Perché la corrente continua è meno pericolosa di quella alternata?

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In base alla norma tecnica IEC 60479-1 la soglia di tensione minima considerata pericolosa è di 120 V in corrente continua e 50 V in corrente alternata

Ho sempre saputo che la continua è meno pericolosa, ma mi sembra controintuitivo e volevo capire.

In teoria una resistenza (come il corpo umano) dissipa più potenza con una corrente continua a 120v che con una alternata a 50v... O sbaglio?

C'entra forse la capacità elettrica del corpo umano?
 
Gli effetti neuroeccitanti della corrente continua sono molto minori di quelli della corrente alternata: le cellule sottoposte ad una corrente continua sono in grado di adattarsi allo stimolo costante e a ridurne gli effetti nel tempo, cosa che non succede se la corrente, e quindi lo stimolo, varia con una certa frequenza.
Una corrente alternata è quindi in grado di stimolare le cellule e produrre spasmi muscolari in modo molto più efficace rispetto alla corrente continua.

La differenza è molto significativa. In modo approssimativo si può dire che gli stessi effetti prodotti dalla una corrente continua di una certa intensità, possono essere generati da una corrente alternata a 50–60 Hz di intensità 10 volte minore.
Bastano poche decine di mA di corrente alternata per causare spasmi muscolari.
Per fare un esempio, una corrente alternata di 50 mA che attraversa il torace di una persona media è in grado di causare una fibrillazione cardiaca (spasmi del muscolo cardiaco), mentre per avere lo stesso effetto con la corrente continua sono necessari dai 300 ai 500 mA.

La frequenza di 50–60 Hz rientra nel range di massima pericolosità, quello in cui gli effetti fisiologici sono massimi. A frequenze significativamente più alte, entrano in gioco fenomeni che riducono gli effetti.
 

Corrente elettrica e corpo umano: impedenza e legge di Ohm​

Con il termine impedenza si identifica un corpo a cui viene applicato un differente carico di potenziale elettrico, dal valore variabile in relazione a caratteristiche individuali del soggetto e in funzione alla frequenza (Hz) della tensione su di esso esercitata.

La capacità di un organismo di resistere al passaggio di corrente elettrica alternata è, inoltre, strettamente collegata alla composizione corporea, in particolare alla presenza di elettroliti presenti nell’acqua extracellulare.

Più precisamente, secondo la legge di Ohm, il valore della corrente che circola attraverso il corpo umano è direttamente proporzionale alla tensione ad esso applicata, pertanto al variare di questi elementi ne risultano effetti fisiologici differenti.

Tra questi i principali si classificano, in linea di massima, come spasmi ed effetti termici, in relazione al percorso che la corrente segue nel corpo umano.

Se la scarica elettrica riguarda, ad esempio la mano sinistra o il contatto avviene tra mani e piedi, si avranno prevalentemente danni a carico di queste regioni corporee, mentre se l’alta tensione attraversa l’intera superficie corporea ne conseguiranno gravi danni per gli organi interni e il muscolo cardiaco.

Vediamo quindi nel dettaglio quali sono i principali effetti fisiopatologici del passaggio di corrente nel corpo umano.

Il passaggio di corrente elettrica sul corpo umano sottoposto ad una differenza di potenziale, può generare diversi effetti fisiopatologici, tra questi i più gravi sono:

Per tetanizzazione si intende una contrazione involontaria al passaggio della corrente esterna da parte del muscolo interessato dal contatto, che in condizioni normali, si muovono secondo stimoli di tipo elettrico trasmessi dal sistema nervoso.

Il passaggio di corrente ad alta tensione genera una sorta di immobilizzazione dell’arto che, non fa altro che protrarre il contatto dell’infortunato, elevando il rischio di altre gravi conseguenze, anche mortali, tra cui l’arresto respiratorio.

Questa azione esercitata dalla corrente elettrica sul corpo umano interessa generalmente i muscoli contrattili della mano, generando spasmi che impediscono qualsiasi tipo di movimento e che variano in rapporto alla tensione di corrente applicata.

La reazione del corpo umano alla corrente applicata cambia a seconda che essa sia alternata o continua, raggiungendo una soglia di tetanizzazione pari a 10/15 mA in caso di corrente alternata a 50 Hz per arrivare a valori dai 100 ai 300 in caso di corrente continua.

Si parla in questo caso anche di corrente di rilascio ossia il valore più alto di corrente dal quale un corpo umano è in grado di allontanarsi, che, in caso di corrente alternata è appunto 10 mA per le donne ma può arrivare a 15 mA per gli uomini.

Lo shock termico che la corrente produce attraversando il corpo umano può arrecare gravi danni al sistema nervoso inibendo i centri che controllano la respirazione e i muscoli, con conseguente arresto cardiaco.

Il passaggio di corrente esterna sul corpo umano può generare altre gravi conseguenze a carico del muscolo cardiaco, alterandone il normale funzionamento e provocando la morte del soggetto.

Tra queste rientra la fibrillazione ventricolare, che provoca una contrazione irregolare delle fibre cardiache, alterandone la regolare funzione di pompa cardiaca.

Il muscolo cardiaco, infatti, lavora secondo ritmi indotti da uno stimolo elettrico interno ossia generato da cellule specializzate, pertanto uno corrente elettrica esterna provoca un’importante alterazione nel suo funzionamento.

La fibrillazione ventricolare, che si innesca secondo modalità variabili in relazione al percorso della corrente, impedisce al cuore di pompare il sangue in modo regolare generando una contrazione irregolare delle fibre del ventricolo, con gravi conseguenze per la circolazione.

Il passaggio della corrente, se particolarmente lungo, ha conseguenze letali, soprattutto nel caso siano interessate nel contatto mano sinistra e torace, a meno che non si intervenga tempestivamente con una violenta scarica tramite defibrillatore.

Dispnea e cardiopalmo sono, invece, sintomi della fibrillazione atriale, che, insieme ad insufficienza coronarica acuta e infarto del miocardio, si classificano tra le conseguenze più gravi del passaggio della corrente elettrica attraverso il corpo umano.

L’aumento della temperatura generato sulla pelle umana dal passaggio di corrente elettrica esterna può causare gravi ustioni.

Gli effetti termici indotti dalle scosse elettriche sul corpo umano, infatti, provocano la distruzione degli strati superficiale dell’epidermide, oltre che danni profondi agli arti, sia superiori che inferiori, fino ad emorragie indotte dalla rottura delle arterie e danneggiamenti dei centri nervosi.
 
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