Quindi a motivo della "resistenza" (chiamiamola cosi :hihi:) che il condensatore oppone alle cariche elettriche la tensione ai suoi capi si trova in ritardo.
Mentre a causa della forza contro elettro-motrice generata dall'induttore si "genera" una tensione in anticipo rispetto al generatore...
Non è che mi sia chiarissimo...:muro::lol::lol:
Il comportamento in regime sinusoidale dei bipoli "reattivi" (induttori e condensatori, considerandoli "ideali" per il momento), cioè ad accumulo di energia, è completamente determinato dal modello matematico che li rappresenta: ad es. nel caso dell'induttore tale modello è v(t) = L*(di(t)/dt), ossia la tensione istantanea è pari all'induttanza L della bobina per la derivata della corrente istantanea (rispetto al tempo) :asd:
Bene, già da questa relazione si evince che la tensione ai capi della bobinetta varia, istante per istante, secondo la velocità di variazione della corrente nel tempo e non in base al valore istantaneo della corrente stessa :shock:
Ora, essendo l'espressione analitica della corrente sinusoidale i(t) = I*sin(omega*t+phi), in cui omega è la pulsazione 2*pi*f e phi la fase iniziale (pi è il pi-greco), per determinare la tensione si deve eseguire la derivata della corrente rispetto al tempo e moltiplicarla per L: avremo quindi (i passaggi sono riportati su un qualunque testo di Fisica e/o di Elettrotecnica) v(t) = omega*L*I*sin(omega*t+phi+pi/2) :sisi:
Quest'ultima espressione indica che se un induttore (ideale), che ha una certa induttanza L, è percorso da una corrente alternata di ampiezza I e pulsazione omega, la tensione ai suoi capi (di ampiezza omega*L*I) è in quadratura anticipo (pi/2 rad corrispondono a 90° sessagesimali) rispetto alla corrente :sisi:
Un analogo ragionamento vale, con le ovvie differenze, anche per il condensatore (ideale), in cui la corrente è in quadratura anticipo (sfasata di 90° in anticipo) rispetto alla tensione ai suoi capi :sisi:
Nel caso del resistore, invece, non si verifica alcuno sfasamento tra tensione e corrente in quanto il movimento dei portatori di carica all'interno del conduttore è praticamente istantaneo a livello macroscopico, la corrente dissipa, per effetto Joule, in calore tutta l'energia che le deriva dalla d.d.p. (pensa all'attrito viscoso in meccanica) :asd:
C'è però un'altra "questione": se fai il rapporto tra il modulo della tensione e il modulo della corrente, nel caso dell'induttore e del condensatore in alternata tale rapporto non dipende soltanto dall'induttanza L della bobina e dalla capacità C del condensatore ma ti accorgi che dipende anche dalla pulsazione omega, ossia dalla frequenza del segnale applicato :shock:
Per questo motivo è stata introdotta una grandezza complessa, chiamata "impedenza", il cui modulo rappresenta il rapporto dei moduli della tensione e della corrente e il cui argomento è pari allo sfasamento tra la tensione e la corrente.
Ciao ;)
P.S. L'oscilloscopio non è in grado di rappresentare direttamente l'andamento nel tempo di una corrente ma se fai passare la corrente attraverso una resistenza avrai una c.d.t. (caduta di tensione) su di essa, la quale ha lo stesso andamento nel tempo della corrente.
La c.d.t. può essere dunque raffigurata al posto della corrente.
La stessa cosa vale per altre grandezze, come ad es. l'intensità del campo magnetico H, la densità del flusso magnetico B, la frequenza f, ecc., tutte grandezze che devono essere trasformate in tensioni elettriche con un andamento nel tempo corrispondente ;)