Lo sfogo di Santoro: "Dopo tre anni di mobbing sono stanco"

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Gurzo2007

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L’addio di Annozero al suo pubblico si porta dietro una scia di polemiche scissa in due versanti. Da una parte l’indignazione è per il compenso milionario, si parla di 10 milioni di euro di buonuscita in un periodo di crisi e di tagli; dall’altra per la decisione della Rai, senza alcun distinguo dei commissari di vigilanza dell’opposizione, di sbarazzarsi di un conduttore produttivo ma scomodo. Non è certo un mistero il motivo per cui il direttore generale Masi, prono agli ordini di Berlusconi, abbia proposto l’accordo che priva l’azienda dell'unico programma di punta della disastrata Raidue, il migliore di tutto il palinsesto per il rapporto fra costi e ricavi.
Il ricorso Rai in Cassazione contro Santoro - Da mesi Santoro ripeteva di essere stufo della battaglia legale con l'azienda che si trascina dal 2002 e rischia di durare ancora a lungo. A dispetto delle promesse fatte e dopo il successo di Annozero, una delle poche vere risorse strategiche di viale Mazzini, la Rai ha infatti ricorso in Cassazione contro la sentenza che permette alla trasmissione di andare in onda. Anche qui senza alcuna opposizione dei consiglieri di minoranza, a testimonianza del fatto che il programma dà fastidio a tutti, maggioranza e opposizione. "Sono stanco. Questo significa altri tre anni almeno di trincea con gli avvocati”, ha spiegato Santoro ai suoi durante una riunione di redazione. “Significa anche non poter cambiare d'una virgola il programma, non poter dare un'intervista perché ogni volta rischio il licenziamento. Significa doversi ripetere all'infinito in questa specie di soap dal titolo: ce la faranno i nostri di Annozero a durare fino alla prossima puntata?". Questo l’amaro sfogo raccolto dai suoi collaboratori.
L’accordo e buonuscita - E quindi? Meglio 10 milioni subito che i 500 mila euro netti all'anno che Santoro guadagna facendosi il mazzo e procurando alla derelitta Rai 2 audience e guadagni, in termini di pubblicità, impensati. Un compenso invidiabile di questi tempi ma fuori dal mercato televisivo se si pensa, ad esempio, alla contropartita per Bruno Vespa che, con un programma certo assai meno remunerativo per la Rai, guadagna tre volte di più.
La truppa di Annozero su Internet? - Ma Santoro sostiene che non sia solo una questione di costi e di stress, ormai manca pure il divertimento. "L'ultima volta che ci siamo davvero divertiti è stato con Rai per una notte”. E poi le difficoltà di carattere legale e il fiato sul collo della dirigenza aziendale: “Se io cambio la formula di Annozero non ho più lo scudo del magistrato e non posso andare in onda". Per questo il giornalista sta pensando ad altre formule, in particolare quella che ha dettato il grande successo della manifestazione di Bologna spostando tutta la sua truppa su Internet, sul satellite e su reti locali sul modello di Rai per una notte.
Lo scivolo e i compensi per le docufiction - Per questo Santoro avrebbe accettato la resa in cambio, uno "scivolo" di tre anni, circa due milioni, e la possibilità di fare cinque docufiction all'anno. “Ragazzi, non potevo continuare a lavorare accerchiato come il generale Custer. Non si può vivere bene in un’azienda che ti considera un nemico interno. Per tre anni hanno continuato a farmi oggetto di mobbing e mi aspettano altri tre anni di immobilità professionale”. Così si arrende un giornalista.
La sinistra tace - A fargli prendere la decisione definitiva sarebbe stata proprio la decisione dell’azienda di ricorrere in Cassazione contro la famosa sentenza con cui il 26 gennaio 2005 il giudice del lavoro obbligava la tv pubblica e restituire al conduttore un programma di prima serata (sentenza poi confermata successivamente). “Una scelta condivisa da tutti - conferma Santoro - , la sinistra nel Consiglio Rai non si è opposta... E nemmeno il presidente Paolo Garimberti. Alla destra diamo fastidio, alla sinistra non facciamo favori, quindi l'intesa è bipartisan”. Tutti d’accordo quindi? Quasi tutti: il pubblico di Annozero sicuramente non ha gradito.

fonte tiscali.it
 
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