Se la tua necessità è relativa all'abbagliamento del contrasto tra luce complessiva del monitor e ambiente indubbiamente gli oled offrono miglior possibilità di soddisfare la tua esigenza avendo in generale una minore quantità di luce emessa rispetto ad un LCD led normale. Certo un'adeguata illuminazione retrostante il monitor ti potrebbe alleviare il fastidio ma a parte la tecnologia utilizzata nella formazione dell'immagine fondamentalmente si tratta sempre di una matrice di punti di tre colori fondamentali Rosso verde e blu.
Sono piuttosto altri fattori che determinano quella serie di sintomi che sono compresi sotto il nome di astenopia:
bruciore oculare, visione sfocata o doppia, cefalea, lacrimazione, prurito, frequente ammiccamento, arrossamento alle congiuntive, spasmo palpebrale, ecc.
Essi sono infatti da riportare alla sollecitazione prolungata dei muscoli oculari deputati alla messa a fuoco (accomodazione) dell’immagine, che è tanto più impegnativa quanto più l’oggetto è posto vicino e per lo più svolta in maniera inconsapevole . All’opposto, quando si osserva un oggetto lontano, questi muscoli vengono rilasciati e l’occhio si ritrova in una condizione di riposo.
Da qui la necessità - prevista anche dall’attuale normativa (art. 175 del D.Lgs. 81/08) - di provvedere ad organizzare il lavoro in modo tale da contemplare pause o interruzioni di almeno 15 minuti ogni 2 ore di applicazione al video, durante le quali svolgere attività prive di sforzi accomodativi importanti come stare alla finestra a guardare il panorama lontano ad esempio.
I disturbi di affaticamento visivo sono favoriti ed accentuati da fattori clinici, ambientali ed organizzativi, tra cui si ricordano:
• i vizi di refrazione dell'occhio non corretti o corretti non sufficientemente: alcune persone, soprattutto giovani, sono ignare di lievi effetti sulla salute che in questo tipo di attività diventano un elemento critico di scarsa tolleranza ad un’applicazione prolungata;
• lo strabismo e le turbe della convergenza (eteroforie), che limitano la cooperazione binoculare utile per apprezzare la profondità ed il rilievo delle immagini;
• le condizioni illuminotecniche: abbagliamenti diretti o riflessi, scarsa definizione dei caratteri, eccessivo contrasto di luminanza tra gli arredi, errata disposizione degli schermi rispetto alle fonti luminose;
• l’inquinamento indoor: le sostanze volatili ad azione irritante presenti negli ambienti confinati (formaldeide dai mobili in truciolato ad esempio, sostanze organiche, fumo di sigaretta, ecc.), e la polverosità ambientale rientrano tra i fattori di rischio. La loro presenza favorisce - insieme ad una relativa secchezza dell’aria ambiente - l’insorgenza di sintomi su base irritativa agli occhi, alla cute del volto ed
alle mucose delle prime vie aeree;
• l’orario di attività: il protrarsi eccessivo dei carichi funzionali legati agli sforzi di accomodazione e convergenza dell’immagine comporta sempre - anche alle persone che vedono bene - l’insorgenza dei segni di affaticamento riportati sopra. Per questo è bene rispettare l’obbligo delle pause;
• il tipo di lavoro svolto al terminale: il contenuto del lavoro implica gradi diversi di impegno visivo e mentale, per cui è da prevedere un maggior carico accomodativo in lavori che richiedano il cambio frequente della messa a fuoco, ed un maggior impegno mentale in caso di attività più ripetitiva, con basso grado di soddisfazione oppure con difficoltà eccessive rispetto alla formazione ricevuta.
Come vedi il tipo del videoterminale è importante certo ma sono altri i fattori determinanti la sensazione di affaticamento visivo che lamenti.