Manolo De Agostini
Redazione
- Messaggi
- 10,211
- Reazioni
- 328
- Punteggio
- 105
Secondo un rapporto diffuso oggi, siamo di fronte alla peggiore
ondata di distruzioni dall'epoca della fine dei dinosauri
L'Onu lancia l'allarme estinzioni in 500 anni sparite 844 specie
Tanti i tipi di animali e vegetali che non ci sono più "Bisogna trovare rimedi efficaci entro e non oltre il 2010"
OSLO - Gli esseri umani sono responsabili della peggiore ondata di estinzioni dall'epoca della fine dei dinosauri: negli ultimi 500 anni, sono 844 le specie - tra animali e vegetali - che sono sparite dalla faccia della terra. Per questo, si dovranno fare degli sforzi senza precedenti per cercare di ridurre questa tendenza, entro il 2010. A sostenerlo è un rapporto delle Nazioni Unite diffuso oggi - giorno d'avvio del summit sulla biocompatibilità che si siene fino al 31 marzo a Curitiba, in Brasile.
"In pratica - si legge nella 92 pagine che compongono il rapporto Global Biodiversity Outlook 2 - siamo responsabili per la sesta maggiore ondata di estinzioni, la maggiore dalla scomparsa dei dinosauri 65 milioni di anni fa". E alcuni habitat, dalle barriere coralline alle foreste pluviali tropicali, sono sempre più in pericolo.
La ricerca afferma che i fattori che provocano i maggiori danni all'ambiente nel quale vivono animali e piante sono ricollegabili all'aumento della popolazione umana: inquinamento, espansione delle città, deforestazione, riscaldamento della Terra e introduzione di "specie aliene" (come ad esempio le circa 300 specie invasive - molluschi, crostacei e pesci - provenienti dal Mar Rosso introdotte nel Mar Mediterraneo dopo l'apertura del Canale di Suez).
Si calcola che attualmente il tasso di estinzione sia mille volte più veloce di quello storico e ciò sta mettendo a rischio l'obiettivo fissato nel 2002, in un summit dell'Onu a Johannesburg, "di raggiungere, entro il 2010, un significativo calo dell'attuale tasso di distruzione della biodiversità". "Ci sarà bisogno di ulteriori sforzi senza precedenti - dice il Rapporto pubblicato oggi - per conseguire l'obiettivo sulla biodiversità previsto per 2010 ad un livello nazionale, regionale e globale."
Nel frattempo, ogni anno vengono distrutti circa 7,3 milioni di ettari di foresta - un'area grande come l'Irlanda. La cifra resta preoccupante anche se è di poco inferiore degli 8,9 milioni del decennio 1990-2000. Inoltre ogni anno i costi derivanti solo dalla distruzione ambientale causata da insetti nocivi introdotti in Australia, Usa, Sud Africa e Gran Bretagna superano i 100 miliardi di dollari.
Nonostante tutto questo, gli aiuti per rallentare la perdità di biodiversità sono diminuiti da 1 miliardo di dollari a 750 milioni dal 1998 e la percentuale delle zone protette è e resta esigua (12% delle terre e 0,6% degli oceani).
La "lista rossa" compilata dalla World Conservation Union conta almeno 844 specie di animali e piante che si sono estinte negli ultimi 500 anni, dal dodo, l'uccello delle isole Mauritius, al rospo dorato della Costa Rica.
http://www.repubblica.it/2006/c/sezi...s/animals.html
ondata di distruzioni dall'epoca della fine dei dinosauri
L'Onu lancia l'allarme estinzioni in 500 anni sparite 844 specie
Tanti i tipi di animali e vegetali che non ci sono più "Bisogna trovare rimedi efficaci entro e non oltre il 2010"
OSLO - Gli esseri umani sono responsabili della peggiore ondata di estinzioni dall'epoca della fine dei dinosauri: negli ultimi 500 anni, sono 844 le specie - tra animali e vegetali - che sono sparite dalla faccia della terra. Per questo, si dovranno fare degli sforzi senza precedenti per cercare di ridurre questa tendenza, entro il 2010. A sostenerlo è un rapporto delle Nazioni Unite diffuso oggi - giorno d'avvio del summit sulla biocompatibilità che si siene fino al 31 marzo a Curitiba, in Brasile.
"In pratica - si legge nella 92 pagine che compongono il rapporto Global Biodiversity Outlook 2 - siamo responsabili per la sesta maggiore ondata di estinzioni, la maggiore dalla scomparsa dei dinosauri 65 milioni di anni fa". E alcuni habitat, dalle barriere coralline alle foreste pluviali tropicali, sono sempre più in pericolo.
La ricerca afferma che i fattori che provocano i maggiori danni all'ambiente nel quale vivono animali e piante sono ricollegabili all'aumento della popolazione umana: inquinamento, espansione delle città, deforestazione, riscaldamento della Terra e introduzione di "specie aliene" (come ad esempio le circa 300 specie invasive - molluschi, crostacei e pesci - provenienti dal Mar Rosso introdotte nel Mar Mediterraneo dopo l'apertura del Canale di Suez).
Si calcola che attualmente il tasso di estinzione sia mille volte più veloce di quello storico e ciò sta mettendo a rischio l'obiettivo fissato nel 2002, in un summit dell'Onu a Johannesburg, "di raggiungere, entro il 2010, un significativo calo dell'attuale tasso di distruzione della biodiversità". "Ci sarà bisogno di ulteriori sforzi senza precedenti - dice il Rapporto pubblicato oggi - per conseguire l'obiettivo sulla biodiversità previsto per 2010 ad un livello nazionale, regionale e globale."
Nel frattempo, ogni anno vengono distrutti circa 7,3 milioni di ettari di foresta - un'area grande come l'Irlanda. La cifra resta preoccupante anche se è di poco inferiore degli 8,9 milioni del decennio 1990-2000. Inoltre ogni anno i costi derivanti solo dalla distruzione ambientale causata da insetti nocivi introdotti in Australia, Usa, Sud Africa e Gran Bretagna superano i 100 miliardi di dollari.
Nonostante tutto questo, gli aiuti per rallentare la perdità di biodiversità sono diminuiti da 1 miliardo di dollari a 750 milioni dal 1998 e la percentuale delle zone protette è e resta esigua (12% delle terre e 0,6% degli oceani).
La "lista rossa" compilata dalla World Conservation Union conta almeno 844 specie di animali e piante che si sono estinte negli ultimi 500 anni, dal dodo, l'uccello delle isole Mauritius, al rospo dorato della Costa Rica.
http://www.repubblica.it/2006/c/sezi...s/animals.html