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fonte: La Stampa
Stupro di gruppo, carcere facoltativo
La Cassazione: il giudice può applicare misure cautelari alternative. Insorgono le donne
MARIA CORBI
maria corbi
Stupratori in libertà. Non è proprio così, ma certo la sentenza della corte di Cassazione secondo cui nei procedimenti per violenza sessuale di gruppo, il giudice non è più obbligato a disporre o a mantenere la custodia in carcere dell’indagato (applicando misure cautelari alternative), ha un suono amaro per le donne. Un cambiamento dovuto a un’interpretazione estensiva di una sentenza della Corte Costituzionale del 2010, in base alla quale la suprema Corte ha annullato una ordinanza del Tribunale del riesame di Roma, che aveva confermato il carcere - ritenendo che fosse l’unica misura cautelare applicabile - per due giovani accusati di violenza sessuale di gruppo. Il fascicolo è stato rinviato allo stesso giudice perché faccia una nuova valutazione, tenendo conto dell’interpretazione estensiva data dalla Suprema Corte alla sentenza n. 265 del 2010 della Corte Costituzionale.
Nel 2009, con l’approvazione da parte del Parlamento della legge di contrasto alla violenza sessuale dopo che gli episodi si erano moltiplicati creando un diffuso allarme sociale non era consentito al giudice (salvo esigenze cautelari) applicare, ai presunti stupratori (con a carico gravi indizi di colpevolezza) misure cautelari diverse dal carcere. Ma la Corte Costituzionale, nell’estate del 2010, ha ritenuto la norma in contrasto con gli articoli 3 (uguaglianza davanti alla legge), 13 (libertà personale) e 27 (funzione della pena) della Costituzione e ha detto sì alle alternative al carcere «nell’ipotesi in cui siano acquisiti elementi specifici, in relazione al caso concreto, dai quali risulti che le esigenze cautelari possono essere soddisfate con altre misure».
Ora la terza sezione penale della Corte di Cassazione (sentenza n.4377/12) ha stabilito che i principi interpretativi che la Corte Costituzionale ha fissato per i reati di violenza sessuale e atti sessuali su minorenni sono applicabili anche agli stupri di gruppo dal momento che quest’ultimo reato «presenta caratteristiche essenziali non difformi» da quelle che la Consulta ha individuato per le altre specie di reati sessuali sottoposti al suo giudizio.
E le donne insorgono. «Una sentenza lacerante, che fa discutere», è il commento di Barbara Pollastrini, del Pd. «Perché, da una parte si intuiscono le ragioni legate agli articoli 3, 13 e 27 della Costituzione. Ma, per quanto mi riguarda, finisce per stridere innanzi a quel reato così disumano e annichilente». «Il punto, continua, non è volersi vendicare ma poter avere fiducia che si compia sino in fondo giustizia. Leggerò con attenzione la sentenza della corte - conclude l’ex ministro per le Pari opportunità - ma, ora, il mio pensiero va a quella giovane donna e insieme a lei alle altre che sono state offese e violate». Per Mara Carfagna la sentenza è «impossibile da condividere». «Manda un messaggio sbagliato», spiega l’ex ministro per le Pari Opportunità. «Le aggravanti per i reati di violenza sessuale furono introdotte proprio per evitare lo scempio della condanna senza un giorno di carcere per chi commette un reato grave come questo».
La vicenda giudiziaria
La minorenne violentata a Cassino
La Cassazione, occupandosi di una violenza di due diciannovenni su una minorenne avvenuta a Cassino, ha accolto il ricorso di R.L. e di L.B. nei confronti dei quali il tribunale di Roma, il 5 agosto 2011, aveva confermato la custodia in carcere. I due giovani erano stati denunciati dalla squadra mobile di Frosinone dopo il racconto della ragazzina. La minorenne aveva trascorso la serata in un pub e stava tornando a casa a piedi assieme alla sorella maggiorenne, che poi però aveva proseguito da sola. La ragazza era stata avvicinata dai due, che l’avevano fatta salire in auto, portandola poi in una zona di campagna e violentandola a turno. Il gip aveva firmato l’ordinanza di custodia cautelare per i due diciannovenni con l’accusa di violenza sessuale di gruppo.
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Veramente stupendo! Un altro bel passo a gamba tesa verso il baratro, compiuto da un istituzione che anzichè proteggere i cittadini è chiaramente al soldo della politica. In barba alle vittime dei criminali e di questo sistema che, praticamente li premia.
Ma si! (dirà ora qualcuno) Andiamo a stuprare questa o quell'altra persona, tanto anche se ci beccano non ci fanno un quarzo!
La giustizia in Italia, già da tempo inefficente e gestita da persone che non pagherei 2 centesimi, è ora ancora più inutile, una pura utopia.. un concetto inesistente! Alla faccia di chi dice che la legge è uguale per tutti..
La pena alternativa a tutti gli stupratori, siano essi singole persone che gruppi di bestie gliela darei io. Una pena efficacissima e che elimina il problema alla radice!
Stupro di gruppo, carcere facoltativo
La Cassazione: il giudice può applicare misure cautelari alternative. Insorgono le donne
MARIA CORBI
maria corbi
Stupratori in libertà. Non è proprio così, ma certo la sentenza della corte di Cassazione secondo cui nei procedimenti per violenza sessuale di gruppo, il giudice non è più obbligato a disporre o a mantenere la custodia in carcere dell’indagato (applicando misure cautelari alternative), ha un suono amaro per le donne. Un cambiamento dovuto a un’interpretazione estensiva di una sentenza della Corte Costituzionale del 2010, in base alla quale la suprema Corte ha annullato una ordinanza del Tribunale del riesame di Roma, che aveva confermato il carcere - ritenendo che fosse l’unica misura cautelare applicabile - per due giovani accusati di violenza sessuale di gruppo. Il fascicolo è stato rinviato allo stesso giudice perché faccia una nuova valutazione, tenendo conto dell’interpretazione estensiva data dalla Suprema Corte alla sentenza n. 265 del 2010 della Corte Costituzionale.
Nel 2009, con l’approvazione da parte del Parlamento della legge di contrasto alla violenza sessuale dopo che gli episodi si erano moltiplicati creando un diffuso allarme sociale non era consentito al giudice (salvo esigenze cautelari) applicare, ai presunti stupratori (con a carico gravi indizi di colpevolezza) misure cautelari diverse dal carcere. Ma la Corte Costituzionale, nell’estate del 2010, ha ritenuto la norma in contrasto con gli articoli 3 (uguaglianza davanti alla legge), 13 (libertà personale) e 27 (funzione della pena) della Costituzione e ha detto sì alle alternative al carcere «nell’ipotesi in cui siano acquisiti elementi specifici, in relazione al caso concreto, dai quali risulti che le esigenze cautelari possono essere soddisfate con altre misure».
Ora la terza sezione penale della Corte di Cassazione (sentenza n.4377/12) ha stabilito che i principi interpretativi che la Corte Costituzionale ha fissato per i reati di violenza sessuale e atti sessuali su minorenni sono applicabili anche agli stupri di gruppo dal momento che quest’ultimo reato «presenta caratteristiche essenziali non difformi» da quelle che la Consulta ha individuato per le altre specie di reati sessuali sottoposti al suo giudizio.
E le donne insorgono. «Una sentenza lacerante, che fa discutere», è il commento di Barbara Pollastrini, del Pd. «Perché, da una parte si intuiscono le ragioni legate agli articoli 3, 13 e 27 della Costituzione. Ma, per quanto mi riguarda, finisce per stridere innanzi a quel reato così disumano e annichilente». «Il punto, continua, non è volersi vendicare ma poter avere fiducia che si compia sino in fondo giustizia. Leggerò con attenzione la sentenza della corte - conclude l’ex ministro per le Pari opportunità - ma, ora, il mio pensiero va a quella giovane donna e insieme a lei alle altre che sono state offese e violate». Per Mara Carfagna la sentenza è «impossibile da condividere». «Manda un messaggio sbagliato», spiega l’ex ministro per le Pari Opportunità. «Le aggravanti per i reati di violenza sessuale furono introdotte proprio per evitare lo scempio della condanna senza un giorno di carcere per chi commette un reato grave come questo».
La vicenda giudiziaria
La minorenne violentata a Cassino
La Cassazione, occupandosi di una violenza di due diciannovenni su una minorenne avvenuta a Cassino, ha accolto il ricorso di R.L. e di L.B. nei confronti dei quali il tribunale di Roma, il 5 agosto 2011, aveva confermato la custodia in carcere. I due giovani erano stati denunciati dalla squadra mobile di Frosinone dopo il racconto della ragazzina. La minorenne aveva trascorso la serata in un pub e stava tornando a casa a piedi assieme alla sorella maggiorenne, che poi però aveva proseguito da sola. La ragazza era stata avvicinata dai due, che l’avevano fatta salire in auto, portandola poi in una zona di campagna e violentandola a turno. Il gip aveva firmato l’ordinanza di custodia cautelare per i due diciannovenni con l’accusa di violenza sessuale di gruppo.
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Veramente stupendo! Un altro bel passo a gamba tesa verso il baratro, compiuto da un istituzione che anzichè proteggere i cittadini è chiaramente al soldo della politica. In barba alle vittime dei criminali e di questo sistema che, praticamente li premia.
Ma si! (dirà ora qualcuno) Andiamo a stuprare questa o quell'altra persona, tanto anche se ci beccano non ci fanno un quarzo!
La giustizia in Italia, già da tempo inefficente e gestita da persone che non pagherei 2 centesimi, è ora ancora più inutile, una pura utopia.. un concetto inesistente! Alla faccia di chi dice che la legge è uguale per tutti..
La pena alternativa a tutti gli stupratori, siano essi singole persone che gruppi di bestie gliela darei io. Una pena efficacissima e che elimina il problema alla radice!
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