Ico Bellungi
Utente Èlite
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Consiglio a tutti di passare a Linux, non tanto per motivi "tecnici" (stabilità, sicurezza, gradevolezza, versatilità, possibilità di essere davvero padrone del proprio pc), e neppure per motivi "etici" (libertà dell'utente, gratuità, legalità, il fatto che il sistema che si sta usando non sia poprietà di un'odioso gruppo industriale), ma soprattutto per motivi "sociali". Quando iniziai ad utilizzare Linux lo feci perché avevo visto in esso il più grande progetto collaborativo e organizzato della storia umana.
Mi commuovo quando penso che il principio che ha mosso negli anni '80 un fricchettone solitario con la barba e le ciabatte in pochi anni ha portato Gnu/Linux a diventare il sistema di riferimento per i server di produzione delle più grandi aziende (quelli su cui girano i miliardi, per intenderci) e che contemporaneamente sia stato adattato ed installato sui device più piccoli, dai modem/router wifi di casa alle automobili.
E' vero che in ambito desktop il sistema Gnu/Linux non è stato in grado di sfondare, e questo bug è dovuto soprattutto al fatto che non esistendo un'azienda proprietaria del sistema non c'è mai stata una strategia unitaria di marketing e non è stato possibile "giocare sporco" con accordi commerciali esclusivi e licenze blindate con i produttori di hardware. Ma sulle installazioni che contano, quelle su cui girano i dati più sensibili e dove è davvero importante che il software sia il "migliore" è molto più probabile trovare una distribuzione Linux. Inoltre "essere padroni" del software che si utilizza prevde inevitabilmente l'essere in grado di saper amministrare il software che si possiede.
Dopo pochi mesi di utilizzo di software libero, superati gli inevitabili ostacoli tecnici dovuti all'inesperienza, troverete odioso vedere sulla licenza di un programma per il quale avete sborsato dei soldi che il software che avete acquistato non è vostro e non vi è permesso farne l'uso che volete. Vi sembrerà incomprensibile la quantità di spazio disco occupano i programmi proprietari che fanno esattamente le stesse cose di quelli liberi (esempi ce ne sono a centinaia, a partire dal sistema operativo).
E' bello pensare di fare parte di una comunità di utenti/amministratori liberi che collaborano per il progresso tecnologico a vantaggio di tutti e che il business generato dai sistemi liberi riguarda quasi esclusivamente il supporto e lo sviluppo ed i soldi finiscono quasi tutti direttamente nelle tasche dei programmatori e dei sistemisti che ci lavorano, invece che in licenze d'uso oppressive (che poi tanto nessuno legge, lo sanno tutti che i programmi proprietari si "rubano").
Per chi ci sta facendo un pensierino consiglio di guardarsi i documentari "Revolution OS" e "Revolution OS II". Sono un po' datati ma rendono ancora l'idea, si trovano su Youtube o in mille altri posti in rete (si possono anche scaricare legalmente dal mulo)
Mi commuovo quando penso che il principio che ha mosso negli anni '80 un fricchettone solitario con la barba e le ciabatte in pochi anni ha portato Gnu/Linux a diventare il sistema di riferimento per i server di produzione delle più grandi aziende (quelli su cui girano i miliardi, per intenderci) e che contemporaneamente sia stato adattato ed installato sui device più piccoli, dai modem/router wifi di casa alle automobili.
E' vero che in ambito desktop il sistema Gnu/Linux non è stato in grado di sfondare, e questo bug è dovuto soprattutto al fatto che non esistendo un'azienda proprietaria del sistema non c'è mai stata una strategia unitaria di marketing e non è stato possibile "giocare sporco" con accordi commerciali esclusivi e licenze blindate con i produttori di hardware. Ma sulle installazioni che contano, quelle su cui girano i dati più sensibili e dove è davvero importante che il software sia il "migliore" è molto più probabile trovare una distribuzione Linux. Inoltre "essere padroni" del software che si utilizza prevde inevitabilmente l'essere in grado di saper amministrare il software che si possiede.
Dopo pochi mesi di utilizzo di software libero, superati gli inevitabili ostacoli tecnici dovuti all'inesperienza, troverete odioso vedere sulla licenza di un programma per il quale avete sborsato dei soldi che il software che avete acquistato non è vostro e non vi è permesso farne l'uso che volete. Vi sembrerà incomprensibile la quantità di spazio disco occupano i programmi proprietari che fanno esattamente le stesse cose di quelli liberi (esempi ce ne sono a centinaia, a partire dal sistema operativo).
E' bello pensare di fare parte di una comunità di utenti/amministratori liberi che collaborano per il progresso tecnologico a vantaggio di tutti e che il business generato dai sistemi liberi riguarda quasi esclusivamente il supporto e lo sviluppo ed i soldi finiscono quasi tutti direttamente nelle tasche dei programmatori e dei sistemisti che ci lavorano, invece che in licenze d'uso oppressive (che poi tanto nessuno legge, lo sanno tutti che i programmi proprietari si "rubano").
Per chi ci sta facendo un pensierino consiglio di guardarsi i documentari "Revolution OS" e "Revolution OS II". Sono un po' datati ma rendono ancora l'idea, si trovano su Youtube o in mille altri posti in rete (si possono anche scaricare legalmente dal mulo)