domanda di statistica

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provauuno

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una curiosità.. sono totalmente ignorante in materia

se un'urna contiene 100 palline, quante estrazioni dovrei fare per avere un'uniformità dei risultati ? ovvero che ogni pallina sia stata estratta all'incirca l'1% delle volte ?

è difficile come calcolo ?
 
semplicissimo: infinite volte per l'1% esatto.
per maggiore precisione devi quantificare "all'incirca"
 
e che ne so... era una mia curiosità.... incide molto sul risultato?
esiste una formula?
ad esempio, tanto per farmi un'idea... con uno 0.1% di tolleranza ? può andare ?
 
e che ne so... era una mia curiosità.... incide molto sul risultato?
esiste una formula?
ad esempio, tanto per farmi un'idea... con uno 0.1% di tolleranza ? può andare ?
la domanda che hai posto fatico a comprenderla... in ogni caso, se assumiamo che ogni pallina una volta estratta venga rimessa nell'urna, alla centesima estrazione tutte le palline saranno state estratte in media 1 volta.

Ovviamente più è alto (e tendente all'infinito) il numero delle estrazioni, e più il valore medio sarà uniforme.
 
al "più è alto" e "tende ad infinoto" ci arrivo da solo.
praticamente spiego dove vorrei arrivare:
nel texas hold em tutti dicono che chi gioca meglio ha più probabilità di vincere la mano rispetto a chi gioca peggio.
probabilità teorica che diventa guadagno reale nel "lungo periodo" (che nessuno quantifica)

tenendo conto solamente delle diverse combinazioni di carte, in un tavolo da sei persone avremo
52*51*50*49*48*47*46*45*44*43*42*41*40*39*38*37*36
combinazioni differenti
uguale a
7805769880904240998072320000
palline nell'urna

e su una grossa percentuale di queste palline da estrarre c'è scritto "vincerà la mano chi la giocherà peggio"

ovvio che se ogni pallina viene estratta una volta, alla fine guadagna chi ha giocato meglio...

ma quante sono le mani da giocare per raggiungere questo "lungo periodo" che pare più una parola magica?

se non l'avete capito voglio dimostrare che umanamente non è possibile giocare il numero di mani da giocare per cui l'abilità supera il culo
 
al "più è alto" e "tende ad infinoto" ci arrivo da solo.
praticamente spiego dove vorrei arrivare:
nel texas hold em tutti dicono che chi gioca meglio ha più probabilità di vincere la mano rispetto a chi gioca peggio.
probabilità teorica che diventa guadagno reale nel "lungo periodo" (che nessuno quantifica)

tenendo conto solamente delle diverse combinazioni di carte, in un tavolo da sei persone avremo
52*51*50*49*48*47*46*45*44*43*42*41*40*39*38*37*36
combinazioni differenti
uguale a
7805769880904240998072320000
palline nell'urna

e su una grossa percentuale di queste palline da estrarre c'è scritto "vincerà la mano chi la giocherà peggio"

ovvio che se ogni pallina viene estratta una volta, alla fine guadagna chi ha giocato meglio...

ma quante sono le mani da giocare per raggiungere questo "lungo periodo" che pare più una parola magica?

se non l'avete capito voglio dimostrare che umanamente non è possibile giocare il numero di mani da giocare per cui l'abilità supera il culo
La domanda che hai fatto non c'entra nulla con quel gioco.

L'Hold'em è un gioco molto complesso ad informazioni parziali, quindi rispondere alla tua domanda non è semplice.
Inoltre, esistono molte varianti, dai tornei Sit'n'go 6-9 max, agli MTT al cash, ognuna delle quali ha logiche diverse.
Ad esempio, in un SnG 9 MAX con 4 giocatori rimasti (di cui solo 3 andranno a premio), può aver senso - in quanto matematicamente corretto - foldare AA preflop (è un caso limite ma è possibile) mentre in una mano cash può aver senso 4bettare all-in 100 BB con AQoff solo perché si è stati rilanciati da un giocatore scarso che è capace di chiamare con robaccia come QT, QJ, JT, etc.

L'unico consiglio che ti posso dare è studiare a fondo la variante che intendi praticare e per "a fondo" intendo almeno 2/3 ore di studio al giorno oltre a 2/3 ore di gioco.
 
nel texas hold em tutti dicono che chi gioca meglio ha più probabilità di vincere la mano rispetto a chi gioca peggio.
Non so chi ti ha detto una cosa del genere, ma è abb no sense... Semmai chi gioca meglio long time avrà un guadagno atteso maggiore...
probabilità teorica che diventa guadagno reale nel "lungo periodo
No, il tuo guadagno teorico è quantificato dall'Expected Value, e non centra nulla con la bravura del giocatore, ma semplicemente dall'attesa di vincita in una specifica mano.
tenendo conto solamente delle diverse combinazioni di carte, in un tavolo da sei persone avremo
52*51*50*49*48*47*46*45*44*43*42*41*40*39*38*37*36
combinazioni differenti
uguale a
7805769880904240998072320000
palline nell'urna
Il conto è sbagliato... Le combinazioni possibili in una mano di HE sono 1326... Facendo 52*51 stai tenendo conto dell'ordinamento delle carte, ovvero per te AcKc è diverso da KcAc...

e su una grossa percentuale di queste palline da estrarre c'è scritto "vincerà la mano chi la giocherà peggio"

ovvio che se ogni pallina viene estratta una volta, alla fine guadagna chi ha giocato meglio...

ma quante sono le mani da giocare per raggiungere questo "lungo periodo" che pare più una parola magica?

se non l'avete capito voglio dimostrare che umanamente non è possibile giocare il numero di mani da giocare per cui l'abilità supera il culo
Mi sa che questa analisi è abb inutile in una partita vera... Non voglio chiaramente dire che stai sprecando tempo (e ci mancherebbe), è cmq un lavoro interessante, però se ci pensi fare un'analisi di questo tipo presuppone o che tu faccia finire la mano in all-in PF senza quindi tener conto del board, e a quel punto l'intera analisi perde di significato perché equivale a determinare una varianza sull'insieme universo negando la possibilità ad un giocatore di foldare (a quel punto capisci bene che tenere conto dell'abilità non serve a nulla e ogni player long time arriva al BE), o devi tenere conto dei vari board, valutando che un giocatore può foldare, introducendo quindi una variabile su cui non puoi avere controllo e che ti rende l'analisi impossibile, generando un sistema di infinite soluzioni, in altri termini per verificare la tua supposizione devi quantificare la bravura di un giocatore (e già qui hai dei problemi perché, oltre ad essere una delle incognite, tale quantità è non definibile) ed introdurla nel contesto di PF, flop, turn e river...


Cmq occhio perché devi anche tener conto della modalità di gioco... Ad esempio riguardo a MTT e SNG sono già stati definiti dei modelli (vedi ICM su tutti), ma tutti quanti hanno delle limitazioni non risolubili (cerca ad esempio "limiti ICM" e capirai cosa intendo)...
 
Ultima modifica:
Nel Bridge competitivo e in particolare negli incontri di "duplicato" (che, tra l'altro, possono essere organizzati, con un minimo impegno, anche in casa e dare notevoli soddisfazioni) otto giocatori vengono divisi in due squadre (quattro contro quattro) e i quattro giocatori di una squadra giocano con la stessa identica smazzata degli altri quattro giocatori loro avversari, il che, in parole semplici, significa avere completamente "neutralizzato" il fattore fortuna in quanto i punteggi, a prescindere dalla distribuzione, più o meno fortunata, delle carte, vengono valutati in base alla differenza dei punti conseguiti dalle coppie "omologhe" (ad es. la coppia Nord-Sud della squadra A al tavolo n.1 e la coppia Nord-Sud della squadra B al tavolo n.2) delle rispettive squadre ai rispettivi tavoli :sisilui:
Ora, accade che, nei tornei a squadre in cui, per motivi di tempo, i singoli incontri si giocano sulla distanza di 8 mani per ciascun incontro, possano presentarsi parecchi risultati "a sorpresa" :asd:
Vale a dire che una squadra, che in linea teorica è molto più forte della squadra avversaria, finisce per perdere su questi incontri a breve distanza e questo è un fatto abbastanza logico che deriva dalle probabilità di distribuzione delle diverse mani :sisi:
Ecco spiegato il motivo per cui gli incontri di duplicato, per così dire, "classici", cioè quelli validi per il campionato italiano, la Coppa Italia e altre competizioni di alto livello, vengono generalmente giocati sulla distanza di 32 mani suddivise in due tempi, 16 mani nel primo tempo e 16 nel secondo :shock:
Più l'incontro si svolge su un numero alto di mani e più il fattore fortuna viene ad incidere meno, su 32 mani è praticamente impossibile che la squadra più debole possa prevalere su quella più forte :asd:
Si adotta, dunque, un approccio basato sulla legge "empirica" (non dimostrabile ma verificabile sperimentalmente) del caso in cui la frequenza di un certo evento, su un numero grande di prove, può essere assunta come la misura approssimata della probabilità dell'evento stesso :veach:
A presto e grazie :ciaociao:

P.S. Seguite tutti il mio corso "facile" di Bridge :sisilui: :ok:
http://www.forum.tomshw.it/-crazy-t...entare-di-bridge-post1762273.html#post1762273
 
Non esagerare con il gioco d'azzardo, e' solo il lavoro che porta i soldi a casa.
si si, io infatti sono contro al gioco d'azzardo... ed è per questo che vorrei riuscire a dimostrare che è azzardo e non bravura !!!

le altre risposte mi sa che le dovrò rileggere con più calma, tutte molto interessanti

grazie per gli interventi !!!!!!!
 
si si, io infatti sono contro al gioco d'azzardo... ed è per questo che vorrei riuscire a dimostrare che è azzardo e non bravura !!!

le altre risposte mi sa che le dovrò rileggere con più calma, tutte molto interessanti

grazie per gli interventi !!!!!!!
Allora perdi in partenza perché il NLHE è un gioco ad informazioni incomplete in cui la fortuna decide la singola mano ma la bravura fa la differenza nel lungo periodo.

Il problema, al limite, è definire cosa si intende per bravura, perché saper fare calcoli complessi a mente è una parte ma ce ne sono anche molte altre. Saper "leggere" il proprio avversario è bravura ma lo è anche adattare il proprio stile di gioco in funzione degli altri giocatori, etc.

Se si trattasse solo di fortuna, dovremmo ammettere che Stu Ungar aveva fatto un patto con il diavolo o sapeva leggere la mente perché altrimenti non si spiegherebbero i suoi risultati (Stu Ungar è tristemente morto prima che il NLHE divenisse un fenomeno mondiale ma, cionondimeno, è stato il più grande di tutti, sin da quando, ancora ragazzino, era un giocatore imbattibile di Gin Rummy).
 
Se leggete bene quello che ho scritto nel mio precedente post #9, ho spiegato che negli incontri di duplicato dei tornei di Bridge è stato completamente eliminato il fattore "fortuna", con quel particolare meccanismo di assegnazione dei punti, cosa che non si riscontra in altri giochi di carte :asd: :sisi:
 
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