Questo purtroppo è un discorso tutto italiano, dove "perdere un anno" sembra che sia la fine del mondo, addirittura una stigmata. Non c'è assolutamente nulla di sbagliato nell'accorgersi di avere scelto una strada che non fa per noi, e cambiare. Evitare di perdere un anno di studio solo per continuare una strada sbagliata significa rovinarsi la vita intera. In altri paesi, dove il problema dell'occupazione non è così sentito come in Italia, è perfettamente normale perfino iscriversi in una seconda università perfino quando si ha quaranta anni e passa.
Ma qui divago, il discorso si fa più generale e include un sistema di insegnamento italiano vecchio (direi arrugginito) di secoli e una situazione dell'occupazione ancora legata al sistema oligarchico e preferenziale.
Il mio consiglio agli studenti italiani è quello che danno i miei amici in Italia ai loro figli: studia tanto, perfeziona una o più lingue, e essere pronti ad emigrare. È quello che feci io trenta anni fa, e non me ne sono ancora pentito. Purtroppo la situazione è quella che è. Uno può scegliere una buona e promettente facoltà (tipo ingegneria meccanica) e trovarsi cinque anni dopo senza lavoro. Insomma, fare il possibile per creare un buon programma A, ma essere pronti con una alternativa B in caso la prima scelta non funzioni. È quello che si fa normalmente nella vita.