Dalla rivista Computerbild del mese di febbraio 2018, riguardo Meltdown e Spectre:
Le patch frenano davvero le prestazioni?
Dopo il rilascio delle prime patch, su diversi forum sono apparsi messaggi di persone che hanno visto le prestazioni dei propri computer decrescere improvvisamente, a volte in maniera drastica. Posto che qualche problema c'è stato, bisogna però ridimensionare l'allarme che si è venuto a creare e fare chiarezza.
Meltdown
Le patch che vanno a "mitigare" questa vulnerabilità hanno un impatto avvertibile sul sistema. Le prime stime parlavano di una riduzione delle prestazioni che poteva arrivare fino al 30%, ma occorre fare una precisazione: se si utilizza una CPU Intel Skylake, Kaby Lake o Coffe Lake, quindi recente, l'impatto delle patch con le prestazioni è praticamente inesistente. Stesso discorso per il sistema operativo utilizzato: con Windows 10 la diminuzione di prestazioni è minima, spesso inavvertibile, mentre con Windows 7 oppure 8 generalmente il calo è più evidente. Questo accade perché Windows 10 solleva il kernel del processore dall'esecuzione di diversi compiti, ad esempio il parsing delle font. Nei normali task, ovvero quando si utilizzano browser, giochi, applicazioni office e simili il kernel viene poco sollecitato. Discorso diverso quando si passa ai benchmark sul disco, per i quali, sia testando su disco rigido tradizionale sia su SSD, abbiamo registrato rallentamenti che a volte hanno raggiunto il 40%: una percentuale ragguardevole. Questo accade perché, ovviamente, un benchmark del genere non fa altro che effettuare chiamate al kernel.
Spectre
In questo caso la situazione è più complessa perché non si tratta di aggiornare il kernel, ma bisogna agire a livello di singole applicazioni. Per quanto riguarda la variante Array Bound di Spectre, la soluzione è quella di evitare che il processore possa speculare sul fatto che si possa o meno accedere ad un elemnto di un array. La soluzione raccomandata da Intel e Arm è quella di inserire una "serializing instruction", ovvero una o più istruzioni in grado di proibire al processore la Speculation Execution degli array. Questo porta ad una inevitabile riduzione delle prestazioni e in molti stanno cercando strade alternative per ottenere lo stesso risultato. Per quanto attiene invece la variante Branch Prediction, il problema è ancora più grosso. La stessa Microsoft ha detto che risolvere o quantomeno limitare il problema avrà un costo da pagare in quanto a prestazioni, e questo costo non sarà limitato a specifiche applicazioni come in Meltdown, ma avrà un impatto importante in una vasta gamma di applicazioni. Anche in questo caso, a fare maggiormente le spese saranno le applicazioni che effettuano frequenti accessi al disco.