Cellule Staminali dal sangue del cordone ombelicale, disciplina giuridica

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Cellule Staminali del sangue del cordone ombelicale, disciplina giuridica e medica
Cagliari, 15 aprile 2011 - Si sono conclusi i lavori del convegno sulle cellule staminali, promosso dall’ELSA (European Law Students Association) in collaborazione con Osidea Onlus rappresentata dal Presidente Paola Pinna e coordinato da Ettore Atzori, presidente dell’Ordine degli Avvocati.

I lavori, che si sono svolti nei locali della Facoltá di giusprudenza, sono stati aperti dal presidente dell’ELSA Cagliari, Alessandro Orgiana, che ha spiegato le ragioni della scelta di trattare un tema, quale quello delle cellule staminali, così interessante, ma al tempo stesso complesso. L’iniziativa - ha spiegato Orgiana - era inquadrabile in un progetto sul diritto alla salute coordinato a livello Europeo dall’ELSA.

ll primo intervento è stato quello di Marino Argiolas, Direttore della Banca del sangue cordonale, che, con un linguaggio semplice ma efficace ha spiegato il funzionamento della donazione del sangue del cordone ombelicale. "Le cellule staminali emopoietiche prelevate da cordone ombelicale - ha spiegato Argiolas - sono utili al fine di trapianto per curare malattie del sangue come leucemie o malattie genetiche come la talassemia. Il prelievo è molto semplice e non comporta alcun rischio per la madre o il neonato. Una volta prelevate - ha proseguito Marino Argiolas - vengono esaminate e validate presso la Banca di riferimento. Se compatibili con un paziente vengono rilasciate a fini di trapianto”. Il secondo intervento è stato quello di Fausto Cossu, del Centro Trapianti Pediatrico Cellule Staminali Ematopoietiche dell’Università di Cagliari – Ospedale Microcitemico, che ha descritto i più recenti progressi sul trapianto di cellule staminali del cordone ombelicale, in particolare riguardo all’uso ed ai risultati nei pazienti sia pediatrici che adulti. Dopo il primo trapianto eseguito nel 1988 - ha detto Cossu - sono stati effettuati in tutto il mondo oltre 20000 trapianti di cellule ematopoietiche del sangue cordonale, sia per malattie neoplastiche (leucemie acute e croniche, linfomi, mielodisplasie, tumori solidi) che per malattie non neoplastiche (anemia aplastica, emoglobinopatie, immunodeficienze primitive, malattie metaboliche, leucodistrofie).

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Il trapianto di cellule staminali ematopoietiche del cordone ombelicale, in particolare da donatore non familiare, - ha spiegato Cossu - presenta molti vantaggi (es. rapida disponibilità, assenza di rischio per il donatore, minor rischio di trasmissione di agenti infettivi, rischio ridotto di GvHD “graft versus host disease, malattia del trapianto contro l’ospite”, ecc.), ed un importante svantaggio: numero totale di cellule staminali ematopoietiche ridotto, con conseguente ritardo di attecchimento e prolungato periodo di aplasia soprattutto in caso di trapianto in pazienti adulti (è fondamentale il numero relativo di cellule staminali per kg di peso del paziente, per cui per molto tempo questo tipo di trapianto ha avuto indicazione quasi esclusiva per pazienti di età pediatrica). Negli ultimi anni d’altra parte sono stati definiti dei metodi (es., infusione di due cordoni, co-infusione di cellule accessorie favorenti l’attecchimento, ecc.) per ridurre tale svantaggio, ed i risultati più recenti sono promettenti anche per i pazienti adulti.

Oltre alle cellule staminali ematopoietiche, il sangue del cordone ombelicale contiene anche altri tipi di cellule staminali, in particolare le cellule staminali mesenchimali (o “cellule stromali mesenchimali”) che hanno già applicazioni cliniche es., a loro volta, nel trattamento della GvHD acuta severa.
A seguire, M. Carmela Macrì, dello Studio Legale Tosato di Roma, ha ricostruito il quadro normativo europeo e nazionale sul processo di raccolta e conservazione delle cellule staminali del sangue cordonale, nonché sulla circolazione nell'ambito dell'Unione europea del campione raccolto. Si è poi soffermata sulle criticità che emergono dalla distinzione tra conservazione per uso autologo-dedicato e sulla conservazione per uso autologo-familiare delle cellule staminali del sangue cordonale".

E' stata poi la volta dell'intervento di Licinio Contu, Ordinario di Genetica Medica, e Presidente della Federazione Italiana Adoces, che ha ripreso le criticità esposte dall’Avv. Macrì, e spiegato la differenza tra banca pubblica e banca privata e indicando quanto della legislazione comunitaria che è stata recepita, sia effettivamente attuato nella pratica. L’intervento si è concluso con il riferimento alla medicina rigenerativa.

Poi è stata la volta di Giorgio Carruana, nel suo intervento ha parlato di un’esperienza che ha segnato la sua famiglia. Alessandro un giovane di Santadi, di 27 anni, a seguito di un incidente stradale lotta contro la tetraplegia, un disturbo del movimento a livello dei 4 arti. Il potente urto causò, infatti, lo spezzamento del midollo osseo. La famiglia del giovane per provare a alleviare le sofferenze del ragazzo, ha intrapreso un viaggio in Germania, dove il giovane è stato sottoposto a un trapianto di staminali nella clinica Cell Center di Colonia.

I lavori sono stati chiusi dall’ingegner Alberto Cincotti, del Dipartimento di Ingegneria Chimica e Materiali dell’Università degli Studi di Cagliari. L’ingegnere ha spiegato che “l’obiettivo finale della ricerca è l’ingegnerizzazione dei processi di espansione, differenziazione e crioconservazione delle cellule staminali usate nella medicina rigenerativa in modo da poter procedere ad una ottimizzazione razionale e consapevole dei relativi processi su scala superiore a quella di laboratorio. In questa maniera - ha precisato Cincotti - dovrebbe essere possibile superare l’ostacolo maggiore ad una effettiva applicazione clinica della medicina rigenerativa: la disponibilità in tempi relativamente brevi di un elevatissimo numero di cellule staminali funzionali, capaci di evitare il rigetto in un eventuale trapianto eterologo su scala umana”.
I lavori della conferenza si sono conclusi dopo un intenso dibattito tra il pubblico e i relatori.
 
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