Lenny67
Nuovo Utente
- Messaggi
- 4
- Reazioni
- 1
- Punteggio
- 5
Ciao a tutti,
ho acquistato direttamente dal Canada una coppia di diffusori Tetra Speakers 120U e volevo condividere l'esperienza di ascolto e soprattutto di acquisto, in quanto questa marca è pressochè sconosciuta ma mi ha veramente stupito.
Premetto che non sono un audiofilo appassionato di diagrammi di risposta in frequenza, distorsione, livelli e coefficienti, mi fido esclusivamente delle mie orecchie e del mio cervello. Non compro mai nulla senza averla ascoltata ed essermene innamorato.
L’acquisto di queste Tetra Speakers è stato una specie di parto, cercando di vincere la diffidenza generale ed affidandomi esclusivamente ad un unico fulminante ascolto.
Da quando sono arrivate nella mia casa, ho speso molto del mio tempo ascoltando tantissimi brani, principalmente dei miei generi preferiti (ovvero Jazz, Blues, Soul e Progressive Rock) prima di scrivere queste due righe e devo dire che sono veramente entusiasta di queste casse.
Chiudere gli occhi e non percepire delle casse acustiche ma solamente credere che Cassandra Wilson, Sarah Vaughan o Miles Davis siano realmente davanti a te è veramente impagabile.
La loro voce prende immediatamente la quota giusta e la scena diventa magicamente stabile. La ricostruzione della scena è veramente notevole e non fatico affatto ad identificare i piani sonori e gli esecutori, ben amalgamati ma ognuno dotato di una dimensione propria. Durante l’ascolto del brano di Diana Krall “My love is”, lo schiocco di dita che fa da intro è preciso, il contrabbasso subentra con il suo timbro scuro e asciutto insidiandosi nelle orecchie e nel cuore, ed alle prime parole "my love my love" ho aperto gli occhi per cercare Diana nel mio salotto (magari....).
In “Seven steps to heaven” di Miles Davis i piani sonori sono incredibilmente distinti, il pianoforte di Herbie Hancock ha un respiro largo e disteso, la tromba di Davis e il sax di George Coleman si rincorrono leggiadri e si sovrappongono mantenendo una precisa identità, Ron Carter con il suo contrabbasso ti colpisce duro e mi sembra incredibile visto che non ho alcun subwoofer collegato.
L’emozione mi prende quando la chitarra di Pino Daniele attacca su “Again”, capolavoro postumo uscito qualche settimana fa: Pino è a mezzo metro da me, non riesco a credere a queste casse e non venivo da casse qualsiasi ma dalle Sonus Faber Minima Amateur (capolavoro di Serblin).
E’ sorprendente nell’ascolto come vengano messi a fuoco i dettagli dei suoni, quali ad esempio il fruscio delle dita sulle corde della chitarra, la bacchetta sul piatto della batteria, il martelletto sulla corda del pianoforte, tanti piccoli particolari che definiscono al massimo il suono degli strumenti e che trasmettono incredibilmente una ricostruzione convincente della musica dal vivo.
In tre parole: potenza, palpabilità e presenza. Una riproduzione altamente dimensionale e altamente accurata.
E’ importante raccontare anche la mia esperienza di acquisto. Avevo sentito le 120U a casa di un allenatore di calcio italiano e, nonostante l’occasione, quella musica in sottofondo mi aveva profondamente distratto: una precisione ed una presenza pazzesca nonostante il volume basso, le voci jazz non sembravano provenire da un impianto audio ma quasi da un trio di artisti nell’angolo della sua casa che suonava brani di sottofondo in una “cave à jazz” parigina mentre degusti una terrine di fois gras. Mi allontano, identifico l’impianto e vedo con mia sorpresa il mio amplificatore, un Exposure 2010S!!! “Perbacco, ma non suona così il mio impianto!”, quindi guardo le casse, due piccoli speaker da scaffale in legno con una scritta mai sentita in vita mia: “Tetra”. Non poteva uscire da lì quella voce, le mie Minima Amateur non le avevo mai sentite suonare così… mi guardo intorno ma non c’era altro: il suono usciva proprio da lì! Scatto una foto rapida alle casse e via.
Torno a casa e passo la notte su internet, inizio la mia ricerca sulle Tetra: trovo il loro sito https://tetraspeakers.com/ un sito molto semplice, quasi fatto in casa ed inizio ad informarmi. Pochissime recensioni se non in siti dedicati al Jazz, tutte recensioni fatte agli inizi degli anni 2000. Però comincio a leggere alcuni nomi che mi fanno rizzare le orecchie: Herbie Hancock ha in casa le Tetra Speakers e le raccomanda nel suo sito personale, un video di Ron Carter a casa sua che suona il contrabbasso facendosi accompagnare dalle Tetra Speakers per gli altri strumenti (e guarda guarda li guida con un Exposure 3010S…), Keith Richards, Dave Holland, Wynton Marsalis ed altri utilizzatori di questi sconosciuti speaker. Poi leggo di Rob Fraboni, ingegnere del suono e produttore discografico americano (noto per il suo lavoro con Bob Dylan, Eric Clapton, I Rolling Stones, e tanti altri ancora, vincitore di un Grammy nel 2002), che ha collaborato con Tetra Speakers per la progettazione delle casse Tetra Fraboni 606 v.2.
Continuo la mia ricerca per capire dove poterle acquistare ma non si trovano distributori internazionali e nemmeno un sito che le venda online: vanno esclusivamente sul passaparola! Tetra Speakers indica nel suo sito che “ha adottato un approccio diretto alle vendite degli ascoltatori. Non solo andare sul mercato in questo modo significa che possiamo vendere meglio per meno, ma ci consente anche di conoscere personalmente ognuno dei nostri clienti. Scrivici o chiamaci oggi per saperne di più”.
Detto fatto: scrivo una mail all’indirizzo indicato nei contatti del loro sito. Mi risponde direttamente il CEO di Tetra, Adrian Butts, chiedendomi immediatamente come avevo sentito parlare di loro. Da lì inizia un rapporto epistolare (ben 93 mail scambiate, sempre risposte da Adrian in persona), che mi ha seguito dalle informazioni iniziali, ai preventivi, dalla scelta del legno con il suo ebanista Bruce e della colorazione con tanto di foto dei possibili legni, al processo di creazione delle casse con tanto di foto, dalla spedizione alla verifica dei dazi doganali, fino alla verifica dell’ascolto e richiesta dei feedback da parte mia. Pazzesco!
Non ho mai visto una cura così importante del cliente nel campo dell’HiFi da parte del produttore, dove ormai vince il marketing con la pubblicità che ti fa pensare che "più caro significa migliore" per prodotti in realtà industriali o pseudo-industriali (è finita l’era di Serblin!), un mondo dominato da un marketing estremamente aggressivo e basato sull'esclusività anziché sulla bontà (povera Sonus Faber acquistata da Bose, un chiaro esempio dell’apice del marketing sopra descritto...).
Mi è rimasto in mente che alla fine del processo di costruzione delle casse, Adrian mi scrive dicendo che stava aspettando i cabinet dall’ebanista per poi “applicare il suo tocco magico”. E così è stato, ve lo assicuro. Posso solo consigliare almeno l’ascolto con le orecchie di chi ama la musica.
Come dice Rob Fraboni “il miglior complimento che puoi fare ad uno speaker è che scompaiano dall’ascolto.”
ho acquistato direttamente dal Canada una coppia di diffusori Tetra Speakers 120U e volevo condividere l'esperienza di ascolto e soprattutto di acquisto, in quanto questa marca è pressochè sconosciuta ma mi ha veramente stupito.
Premetto che non sono un audiofilo appassionato di diagrammi di risposta in frequenza, distorsione, livelli e coefficienti, mi fido esclusivamente delle mie orecchie e del mio cervello. Non compro mai nulla senza averla ascoltata ed essermene innamorato.
L’acquisto di queste Tetra Speakers è stato una specie di parto, cercando di vincere la diffidenza generale ed affidandomi esclusivamente ad un unico fulminante ascolto.
Da quando sono arrivate nella mia casa, ho speso molto del mio tempo ascoltando tantissimi brani, principalmente dei miei generi preferiti (ovvero Jazz, Blues, Soul e Progressive Rock) prima di scrivere queste due righe e devo dire che sono veramente entusiasta di queste casse.
Chiudere gli occhi e non percepire delle casse acustiche ma solamente credere che Cassandra Wilson, Sarah Vaughan o Miles Davis siano realmente davanti a te è veramente impagabile.
La loro voce prende immediatamente la quota giusta e la scena diventa magicamente stabile. La ricostruzione della scena è veramente notevole e non fatico affatto ad identificare i piani sonori e gli esecutori, ben amalgamati ma ognuno dotato di una dimensione propria. Durante l’ascolto del brano di Diana Krall “My love is”, lo schiocco di dita che fa da intro è preciso, il contrabbasso subentra con il suo timbro scuro e asciutto insidiandosi nelle orecchie e nel cuore, ed alle prime parole "my love my love" ho aperto gli occhi per cercare Diana nel mio salotto (magari....).
In “Seven steps to heaven” di Miles Davis i piani sonori sono incredibilmente distinti, il pianoforte di Herbie Hancock ha un respiro largo e disteso, la tromba di Davis e il sax di George Coleman si rincorrono leggiadri e si sovrappongono mantenendo una precisa identità, Ron Carter con il suo contrabbasso ti colpisce duro e mi sembra incredibile visto che non ho alcun subwoofer collegato.
L’emozione mi prende quando la chitarra di Pino Daniele attacca su “Again”, capolavoro postumo uscito qualche settimana fa: Pino è a mezzo metro da me, non riesco a credere a queste casse e non venivo da casse qualsiasi ma dalle Sonus Faber Minima Amateur (capolavoro di Serblin).
E’ sorprendente nell’ascolto come vengano messi a fuoco i dettagli dei suoni, quali ad esempio il fruscio delle dita sulle corde della chitarra, la bacchetta sul piatto della batteria, il martelletto sulla corda del pianoforte, tanti piccoli particolari che definiscono al massimo il suono degli strumenti e che trasmettono incredibilmente una ricostruzione convincente della musica dal vivo.
In tre parole: potenza, palpabilità e presenza. Una riproduzione altamente dimensionale e altamente accurata.
E’ importante raccontare anche la mia esperienza di acquisto. Avevo sentito le 120U a casa di un allenatore di calcio italiano e, nonostante l’occasione, quella musica in sottofondo mi aveva profondamente distratto: una precisione ed una presenza pazzesca nonostante il volume basso, le voci jazz non sembravano provenire da un impianto audio ma quasi da un trio di artisti nell’angolo della sua casa che suonava brani di sottofondo in una “cave à jazz” parigina mentre degusti una terrine di fois gras. Mi allontano, identifico l’impianto e vedo con mia sorpresa il mio amplificatore, un Exposure 2010S!!! “Perbacco, ma non suona così il mio impianto!”, quindi guardo le casse, due piccoli speaker da scaffale in legno con una scritta mai sentita in vita mia: “Tetra”. Non poteva uscire da lì quella voce, le mie Minima Amateur non le avevo mai sentite suonare così… mi guardo intorno ma non c’era altro: il suono usciva proprio da lì! Scatto una foto rapida alle casse e via.
Torno a casa e passo la notte su internet, inizio la mia ricerca sulle Tetra: trovo il loro sito https://tetraspeakers.com/ un sito molto semplice, quasi fatto in casa ed inizio ad informarmi. Pochissime recensioni se non in siti dedicati al Jazz, tutte recensioni fatte agli inizi degli anni 2000. Però comincio a leggere alcuni nomi che mi fanno rizzare le orecchie: Herbie Hancock ha in casa le Tetra Speakers e le raccomanda nel suo sito personale, un video di Ron Carter a casa sua che suona il contrabbasso facendosi accompagnare dalle Tetra Speakers per gli altri strumenti (e guarda guarda li guida con un Exposure 3010S…), Keith Richards, Dave Holland, Wynton Marsalis ed altri utilizzatori di questi sconosciuti speaker. Poi leggo di Rob Fraboni, ingegnere del suono e produttore discografico americano (noto per il suo lavoro con Bob Dylan, Eric Clapton, I Rolling Stones, e tanti altri ancora, vincitore di un Grammy nel 2002), che ha collaborato con Tetra Speakers per la progettazione delle casse Tetra Fraboni 606 v.2.
Continuo la mia ricerca per capire dove poterle acquistare ma non si trovano distributori internazionali e nemmeno un sito che le venda online: vanno esclusivamente sul passaparola! Tetra Speakers indica nel suo sito che “ha adottato un approccio diretto alle vendite degli ascoltatori. Non solo andare sul mercato in questo modo significa che possiamo vendere meglio per meno, ma ci consente anche di conoscere personalmente ognuno dei nostri clienti. Scrivici o chiamaci oggi per saperne di più”.
Detto fatto: scrivo una mail all’indirizzo indicato nei contatti del loro sito. Mi risponde direttamente il CEO di Tetra, Adrian Butts, chiedendomi immediatamente come avevo sentito parlare di loro. Da lì inizia un rapporto epistolare (ben 93 mail scambiate, sempre risposte da Adrian in persona), che mi ha seguito dalle informazioni iniziali, ai preventivi, dalla scelta del legno con il suo ebanista Bruce e della colorazione con tanto di foto dei possibili legni, al processo di creazione delle casse con tanto di foto, dalla spedizione alla verifica dei dazi doganali, fino alla verifica dell’ascolto e richiesta dei feedback da parte mia. Pazzesco!
Non ho mai visto una cura così importante del cliente nel campo dell’HiFi da parte del produttore, dove ormai vince il marketing con la pubblicità che ti fa pensare che "più caro significa migliore" per prodotti in realtà industriali o pseudo-industriali (è finita l’era di Serblin!), un mondo dominato da un marketing estremamente aggressivo e basato sull'esclusività anziché sulla bontà (povera Sonus Faber acquistata da Bose, un chiaro esempio dell’apice del marketing sopra descritto...).
Mi è rimasto in mente che alla fine del processo di costruzione delle casse, Adrian mi scrive dicendo che stava aspettando i cabinet dall’ebanista per poi “applicare il suo tocco magico”. E così è stato, ve lo assicuro. Posso solo consigliare almeno l’ascolto con le orecchie di chi ama la musica.
Come dice Rob Fraboni “il miglior complimento che puoi fare ad uno speaker è che scompaiano dall’ascolto.”
Ultima modifica: