzato tantissimo Diablo IV ma uccidere mostri grossi per prendere dell’equipaggiamento per poter uccidere mostri ancora più grossi proprio non mi va.
Cerco giochi che mi raccontino storie (ho trovato straordinari Immortality, Her Story, Detroit Become Human, Red Dead Redemption 2), i prodotti con morte e distruzione mi attirano ma mi inquietano e alla lunga mi fanno venire la voglia di buttarmi dentro ad un innocuo sportivo oppure a dei gestionali, ma siccome costruisco cose tutto il giorno, fare nazioni, città o ospedali alla lunga mi annoia. Cerco sempre di conservare un lato romantico dei giochi, i difetti li guardo, ma a meno che non penalizzino troppo il gioco, fanno parte dell’esperienza, non mi rifugio in troppo tecnicismi o guardo troppo il pelo nell’uovo. Ho troppi titoli datati che vale la pena recuperare per poter essere stucco.
Il tempo è quello che è, un ora e mezza la sera, a volte due, qualche ora in qua e là nel week end ma va bene così. Cerco di mantenere un equilibrio con tutto quello che mi piace fare, ma se la sera a mia moglie serve il computer per lavorare, mi metto a scrivere un po’ di ciò che gioco, leggo o ascolto (la tv no, dormirei all’istante) senza fare troppi drammi. E’ un interesse che ho riscoperto con piacere, vedo che mi mantiene “giovane”, da una parte mi mantiene nel mondo della tecnologia, dall’altra, essendo spesso contenuti transmediali, ho spesso rimandi a fumetti, serie tv o al mondo della lettura in generale. Sono andato anche agli ultimi quattro Lucca Comics e alle ultime Milan Games Week, così giusto per ritagliarmi una giornata diversa.
A miei amici dei videogiochi non è mai fregato niente, a mia moglie gli viene la nausea dopo cinque minuti, ho due figlie femmine. Ma credo che questa sia la via (cit.)