DOMANDA Il concetto di potenza e corrente?

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clockk

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Non riesco a capire..
Ad esempio un alimentatore 12V 3A...
Significa che riesce a fornire al max 3A in uscita??
Ma la corrente non è data da I=V/R
Supponendo di dimensionare la R in modo che la corrente nella maglia sia 5A.. il generatore non riesce quindi mi da 3A max?
 

Blume.

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Non riesco a capire..
Ad esempio un alimentatore 12V 3A...
Significa che riesce a fornire al max 3A in uscita??
Ma la corrente non è data da I=V/R
Supponendo di dimensionare la R in modo che la corrente nella maglia sia 5A.. il generatore non riesce quindi mi da 3A max?
La corrente indicata sulla targa di un alimentatore è riferita sempre alla massima corrente erogabile.
Se tu allacci un utilizzatore ad una sorgente di corrente, che necessita di 5 ampere per il suo funzionamento, e la sorgente eroga massimo 3 ampere, l'utilizzatore userà solo i 3 ampere che riesce a richiedere.
Ovviamente i tre ampere sono la massima corrente che si può avere in questo caso e un lungo utilizzo dell'ali alla massima corrente erogabile porterà lo stesso alla distruzione in breve tempo.
 
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Utente 16812

Ospite
Non riesco a capire..
Ad esempio un alimentatore 12V 3A...
Significa che riesce a fornire al max 3A in uscita??
Ma la corrente non è data da I=V/R
Supponendo di dimensionare la R in modo che la corrente nella maglia sia 5A.. il generatore non riesce quindi mi da 3A max?

Innanzitutto leggi il mio intervento qui:
http://www.tomshw.it/forum/elettron...e-un-circuito-dc-post4802453.html#post4802453
Il generatore di tensione "reale", cioè non ideale, presenta una resistenza di perdita, internamente, Ri, che tiene conto delle dissipazioni intrinseche del generatore stesso.
Cosa accade in pratica ?
Accade che la fem E della batteria va a lavorare su una resistenza totale Rt=Ri+Rl, ossia la resistenza interna Ri si pone in serie alla resistenza di carico dell'utilizzatore :asd:
Ne consegue che la legge di Ohm, nel caso dei circuiti con generatori "reali", sarà modificata: V=E-Ri*I, cioè la tensione ai capi del generatore di tensione "reale" è pari alla sua fem E a vuoto diminuita della caduta di tensione interna.
Ora, osservando la caratteristica V-I voltamperometrica del generatore, ti accorgerai che la retta non è orizzontale, ossia la fem E non è costante a tutte le correnti e quindi con qualsiasi carico, ma avrà una pendenza che dipende dalla resistenza interna (attenzione, la resistenza interna è molto piccola e deve essere così).
Quindi al variare della resistenza dell'utilizzatore, varia anche la corrente e, in base alla formula sopra riportata, la tensione ai capi della batteria :sisilui:
Si passa dal funzionamento a vuoto, in cui V=E, al funzionamento in cortocircuito, in cui I=I0 è la corrente di cortocircuito.
La corrente si può amplificare, ad es. con un transistor BJT (che già di per sé è un amplificatore di corrente, dato che la corrente di collettore, in zona lineare, è Hfe volte maggiore di quella di base) in configurazione "emitter follower", cioè in connessione CC a collettore comune (molto usata anche come adattatore di impedenza), oppure tramite un operazionale in configurazione retroazionata di tipo parallelo-serie (parallelo in ingresso e serie in uscita) ma il punto è che hai bisogno COMUNQUE di una ulteriore sorgente di energia da cui devi "attingere" la corrente in più di cui necessiti :asd:
Non puoi diminuire la resistenza "indefinitamente" a tal punto da far diventare la corrente infinita, il limite è la legge di Ohm "generalizzata" :sisilui:
A presto :ciaociao:
 

clockk

Utente Attivo
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@gronag Innanzitutto leggi il mio intervento qui:

Ne consegue che la legge di Ohm, nel caso dei circuiti con generatori "reali", sarà modificata: V=E-Ri*I

--- Si questo lo so che lo schema equivalente del generatore reale di tensione ha una resistenza in serie.

Quindi al variare della resistenza dell'utilizzatore, varia anche la corrente e, in base alla formula sopra riportata, la tensione ai capi della batteria :sisilui:

Sta di fatto che non ho ancora capito


Immagina un generatore ideale di tensione E= 5V 1A con in serie una resistenza R2.
Supponendo che la R2 sia opportunamente dimensionata per avere nella maglia una corrente da 1,5 A.
Quell'1A nella targhetta dell'alimentatore sta a dire che può erogare massimo 1A ?? e quindi nonostante la R2 sia dimensionata per cui circoli una corrente di 1,5A la corrente sarà comunque di 1 A??
Se non hai capito dimmelo che ci ripovo :rock:
Un'altra domanda non ho capito bene che informazioni mi da la caratteristica V-I ..Grazie ciao
 
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Utente 16812

Ospite
I generatori di tensione e corrente - Teoria e concetti generali :sisi:
Nel tuo esempio la sorgente di tensione è ideale per cui la tensione di uscita non dipende dalla corrente erogata dalla sorgente stessa, la caratteristica esterna (vedi figura nel link sopra riportato) è una linea orizzontale, parallela all'asse delle correnti.
E' il caso, ad esempio, della tensione sinusoidale erogata dalla rete ENEL di distribuzione dell'energia elettrica, approssimabile ad una sorgente ideale :sisilui:
Nel caso reale, la tensione effettivamente generata dipende dal carico collegato ed è minore del valore teorico della fem di tensione, in quanto, come sai, parte della "forza" generata viene assorbita dalla resistenza "virtuale" interna al generatore.
All'aumentare della corrente, cioè al diminuire del carico ohmico, aumenta la caduta di tensione sulla resistenza di perdita, la differenza tra la fem a vuoto e tale caduta di tensione Ri*I diventa sempre più piccola e quindi la tensione EFFETTIVAMENTE disponibile ai morsetti del generatore è sempre più bassa.
Quando la fem E uguaglia l'assorbimento Ri*I, cioè quando E=Ri*I, la tensione V ai morsetti è nulla, la batteria lavora in cortocircuito e la corrente di cortocircuito è I=Icc=E/Ri :asd:
Per le batterie è importante, oltre alla tensione nominale e alla corrente nominale di avviamento a freddo, la capacità nominale, espressa in ampere-ora (Ah) :sisilui:
Ad esempio, una batteria da 12V e 10Ah ha una tensione nominale di 12V e una capacità di 10Ah, ciò significa che è in grado di erogare 10A per 1 ora oppure 5A per 2 ore oppure 1A per 10 ore, dopodiché sarà esaurita :asd:
Ciao clockk :ciaociao:
 

clockk

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@gronag Grazie mille della risposta :rock:
Ma ho un'altra domanda stupida riguardo le ultime righe che hai scritto.. come faccio a stabilire la corrente erogata? Metto un amperometro a regime?
 
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Utente 16812

Ospite
L'amperometro serve a misurare il flusso di corrente che dalla batteria va verso il carico (va posto in serie al circuito) :sisi:
Conoscendo quindi la capacità nominale della batteria e la corrente di carico del circuito è possibile determinare la durata della batteria stessa: (capacità nominale in mAh)/(corrente assorbita dal carico in mA)*0.70 :asd:
Il valore 0.70 tiene conto di diversi fattori (anche esterni) che possono incidere sulla durata della batteria :sisi:
Es: avendo una batteria da 10Ah collegata ad un dispositivo che consuma 1A, avremo una durata=(10000/1000)*0.70= 7h :asd:
 
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clockk

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L'amperometro serve a misurare il flusso di corrente che dalla batteria va verso il carico (va posto in serie al circuito) :sisi:
Conoscendo quindi la capacità nominale della batteria e la corrente di carico del circuito è possibile determinare la durata della batteria stessa: (capacità nominale in mAh)/(corrente assorbita dal carico in mA)*0.70 :asd:
Il valore 0.70 tiene conto di diversi fattori (anche esterni) che possono incidere sulla durata della batteria :sisi:
Es: avendo una batteria da 10Ah collegata ad un dispositivo che consuma 1A, avremo una durata=10000/1000*0.70= 7h :asd:



Ok grazie mille. Si può chiudere.
Una domanda "personale" la tua conoscenza deriva dell'esperienza o particolari libri/appunti?
 
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Utente 16812

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Ho studiato Cibernetica e sono insegnante di materie tecniche :asd:
 
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