moriva 28 anni fa..

digit78

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Fonte: ansa.it

Siani: a 28 anni da omicidio riparte sua auto-simbolo, Mehari

Era il 23 settembre 1985 quando la camorra uccise Giancarlo Siani. Ed oggi, in quello stesso punto di Napoli dove fu ucciso il giornalista del Mattino, l'auto-simbolo delle sue lotte, la verde Mehari è ripartita. È stato Roberto Saviano a metterla in moto in una staffetta che vuole lanciare un messaggio ben preciso: la camorra non è affatto più forte della voglia di raccontare la verità. Siani, la verità di clan come Gionta e i Nuvoletta la raccontò e come, tanto da essere giustiziato 28 anni fa. Una storia, quella di Siani che si è ripetuta: in Italia negli ultimi 50 anni sono stati uccisi 26 tra giornalisti e operatori dell'informazione.

''In viaggio con la Mehari'', iniziativa che parte oggi vuole fare proprio questo: riconnettere le storie a volte dimenticate di giornalisti, fotoreporter, operatori dell'informazione, donne e uomini della società civile uccisi, spesso anche solo per stare nel posto sbagliato al momento sbagliato. La Mehari riprende, dunque, il suo cammino da dove si è fermata. A guidarla saranno volti conosciuti del mondo del giornalismo, della cultura, della giustizia legati alla storia di Giancarlo Siani e a quella delle vittime innocenti di criminalità, come don Luigi Ciotti, Giovanni Minoli, Alfredo Avella, del coordinamento familiari vittime innocenti criminalità. Una staffetta, quella iniziata alle Rampe Siani, che terminerà alla sede del quotidiano Il Mattino dove l'esempio del giornalista ancora una volta rivivrà. "Nel 28mo anniversario della morte di Giancarlo Siani, desidero esprimere un commosso e affettuoso pensiero ai familiari e a quanti lo hanno amato ed apprezzato".

Così il Presidente del Senato, Pietro Grasso, in una dichiarazione. "Ogni giorno - aggiunge il Presidente Grasso - Siani urlava contro la camorra, denunciandone gli intrecci con la politica e i rapporti con la mafia siciliana. Cercava e diceva la verità il giovane Siani. La camorra lo ha ucciso, ma egli, al pari di altri giornalisti vittime della violenza mafiosa ha vinto, diventando un eroe e un esempio per tutti. Un esempio - conclude il Presidente del Senato - della passione e del coraggio che tanti giornalisti quotidianamente pongono nel loro lavoro, e che ha bisogno del sostegno dei cittadini e delle istituzioni, perché solo in un Paese dove la libertà di stampa è garantita, si può parlare di piena affermazione della democrazia".


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cito con un giorno di ritardo ma il tempo in questo caso ha un importanza relativa. Niente e nessuno cancellerà il ricordo di questo giovane eroe.
 

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