La scelta del casco

stansfield

Utente Attivo
355
0
Ciao a tutti.

Ho trovato un articolo molto interessante per la scelta di un casco, che mi ha aiutato a capire quanto sia importante acquistare un ottimo casco (nel mio caso x la moto ma fa lo stesso), ma soprattutto come valutare che sia realmente un ottimo casco!

...Questo articolo si riferisce in particolare ad un casco da parapendio o deltaplano, ma apparte la mologazione che dovrà essere un'altra sigla, per il resto non cambia!

"Tutti i piloti hanno una certa probabilità di fare un crash. Anche un impatto a bassa velocità può scombussolare il nostro cervello. Le botte si assorbono e le ossa si aggiustano; i cervelli no. Stime attendibili non sono possibili nel nostro sport ma alcune ricerche dimostrano, per esempio, che il 90% dei danni cerebrali ai ciclisti potrebbero essere evitati indossando un casco idoneo.

Come funziona un casco

I danni alla testa sono causati dall’improvviso arresto che consegue all’impatto della testa con una superficie rigida. Il modo per prevenire questo tipo di ferite è cercare di produrre un arresto più graduale della testa (e del cervello). Un casco trasforma il picco di forza applicato alla testa in un impatto diffuso. La forza, durante una decelerazione, è inversamente proporzionale al tempo impiegato per questa decelerazione. L’unica variabile in un crash è il tempo trascorso per “cambiare velocità”, perché questo determina la decelerazione e, in ultima analisi, la forza applicata alla testa. Se potessimo aumentare questo periodo di tempo di 2 volte, la decelerazione verrebbe dimezzata, aumentandolo di 4 volte sarebbe ridotta al 25% di quella subita senza protezione. Il cervello umano può sopportare accelerazioni di 400 G senza riportare danni. Da 400 a 700 G si ha una commozione cerebrale con uno stato di incoscienza più o meno lungo. Oltre i 700 G si hanno danno cerebrali permanenti.
Per incrementare il tempo critico della decelerazione è necessario un materiale che, collassando, permetta alla testa un arresto progressivo (come nelle moderne protezioni dorsali. N.d.T.) e che abbia un ritorno elastico molto contenuto se sottoposto a schiacciamento. Inoltre, deve essere abbastanza spesso e resistente da non collassare completamente (fondo corsa) prima del totale arresto del capo. Un materiale di questo tipo fu sviluppato negli anni 50 e, attualmente, quasi tutti i caschi, per ottenere buoni risultati, utilizzano il polistirolo espanso (EPS), lo stesso che è utilizzato negli imballaggi. Una volta compresso, il materiale non recupera più la forma precedente. Normalmente all’interno viene inserita un’imbottitura per renderlo più confortevole e calzante.

Ma non è finita. Cosa succede se la superficie di impatto non è piatta? Superfici rotonde concentrano l’energia su una superficie molto ridotta. Più il raggio è piccolo, maggiore è la concentrazione (pensate a un proiettile, N.d.T.). Per compensare si ricorre ad una struttura rigida esterna che distribuisce la forza su un’area più vasta e ne riduce la concentrazione.

Che tipo di casco mi serve?

Un casco è composto da: una struttura esterna rigida, una schiuma ammortizzante, un interno confortevole e una cinghia di ritenuta. Ci sono poi quattro punti critici che determinano la capacità protettiva di un casco:

1. Assorbimento degli urti: quanto e come protegge da collisioni con grandi oggetti.

2. Stabilità: come si posiziona sulla testa e se sta in posizione quando serve davvero.

3. Resistenza del sistema di ritenuta: se le cinghie sono abbastanza solide da mantenere il casco in posizione per tutta la durata dell’impatto.

4. Estensione della protezione: l’area della testa effettivamente protetta dal casco.

La conformazione dell’EPS è importantissima per l’assorbimento degli urti, come detto prima. Più è spessa la calotta, maggiore è la sua capacità di assorbire le forze derivanti dall’impatto. Il semplice strato di gomma di certi caschi è davvero poca cosa e non è raccomandabile.

Anche lo scudo esterno ha un ruolo importante per il punto 1 in quanto: primo tiene al suo posto l’EPS durante l’impatto; secondo impedisce la penetrazione di oggetti nel casco e distribuisce la forza su tutta la calotta; terzo aiuta il casco a scivolare sulle superfici ruvide evitando di torcervi il collo!

Ovviamente, il casco deve rimanere al suo posto anche se la vostra testa batte più di una volta, quindi è necessario un cinturino resistente e un altrettanto resistente fibbia di chiusura, che non si possa aprire accidentalmente. Interno e cinturino confortevoli aiutano a mantenere il casco nella giusta posizione. Con la cinghia chiusa non dovreste essere in grado di sfilarvi il casco in nessun modo, né tirando né ruotando. Se si toglie, o scivola in modo da lasciare scoperte ampie zone della testa, regolate il cinturino, aggiungete dell’imbottitura o provate un altro casco. Regolate la cinghia in modo che in volo non dia fastidio.

I caschi aperti (jet) offrono un livello di protezione accettabile per il vostro cervello ma forniscono meno protezione alla vostra faccia. I caschi integrali invece, offrono maggiore protezione frontale a costo di un maggior peso, una visione periferica limitata e, forse, minori “sensazioni” durante il volo. E’ importantissimo che il casco rimanga fermo. Sono stato costretto a soccorrere un pilota di delta che aveva avuto un incidente per mancato aggancio e aveva battuto con la faccia. L’impatto della mentoniera, aveva fatto ruotare in avanti il casco e gli occhiali gli avevano tagliato il setto nasale, poi ricucito chirurgicamente. A preoccupare è soprattutto l’effetto di leva che la mentoniera può avere sul collo, specie in quei caschi in cui la distanza della protezione dal viso è decisamente eccessiva.

Lo stile ciclistico, con molte aperture, implica meno schiuma a contatto con la vostra testa e questo, in caso di crash, può provocare pericolose concentrazioni di energia sul vostro cranio. Questi caschi sono concepiti per dissipare il calore, e questo non è una cosa positiva nel volo libero, in cui la preoccupazione è spesso quella di restare caldi. Da ultimo, sovente presentano uno scudo rigido molto sottile (e non dimensionato per le nostre esigenze N.d.T.).

I caschi aerodinamici non danno alcun vantaggio, se non volate ad alta velocità, e la coda può impigliarsi in caso di caduta e provocare seri danni al collo.

Anche l’aspetto del confort ha la sua importanza. Dimensionamento e calzata, peso, controllo della temperatura e del sudore sono i punti critici da valutare. Una calzata confortevole, senza punti di pressione, assicura il confort e la corretta posizione della testa in caso di crash. Può essere necessaria anche mezz’ora con il casco in testa per sentire i punti di pressione. Il peso è importante in caso vogliate affrontare lunghi voli. Il flusso dell’aria sul casco determina anche il calore al suo interno. Il caschi da bici, “traforati”, sono concepiti per facilitare la perdita di calore; ciò va bene se volate al mare, un po’ meno in base cumulo. Per il sudore può essere utile una bandana o una fascetta.

Quando è necessario sostituire il casco?

Dovete cambiare il casco subito dopo un crash in cui abbiate battuto la testa. L’urto ha sicuramente compresso almeno in parte la schiuma. Il casco è meno protettivo, anche se il danno potrebbe non essere visibile. Il casco attutisce i colpi, quindi può essere che non sappiate di aver battuto la testa se non esaminate il casco alla ricerca di ammaccature o graffi. Se trovate delle ammaccature all’esterno o vi avvedete che la schiuma in uno o più punti ha ceduto, cambiate casco. Potreste essere riluttanti a cambiare un casco che sembra ancora nuovo, ma se avete battuto, non avete altra scelta. Se la schiuma di un casco da bici è incrinata sotto lo scudo è probabile che nel prossimo crash voli via. Cambiare la fibbia se si rompe o si danneggia in qualche sua parte. Se avete ancora un casco degli anni 70 senza l’imbottitura in EPS, cambiatelo immediatamente. Semplicemente non fornisce la protezione dei caschi moderni.

Per concludere, la capacità di assorbimento e di protezione può calare col tempo. Alcuni caschi sono prodotti con materiali che si deteriorano col tempo e quindi hanno una vita utile limitata. La maggior parte dei costruttori consiglia di cambiare casco almeno ogni 5 anni. Francamente, questo dipende dall’uso e molti caschi, se curati con le dovute attenzioni, possono rimanere efficaci più a lungo. Però notate anche che, per esperienza, in cinque anni le caratteristiche protettive dei caschi migliorano sensibilmente. Quindi, alla fine, la raccomandazione di cambiarlo ogni cinque anni è effettivamente utile.

Quali sono gli standard di un buon casco?

Solo in Europa esistono standard specifici per i caschi da volo libero. Quello applicato è l’EN966. Molti produttori di ottimi caschi di altri paesi certificano i propri prodotti secondo altri standard.

Cosa guardare quando acquistate un casco?

- Cercate lo sticker dell’omologazione come la EN966.

- Controllate che abbia un buon spessore di EPS all’interno

- Controllate che lo scudo sia resistente

- Indossatelo, regolate la cinghia e provate in tutti i modi a togliervelo.

- Verificate che la fibbia sia resistente, in previsione di un lungo utilizzo

- Accertatevi che sia confortevole.

- Confrontate il costo con quello di una lunga degenza in ospedale.

- Considerate l’incubo di vivere come un vegetale.

- Non vi pentirete mai di aver acquistato e di usare un casco di qualità.

- Ricordate: il vostro cervello non ha prezzo!"
 

stansfield

Utente Attivo
355
0
Omologazione caschi da moto

Per quanto riguarda l'omologazione di un casco da moto è la seguente:

DGM (I vecchi caschi a scodella, dimenticateveli e buttateli via in quanto da un decreto del 2000 non sono più idonei, ed oltre a non proteggere un bel niente, incorrete anche in sanzioni e confisca del casco stesso, e poi non potendo guidare senza casco.......)

Quella attuale idonea da tenere in considerazione, è la "ECE".

"Il casco dove avere l'omologazione E 22. Basta guardare l'imbottitura interna o il cinturino e si troverà una targhetta con una grossa "E" maiuscola seguita da un numero quel numero indica il Paese che ha rilasciato l'omologazione, il 3 indica l'Italia.

Sulla targhetta è anche riportata la versione dell'omologazione. I caschi commercializzabili oggi sono della versione 04 e 05, ma chi fosse in possesso di un casco con una versione di omologazione antecedente ossia, 01, 02 o 03 potrà continuare a utilizzarlo, non è infatti prevista nessuna scadenza, così come quelli in materiale plastico che non perdono di efficacia nel tempo."

Abbiamo detto che il numero 3 determina omologazione italiana, ma vediamo insieme gli altri numeri:

1 : REP. FED. GERM.
2 : FRANCIA
3 : ITALIA
4 : OLANDA
5 : SVEZIA
6 : BELGIO
7 : UNGHERIA
8 : CECOSLOVACCHIA
9 : SPAGNA
10 : JUGOSLAVIA
11 : INGHILTERRA
12 : AUSTRIA
13 : LUSSEMBURGO
14 : SVIZZERA
15 : R.D.T
16 : NORVEGIA
17 : FINLANDIA
18 : DANIMARCA
19 : ROMANIA
20 : POLONIA
21 : PORTOGALLO

Il mio ad esempio è "E11" e ciò vuol dire che è stato omologato in Inghilterra.
Ovviamente ciò non significa che io non possa utilizzarlo in italia, perchè sono tutte nazioni europee, e da qui la "E"....

Spero che la mia guida sull'acquisto di un casco vi sia piaciuta, ma soprattutto vi sia stata di grande aiuto!!!

Stan
 

Entra

oppure Accedi utilizzando
Discord Ufficiale Entra ora!